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martedì, Maggio 6, 2025
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Trapani: stabilizzazione precari, dichiarata “guerra”

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TRAPANI – La Cisl Fp ha avviato, come viene definita in una nota inviata a tutti i lavoratori precari degli enti pubblici della provincia di Trapani, la “vertenza” per la stabilizzazione di questa tipologia di personale attraverso quella che viene definita una “vera e propria azione legale”. “Alla fine dell’anno in corso – commenta il segretario provinciale della Cisl Fp Marco Corrao – scadranno i contratti di migliaia di precari in servizio presso numerosissime pubbliche amministrazioni della Sicilia e soltanto in provincia di Trapani se ne contano 4 mila e 700. Precari che si ritrovano, dunque, ancora una volta a dover vivere l’attesa per l’ennesimo rinnovo dei contratti, a dispetto delle tante promesse e degli svariati annunci circa una loro stabilizzazione”. A tal proposito, nei prossimi giorni, saranno organizzate diverse assemblee nel corso delle quali il sindacato illustrerà il percorso che intenderà perseguire. “Un percorso – evidenzia Corrao – “alternativo e parallelo” al tavolo tecnico avviato dalle organizzazioni sindacali con il governo regionale”. Il sindacato chiede che nel corso delle riunioni i lavoratori si presentino muniti di copie di tutti i contratti di lavoro firmati fin dalla prima assunzione, dei certificati di servizio, delle delibere degli enti locali di appartenenza relative a eventuali stabilizzazioni, proroghe o rinnovi, delle piante organiche, di eventuali integrazioni orarie e salariali. Una vertenza che sta parallelamente seguendo da tempo anche la Cgil che promette guerra alle pubbliche amministrazioni, specie alla Regione che continua a minacciare mancati rinnovi perché non ci sarebbero fondi a sufficienza in bilancio. Problemi di cui non vuole sentir parlare la Camera del Lavoro trapanese, intenzionata seriamente a dichiarare guerra ad enti locali e sovracomunali

C/mmare del Golfo: Scopello, scontro sul nuovo parcheggio

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“Non so nulla di questo mega progetto, verificherò inviando una pattuglia di vigili urbani sul posto”. Il neosindaco di Castellammare del Golfo Nicola Coppola vuole vederci chiaro attorno alla denuncia fatta ieri pomeriggio da Legambiente Sicilia riguardo alla realizzazione di un parcheggio che starebbe nascendo sulla provinciale 63 bis, nel tratto che unisce il Comune di Castellammare del Golfo con la Riserva naturale dello Zingaro, all´altezza della Tonnara di Scopello, sia a monte che a valle della strada. “Opere illegali e abusive – sostiene Gianfranco Zanna, direttore regionale Legambiente Sicilia che denuncia una situazione che egli stesso definisce vergognosa – non consentite dal Piano paesistico in vigore che ha previsto nell’area un vincolo di massima tutela, con espresso specifico divieto di realizzare parcheggi. Da sottolineare che l´intera zona è altresì tutelata essendo un Sito d´Importanza Comunitaria. Quello che sta accadendo sulla strada provinciale 63bis è vergognoso. Ed è ancora più vergognoso il fatto che le autorità preposte alla difesa ed al controllo del territorio stiano a guardare”. Secondo quanto fanno sapere gli ambientalisti ruspe e camion per il trasporto terra stanno finendo di livellare anche secondo il terreno, dopo che già la prima porzione è già utilizzata come parcheggio”. “Onestamente non conosco i fatti – precisa il primo cittadino -: sono sindaco da un mese e quindi sono alle prese con una fase di rodaggio. Di questo progetto ne sconoscevo l’esistenza. Contatterò una squadra del comando cittadino dei vigili urbani per capire come stanno le cose. Verificheremo se esistono le autorizzazioni e chi le ha eventualmente rilasciate. Ringrazio Legambiente per la segnalazione a cui porrò estrema attenzione”. “Rinnoviamo la nostra richiesta alle Autorità competenti alla salvaguardia e al controllo del territorio – rilancia Zanna – a intervenire e impedire questo nuovo scempio. Presenteremo nelle prossime ore un esposto alla Procura della Repubblica di Trapani, per denunciare anche eventuali omissioni nell’impedire questo nuovo scempio”. Non è la prima volta che Legambiente insorge proprio a difesa di Scopello e della riserva dello Zingaro. Famosa la battaglia contro la costruzione di due grandi alberghi nella zona proprio di Scopello, dove tra l’altro vige l’apposizione del vincolo di inedificabilità assoluta emesso dall’allora assessore regionale ai Beni Culturali Fabio Granata e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione del 5 Dicembre del 2003. Da considerare poi, quando si tratta di opere in cemento, che vi sono delle ben precise direttive comunitarie 79/409 e 92/43. Queste impongono che nei Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale, quale l’area di Scopello e Castellammare, venga fatta una doppia valutazione sia del Piano Regolatore che dei progetti delle costruzioni.

Nella foto Gianfranco Zanna

Alcamo: voto di scambio, elezioni nel mirino

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Voti comprati in cambio di denaro e generi alimentari, sezioni e schede elettorali segnate, promesse di lavoro fatte e poi quasi mai mantenute. Questo sarebbe accaduto alle scorse elezioni amministrative ad Alcamo che hanno visto vincere un anno fa l’attuale sindaco Sebastiano Bonventre, con una coalizione di centrosinistra, su Niclo Solina, esponente del movimento Abc, per appena 39 voti di scarto. La notizia bomba è riportata oggi sul “Fatto Quotidiano” che cita espressamente gli atti dell’inchiesta della Procura di Trapani. Indagini che prendono spunto dall’esplosione della bomba carta proprio all’entrata della segreteria di Nino Papania, allora senatore del Pd e deus ex machina della politica alcamese. Durante le indagini gli inquirenti intercettano infatti anche alcuni personaggi che si muovono intorno all’entourage di Papania. E documentano in quale clima si svolgono le amministrative dello maggio 2012. Papania, deponendo davanti ai magistrati, ha ricollegato l’azione dell’esplosione davanti la sua segreteria di “sconosciuti facinorosi appartenenti all’opposta fazione politica”. “Invece vi erano dinamiche riconducibili alla logica del voto di scambio che la sua stessa base elettorale, come poi le indagini riveleranno, vera e propria patologia della competizione elettorale che invelenisce il clima e ne altera la democrazia” è quello che scrive il sostituto procuratore Rosanna Penna. A narrare agli investigatori i metodi di raccolta delle preferenze sono quattro soggetti, Leonardo e Giuseppe De Blasi, Leonardo Vicari e Giovanni Renda, tutti indagati per tentata estorsione nei confronti di Papania, intercettati proprio durante la campagna elettorale. I quattro si adoperano per raccogliere voti in favore di Sebastiano Bonventre, il candidato sostenuto dall’ex senatore del Pd. “Papania – scrive sempre il pm – si è avvalso durante la campagna elettorale di soggetti i cui metodi nella raccolta delle adesioni di voto presso la base elettorale, stando sempre al tenore delle conversazioni registrate, si sono rivelati essere improntati proprio alla alterazione delle regole del gioco, atteso che gli stessi in ambientale parlavano di somme di denaro consegnate o da consegnare ad elettori non meglio individuati e a numerose promesse di assunzione, asseritamente fatte dal senatore Papania e dai candidati alla carica di consigliere comunale della lista Bonventre”. Ogni voto era acquistato con 50 euro. Secondo le intercettazioni, riprese dal Fatto Quotidiano, in ballo non c’erano solo soldi ma anche buoni benzina ad essere stati elargiti. Infine sarebbero stati anche promessi posti di lavoro. In cambio dell’operato durante la campagna elettorale, il senatore avrebbe promesso assunzioni di massa all’Aimeri Ambiente, la società di smaltimento rifiuti che opera nella zona. Assunzioni che poi non sarebbero state più effettuate e da lì poi è maturata l’intimidazione alla segreteria di via Roma dell’ex senatore.

Mafia, sequestro per azienda castellammarese

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Eseguito ieri il decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, con il quale è stato disposto il sequestro della Società Agricola Poma (società semplice), con sede a Castellammare del Golfo, a carico dell’imprenditore di Paceco Michele Mazzara, 53 anni, già condannato per favoreggiamento nei confronti, tra gli altri, del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Il sequestro è stato eseguito dagli Agenti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura e dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, nell’ambito del procedimento di prevenzione attivato in relazione alla proposta del Questore del 29 giugno dello scorso anno – ai sensi del Decreto Legislativo n. 159/2011 (“Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”).

Il sequestro scaturisce dalle indagini svolte da un “gruppo di lavoro”, appositamente costituito, composto da Polizia e Fiamme Gialle, successivamente all’esecuzione, nell’ambito dell’operazione Panoramic, del decreto emesso il 13 gennaio 2012 nei confronti dello stesso Mazzara – con il quale erano stati sottoposti a sequestro anticipato, ai fini della confisca, svariati beni immobili, autovetture, conti correnti e società operanti nel settore edile e turistico/alberghiero, per un valore stimato di circa 25 milioni di euro, nonché dall’esito delle perizie disposte dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione nel corso dell’amministrazione giudiziaria

Turano v/s Bonventre, botta e risposta

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Non usa mezzi termini il deputato regionale Mimmo Turano che accusa il sindaco Sebastiano Bonventre di aver effettuato il “rimpasto di giunta per coprire le evidenti difficoltà amministrative”, e commenta affermando che quando “si tenta di mischiare le carte ci si avvia verso un lento ed inesorabile declino, che la città di Alcamo non merita e non può sopportare di fronte ad una crisi economica e sociale devastante.

Il Sindaco Sebastiano Bonventre ha tutto il diritto di utilizzare le migliori risorse di questo territorio, ma deve farlo nella chiarezza di linea politica e comportamentale.

Turano punta il dito contro “il tentativo, maldestro, di entrare nel “campo avversario” definendolo “un’operazione politica senza prospettiva e senza futuro”. La politica, – continua il deputato regionale – seppur in declino, seppur bistrattata e con un deficit di credibilità, continua ad avere le sue regole, anche comportamentali. Il Sindaco Bonventre ha deciso di non rispettarle e di schiacciarle alle sue esigenze.

La democrazia si legittima attraverso il confronto e non con manovre di corto respiro che servono soltanto a garantire la politica dell’immagine”.

E conclude augurando “ai nuovi Assessori ed al Sindaco Bonventre di dare una svolta nella gestione della cosa pubblica”, anche se si dice “sempre più convinto che l’attuale amministrazione non sia in grado di affrontare le sfide del momento”, confermando, infine che l’Udc rimane all’opposizione e che lavorerà perché ad Alcamo si possano costruire le condizioni per una svolta politica e di governo nell’interesse dei concittadini e della città.

Non si è fatta attendere la replica al vetriolo del sindaco, il quale ha tenuto ad evidenziare che “essere additato quale esperto di politica fallimentare da una assoluta autorità in merito come l’On. Turano è, alla luce dei guasti prodotti dalle sue amministrazioni, quali il molto probabile dissesto finanziario della Provincia di Trapani e lo stato della S.P. 47- di cui oggi i cittadini piangono le conseguenze, solo per parlare del nostro territorio – dice Bonventre – fa comunque, riflettere e induce a ritenere che se si è, da questa Amministrazione Comunale, ad oggi fatto il contrario di quanto da Lui chiesto e auspicato, probabilmente si è intrapreso un percorso amministrativo virtuoso”.

E conclude con una frase caustica: “quest’Amministrazione Comunale sarà sempre disponibile verso coloro che mettono al centro del loro operare la parola “Alcamo” e non il pronome “io””.

Alcamo: tarsu, il Comune trema

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ALCAMO – Una spada di Damocle pende sulla testa del Comune di Alcamo. Una cittadina alcamese ha vinto il ricorso contro l’ente per l’errato calcolo della Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, in quanto non sarebbe stato rispettato il principio della proporzionalità. La sentenza emessa dalla commissione tributaria provinciale fa quindi tremare le finanze del palazzo di città: se ogni contribuente oggi dovesse fare ricorso vincerebbe e non dovrebbe quindi più corrispondere la tassa. E’ stata una donna, difesa dall’avvocato Castrenze Arduino, ad avere impugnato le notifiche dell’imposta sui rifiuti solidi urbani relative agli anni che vanno dal 2006 al 2011. Ed ha vinto il braccio di ferro con il Comune. In sostanza, secondo quanto si legge nella sentenza della terza sezione del Cpt, presieduta da Antonina Sabato, relatore Giovanni Bucaria e giudice Antonino Profita, il Comune è stato colto in fallo perché non avrebbe compreso i locali di sua proprietà tra quelli che avrebbero dovuto corrispondere la Tarsu. In questo modo sarebbe venuto meno il “principio della proporzionalità della tassazione in relazione alla quantità dei rifiuti prodotti”. Il motivo è semplice: nell’elaborazione della singola bolletta sui rifiuti il Comune ha caricato solo sulle spalle dei contribuenti il costo per la copertura del servizio proprio perché ha escluso i locali di proprietà comunale dal computo. Eventuali agevolazioni, come ad esempio l’esonero dalla tassazione da parte dell’ente impositore, deve essere iscritto in bilancio come autorizzazione di spesa da coprire con risorse diverse da quelle derivanti dai proventi della Tarsu, in ossequio proprio al principio della proporzionalità della tassazione in relazione ai rifiuti prodotti. In pratica esiste, secondo il Cpt, un’evidente falla nel regolamento comunale varato dal consiglio comunale con apposita delibera del 22 dicembre del 2010. Non si prevede infatti quello stanziamento in bilancio che il Comune deve coprire per la quota parte di sua pertinenza per il pagamento dell’imposta relativamente ai locali di proprietà. Nel caso specifico del ricorso, la contribuente si è vista esonerata dal pagamento delle imposte dei vari anni perché la delibera consiliare è ritenuta nulla. Quindi ogni contribuente, entro 60 giorni dal ricevimento della notifica dell’imposta, può presentare opposizione. Per il Comune dietro l’angolo quindi un enorme problema, non solo relativamente al possibile mancato incasso del tributo per ogni contribuente che si opporrà, ma anche per le spese di giudizio. Per questa sentenza l’ente è stato infatti condannato anche a rifondere le spese di giudizio pari a 700 euro all’incirca. Ora amministrazione e consiglio comunale sono chiamati a correre al più presto ai ripari, modificando il regolamento e correggendo il tiro per l’imposta del 2012.

Partinico: Comune, stop ai costi della politica

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Una decisa accelerazione per arrivare al varo del bilancio nel più breve tempo possibile, stop alle sedute fiume delle commissioni consiliari e obiettivo delocalizzazione prima della fine della legislatura. Il neopresidente del consiglio comunale di Partinico, Filippo Aiello, detta i tempi di lavoro dell’assemblea civica per il prossimo quinquennio. Alcuni a brevissima scadenza, altri invece a medio e lungo termine. Anzitutto dichiara guerra ai costi della politica, dichiarando guerra soprattutto alle spese superflue ed ai “giochetti di palazzo” collegati alle anomale convocazioni a raffica soprattutto delle commissioni consiliari: “E’ sotto gli occhi di tutti – sostiene Aiello – le convocazioni continue delle commissioni nelle passate legislature. Non voglio entrare nel merito delle scelte fatte nel passato ma da adesso vorrei porre dei seri limiti. Anziché parlare di abbattimento dei gettoni di presenza, il cui singolo costo è di per sé abbastanza contenuto (all’incirca 20 euro lorde, ndr), voglio lavorare sul fronte proprio della convocazione delle commissioni. Gli organismi vanno convocati solo se strettamente necessario”. Sotto questo aspetto cui saranno anche novità per i consigli comunali: “Proporrò ai consiglieri – aggiunge il neopresidente – di convocare le sedute al mattino in modo che si eviti di arrivare a ridosso della mezzanotte con conseguente scatto del secondo gettone di presenza”. Da considerare che mediamente il consiglio comunale pesa, per i soli costi da affrontare relativamente ai gettoni di presenza, all’incirca 120 mila euro l’anno. L’altra questione impellente è legata al bilancio: gli enti locali avranno tempo per approvare la manovra finanziaria entro il 30 settembre. “Al momento si lavora con difficoltà in dodicesimi con conseguenti grosse limitazioni di spesa – precisa Aiello -. Sotto questo aspetto darò una decisa accelerazione ma non dipende solo dal consiglio. Infatti l’ufficio finanziario sta lavorando al Conto consuntivo, per cui si dovrà tenere conto di questi tempi tecnici necessari”. Per ciò che concerne la questione della delocalizzazione della distilleria Bertolino, il cui iter è fermo all’approvazione di massima del progetto, Aiello è fiducioso: “Entro questa legislatura – sostiene – sono convinto che si riuscirà a dare il via libera definitivo al progetto. C’è una proficua collaborazione con l’azienda e gli uffici del comune hanno lavorato bene, per cui credo che i tempi possano essere rispettati”. Infine saranno ridotti i tempi di risposta alle interrogazione e interpellanze e non saranno trascinati gli ordini del giorno cumulando punti su punti: “Ovviamente – conclude il presidente dell’assise civica – per arrivare a questo ci vorrà la collaborazione di tutti i colleghi consiglieri e mi auguro che si possa raggiungere in tal senso un’intesa proficua nell’interesse della città”.

Trapani: divieti caccia, “categoria vessata”

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“Dal TAR una durissima batosta per la caccia siciliana. Adesso è indispensabile che la Regione ristabilisca la giusta gerarchia di valori e il pieno rispetto delle regole, o in Sicilia non si caccia più”. Lo dichiara la Lipu all’indomani della sentenza del Tar Sicilia-Sezione Prima che ha bocciato il calendario venatorio 2012/13 per mancanza del piano regionale faunistico, per assenza della valutazione ambientale strategica e della valutazione di incidenza, per violazione della normativa a tutela dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale. “Quella decretata dal Tribunale amministrativo siciliano – afferma Nino Provenza della Lipu Sicilia – è una sconfitta secca e senza riserve non soltanto su molti e fondamentali aspetti tecnici che riguardano il calendario venatorio dello scorso anno ma anche e soprattutto sul modello con cui la Regione ha gestito l’attività venatoria negli ultimi anni, calpestando la normativa nazionale, bypassando le regole comunitarie. In sostanza, dice il Tar, la Regione ha favorito indebitamente la caccia e danneggiato fauna e ambiente, che pure sono valori dotati di “protezione costituzionale e di tutela da parte del diritto UE”. In provincia di Trapani la notizia viene accolta con grande scoramento dai tantissimi cacciatori. La categoria già lamenta che il territorio è anzi fortemente difeso e protetto sotto questo aspetto. In base infatti a quanto disposto dalla Regione l’esercizio venatorio è vietato alla riserve naturali di “Bosco di Alcamo”, “Zingaro”, alle “Saline di Trapani”, a “Monte Cofano” di Custonaci, alla Foce del fiume Belice e dune limitrofe”, ed ancora alle Isole dello Stagnone di Marsala”, alla “Grotta Santa Ninfa”, Lago Preola e Gorghi Tondi”, nell’isola di Pantelleria ed in altre aree ancora tra Salemi, Mazara del Vallo, Partanna e Castelvetrano. “A questo punto – continua Provenza – è indispensabile che la Regione cambi radicalmente registro, a partire la nuovo calendario venatorio: prenda sul serio i pareri dell’Ispra e li rispetti, tuteli le specie in stato di conservazione non favorevole, riduca i tempi di caccia, si adeguati sotto il profilo della tutela dei siti di rete Natura 2000, insomma adotti tutte le misure necessarie a che l’interesse della natura prevalga, come è giusto, su quello parziale e secondario dell’esercizio venatorio. O così, o impugneremo tutto, fino a far chiudere la caccia in Sicilia”.

Bando per il “Marchio di Qualità Ospitalità Italiana”

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Pubblicato, sul sito della Camera di Commercio di Trapani, nella pagina dell’Azienda speciale “Servizi alle Imprese”, il bando di selezione per l’assegnazione del Marchio di Qualità Ospitalità Italiana. L’iniziativa, lanciata dall’ente camerale in collaborazione con l’Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche, è rivolta alle imprese ricettive e ristorative della provincia di Trapani iscritte nel Registro Imprese e in regola con il pagamento del diritto annuale e con le disposizioni normative vigenti. In tutto saranno assegnarti trenta Marchi di Ospitalità Italiana. Le aziende che si aggiudicheranno il riconoscimento riceveranno un attestato e saranno inserite negli elenchi pubblicati sul sito web www.10q.it.

Il termine per la presentazione delle domande scade il prossimo 9 agosto.

Sono previste diverse categorie: hotel, residenze turistico alberghiere, ristoranti, agriturismi e B&B. Le strutture selezionate saranno visitate, senza preavviso, da esperti che provvederanno a compilare delle schede di valutazione che saranno poi esaminate, per la predisposizione della graduatoria, dalla Commissione composta dai rappresentante dell’ Isnart, dell’Azienda speciale “Servizi alle Imprese” e dal segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. Il bando rientra nell’ambito delle azioni per la promozione del settore turistico.

La domande di ammissione alla selezione, il cui modello si può scaricare sul sito web www.tp.camcom.it/aziendaspeciale.asp  o ritirare presso sportelli dell’ Azienda Speciale “Servizi alle Imprese”, potranno essere inviate via e-mail all’indirizzo aziendaspeciale.trapani@pec.it, a mezzo fax al numero 0923/438003 o spedite attraverso una raccomandata: dovranno essere indirizzate all’Azienda speciale “Servizi alle Imprese” della C.C.I.A.A. di Trapani, piazza S. Agostino, 2 -91100 Trapani.

Arriva Stragusto, il trionfo del “cibo da strada”

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Tante le novità in programma per la quinta edizione di Stragusto, che quest’anno si svolgerà in una versione extra, con una durata di ben quattro giorni – dal 25 al 28 luglio nella Piazza del Mercato del Pesce – per permettere ai visitatori di scoprire il cibo da strada proveniente da diverse parti del mondo.

La manifestazione, organizzata da Trapani Welcome in collaborazione con Ps Advert e con il patrocinio del Comune di Trapani, è un concentrato di gusto, tradizione e cultura che abbraccia la penisola italiana e non solo, in un’ideale viaggio gastronomico attraverso il cibo di strada, storia e patrimonio di una comunità, ma anche evoluzione delle abitudini e dei gusti popolari.

La scelta della location non poteva che ricadere su una piazza storica della città, come quella del mercato del pesce, che rappresenta un perfetto scenario per la kermesse che evoca l’esplosione di colori, suoni, odori e sapori tipici del mercato e l’atmosfera conviviale e sociale caratteristica dei luoghi dove i cibi vengono consumati per strada.

Ogni giorno, dalle 18 e 30 alle 24, sarà possibile degustare eccellenze siciliane come il cabbucio, il cuscus alla trapanese, le panelle, il pane ca meusa, lo spincione palermitano, “a rascatura”, piatti panteschi, ma anche specialità Friulane, come i cevapcici, la polenta di grano saraceno, e tante prelibatezze umbre, fiorentine, venete, e palestinesi.

Non mancheranno i laboratori di cucina a cura del centro di Cultura gastronomico Molino Excelsior e i wine tasting. In omaggio al riconoscimento assegnato a Marsala, quale Città Europea del Vino 2013, quest’anno il banco d’assaggio di analisi sensoriale sui vini sarà dedicato allo storico vino Marsala.

Un convegno, che si svolgerà sabato 27 luglio alle 18 a Palazzo della Vicaria (via San Francesco D’Assisi n. 45), approfondirà il tema del Boom del cibo da strada.

A relazionare diversi esperti, giornalisti gastronomici, enologi, nutrizionisti che proporranno riflessioni e approfondimenti su difetti e virtù del sempre più popolare street food in Italia.

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