Alcamo: voto di scambio, elezioni nel mirino

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Voti comprati in cambio di denaro e generi alimentari, sezioni e schede elettorali segnate, promesse di lavoro fatte e poi quasi mai mantenute. Questo sarebbe accaduto alle scorse elezioni amministrative ad Alcamo che hanno visto vincere un anno fa l’attuale sindaco Sebastiano Bonventre, con una coalizione di centrosinistra, su Niclo Solina, esponente del movimento Abc, per appena 39 voti di scarto. La notizia bomba è riportata oggi sul “Fatto Quotidiano” che cita espressamente gli atti dell’inchiesta della Procura di Trapani. Indagini che prendono spunto dall’esplosione della bomba carta proprio all’entrata della segreteria di Nino Papania, allora senatore del Pd e deus ex machina della politica alcamese. Durante le indagini gli inquirenti intercettano infatti anche alcuni personaggi che si muovono intorno all’entourage di Papania. E documentano in quale clima si svolgono le amministrative dello maggio 2012. Papania, deponendo davanti ai magistrati, ha ricollegato l’azione dell’esplosione davanti la sua segreteria di “sconosciuti facinorosi appartenenti all’opposta fazione politica”. “Invece vi erano dinamiche riconducibili alla logica del voto di scambio che la sua stessa base elettorale, come poi le indagini riveleranno, vera e propria patologia della competizione elettorale che invelenisce il clima e ne altera la democrazia” è quello che scrive il sostituto procuratore Rosanna Penna. A narrare agli investigatori i metodi di raccolta delle preferenze sono quattro soggetti, Leonardo e Giuseppe De Blasi, Leonardo Vicari e Giovanni Renda, tutti indagati per tentata estorsione nei confronti di Papania, intercettati proprio durante la campagna elettorale. I quattro si adoperano per raccogliere voti in favore di Sebastiano Bonventre, il candidato sostenuto dall’ex senatore del Pd. “Papania – scrive sempre il pm – si è avvalso durante la campagna elettorale di soggetti i cui metodi nella raccolta delle adesioni di voto presso la base elettorale, stando sempre al tenore delle conversazioni registrate, si sono rivelati essere improntati proprio alla alterazione delle regole del gioco, atteso che gli stessi in ambientale parlavano di somme di denaro consegnate o da consegnare ad elettori non meglio individuati e a numerose promesse di assunzione, asseritamente fatte dal senatore Papania e dai candidati alla carica di consigliere comunale della lista Bonventre”. Ogni voto era acquistato con 50 euro. Secondo le intercettazioni, riprese dal Fatto Quotidiano, in ballo non c’erano solo soldi ma anche buoni benzina ad essere stati elargiti. Infine sarebbero stati anche promessi posti di lavoro. In cambio dell’operato durante la campagna elettorale, il senatore avrebbe promesso assunzioni di massa all’Aimeri Ambiente, la società di smaltimento rifiuti che opera nella zona. Assunzioni che poi non sarebbero state più effettuate e da lì poi è maturata l’intimidazione alla segreteria di via Roma dell’ex senatore.