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venerdì, Maggio 2, 2025
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Boom di turisti in Sicilia nell’estate 2021, tra le mete di spicco Trapani

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Boom di presenze turistiche nella città di Trapani, durante l’appena trascorsa estate 2021. A darne nota Rosalia d’Alì, presidente del distretto turistico Sicilia Occidentale, su riferimento dei dati statistici raccolti dal noto portale per il turismo eDreams Trapani è risultata essere la più ambita e richiesta tra le città d’Italia registrando il 373% di incremento delle presenze turistiche.

Al capoluogo di provincia, che domina l’estrema punta ad ovest della Sicilia, seguono a ruota Roma col +223% e Bari col +255%. La presidente D’Alì si è detta soddisfatta dei risultati ottenuti “frutto” ha fatto sapere “di una strategia di promozione e comunicazione, integrata, programmata e capillare che hanno fatto di Trapani una destinazione riconosciuta e richiesta: sia in ambito nazionale, sia in quello internazionale”.

Non solo Trapani, eDreams ha infatti rivelato come la Sicilia fosse al top tra le destinazioni vacanziere scelte e prenotate, seguita solo dalla Sardegna. Una florida stagione turistica, quella del 2021, per l’isola trinacria: con 500 mila arrivi di visitatori nel solo mese di agosto ed oltre il 50 per cento di arrivi e presenze tra i turisti stranieri. A renderlo noto, dati Turistat alla mano, l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina.

Vincente è risultata la formula della visione unitaria tra ricettività e servizi turistici, nonché l’attrattiva di grandi manifestazioni culturali, come il BellininFest ed il Sicilia Jazz Festival, e le grandi competizioni sportive di carattere internazionale quali il Giro di Sicilia o il mondiale di vela paralimpica classe Hansa. A spingere il turismo in tutta la regione anche le azioni di promozione messe in campo dal governo Musumeci con il progetto SeeSicily. Si punta adesso, ha sottolineato ancora l’assessore Messina, alla destagionalizzazione del turismo sportivo e culturale a mezzo di una programmazione intelligente ed una promozione effettuata con largo anticipo.

Ventinovesimo anniversario dall’assassinio di Don Pino Puglisi

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Sorrise al Killer che, puntandogli l’arma contro, di lì a poco avrebbe premuto il grilletto ponendo fine ai suoi giorni terreni. Questa  l’ultima immagine viva del beato Don Pino Puglisi, presbitero palermitano di cui oggi ricorre il 29esimo anniversario dalla morte per mano mafiosa. Pino Puglisi che a Brancaccio era nato, e che in quei luoghi a lui tanto cari era voluto tornare da sacerdote, operò da educatore e pedagogo.

Don Puglisi si scontrò con la difficile realtà del suo quartiere natio, attraversato dalla violenza delle cosche  mafiose cui facevano capo i fratelli Graviano. Mira manifesta del suo apostolato fu quella di garantire che quanti più, tra i giovani ed i giovanissimi della borgata, sfuggissero alle mani predatorie della mafia ed alla criminalità organizzata che insanguinava strade e attività civili. Attraverso la cultura ed il coinvolgimento ludico sportivo, Don Pino Puglisi faceva comprendere ai giovani che potevano essere amati e rispettati nel mondo senza ricorrere a metodi violenti o criminali. I suoi modi gentili, saggi e accoglienti riuscivano ad attirarsi l’affetto sincero e la stima degli abitanti del piccolo ghetto palermitano, e ben presto il sacerdote divenne per i tanti onesti un faro, l’esempio fulgido da seguire e cui ispirarsi.

Era tanto l’amore che Don Puglisi irradiava intorno a sé ma fu altrettanto l’odio che generò tra i mafiosi che invece di paura e coercizione si nutrivano. Con la sua morte, quel tragico 15 settembre del 1993, davanti al portone di casa, a Brancaccio in piazzale Anita Garibaldi, un velo di tristezza e sconforto si posò sulla chiesa di San Gaetano ed il centro Padre Nostro per la promozione umana e la evangelizzazione.

La memoria di Don Pino Puglisi, tuttavia non si è persa, continua a correre sulle gambe dei volontari di Libera, l’associazione di promozione sociale contro le mafie presieduta da Don Luigi Ciotti e nella memoria collettiva: il poeta Mario Luzi ha dedicato a padre Puglisi, nel 2003, Il fiore del dolore una pièce teatrale, rappresentata lo stesso anno presso il teatro Biondo di Palermo. Lo scrittore Alessandro D’Avenia, ex allievo del liceo classico Vittorio Emanuele dove Don Puglisi insegnava, nel 2014 ha dedicato lui il suo libro Ciò che inferno non è.

Don Puglisi è stato beatificato alla presenza di Papa Francesco, dinnanzi ad una immensa udienza (centomila fedeli circa) sul prato del foro italico di Palermo, il 25 maggio 2013. Il processo di canonizzazione del sacerdote era stato aperto da Benedetto XVI con il decreto di beatificazione per il martirio in odium fidei. Don Puglisi è, infatti, ad oggi la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa.

Calcio, Montelepre e Borgetto/Giardinello verso la storia. Eccellenza a un passo

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Non soltanto il Montelepre ma anche il Borgetto Giardinello potrebbe centrare un risultato sportivo storico per il territorio. Mentre i giallorossi di Guida sono già virtualmente promossi in Eccellenza, anche se ancora dovranno giocare la finalissima regionale degli spareggi, la squadra della presidente Caravella dovrà superare la semifinale di Coppa Italia per ottenere il salto nel massimo campionato dilettantistico regionale.

Ma andiamo per ordine. Domenica prossima alle 16.30, al comunale di Sant’Agata di Militello, nel messinese, il Montelepre affronterà il Kamarat, squadra che ha chiuso al secondo posto il girone C di promozione. Ci si gioca il prestigio anche se, in una maniera o in un’altra, l’accesso all’Eccellenza dovrebbe oramai essere pressoché assicurato. La squadra di Giuseppe Guida ha disputato un campionato straordinari e con un organico giovanissimo hanno lottato fino all’ultimo minuto per la vetta della classifica. Domenica quindi la finalissima con il Kamarat dopo il successo ai rigori, in semifinale, sul San Fratello Acquadolcese.

A pochi chilometri da Montelepre potrebbe scrivere la storia anche il Borgetto Giardinello della presidente Katya Caravella. La squadra potrebbe essere promossa in Eccellenza attraverso la Coppa Italia. Domenica a Carini la gara di ritorno della semifinale con l’Acquadolcese dopo l’uno a uno dell’andata. La società ha lanciato un appello entusiasta ai suoi tifosi, invitandoli a essere presenti sugli spalti per spingere la squadra verso la vittoria. “Abbiamo un sogno da inseguire e una finale da conquista-re. Solo insieme possiamo raggiungere questo straordinario traguardo”. Il Borgetto Giardinello già domenica sera potrebbe essere in Eccellenza. Dovrà battere i messinesi di Acquedolci e poi sperare che nell’altra semifinale si imponga il Messina, squadra che ha già vinto il campionato e che quindi la-screbbe ai borgettani il posto nel massimo campionato regionale.

Momenti di paura all’Istituto “Giovanni Pascoli” di Castellammare del Golfo, evacuata la scuola

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Momenti di concitazione questa mattina all’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli” di Castellammare del Golfo, dove intorno alle 11:40 è scattata l’evacuazione precauzionale dell’edificio scolastico. La decisione è stata presa in seguito al ritrovamento, all’interno di un armadietto chiuso, di una vecchia scatola di legno contenente proiettili e altro materiale di tipo bellico risalente verosimilmente a epoche passate. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno immediatamente messo in sicurezza l’area e verificato l’assenza di pericoli immediati. Attesa del sopralluogo degli artificieri. L’intera procedura è stata gestita con ordine e tempestività.

“Corruzione elettorale”, Papania e Rocca a processo a Marsala

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“Corruzione elettorale”. Questa l’ipotesi di reato per il quale il prossimo 25 maggio avrà inizio il processo al Tribunale di Marsala che vedrà sul banco degli imputati l’ex senatore alcamese Antonino Papania e uno dei suoi più stretti collaboratori Angelo Rocca. Il Pm ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato passando dalle indagini dell’udienza preliminare all’udienza dibattimentale. L’articolo 453 del codice di procedura penale prevede questa possibilità poiché per entrambi era stata disposta una misura cautelare custodiale. Per entrambi vennero chiesti i domiciliari dove si trova Angelo Rocca dallo scorso mese di ottobre, mentre Papania si trovava in carcere al Pagliarelli per l’inchiesta antimafia “Eirene” con arresti tra Alcamo e Calatafimi. Nei giorni scorsi il Gip ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato Pietro Riggi, che aveva chiesto la revoca dei domiciliari per Rocca. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, Papania avrebbe promesso posti di lavoro in corsi di formazione per ampliare e ricevere il consenso elettorale per il movimento Via dallo stesso fondato. Angelo Rocca, 41 anni, alcamese, coordinatore provinciale di Via, movimento ispirato dall’ex senatore Nino Papania, scese in lista “Popolari e Autonomisti” alle ultime elezioni regionali per tentare di conquistare uno scranno al parlamento siciliano. Prese 3 mila 361 voti non sufficienti per essere eletto. Per questo filone di indagine sono una decina le persone indagate in provincia. Per Papania quello di maggio è il mese dei processi. Infatti giorno 9 con altri 12 indagati, tra i quali l’ex vice sindaco Pasquale Perricone, comparirà davanti ai giudici del tribunale di Trapani per la pima udienza dell’operazione antimafia “Eirene”. Entrambi sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso.

Ex vescovo di Trapani assolto dovrà risarcire 403.000 euro. Lo ha deciso la Corte dei Conti

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L’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, assolto con formula piena per i fatti del 2012 e per prescrizione per fatti antecedenti,  dovrà risarcire il ministero dell’economia e finanze per un presunto danno erariale di 403mila euro. Lo ha disposto la  procura della Corte dei Conti della Regione siciliana. L’invito a dedurre per danno erariale è stato notificato anche alla diocesi di Trapani. La vicenda ruota attorno al processo penale durante il quale la procura aveva chiesto la condanna di Miccichè a quattro anni e sei mesi. Adesso la corte dei conti, diretta dal procuratore Pino Zingale, contesta all’ex vescovo di Trapani di avere fatto dirottare più di 400mila euro dell’8 per mille della Chiesa Cattolica in conti correnti della Diocesi, conti ai quali poi poteva accedere senza la necessità di alcuna rendicontazione. Gli episodi contestati coprono un periodo che va dal 2007 al 2012.  “Siamo ancora in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza penale – ha detto l’avvocato Mario Caputo che difende l’alto prelato -. Il giudice ha chiesto e ottenuto una proroga di 45 giorni per depositare le motivazioni. Vogliamo leggerle per valutare se presentare appello e chiedere l’assoluzione anche per le somme prescritte, quelle relative ai prelievi effettuati prima del 2012. Stiamo anche lavorando – ha concluso l’avvocato Caputo – per presentare la memoria proprio relativa  all’invito a dedurre notificato dalla procura contabile”.

La procura della Corte dei Conti della Regione Siciliana contesta l’uso delle somme destinate all’otto per mille da parte dell’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, rimosso dalla carica nel 2012 su disposizione di Papa Ratzinger. “L’utilizzo dei fondi dell’otto per mille deve avvenire – scrive la procura contabile – nell’invito a dedurre – perseguendo determinati obiettivi, tassativamente enucleati dal legislatore. Altre finalità estranee ai fini di carattere pubblicistico individuati dalle legge – conclude la Corte dei Conti –  sono incompatibili con il dettato normativo”. La vicenda di Miccichè rimane una delle più controverse  e buie nella recente storia della Chiesa trapanese. Una battaglia dentro e fuori il clero che arrivò anche ad Alcamo con il sequestro di alcuni immobili e con alcune denunce. Fra i prtagonisti della vicenda giudiziaria anche l’ex arciperte di Alcamo, Ninni Treppiedi, braccio destro fidatissimo di Miccichè prima della clamorosa rottura e dello scambio recirporcodi pesantisisme accuse. Nel processo cotro l’ex vescovo la diocesi di Trapani si era costituita parte civile nella speranza di una sentenza che avesse restituire un senso di giustizia alla cChiesa locale, profondamente scossa dallo scandalo.

Il Consiglio comunale di Alcamo approva il rendiconto di gestione per il 2024

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Il consiglio comunale ha approvato il Rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario 2024 con 15 voti favorevoli, 2 contrari, 2 astenuti, su 19 presenti in aula; mentre nelle scorse settimane, la Giunta aveva approvato la relazione di gestione dell’esercizio 2024 e lo schema di rendiconto da cui emergono dati “che confermano il buon esito delle scelte strategiche operate dall’amministrazione nel recente passato” è scritto in una nota del Comune. Come si ricorderà il sindaco Domenico Surdi ha mantenuto per sé la delega alla programmazione strategica ed economico-finanziaria “ e va detto che il rendiconto è stato approvato entro il 30 aprile. Dice il Comune che “tutti gli indicatori finanziari sono positivi e sono anche il risultato dell’ammodernamento della macchina amministrativa”.

“Il  Comune ha conseguito nell’esercizio finanziario 2024 – è scritto in un comunicato:  un risultato positivo ed un avanzo libero pari ad € 7.669.432,76, incrementando quello dell’esercizio 2023 di € 2.865.755,72. Tale maggiore risultato potrà essere utilizzato per spese di investimento quali manutenzioni delle strade, della rete idrica, fognaria, degli immobili comunali, e tanto altro”. “Questo incremento è stato possibile grazie all’adozione di specifiche misure anti evasione che hanno avuto l’obiettivo di promuovere una maggiore equità tributaria ed una più diffusa cultura della legalità”. Il rendiconto rappresenta un documento contabile che sintetizza  l’attività finanziaria ed economica di un ente locale in un determinato periodo, di solito annuale. Esso include una serie di informazioni cruciali, quali le entrate e le spese effettuate, lo stato del patrimonio, i risultati finanziari e una serie di analisi e commenti che forniscono un quadro completo della situazione economica dell’ente.

Case di Comunità in costruzione. Radioterapia a Trapani, altra integrazione

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Sistemazione del terreno, riconfigurazione dell’intera area espropriata e individuazione delle zone destinate a parcheggio. Proseguono così ad Alcamo, in contrada San Gaetano, i lavori per la costruzione della Casa di Comunità. le strutture previste dal PNRR e che dovranno essere completate entro giugno 2026. Nessun passo avanti, invece, per il nuovo ospedale che dovrebbe essere realizzato in una zona attigua alla Casa di Comunità. Anche a Castellammare del Golfo si procede per la realizzazione di una struttura simile. Sorgerà in via Francesco Crispi, sede di un vecchio dispensario che è stato demolito. Sono stati già innalzati le mura di sostegno. Anche nella cittadina del Golfo, così come in tutti i centri interessati dai finanziamenti PNRR, le nuove strutture sanitarie dovranno essere ultimate fra un  anno, nel giugno del 2026.

Intanto l’ASP di Trapani ha inviato un’ulteriore integrazione al progetto esecutivo, richiesta dal Genio Civile, per il lavori di ampliamento dell’Ospedale S. Antonio Abate e della realizzazione del servizio di radioterapia. In arrivo anche un’ulteriore documentazione richiesta su alcuni aspetti strutturali dal Genio Civile, struttura già in possesso, dal luglio 2024, del progetto esecutivo dei lavori, poi verificato positivamente dall’organismo di controllo accreditato Conteco Check.

Il progetto per la realizzazione del nuovo padiglione per l’ampliamento dell’attuale edificio ospedaliero del Sant’Antonio Abate, redatto dall’A.S.P. Trapani, prevede la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica con quattro elevazioni, di cui una seminterrata, per un importo complessivo di 40 milioni e 723 mila euro. Il Servizio di Radioterapia nel trapanese oggi funziona presso l’unità operativa dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo. Dei un nuovo centro a Trapani se ne parla da circa vent’anni. Adesso pare che i tempi possano essere velocizzati anche se ancora il Genio Civile deve procedere alla conclusione dell’attività istruttoria, propedeutica al rilascio del parere tecnico sul progetto esecutivo da parte della Commissione regionale Lavori Pubblici dell’Assessorato alle Infrastrutture.

Ruspe in azione a Carini per abbattere cinque ville abusive sul litorale

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Il Comune di Carini ha avviato la demolizione di cinque ville abusive situate sul lungomare Cristoforo Colombo e in via Amerigo Vespucci, all’interno della fascia di inedificabilità assoluta. L’intervento mira a restituire alla collettività l’accesso diretto al mare e a ripristinare la legalità su un tratto di costa da anni deturpato da costruzioni illegittime. La prima demolizione ha riguardato una villetta su due piani al civico 933 del lungomare Cristoforo Colombo. Successivamente, le ruspe interverranno su un immobile confinante, abitato fino a dicembre 2024, e su altre tre costruzioni abusive, una sempre sul lungomare e due in via Amerigo Vespucci. Il progetto, del valore complessivo di 200 mila euro, è finanziato per metà dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per l’altra metà con fondi comunali. La gara d’appalto per i lavori è stata vinta dalla Lutiviem srl di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, con un ribasso d’asta del 28,35% su una base di 117 mila euro. Queste demolizioni si inseriscono in un più ampio piano di risanamento costiero avviato dal Comune di Carini, che ha già portato all’abbattimento di circa 300 villette abusive e allo sgombero di un chilometro e mezzo di arenile. Ma non ovunque si agisce con la stessa fermezza. A Marsala, 170 demolizioni in tredici anni sono un buon risultato, ma i numeri dell’abusivismo restano allarmanti. Triscina, con oltre 6.000 case abusive, è un monumento all’illegalità oltre che uno scempio per l’ambiente costiero. E se da un lato il Ministero stanzia fondi -524 mila euro per Castelvetrano, 300 mila per Marsala- dall’altro si blocca tutto ad Erice, dove il Comune ha fermato le ruspe in attesa di una possibile sanatoria proposta da Fratelli d’Italia. C’è chi prova a recuperare e chi aspetta il prossimo condono. A farne le spese come sempre è l’ambiente costiero, cementificato, ridotto a sfondo vista mare di ecomostri rappresentativi dell’incapacità umana di godere delle bellezze naturali senza farne scempio.

I Frati Minori si riuniscono a Palermo nel segno della fratellanza e del rinnovamento (Intervista)

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È iniziato a Palermo, presso la Casa di Spiritualità “San Giovanni Battista”, il 27simo Capitolo Provinciale dei Frati Minori di Sicilia. Al centro dell’assemblea temi cari a Papa Francesco: vita fraterna, giovani, itineranza. Il Capitolo, presieduto dal Visitatore generale fra Luca Pozzi, si propone come momento di discernimento e rilancio spirituale, sotto il motto “Chiamati a libertà. Fratelli e Profeti di comunione”. La riflessione dei frati guarda al futuro, con particolare attenzione ai giovani, ritenuti veri interlocutori di cambiamento e speranza. Ma il Capitolo è anche occasione per fare il punto sul ruolo che i Frati Minori continuano a svolgere nei territori siciliani: dalla vicinanza ai più fragili alla promozione della cultura del dialogo e della pace. Il secondo tempo del Capitolo, previsto a maggio, porterà all’elezione del nuovo Ministro Provinciale e del suo Consiglio, chiamati a guidare il cammino dell’Ordine nei prossimi anni.

Ai domiciliari l’avvocato Antonio Messina, avrebbe gestito soldi per Messina Denaro

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Avrebbe gestito i soldi della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, garantendo a Matteo Messina Denaro il sostentamento economico durante la sua lunghissima latitanza. Sono queste le accuse che la Dda di Palermo ha contestato all’avvocato massone Antonio Messina, 79 anni. Il controverso personaggio è stato quindi posto agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione mafiosa. Nel linguaggio cifrato che Messina Denaro e la sua amante, Laura Bonafede, utilizzavano nei ‘pizzini’, l’avvocato Messina veniva indicato come “Solimano”.

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