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martedì, Maggio 6, 2025
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Alcamo: Pd, chiesta la testa del segretario

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Il Partito Democratico di Alcamo nel caos, in assoluta linea con quanto sta accadendo a livello nazionale. Il gruppo consiliare prende in parte le distanze dal documento inviato nei giorni scorsi dal segretario cittadino Vincenzo Cusumano il quale non ha risparmiato critiche al veleno nei confronti del sindaco Sebastiano Bonventre, attualmente sostenuto dagli stessi Democratici nella giunta di governo. I consiglieri comunali, in un documento ufficiale sottoscritto questa mattina, non nascondono il loro dissenso nei confronti di Cusumano: “Alla luce del comunicato del segretario – scrivono – alimentato forse da qualche ambizione personale, chiediamo la convocazione di una direzione per la costituzione di una reggenza del partito che accompagni lo stesso nella fase del tesseramento per il congresso e nella conduzione del partito”. In buona sostanza si chiede, senza mezzi termini, la testa dell’attuale segretario del Pd. Appare chiaro il dissenso rispetto alle esternazioni fatte da Cusumano, accusato di non avere inserito nel documento di due giorni fa l’effettivo sunto della direzione del Pd alcamese: “Il Partito Democratico esiste – sostengono i consiglieri – rappresentando la sintesi delle pluralità delle posizioni interne”. Il gruppo consiliare, il presidente del consiglio Giuseppe Scibilia e l’assessore Gianluca Abbinanti afferma che la posizione emersa nel corso dell’ultima direzione “è di assoluto sostegno al sindaco e alla sua amministrazione comunale”: “E’ stato fatto un invito – precisano – a riprendere una strada politico-programmatica riconducibile in maniera evidente ai valori di un centrosinistra solidale ed autenticamente progressista”. Chiaro il riferimento all’ultimo rimpasto di giunta in cui sono stati nominati assessori riconducibili alle posizioni di Pdl e Udc. Un documento che quindi rende ufficiale oramai l’implosione che sta caratterizzando i Democratici oramai da tempo: prima lo scandalo sulla compravendita di voti alle scorse elezioni amministrative dell’ex senatore e leader provinciale del Pd Nino Papania, poi la recentissima nascita di un circolo di Renziani aveva già fatto ampiamente percepire le lotte intestine al partito. Secondo Cusumano la popolarità dell’amministrazione è ai minimi termini anche a causa “della mano incerta del sindaco” definito “in balìa di questo o quel dirigente”.

Nella foto Gianluca Abbinanti

“Ma il mare non vale una cicca?”

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Una fila di mozziconi lunga come oltre 83mila auto, che coprono senza soluzione di continuità la distanza Roma-Bologna, sono state raccolte e risparmiate al mare e alla spiaggia con la campagna “Ma il mare non vale una cicca?”, giunta, quest’anno, alla quinta edizione consecutiva.

Gettare la cicca nel posacenere piuttosto che abbandonarla sulla sabbia è un gesto semplice per risparmiare ai nostri mari anni di inquinamento: basti pensare che vanno da uno a cinque quelli necessari a smaltire un singolo mozzicone di sigaretta.

Anche quest’anno saranno 100 mila i posacenere – tascabili, lavabili e riutilizzabili – distribuiti in occasione della quinta edizione della campagna promossa da Marevivo, in collaborazione con JT International SA (JTI) e realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto e il supporto del SIB – Sindacato Italiano Balneari.

Testimonial dell’edizione di quest’anno Cesare Bocci, l’attore di cinema e teatro, volto noto al grande pubblico per aver interpretato i ruolo di Mimì Augello ne ‘Il Commissario Montalbano’.

I mille volontari, guidati dall’associazione Marevivo, saranno all’opera lungo gli oltre 8 mila Km di coste italiane nel weekend del 3 e 4 agosto per sensibilizzare i bagnanti di oltre 400 spiagge italiane. I 100 mila posacenere saranno accompagnati da un opuscolo informativo sui tempi di degrado in mare di alcuni oggetti che fanno parte della vita di tutti i giorni, tra cui lattine, accendini, bottiglie di vetro e di plastica.

Secondo quanto stimato, l’iniziativa eviterà che 600.000 filtri al giorno finiscano sulla battigia o in acqua. L’effetto complessivo delle quattro edizioni passate ha portato, a quasi dieci milioni di cicche risparmiatefinoraal mare e alla spiaggia (dato ottenuto calcolando un consumo medio di 12,7 sigarette per fumatore – dati Istituto Superiore Sanità).Risparmiare al mare questa quantità enorme di mozziconi vuol dire anche ridurre i fattori di rischio per la sopravvivenza di cetacei, tartarughe, uccelli marini e pesci che popolano i nostri mari, già messi in pericolo dalle migliaia di rifiuti di vario genere abbandonati ogni anno.

La campagna “Ma il mare non vale una cicca?”, partita nel 2009, negli anni ha visto crescere notevolmente il numero delle spiagge e delle aree marine protette coinvolte, isole comprese. Per la quinta edizione spicca la collaborazione e la partecipazione attiva di diversi Comuni, che si sono fatti promotori dell’iniziativa sul proprio territorio. Nel trapaanese aderiscono all’iniziativa il Lido Il Circoletto Mazara del Vallo, il Lido Signorino di Marsala, il Lido Zabbara di Selinunt, il Il Gazebo aTre Fontane e, all’interno  dell’Area Marina Protetta Isole Egadi la spiaggia libera di Lido Burrone a Favignana, il Porto turistico di Marettimo e il Porticciolo di Levanzo.

In Italia, con un totale di 10,6 milioni di fumatori attivi nel 2012 (Dati ISS 2012), un comportamento attento all’ambiente può generare un effetto positivo a catena: se stimiamo che un fumatore medio usi regolarmente il posacenere, riutilizzandolo una volta svuotato, ben 1,2 milioni di sigarette troverebbero posto ogni giorno tra i rifiuti anziché in spiaggia o per le strade delle città.

Alcamo: emergenza randagismo, costi insopportabili

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Scoppia l’ex mattatoio del Comune di Alcamo dove è stato realizzato un temporaneo rifugio sanitario per cani. Secondo quanto denuncia l’associazione “Diritto Animale” sono ben 26 i cuccioli che si contano ricoverati all’interno della struttura: tutti randagi abbandonati oppure recuperati a seguito di segnalazioni anche all’interno di sacchetti della spazzatura. Secondo l’associazione il fenomeno del randagismo ad Alcamo sta enormemente lievitando con una doppia conseguenza: oltre all’emergenza igienico-sanitaria c’è anche un problema economico legato proprio ai costi che il Comune deve necessariamente sostenere per il loro mantenimento: quindi accalappiatura, microchippatura, eventuali cure sanitarie oltre che vitto e alloggio. Diritto Animale fa due conti e sostiene che ogni cane costa mediamente 442 euro l’anno, per un totale di 11 mila e 500 euro circa da moltiplicare per i prossimi 15 anni, età media di vita di un cane. In totale si supera i 172 mila euro, tutti costi che ovviamente ricadranno sulle spalle dei contribuenti alcamesi. “Tutto ciò – sostiene l’associazione – perché si è in presenza di chi è incosciente e ha deciso di non sterilizzare, e, a fatto compiuto, non ha avuto nemmeno la decenza di trovar famiglia alla cucciolata di cani abbandonandoli alla strada”. In tal senso gli animalisti sono convinti che sia necessario un potenziamento dell’attività di sensibilizzazione in tal senso: “Poiché i nostri cani non possono tutti sperare nell’adozione che avviene raramente – sostiene ancora Diritto Animale – non sarebbe il caso di diventare civili e sterilizzare le proprie cagnoline? Non sarebbe il caso di non prendere cani come se fossero giocattoli per poi abbandonarli nel periodo estivo?”. Un altro problema nel problema sono i tempi di ritardo che si stanno accumulando per la realizzazione in città di un rifugio sanitario in un bene confiscato alla mafia. Ad Alcamo ultimamente si sono fatti passi in avanti per realizzare questa struttura di cui il territorio è sprovvista e che tra l’altro farebbe anche risparmiare un bel po’ di soldini al Comune che per il ricovero di un randagio paga oggi fior di quattrini esattamente dal 2006. E’ in vigore infatti una convenzione con il canile “Mister Dog di Rocca di Neto” che ospita poco meno di 400 cani catturati con una spesa giornaliera a cane di circa 2 euro, ed annua, sempre a cane, di 704 euro. A conti fatti quindi, come ha denunciato nei mesi scorsi il consigliere comunale Antonio Fundarò, la spesa annuale per il Comune di Alcamo è di 260 mila euro e in questi 7 anni quindi ha sfiorato i 2 milioni di euro. Un vero salasso per un ente che da due anni è in fortissima difficoltà nel far quadrare i conti. Ora però sul fronte del contrasto al randagismo la svolta potrebbe essere davvero dietro l’angolo. Infatti è stato pubblicato dal Comune il bando di gara per realizzare il rifugio sanitario in contrada Tre Noci: stanziati 74 mila euro. Le ditte potranno presentare istanza di partecipazione entro il prossimo 19 agosto.

Alcamo: agricoltura, nascono punti vendita di qualità

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Una sorta di mercato del contadino permanente. Sorge nel comprensorio del Golfo di Castellammare per mano di una settantina di produttori che si sono riuniti sotto la sigla dell’associazione Apas, l’associazione di produttori agricoli. In tutto 9 punti vendita, 3 ad Alcamo, 4 a Partinico e 2 a Terrasini, anche se di fatto al momento ne sono stati attivati due: uno ad Alcamo in via Santo Spirito ed un altro a Partinico sulla statale 113, nei locali dell’Ex Gea. Nell’arco dei prossimi 15 giorni apriranno tutti gli altri punti vendita all’interno di supermercati o dentro i negozi di casalinghi. I due punti attivati fungeranno da veri e propri mercati del contadino, con vendita dei prodotti della terra: quindi ortofrutta, uova, olio, piante e altro ancora, tutto rigorosamente di altissima qualità. Al centro di questo progetto ci sarà il produttore agricolo, figura che negli ultimi anni ha subito le imposizioni di mercato che lo hanno costretto spesso a svendere il suo prodotto.

In pratica i prodotti sono quelli venduti a chilometro zero. Si è infatti in presenza di produttori a cavallo tra la provincia di Palermo e Trapani che direttamente dalla loro terra vendono negli stand allestiti nei vari punti vendita attivati. Il vantaggio sarà anche per il consumatore che, per effetto della filiera inesistente, non dovrà comprare a costi elevati. In media si parla di un abbattimento dei costi del 30 per cento.

Dietro questo progetto c’è la Coldiretti che ha seguito l’evoluzione della nascita dell’attività associativa dei vari produttori. Ci saranno spazi anche per i prodotti rigorosamente biologici, come le uova allevate a terra, oppure l’olio e anche il pane. Un progetto che sfrutta un finanziamento della Regione che mira ad incentivare proprio questo tipo di attività. Non è solo il prezzo il vero vantaggio per il consumatore ma anche la garanzia di ciò che si acquista. Infatti ogni singolo prodotto è certificato dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura del Ministero per le Politiche agricole.

In fase di allestimento anche il sito internet www.prodottodalcontadino.it dove potranno essere consultati i punti vendita e i prodotti venduti. Prossimamente sarà anche possibile potere prenotare i propri acquisti accedendo al link “Il tuo carrello”

Anche Fazio e Turano a difesa dell’aeroporto

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Continua la querelle sul futuro dell’aeroporto di Trapani Vincenzo Florio e si fa sempre più incalzante la richiesta di un intervento da parte del Presidente della Regione Rosario Crocetta, in un ottica di sviluppo complessivo degli aeroporti siciliani.

“La situazione è drammatica – afferma il deputato regionale Girolamo Fazio – ed impone un intervento urgentissimo da parte del Governo della Regione, che ha voluto la soppressione delle province, senza pensare ad una norma, anche transitoria, come molti deputati, me compreso, avevano chiesto, che potesse definire le nuove competenze. Il rischio è quello di vanificare anni di lavoro, di mettere in ginocchio l’economia del territorio della provincia di Trapani, pregiudicandone lo sviluppo turistico, e di svendere l’aeroporto con gravi danni per i cittadini trapanesi che, attraverso la Provincia, hanno sostenuto in questi anni i costi dello scalo. Il Governo Regionale non può a parole puntare sul turismo e poi consentire il ridimensionamento di uno scalo, come quello di Trapani, che negli ultimi anni registrato un notevole incremento di passeggeri, con un saldo positivo del 15 per cento nel periodo gennaio – maggio 2013, rispetto all’anno precedente, in controtendenza con la gran parte degli scali italiani ed europei”.

Per L’on. Mimmo Turano, riferendosi all’annuncio di Crocetta sulla nascita di una nuova compagnia aerea siciliana, dice che “Non sarà sufficiente la “guerra” alle tariffe, eccessive, dell’Alitalia”.

Il governo regionale – suggerisce Turano – deve indicare il percorso che intende seguire per sostenere l’economia e per costruire l’industria del turismo. Ed è in questo contesto che va definito il ruolo dell’aeroporto di Birgi. Lo scalo trapanese non è preoccupato per una eventuale concorrenza di Comiso o di altri aeroporti siciliani. E’ invece bloccato dall’incertezza sugli investimenti che sono e saranno necessari per mantenere la concessione totale ventennale e per sottoscrivere il nuovo accordo con Ryanair.

Turando dice di comprendere le titubanze dei sindaci, chiamati ad intervenire con il sistema del co-marketing, anche se ritiene che non sia più tempo di analisi e di verifiche. Bisogna agire. “Definiamo, in poco tempo – insiste – una strategia dal basso, un pacchetto di proposte condiviso e sottoscritto da tutti e presentiamolo al Presidente Crocetta, chiedendo una corsia preferenziale nella sua intensa agenda di governo”.

C/mmare del Golfo: nuovo depuratore, altro passo avanti

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A Castellammare del Golfo a grandi passi verso la realizzazione del nuovo impianto di depurazione delle acque reflue di Castellammare del Golfo che sorgerà in una caverna alla radice del molo foraneo, con relativi emissari e condotta sottomarina. In questi giorni il Comune sta infatti completando le procedure propedeutiche all’avvio dei lavori per un ammontare di 18 milioni di euro stanziati attraverso il Cipe. Sono stati affidati dal Comune i servizi di Ingegneria ed Architettura al Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Aerospaziale di Palermo, che ha offerto un ribasso del 4,76 per cento su un importo di circa 40 mila euro. Un lavoro che servirà essenzialmente a mettere a punto la posa in opera della condotta sottomarina a regola d’arte. Una volta completata questa procedura potranno essere appaltati i lavori per la realizzazione della grande opera pubblica che porrebbe fine ad uno dei più grandi paradossi siciliani sul piano turistico. Infatti attualmente Castellammare non è dotato di alcun impianto di depurazione e i liquami vengono versati in mare tramite una inefficiente condotta sottomarina. Il vecchio depuratore, costruito negli anni ’70 in contrada Cerri, fu immediatamente disattivato non appena entrato in funzione. Proprio per questo problema infrastrutturale la cittadina del Golfo è stata più volte bocciata sul piano ambientale, nonostante sia una delle più belle aree costiere della Sicilia per la presenza di Scopello e della riserva dello Zingaro. Più volte Goletta verde, la storica imbarcazione di Legambiente che verifica le condizioni di salubrità del mare, ha tirato le orecchie alle istituzioni castellammaresi perché dai rilevamenti è emerso che nell’area attorno a dove si scaricano i reflui si registra una delle peggiori situazioni: addirittura i coliformi fecali hanno superato di sette volte gli standard. Per la cittadina castellammarese questo sarebbe un traguardo storico, poiché consentirebbe di risolvere il problema fognario e porre fine all’emergenza ambientale, causa della procedura di infrazione comunitaria cui rientra proprio la cittadina per il suo depuratore mai entrato in funzione.

Traffico di droga, catturati due tunisini

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Sono stati catturati mentre si apprestavano a lasciare il territorio nazionale, diretti in Tunisia, il loro Paese d’origine. Ltaief Mongi 41 anni, e Ben Kraiem Lamjed di 31, sono accusati di importazione, trasporto e detenzione ai fini di spaccio di cocaina ed eroina.

I due sono stati fermati con uno stratagemma. Il traffico veicolare era stato opportunamente deviato all’interno dell’area Costa Gaianei pressi di Alcamo, cosicchè quando si sono trovati a percorrere l’autostrada Palermo – Mazara Del Vallo, in direzione dell’imbarco per la Tunisia presso il porto di palermo, una volta incanalatisi all’interno dell’area di sosta, sono stati bloccati e catturati dagli uomini del corpo forestale, in attesa già dalle prime ore del mattino.

Il duplice arresto è solo l’epilogo di una complessa indagine, coordinata dal sostituto procuratore della repubblica della procura di trapani, Andrea Tarondo, a carico di un gruppo di soggetti di nazionalità tunisina, dediti al traffico di armi e droga.

I due uomini risultavano legati da interessi illeciti con Ilda D’ambrosio, arrestata, sempre dal corpo forestale, nell’aprile scorso, per possesso di munizionamento da guerra, la quale, nonostante fosse ristretta ai domiciliari per traffico di sostanze stupefacenti – continuava imperterrita a spacciare.

Attualmente è detenuta presso la casa circondariale di trapani, così come il marito, Gaspare Dardo, che ha intrattenuto intensi contatti con alcuni soggetti legati alla famiglia mafiosa palermitana di Porta Nuova, e recentemente saltato agli onori della cronaca perché pesantemente coinvolto in attività di spaccio di stupefacenti. Dalle indagini era emerso che Ltaief Mongi aveva ottenuto in consegna, dalla donna, una pistola.

Nel corso di una perquisizione eseguita presso l’abitazione di Mongi, era stato arrestato in flagranza di reato un algerino Ibrahim Said Ibrahim, trovato in possesso di 40 grammi di cocaina, materiale per il confezionamento delle dosi e un bilancino. Si trattava certamente solo di una piccola frazione di una partita più grossa importata dalla Tunisia nell’ambito di un’ampia rete di vendita, che in alcuni casi contemplava lo scambio di droga con armi da fuoco che, il gruppo esportava in tunisia, circostanze confermate dalle intercettazoni ambientali e telefoniche.

Le numerose conversazioni acquisite hanno rivelato la presenza di stupefacenti nascosti a bordo dell’auto imbarcata a tunisi per trapani, ma nonostante una perquisizione particolarmente approfondita e l’utilizzo di cani antidroga, sono stati ritrovato solo in seguito, con l’ausilio del gps e l’acquisizione dei dialoghi fra gli stessi Mongi e Ben Kraiem, che avevano pensato – come si vede nelle immagini – di nascondere la sostanza – 100 grammi di eroina – in un terreno nelle campagne marsalesi, poi recuparata dalla forestale e posta stotto sequestro. Chiaramente preoccupati per le perquisizioni subite volevano fuggire in Tunisia, dopo aver cercato la droga nascosta, che però non si trovava più al suo posto.

 

C/mmare del Golfo: Scopello, faraglioni off-limits

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Un paradiso che costa. I faraglioni di Scopello si pagano ed anche molto caro. Alla faccia di chi dice che il mare è di tutti, che è proprietà del Demanio e quindi dello Stato.  Torna d’attualità l’annosa querelle sull’accesso libero al tratto di costa sui faraglioni nella borgata di Castellammare del Golfo. Questa volta sono direttamente i turisti ad alzare gli scudi ed a mettere in evidenza quella che a tutti appare davvero una grossolana vicenda, e cioè che i faraglioni ricadono in proprietà privata. Il dissenso dei turisti, con danno d’immagine per Castellamare che certamente avrà i suoi effetti nel tempo, viene esternato su Tripadvisor.it, una delle più grandi piattaforme internet esistenti in Italia in ambito turistico che raccoglie recensione e offerte per l’organizzazione di vacanze. I tanti che hanno fatto visita in questi giorni ai faraglioni di Scopello hanno messo in evidenza il loro disappunto per il fatto che per entrare bisogna pagare ben 3 euro a persona. All’ingresso c’è una sbarra con tanto di guardia giurata. I commenti in tal senso si sprecano e sono tutti a senso unico: “La spiaggia è a pagamento – si legge in un post sul sito-: 3 euro per vedere niente di particolare, se dovessero fare pagare per vedere i faraglioni delle Eolie non basterebbero allora mille euro, oppure per vedere l’Isola Bella di Taormina quanto dovrebbero far pagare?”. “L’acqua é uno spettacolo – racconta un’altra turista – Unica pecca che far pagare 3 euro ad adulto per poi stare su un blocco di cemento non è il massimo. Non c’è un bar, ma solamente dei distributori automatici ed i servizi igienici sono migliorabili”. E poi ancora: “Inutile pagare il biglietto la vista migliore e quella dalla strada”. “Paesaggio unico – si legge in un altro commento – solo che non bisognerebbe far pagare e comunque non vi sono servizi per i bagnanti. Si rimane su uno spiazzo di cemento che potrebbe essere tolto e sostituire con un bel prato o spiaggetta anche di ghiaia ma il cemento proprio non si combina con il paesaggio circostante”. La storia è di quelle vecchie: c’è stato un lungo braccio di ferro tra Comune e proprietari dell’area dove si trovano i faraglioni: il primo round al Tar è stato vinto dai privati. Una storia di turismo negato che si accoppia con quella di Favignana, anch’essa presa di mira dai tanti visitatori che sino allo scorso week-end lamentavano la presenza eccessiva di alghe, anche in putrefazione in alcuni casi, lungo quasi tutta la costa. Secondo uno studio dell’Enea del 2012 circa il 40 per cento dei turisti che arrivano sulle Isole Egadi conosce l’importanza ecologica della posidonia ma associa ai depositi spiaggiati alcuni disagi riconducibili ad un fattore estetico, al cattivo odore, o alla ridotta superficie di spiaggia utile per la balneazione.

Sp 47, domani vertice al Comune

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Sp 47, continua la telenovela. Ma potrebbero anche aprirsi nuovi spiragli. Per domani al Comune di Alcamo è stata convocata dall’amministrazione comunale una conferenza di servizi in cui sono stati invitati a  partecipare le forze dell’ordine e il 118. “L’obiettivo – sostiene l’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Melodia – è quello di trovare la soluzione per la riapertura immediata della strada. Continua ad esserci un problema di ordine pubblico che non può essere ignorato”. Al momento la strada continua ad essere chiusa dopo che è saltato l’accordo che era stato raggiunto tra lo stesso Comune e la Provincia. In sostanza l’amministrazione alcamese avrebbe anticipato 50 mila euro per sostenere in buona parte i costi di completamento dei lavori dell’arteria, rimasta incompiuta dopo la chiusura anticipata del cantiere da parte della ditta perché la Provincia si è ritrovata improvvisamente senza liquidità e con il rischio di sforare il Patto di stabilità. Sembrava essere stata trovata l’intesa, con tanto di delibera della giunta alcamese, salvo poi essere state addebitate dalla stessa Provincia oneri ancora superiori al Comune rispetto ai 50 mila euro pattuiti inizialmente. “La conferenza convocata domani – aggiunge melodia – ci aiuterà ad accelerare quelle necessarie procedure per arrivare ad aprire la strada in tempi brevissimi”. L’arteria è di fondamentale importanza perché collega il centro urbano alcamese con Alcamo marina e Castellammare del Golfo. Si tratta di una strada in cui ogni giorno si registrano centinaia e centinaia di transiti di veicoli. Al momento l’unica alternativa è una stradina la cui carreggiata è molto ristretta e quindi ad alto rischio di incidenti. Oltretutto ci sono anche problemi seri per le attività economiche della zona. Tanto che si è costituito un comitato cittadino per la riapertura della Sp 47 su iniziativa ella falegnameria di Pietro Corso. L’intento di questa iniziativa è quello di evidenziare, sollecitare e risolvere i gravi problemi e disagi che i cittadini e gli utenti riscontrano a causa della mancata riapertura della strada provinciale. A questo incontro c’è stata una grande partecipazione di cittadini e vari rappresentanti delle numerose categorie del mondo del lavoro. Il disagio che si avverte, soprattutto in questi mesi estivi è notevole. Infatti la discussione è stata molto accesa poiché  la mancata ultimazione dei lavori ha causato già forti danni economici agli imprenditori le cui attività insistono sull’importante asse viario. All’incontro era presente proprio l’assessore melodia il quale ha rassicurato che il sindaco sta facendo tutto quanto è possibile per risolvere la difficile situazione.

Abusa sessualmente di una paziente

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Non era la prima volta che si sottoponeva al controllo ginecologico presso lo studio del dottore e non avrebbe mai immaginato quello che le sarebbe accaduto: al termine della visita, dopo aver chiuso a chiave la porta, il medico ha iniziato a palpeggiarla sul lettino, chiudendole la bocca con la mano per non farla urlare.

Hanno dell’incredibile i particolari della vicenda rivelati dalla donna, che ha raccontato che, approfittando di un attimo di distrazione del suo assalitore, era riuscita a divincolarsi e tentato di rifugiarsi nel bagno dello studio, ma invano; il dottore, mezzo nudo, è riuscito nuovamente a bloccarla tentando ancora di abusare di lei e solo la minaccia della sua vittima di mettersi a gridare, lo ha fatto desistere.

Rivestitasi la povera donna si è fatta aprire la porta dal ginecologo, che ha cercato di giustificare il suo comportamento, cercando di convincerla aggiungendo che si sarebbe prodigato per farle avere i medicinali di cui avrebbe avuto bisogno.

L’uomo, nei giorni successivi, non l’aveva lasciata in pace, chiedendo ostinatamente di volerla rivedere con la scusa di consegnarle i farmaci e insistendo per chiarire la vicenda. È stato allora che la donna, che nel frattempo si era confidata con i suoi familiari, ha deciso, nel marzo scorso, di denunciare tutto ai carabinieri.

È stata così avviata un’indagine, avvalendosi anche di intercettazioni ambientali che, comparate con l’analisi dei tabulati telefonici, hanno confermatole dichiarazioni rese dalla vittima. La donna, in particolare, d’intesa con gli inquirenti, in due occasioni ha accettato l’invito del medico e si è recata nel suo studio, dove era stata opportunamente nascosta una cimice. E di nuovo – ignaro della sorveglianza all’esterno della struttura dei militari dell’Arma, che in discreti abiti civili, erano pronti ad intervenire in caso di necessità – il ginecologo ha tentato ancora una volta l’approccio nei confronti della paziente.

Proprio questi ultimi episodi hanno consentito di fare scattare le manette ai polsi del medico – G.D. le sue iniziali – che si trova adesso ai domiciliari presso la propria abitazione con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona.

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