C/mmare del Golfo: Scopello, faraglioni off-limits

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Un paradiso che costa. I faraglioni di Scopello si pagano ed anche molto caro. Alla faccia di chi dice che il mare è di tutti, che è proprietà del Demanio e quindi dello Stato.  Torna d’attualità l’annosa querelle sull’accesso libero al tratto di costa sui faraglioni nella borgata di Castellammare del Golfo. Questa volta sono direttamente i turisti ad alzare gli scudi ed a mettere in evidenza quella che a tutti appare davvero una grossolana vicenda, e cioè che i faraglioni ricadono in proprietà privata. Il dissenso dei turisti, con danno d’immagine per Castellamare che certamente avrà i suoi effetti nel tempo, viene esternato su Tripadvisor.it, una delle più grandi piattaforme internet esistenti in Italia in ambito turistico che raccoglie recensione e offerte per l’organizzazione di vacanze. I tanti che hanno fatto visita in questi giorni ai faraglioni di Scopello hanno messo in evidenza il loro disappunto per il fatto che per entrare bisogna pagare ben 3 euro a persona. All’ingresso c’è una sbarra con tanto di guardia giurata. I commenti in tal senso si sprecano e sono tutti a senso unico: “La spiaggia è a pagamento – si legge in un post sul sito-: 3 euro per vedere niente di particolare, se dovessero fare pagare per vedere i faraglioni delle Eolie non basterebbero allora mille euro, oppure per vedere l’Isola Bella di Taormina quanto dovrebbero far pagare?”. “L’acqua é uno spettacolo – racconta un’altra turista – Unica pecca che far pagare 3 euro ad adulto per poi stare su un blocco di cemento non è il massimo. Non c’è un bar, ma solamente dei distributori automatici ed i servizi igienici sono migliorabili”. E poi ancora: “Inutile pagare il biglietto la vista migliore e quella dalla strada”. “Paesaggio unico – si legge in un altro commento – solo che non bisognerebbe far pagare e comunque non vi sono servizi per i bagnanti. Si rimane su uno spiazzo di cemento che potrebbe essere tolto e sostituire con un bel prato o spiaggetta anche di ghiaia ma il cemento proprio non si combina con il paesaggio circostante”. La storia è di quelle vecchie: c’è stato un lungo braccio di ferro tra Comune e proprietari dell’area dove si trovano i faraglioni: il primo round al Tar è stato vinto dai privati. Una storia di turismo negato che si accoppia con quella di Favignana, anch’essa presa di mira dai tanti visitatori che sino allo scorso week-end lamentavano la presenza eccessiva di alghe, anche in putrefazione in alcuni casi, lungo quasi tutta la costa. Secondo uno studio dell’Enea del 2012 circa il 40 per cento dei turisti che arrivano sulle Isole Egadi conosce l’importanza ecologica della posidonia ma associa ai depositi spiaggiati alcuni disagi riconducibili ad un fattore estetico, al cattivo odore, o alla ridotta superficie di spiaggia utile per la balneazione.