Potrebbe avere le ore contate l’autore del danneggiamento della vetrina del bar Giarratano di viale Europa ad Alcamo. Il locale commissariato, diretto dalla dirigente Antonella Vivona, ha individuato il presunto colpevole su cui però sono al vaglio una serie di accertamenti. Ci sarebbero alcuni indizi che inchioderebbero l’uomo, di cui al momento l’identità è ovviamente sotto stretto riserbo degli inquirenti. Ora si stanno effettuando ulteriori verifiche, prove che poi saranno messe al vaglio del magistrato per l’eventuale convalida dell’arresto. Sembrano essere decisamente ad una svolta le indagini riguardo all’ennesimo raid contro attività commerciali che si è consumato nella cittadina alcamese. All’alba di ieri i titolari dell’attività di viale Europa, all’apertura, hanno fatto l’amara scoperta: entrambe le ante in vetro del portone d’ingresso sono state danneggiate, si presume con un pesante martello o qualche altro oggetto simile. Secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di un vero e proprio tentativo di furto fallito. Infatti sono altrettanto evidenti i segni di un tentato scasso nelle vicinanze del buco della serratura. Forse con un piede di porco di grandi dimensioni i malintenzionati hanno provato a forzare la porta con telaio in ferro, causando anche delle crepe evidenti su entrambe le vetrate delle ante. Alla fine però ha desistito dall’intento di penetrare all’interno del bar. Forse perché la solidità del portone ha retto agli arnesi, o forse perché magari gli autori del tentato furto hanno avuto paura di essere scoperti trattandosi di una zona centrale e molto trafficata della città. Sta di fatto che i titolari dell’esercizio commerciale, a parte il danneggiamento della porta d’ingresso, hanno trovato tutto regolarmente chiuso. Quindi non è stato rubato nulla all’interno. Lo stesso proprietario del bar ha presentato denuncia presso il locale commissariato di polizia. Il presunto autore del danneggiamento sarebbe finito nella rete degli agenti che nelle ultime 48 ore hanno effettuato un controllo straordinario del territorio, che ha portato tra l’altro proprio ieri a sgominare un vero e proprio traffico di cocaina ad Alcamo. Si tratterebbe di una sola persona ad avere tentato il furto, ma non è escluso che da ulteriori accertamenti possano venire fuori anche eventuali complici. Un episodio che fa da scia a quanto accaduto la notte del 31 dicembre quando in Corso VI Aprile sono stati presi di mira due negozi di abbigliamento. Ad avere la peggio “Blocco 31” dove sono state sfondate le vetrine che si affacciano in via Fratelli Sant’Anna. Sono stati praticati due fori da dove sono state portate via diverse paia di scarpe esposte. Altro danneggiamento è accaduto ai danni di Stock House: in questo caso pare non sia stato rubato nulla. Ad essere danneggiate due grandi vetrine e una piccola invece completamente mandati in frantumi. I carabinieri, a cui è stata presentata denuncia, hanno già acquisito le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona.
Alcamo: costi politica locale, se ne parla al Marconi
Stop ai costi della politica ad Alcamo. Lo chiede la gente indignata ed a farsi portavoce anche l’associazionismo. A prendere posizione è il movimento socio-culturale Modi che ha organizzato per domani, domenica, un appuntamento al centro congressi Marconi alle 17,30. Abbastanza eloquente il tema: “Politica: da costo a risorsa per la città”. Ovviamente si partirà proprio dall’analisi dei costi di giunta e soprattutto consiglio comunale. Proprio sul civico consesso saranno puntati i riflettori, visto come vero fulcro degli sprechi. Appaiono quantomeno sospetti i frequenti ricorsi alle convocazioni delle commissioni consiliari, che si susseguono ad un ritmo vertiginoso soprattutto con un solo punto all’ordine del giorno. Consiglieri che per ogni commissione incassano un gettone di presenza, equivalente a 60 euro. Quindi, al netto dei rimborsi dovuti per eventuali assenza dal lavoro da parte dei componenti, ogni commissione convocata costa alle casse del Comune quasi 500 euro. Se si considera che mediamente, tra commissioni e consigli comunali, ogni mese si riescono a raggranellare dalle 16 alle 17 sedute, il conto si capisce subito perché è costi salato. L’associazione Modi è convita che un argine a queste spese deve essere posto.
I costi del consiglio comunale sono davvero esorbitanti se si considera anche che nel 2013, solo per i rimborsi, l’ente ha dovuto stanziare dal proprio bilancio ben 130 mila euro. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002. Discorso a parte vale invece per gli amministratori: per i Comuni con popolazione superiore a 40 mila abitanti l’indennità di funzione per il vicesindaco è pari al 75 per cento di quella prevista per il sindaco, mentre scende al 65 per cento per gli Assessori e per il Presidente del Consiglio Comunale. L’incontro di domani è rivolto anche ai giovani, a cui sarà dato un credito formativo se presenzieranno:
C/mmare del Golfo: lavori cimitero, a giorni l’avvio del cantiere
CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) – Arriva l’ok definitivo all’aggiudicazione dell’appalto per l’ampliamento del cimitero di Castellammare del Golfo. Questione quindi di qualche giorno e il camposanto sarà un vero e proprio cantiere a cielo aperto. Sono state espletate tutte le procedure per l’affidamento della gara da parte del Comune: il III Settore ha dato il via libera dopo l’accertamento dei requisiti della ditta aggiudicataria, la Militello Costruzioni di Agrigento che ha offerto un ribasso d’asta del 31 per cento per un importo al netto di quasi 700 mila euro. Si pone quindi fine alla querelle sorta per l’assegnazione dell’appalto, rimasto congelato per diversi mesi. La svolta è avvenuta lo scorso settembre quando il Settore Lavori pubblici del Comune è tornato sui suoi passi ed ha aggiudicato l’appalto alla ditta Militello che inizialmente era stata stoppata per presunte irregolarità. E’ stato quindi approvato il verbale di verifica della documentazione relativa alle ditte sorteggiate e alla ditta aggiudicataria con il quale viene dichiarata efficace l’aggiudicazione definitiva dei lavori. Una svolta importante in tal senso perché con questi lavori si potrà superare l’emergenza loculi. Il cimitero infatti è quasi saturo e la recente operazioni di estumulazione delle salme in alcuni campi comuni ha avviato l’iter per il recupero di nuovi spazi. In questa direzione si inserisce l’iniziativa del Comune di avviare la progettazione per la realizzazione di una sezione nuova di zecca all’interno del camposanto. L’intervento programmato riguarda uno stralcio del progetto generale di riqualificazione del cimitero comunale. Secondo i calcoli del Comune da questa opera potrebbero essere ricavati all’incirca 2 mila nuovi locali che darebbero autonomia al Comune per diversi anni. Il progetto in questione prevede la realizzazione di un corpo di fabbrica composto da due elevazioni fuori terra ed una interrata per complessivi 572 loculi e 54 cellette dislocati nei vari livelli del manufatto. Per questo progetto sono già stati effettuati gli studi geologici e il collaudo statico e amministrativo, con tanto di inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche. L’opera prevede un investimento di oltre un milione e 300 mila euro complessivamente e comprende anche la realizzazione di un ascensore. Il Comune ha già incassato il parere positivo della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani. Nello scorso aprile l’ente municipale aveva approvato le graduatorie inerenti l’assegnazione di nuovi loculi al cimitero comunale. I cittadini che hanno fatto richiesta di acquisto sono stati inseriti in due graduatorie (A e B) e potranno godere dello spazio già recuperato attraverso l’operazione di esumazione delle salme. Sino allo scorso mese di aprile le domande presentate dai cittadini, che da anni attendevano la possibilità di ottenere una sepoltura proprio a causa della carenza cronica di loculi, erano 336 per complessivi 652 loculi.
Partinico: rifiuti, diffida del Comune all’Ato
Partita formalmente la diffida nei confronti dell’Ato Palermo 1 da parte del Comune. “Subito la pulizia delle aree periferiche” è l’imperativo categorico dell’ufficio Ambiente, su input dell’assessore al ramo Diego Campione e del sindaco Salvo Lo Biundo. La risposta della società che gestisce la raccolta dei rifiuti in città è stata pressocchè immediata: sono partiti i primi interventi di pulizia nelle zone dove si registra la maggiore emergenza. Si è rientrati, o lo si sta facendo, in molte zone critiche: via Madonna del Ponte, contrada Quattro Vanelle, contrada Bisaccia, spiazzale esterno del mercato ortofrutticolo e contrada Santa Caterina. Ha quindi avuto efficacia la forte presa di posizione nei giorni scorsi di Campione e del primo cittadino i quali avevano parlato di “ingiustificato disservizio nelle aree più periferiche”. Effettivamente da qualche settimana non si ha notizia ufficiale di problemi emergenziali da parte dell’Ato, motivo per cui l’amministrazione comunale ha ritenuto ingiustificato l’accumularsi di spazzatura specie fuori dal centro abitato. E’ partito un piano straordinario di pulizia da parte dell’ambito ottimale, in primis nella zona di via Madonna del Ponte dove oggi sarà di scena la processione dell’omonima patrona. La diffida del Comune in pratica impone all’Ato immediate contromisure altrimenti partirà l’ennesimo contenzioso. Infatti non è la prima volta che si scatenano scintille tra l’ente municipale e la società d’ambito. Tutte contestazioni di mancato svolgimento del servizio avanzate proprio dalle varie amministrazioni comunale che si sono succedute dal 2005 ad oggi e che, in parte, hanno fatto maturare un credito vantato dall’Ato rifiuti di 12 milioni di euro. “Per quanto riguarda i debiti – ha avuto modo di precisare Lo Biundo – una sentenza del tribunale amministrativo ha già dimezzato l’ammontare della somma rivendicata dall’Ato nei confronti del Comune di Partinico dal 2007 al 2010 che da 12 milioni passerebbe a 6”. Questione sollevata recentemente proprio in consiglio comunale in occasione dell’approvazione del bilancio che ha comportato anche un aumento dei costi della bolletta sui rifiuti per effetto della quota di costo del servizio assegnata dall’Ato al Comune: “Un piano finanziario della società d’ambito – ha sostenuto il consigliere comunale Valentina Speciale – assolutamente falso”. Nonostante tutto l’aumento della Tarsu è passato con i voti della maggioranza. “Sui cittadini – ha aggiunto il consigliere di opposizione Mauro Lo Baido – non può gravare un aumento del costo del servizio sempre svolto in emergenza e in difformità alla carta dei servizi”. Il riferimento è a tutta una serie di servizi previsti, come pulizia dei bidoni, raccolta differenziata ed altre attività simili mai effettivamente effettuati dalla società ma inseriti come costi in bilancio a carico dell’ente.
Alcamo, azzeramento giunta dietro l’angolo; i nuovi assessori “low cost”
Azzeramento della giunta con sindaco e assessori senza portafoglio. Il Comune di Alcamo punta a diventare un governo low cost, anzi ancora meglio: a costo zero. L’annuncio è del sindaco Sebastiano Bonventre in una lettera in cui conferma non solo le voci di un imminente cambio totale della squadra assessoriale ma addirittura si fa appello a gente di buona volontà e competenza che accetti l’incarico a costo zero. Inequivocabile il passaggio del documento: “Il sindaco e gli assessori della nuova giunta, considerato il grave disagio economico-sociale in cui versa la nostra comunità, – specifica Bonventre – dovranno operare auto-sospendendo ogni emolumento e indennità a loro spettanti”. Una presa di posizione che arriva in un momento in cui ad Alcamo esplode con dirompenza la polemica proprio suk costi della politica. Costi effettivamente eccessivi che, per un paese di 45 mila abitanti, appaiono davvero gonfiati. Ogni anno volano via qualcosa come 700 mila euro tra indennità, stipendi, gettoni di presenza e rimborsi di sindaco, assessori e consiglieri comunali. La lettera del sindaco però parte proprio dalla conferma di una notizia che da settimane circolava insistentemente e cioè l’imminente azzeramento della giunta. Decisione maturata nel corso di un vertice che compone la coalizione a sostegno dell’amministrazione comunale. E’ stato determinato che vi sarà in tempi brevi una completa rivisitazione programmatica e della composizione della giunta di governo: “L’obiettivo – sostiene Bonventre – è quello di dare nuovo slancio ed efficacia all’azione amministrativa, condividendone, comunque ed ampiamente, con la popolazione i presupposti e porre, dunque, in essere quanto possibile per alleviare il grave stato di disagio socio-economico della comunità alcamese”. Ma non si è parlato soltanto di poltrone e composizione di squadra assessoriale. E’ stato stilato un vero e proprio piano programmatico che comprende diversi punti. Saranno attivati dei percorsi che prevedano il coinvolgimento in maniera diretta delle categorie professionali ed economiche, anche attraverso loro rappresentanze nella nuova squadra di governo della città. Quindi il nuovo esecutivo potrebbe essere composto anche da esponenti di associazioni dei consumatori, da imprenditori o commercianti. Fari puntati anche sui dirigenti del Comune, con cui da tempo l’amministrazione è in rotta: “Ci sarà una revisione dei rapporti con l’apparato dirigente e burocratico comunale – precisa il sindaco – basati soltanto sulla valorizzazione dell’efficacia ed efficienza dell’azione gestionale obiettivamente documentata e dimostrata”. Più volte infatti sindaco e soprattutto assessori hanno polemizzato non poco con i dirigenti, ai quali viene imputato di non attenersi alle direttive del governo. Si punterà anche alla revisione, riduzione e razionalizzazione di tutte le spese di funzionamento degli uffici, alla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, ad una piena ed effettiva valorizzazione e utilizzazione di tutto il personale, secondo le mansioni e i profili di assunzione. Ed inoltre è stata annunciata anche una rimodulazione e revisione dei servizi e dei costi relativi alla raccolta e smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani e conseguente eventuale revisione delle tariffe attualmente applicate.
Nella foto il sindaco Bonventre
Comitato cittadino: “Ancora nessuna risposta”
“Di fronte a questo silenzio non possiamo che pensare che forse hanno ragione coloro i quali ci dicono che l’assemblea cittadina è stata per i nostri amministratori una passerella politica. Non ascoltano e continuano a non capire il malessere della gente e delle aziende. Noi e i nostri figli potremmo non avere un futuro, ma se così sarà, vi garantiamo che non avranno futuro neanche loro e l’unica strada che potranno percorrere sarà quella delle dimissione. Il commissariamento non è mai una cosa positiva ma se servirà per liberarci da una cancrena allora noi siamo pronti”.
Questo il messaggio, che arriva dalle pagine di facebook, del comitato cittadino “Il popolo alcamese si ribella”, il quale critica duramente il “silenzio assoluto”, dopo l’assemblea cittadina tenutasi il 29 dicembre scorso nella palestra di contrada Tre Santi, gremita di gente accorsa per ascoltare le parole dell’amministrazione comunale ma anche per manifestare il proprio malcontento e avanzare delle proposte. Al termine dell’incontro il comitato aveva sottoposto all’attenzione del sindaco Bonventre un documento con una serie di richieste racchiuse in 17 punti che toccano diversi punto dolenti: dal controllo del conteggio della Tares, alle aliquote dell’Imu, dai gettoni di presenza dei consiglieri comunali alla riorganizzazione del personale comunale e alla sistemazione della rete idrica, e tanto altro ancora. Il sindaco, in quell’occasione aveva accettato di buon grado di firmare il documento. Ora il comitato lamenta che le proposte avanzate in quella sede non hanno ricevuto alcuna riposta pubblica. Da qui la decisione dei promotori del comitato indire un’altra assemblea per valutare le conclusioni ed intraprendere nuove azioni, per domenica 19 gennaio alle 9:30, ma il luogo è ancora è da decidere.
Alcamo, altro esercizio commerciale danneggiato
Altro danneggiamento in un esercizio commerciale ad Alcamo. Stesso modus operandi di quanto accaduto nella notte di San Silvestro, quando furono distrutte le vetrine di due negozi di abbigliamento nel centro storico. Questa volta ad essere stato preso di mira il bar Giarratano di viale Europa, di proprietà di Pietro Giarratano. All’alba di oggi i titolari dell’attività, all’apertura, hanno fatto l’amara scoperta: entrambe le ante in vetro sono state danneggiate, si presume con un pesante martello o qualche altro oggetto simile. Secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di un vero e proprio tentativo di furto fallito. Infatti sono altrettanto evidenti i segni di un tentato scasso nelle vicinanze del buco della serratura. Forse con un piede di porco di grandi dimensioni i malintenzionati hanno provato a forzare la porta con telaio in ferro, causando anche delle crepe evidenti su entrambe le vetrate delle ante. Alla fine però hanno desistito dall’intento di penetrare all’interno del bar. Forse perché il portone ha retto agli arnesi, o forse perché magari gli autori del tentato furto hanno avuto paura di essere scoperti trattandosi di una zona centrale e molto trafficata della città. Sta di fatto che i titolari dell’esercizio commerciale, a parte il danneggiamento della porta d’ingresso, hanno trovato tutto regolarmente chiuso. Quindi non è stato rubato nulla all’interno. Lo stesso proprietario del bar ha presentato in mattinata denuncia presso il locale commissariato di polizia. Al momento gli agenti non escludono alcuna pista ma sembrerebbe chiara la ricostruzione: si tratta di un tentato furto e non certo di vandalismo. Un episodio che fa da scia a quanto accaduto la notte del 31 dicembre quando in Corso VI Aprile sono stati presi di mira due negozi di abbigliamento. Ad avere la peggio “Blocco 31” dove sono state sfondate le vetrine che si affacciano in via Fratelli Sant’Anna. Sono stati praticati due fori da dove sono state portate via diverse paia di scarpe esposte. Altro danneggiamento è accaduto ai danni di Stock House: in questo caso pare non sia stato rubato nulla. Ad essere danneggiate due grandi vetrine e una piccola invece completamente mandati in frantumi. I carabinieri, a cui è stata presentata denuncia, hanno già acquisito le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona. E poi, per puro vandalismo, è stata danneggiata la porta d’ingresso in vetro della biblioteca comunale che si trova nell’atrio del palazzo dei Gesuiti e persino gli arredi urbani che sono stati installato dal Comune lungo tutto il corso VI aprile, da Porta Palermo sino a piazza Ciullo. Ad essere state divelte due panchine, realizzate in legno compensato.
Partinico: acqua, distacco per i morosi
I furbetti partinicesi sono arrivati al capolinea. Almeno per l’Aps, la società acque potabili che gestisce il servizio idrico in città. Chi non ha pagato le cartelle relative alla fornitura di acqua sarà distaccato dall’utenza. Quindi dai rubinetti di casa sua non sgorgherà più il prezioso liquido. Parola dei vertici della società posta in liquidazione appena insediati: proprio loro hanno avviato una task force che culminerà in brevissimo tempo con distacchi e recupero crediti coattivo. Insomma, non solo servizio di distribuzione interrotto ma cominciano anche a farsi strada, per i morosi più incalliti, persino i pignoramenti. Scenario che si intravede in maniera sempre più prepotente e che è stato confermato dal Collegio dei Curatori di Aps,formato da Massimo Pensabene, Gaetano Sangiorgi e da Marco Lacchini. A questa decisione si è arrivati a seguito dell’oramai vicinissima liquidazione della società, sommersa dai debiti ma che vanta anche in tutta la Sicilia molti crediti a causa di contenziosi in atto con pubbliche amministrazioni e anche dei contribuenti che non pagano le bollette. La Curatela, nominata proprio per traghettare l’Aps alla chiusura, ha subito messo mano ai conti della società che sono in cronico rosso. Quello che si evidenzia sono proprio i tanti evasori dell’imposta di fornitura dell’acqua: a Partinico se ne contano circa il 20 per cento del totale delle utenze, a cui va sommato un altro 10 per cento che puntualmente paga in ritardo secondo quanto risulta all’ufficio “Morosità e recupero crediti” attivato dalla stessa Aps. Un numero enorme che quindi crea un buco nelle casse dell’ente del 30 per cento per l’esercizio corrente: “Stiamo proprio per questo provvedendo con sollecitudine – sottolineano Pensabene, Sangiorgi e Lacchini – al recupero dei crediti maturati e maturandi da Aps. Si ricorrerà, se necessario, alle ordinarie attività giudiziarie ed esecutive. Il mancato o tardivo pagamento determina un pregiudizio alle ragioni dei creditori e, altresì, a causa della mancanza di risorse potrebbe determinare l’impossibilità di continuare ad erogare la fornitura”. Nonostante ciò, allo stato attuale, la Curatela dell’Aps non ha dato agli uffici imperativo categorico di procedere al distacco della fornitura del servizio idrico. Ma sarà questione di poco tempo e chi non salderà si ritroverà presto con i rubinetti a secco: “In assenza del pagamento di tali crediti – aggiunge il Collegio dei curatori fallimentari della società acque potabili – si procederà con solerzia, ai sensi si legge e del regolamento vigente, alla sospensione della fornitura idrica ed al recupero coattivo del credito, con notevole aggravio di spese ed interessi a carico degli utenti”. Per qualsiasi informazione si potrà contattare il numero verde di Aps 800103344, oppure l’ufficio “Morosità e recupero crediti” allo 091-7523011.
C/mmare del Golfo, lavori villa Margherita ancora rinviati
Slitta l’avvio dei lavori per la riqualificazione di villa “Regina Margherita” a Castellammare del Golfo. E’ stata rinviata a data da destinarsi la procedura pubblica per l’individuazione delle ditte a cui affidare il mastodontico appalto che ammonta a un milione e 200 mila euro. La giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola ha infatti stoppato tutto, rinviando a data da destinarsi la gara, e nel contempo ha deciso di conferire un ulteriore incarico professionale per la progettazione. Per dare concretezza alla decisione è stato determinato di effettuare un prelievo di 19 mila euro dal fondo di riserva dal momento che in bilancio non sono state trovate le risorse necessarie per conferire tale incarico professionale. I tempi di avvio dei lavori comunque non dovrebbero eccessivamente slittare. Il maxi finanziamento in questione servirà per un complessivo restyling dell’area che da tempo è in preda ai vandali e al degrado in generale. I soldi saranno utilizzati per la sistemazione del verde e per interventi strutturali. Si tratta in sostanza di uno stanziamento per la manutenzione straordinaria. In realtà la gara si sarebbe dovuta già espletare una prima volta lo scorso 29 agosto ma a causa dell’assenza per motivi di salute di un componente della commissione comunale è stato tutto rinviato a data da destinarsi. Ma si tratta di questione praticamente di giorni. Sarà il Settore dei Lavori pubblici e Manutenzione ad indire l’appalto che consisterà in tutta una serie di interventi che rimetteranno a lucido la storica villetta che si trova proprio nell’area antistante della sede centrale del Comune castellammarese. I lavori interesseranno la pavimentazione, i viali alberati con relativa sistemazione delle piante e anche un generale restyling del cancello d’ingresso, delle mura perimetrali e delle ringhiere che si affacciano sul Belvedere. Un’area di assoluto rilievo per Castellammare, non solo per la sua valenza artistica ma anche per la presenza delle più svariate essenze arboree e per il meraviglioso panorama che offre la villa stessa che si affaccia a strapiombo sul Golfo di Castellammare. L’iniziativa del Comune prende spunto comunque dalle diverse lamentele che il neosindaco, Nicola Coppola, ha raccolto da residenti e anche da turisti. “Le segnalazioni che mi sono state fatte – sostiene il primo cittadino – le accetto ben volentieri e le uso come stimolo ad un immediata valutazione che mi porta a potere comunicare, nell’immediato, che sarà fatto carico, da parte dell’amministrazione, un’opera di trasformazione e abbellimento della villa stessa, con un appalto di lavori per oltre un milione di euro”. Da anni si denuncia da più parti il degrado della villetta Regina Margherita: l’associazionismo, ma anche semplici cittadini e la politica hanno messo in evidenza come oggi questa villa di fatto è frequentata soltanto da anziani soli per giocare a carte. Non si vedono più famiglie, ragazzi e coppie giovani che invece prima affollavano il perimetro del Belvedere. Secondo molti questo luogo di aggregazione si è perso nel tempo proprio per le progressive condizioni di degrado che hanno portato in tanti ad abbandonare l’idea di andare alla villa.
Trapani, confisca da tre milioni di euro
Ultimata questa mattina l’esecuzione del decreto di confisca emesso il 4 dicembre scorso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani nei confronti di Vito Tarantolo, imprenditore edile di 57 anni.
Il provvedimento di oggi riguarda l’intero compendio aziendale delle società “S.M.G. Costruzioni” e “Il Melograno” entrambe srl con sede a trapani, per un valore complessivo quantificato in circa 3 milioni di euro. Dalle indagini è emerso il rapporto che lega le due società confiscate; in particolare, si è ritenuta l’impresa “S.M.G. Costruzioni” continuatrice, sotto un’altra denominazione sociale, delle iniziative speculative edilizie de “Il Melograno”, società in passato sottoposta a sequestro preventivo in quanto riconducibile al boss mafioso trapanese Vincenzo Virga.
La confisca odierna rappresenta la naturale prosecuzione delle operazioni eseguite nel settembre 2012 e 2013, sempre dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura e dal locale Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, nel corso delle quali vennero complessivamente sottoposti a sequestro anticipato: 82 beni immobili tra ville e appartamenti; 33 beni mobili tra autovetture di lusso, furgoni, mezzi meccanici; 18 quote societarie; 2 società; 37 conti correnti e rapporti bancari per un valore totale di 25 milioni di euro. Tutto nelle disponibilità di Vito Tarantolo, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, con una condanna patteggiata a un anno e sei mesi emessa nel 2004 per favoreggiamento di uomini legati al capo del mandamento mafioso di Trapani Vincenzo Virga; coinvolto negli anni in numerose indagini relative all’assegnazione di appalti a favore di imprese che avevano collegamenti con esponenti della criminalità organizzata.
Le proposte del questore per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a carico di Tarantolo, sono state redatte ai sensi del Testo unico antimafia, a conclusione di indagini patrimoniali ed analisi criminologiche condotte tra il lontano 1996 ed oggi, anche nell’ambito dei vari procedimenti penali pendenti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, da cui era evidente come, “dall’occulta società con altolocati soggetti organici alla mafia, alla pilotata aggiudicazione degli appalti fino alla decisiva “copertura” di Cosa Nostra per condivise, lucrose iniziative economiche, – scrive la Questura – quasi tutto lo spettro della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione personali e patrimoniali involgesse la figura del TARANTOLO Vito, quale espressione prototipica della vocazione imprenditoriale di “Cosa Nostra” nel Capoluogo trapanese”.