25.1 C
Alcamo
lunedì, Giugno 16, 2025
Home Blog Page 2650

Crisi edilizia, Uil Trapani: “mille posti di lavoro in meno nell’ultimo anno”

0

“La crisi del settore edilizio ha raggiunto in provincia cifre ormai drammatiche. Negli ultimi anni, secondo i dati della Cassa edile di Trapani, siamo giunti a un calo sistematico dei lavoratori e delle imprese edili attive che si attesta al 30 per cento circa. Negli ultimi tre anni il calo è addirittura dell’80 per cento”. A lanciare l’allarme è il componente della segreteria provinciale Feneal Uil Trapani Giuseppe Tumbarello. “La situazione ormai è gravissima – afferma -. Nell’ultimo anno si è registrato un calo di 600 imprese e 1000 operai, con una conseguente diminuzione della massa salariale di circa 8 milioni di euro. Abbiamo migliaia di lavoratori che terminato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali si trovano in condizioni disperate. Per uscire dalla crisi occorre che istituzioni e amministrazioni pubbliche mettano in atto tutti quegli strumenti che possono far ripartire il lavoro. Proprio in tal senso, già negli scorsi mesi, insieme alle altre organizzazioni sindacali abbiamo sottoscritto con tutti i sindaci dei comuni della provincia, eccetto quello di Trapani, un protocollo d’intesa che prevede che le ditte vincitrici di appalti pubblici all’atto della stipula del contratto vengano sensibilizzate delle organizzazioni sindacali e dall’ente pubblico committente a utilizzare manodopera e maestranze locali. I comuni di Alcamo e Marsala – ricorda Tumbarello – hanno già dato seguito concretamente al protocollo d’intesa. Auspichiamo che gli altri comuni facciano altrettanto al più presto” e conclude affermando che “la ripresa del settore delle costruzioni deve essere un obiettivo primario, poiché si tratta di uno dei comparti vitali per la nostra economia”. Un’ultima precisazione giunge dal sindacalista ai lavoratori edili che hanno già usufruito della disoccupazione ordinaria o speciale edile Aspi, facendo presente che possono richiedere anche l’indennità di mobilità in deroga. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici Uil dislocati su tutto il territorio provinciale.

Tutti gratis al Catella

0

Dopo la Giornata Bianconera arriva la Giornata dei Cancelli aperti e stadio pieno. All’Alcamo calcio dopo aver fatto pagare, senza un gran successo a dire il vero, il biglietto anche agli abbonati, ora la decisione di far entrare tutti gratis in occasione della partita di domenica prossima al Catella con il Raffadali.

Lo slogan è anche porta un amico e riempiamo lo stadio per cercare di portar tifosi allo stadio visto il bel campionato dei bianconeri di Chico e l’ottima dirigenza che oltre ad evitare la scomparsa del calcio ad Alcamo ha strutturato una società tecnicamente in grado di dare soddisfazioni ai tifosi viste le prime posizioni dei bianconeri mantenute fino ad ora e qualche torto arbitrale lamentato.

La partita con il Raffadali può essere decisiva per la prosecuzione del campionato in previsione della vittoria finale e così la società chiede lo stadio pieno e tifosi in massa a incitare la squadra.

Tares, il Comitato torna in Piazza

0

Torna a manifestare il comitato cittadino Il popolo alcamese si ribella e si ritroverà in Piazza Ciullo domenica 19 gennaio alle 9.30.

In pratica il comitato cittadino è deluso dall’amministrazione totalmente perchè non sarebbero state date risposte ai 17 punti presentati nel documento programmatico dello scorso il 29 dicembre nell’assemblea cittadina alla Palestra Tre Santi. Nell’imminenza della scadenza del prossimo 24 gennaio per la prima rata il comitato torna a discutere a far sentire la propria voce in nome di tutti i cittadini.

“Voglio precisare – dice Salvatore Cusumano del Comitato – che non sono solo gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti ma tutti i cittadini perchè il problema è di tutti.”

“A noi le beghe politiche non interessano – dice invece Domenico Cusumano – e la questione dell’azzeramento della giunta non ci riguarda. Noi abbiamo chiesto un’attenzione alle famiglie e al sociale e non alle questioni politiche che restano cose del mondo politico e non nostro”

“Qualche discussione interna e un dibattito esiste – dice Massimo Cagnina – ma la nostra richiesta rimane quella dell’attenzione al fenomeno economico e sociale della crisi che si registra”

Non si esclude la presenza di personaggi che rappresentano la protesta del 9 dicembre scorso a livello nazionale e non ci saranno decisioni politiche intraprese a livello locale che potranno fermare la protesta, si legge nel comunicato a firma di Etica, libertà e Cambiamento.

Attentato a Papania, tre condanne

0

E’ arrivata ieri l’attesa sentenza del Giudice per le udienze preliminari di Trapani, Cersosimo, ha condannato a due anni di reclusione Enzo Amato, Antonio Mistretta e Francesco Domingo.
I tre erano accusati dell’attentato incendiario perpetrato alla vigilia della presentazione delle candidature alle aministrative ad Alcamo alla segreteria politica dell’ex senatore del Pd, Nino Papania.
L’accusa del Pubblico Ministero, Rossana Penna, che ha coordinato le indagini era di incendio doloso, danneggiamento, violenza ed estorsione.
Secondo l’accusa l’attentato fu eseguito come intimidazione, tentata estorsione e ritorsione alla loro eventuale mancata assunzione all’Aimeri. Nino Papania era uno dei probabili candidati alla carica di sindaco, candidatura che poi ritirò.
Nino Papania durante il dibattimento ha sempre negato di aver avuto rapporti con le persone inquisite e il giudice ha alla fine rigettato l’accusa di estorsione e la stessa richiesta di risarcimento danni avanzata da Papania.
Nell’inchiesta finirono in tutto sette persone. I tre condannati sono stati condannati per il gesto. Ora si attendono le motivazione del giudice sulla sentenza.
L’inchiesta poi prese un altro filone per voto di scambio, sempre condotta da Rossana Penna della procura di Trapani, con l’invio di un avviso di garanzia allo stesso Nino Papania e altre 6 persone.

Partinico: vigili senza carburante, piano d’emergenza

0

Ad ottobre scorso la notizia che le auto dei vigili urbani erano ferme ai box perché prive di carburante, con tanto di roventi polemiche in consiglio comunale. Dall’amministrazione arrivarono le smentite di rito ma oggi si scopre che era tutto vero. Di fronte all’evidenza dei fatti si sono dovuti arrendere sindaco e giunta, costretti a ricorrere ad un prelevamento dal fondo di riserva dello stesso primo cittadino per garantire il carburante alle auto in dotazione ai caschi bianchi. “Il costo dell’acquisto fatto presso la società Eni – scrive la giunta nell’atto deliberativo approvato – è risultato insufficiente, considerati i notevoli servizi di istituto non prevedibili”. Dall’amministrazione comunale sono stati così stanziati altri 3 mila e 500 euro proprio per coprire questo ammanco che ha costretto i vigili urbani a centellinare l’uso dei mezzi nell’ultimo scorcio del 2013. La questione nell’ottobre scorso dell’inutilizzo delle auto perché a secco di carburante venne sollevata dai consiglieri comunali Michele Chimenti, Mauro Lo Baido, Salvatore Rappa e Valentina Speciale i quali presentarono un’interrogazione al Comune proprio per capire i motivi di questo stato di cose. Si disse all’epoca che la mancanza di liquidità delle casse, e la contestuale mancata approvazione del bilancio, avesse generato una situazione di stallo a livello di risorse economiche. In pratica le pompe di benzina, che hanno rifornito di carburante le auto dei vigili urbani nel tempo, avevano persino deciso di chiudere i cordoni del credito al Comune. Tutto smentito dall’amministrazione comunale che parlò di “regolari servizi svolti”. I consiglieri invece sostennero che l’interrogazione partì proprio in base ad informazioni assunte presso gli uffici dello stesso comando di polizia municipale: “Abbiamo assunto in tal senso informazioni presso gli uffici – sostennero gli esponenti del civico consesso – e ci è stato riferito che da alcune settimane la polizia municipale non può utilizzare i mezzi di servizio per effettuare il regolare controllo del territorio ed intervenire tempestivamente nei casi più urgenti a causa della mancanza di carburante, con le inevitabili conseguenze negative per la sicurezza dei cittadini”. Una situazione simile anche lo scorso anno si verificò sempre per le stesse motivazioni. Anche in questo caso ci furono immediate smentite e fu sostenuto dall’amministrazione che si stava solo attuando un piano di risparmio attraverso l’attivazione di più squadra a piedi ma garantendo il normale svolgimento dell’attività di cui necessità l’utilizzo delle auto. Addirittura le auto rimasero ferme non solo per la mancanza di carburante ma anche per i ritardi per il mancato rinnovo delle polizze assicurative dei mezzi stessi, costretti quindi a restare fermi. Condizione che durò per qualche giorno prima che venisse sbrogliata poi la matassa con la stipula dei nuovi contratti assicurativi, con tanto di polemiche sempre in consiglio comunale.

Erice: Funivia, su liquidazione dietrofront

0

Ora il Comune chiede di far finta di nulla, di annullare quella procedura di liquidazione. Una manovra per salvare la Funivia di Erice che rischia di finire nelle grinfie di privati. Lo ha fatto ufficialmente questa mattina il sindaco Giacomo Tranchida che ha presentato istanza ufficiale alla Regione, nello specifico all’assessorato delle Autonomie locali, e al commissario straordinario della Provincia regionale di Trapani. In questo modo si vuole così annullare la predisposizione degli atti, posta in essere alla fine dello scorso anno dalla stessa amministrazione comunale, con i quali si è per l’appunto posta in liquidazione la Funierice, la società che gestisce il mezzo di trasporto che collega Trapani bassa con Erice vetta. Decisione che allora fu presa dal sindaco per via delle imposizioni normative in vigore che imponevano ai Comuni le dismissioni di società partecipate. La situazione è poi cambiata alla fine dello scorso mese di dicembre quando, grazie al recente emendamento del Sottosegretario Fassina, in Senato, c’è stata l’approvazione della legge di stabilità che ha avuto il via libera, di fatto facendo venir meno l’originario obbligo di dismissione delle quote azionarie per il Comune di Erice, ente locale al di sotto dei 30 mila abitanti. Situazione che oltretutto ha messo subito in moto il Comune che ha garantita in fase di approvazione di bilancio, fra le spese correnti, la copertura della quota parte di disavanzo di gestione 2012 della partecipata FuniErice, pari a circa 64 mila euro. Ora però si deve annullare il provvedimento di messa in liquidazione: “L’amministrazione comunale – spiega Tranchida -, essendo socia al 50 per cento con la Provincia Regionale di Trapani di una partecipazione nella Funierice, in ossequio al superiore dettato normativo che poi è stato abrogato, è stata obbligata a proporre la dismissione della quota con la convocazione dell’Assemblea Straordinaria dei Soci e la conseguente proposta di deliberazione. Tenuto conto, pertanto, del nuovo quadro normativo delineatosi, non sussistendo più l’obbligo di dismissione e permanendo, per quanto di competenza l’interesse al mantenimento della partecipazione in oggetto, salvo diverso avviso del Consiglio comunale”. Ora infatti dovrà essere chiamato in causa il consiglio comunale che avrà l’ultima parola sul mantenimento delle quote azionarie. Il Comune comunque ha precisato che terrà le quote fermo restando le pregresse condizioni di partecipazione societaria, da parte della Provincia regionale di Trapani, proprietaria dell’impianto e, pertanto, titolare degli interventi di straordinaria manutenzione. Tra l’altro la funivia comincia anche a far intravedere importanti segnali di ripresa a livello economico. Alla fine della scorsa estate si è registrato un record assoluto di incasso, nel periodo compreso tra maggio ad agosto, confermando l’ottimo stato di salute della società che gestisce il traporto pubblico locale. Sarebbe questo il responso del controllo di gestione effettuato dal Segretario Amministrativo della società, Germano Fauci. E’ stato registrato un flusso di 290.822 passeggeri, contro i 290.255 passeggeri del medesimo periodo del 2012: 567 passeggeri in più, un sostanziale consolidamento del numero di passeggeri rispetto al 2012. Gli incassi del medesimo periodo, a parità di passeggeri transitati, sono aumentati del 27,47 per cento, passando da 748.480,45 euro a 1.032.480,45 euro, con un incremento assoluto del fatturato pari a 283.632,01.

Alcamo: rissa in piazza Renda, un denunciato

0

Poteva finire in tragedia, alla fine si registra fortunatamente solo una violenta scazzottata. Ma poteva avere un epilogo ben peggiore l’episodio accaduto nella mattinata di oggi in piazza Pittore Renda, ad Alcamo, nella parte alta del centralissimo corso VI Aprile. Protagonisti due alcamesi che dalle parole in pochi attimi sono passati ai fatti. Sono volati pugni, calci, testate e gomitate

A chiamare i carabinieri sono stati alcuni passanti. I militari dell’Arma, distanti in linea d’aria appena un centinaio di metri, sono accorsi subito chiamando immediatamente un’ambulanza quando hanno visto uno dei due accasciato a terra privo di sensi. All’inizio si è pensato al peggio, poi però i sanitari accorsi sul posto si sono resi conto che era solo svenuto e che il battito era regolare. Tutto è successo intorno alle 10. Secondo la prime testimonianze raccolte da chi era in piazza Renda in quel momento, la lite fra i due sarebbe scaturita da futili motivi. I due alcamesi si conoscevano da tempo e pare che la discussione che ha fatto scaturire la rissa era partita da vecchie acredini. La discussione, anche abbastanza agitata, è presto degenerata. Prima qualche spintone, e di lì a poco è partita la scazzottata. Uno dei due ha preso il sopravvento tempestando di pugni e calci il suo avversario. Un paio di cazzotti sono andati a segno in testa e questo ha comportato lo stordimento di uno dei due che è letteralmente crollato al suolo. Nonostante tutto questi è riuscito a rialzarsi e, forte anche della mole più prestante, è riuscito ad immobilizzare l’altro. I carabinieri adesso sono al lavoro per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Pare comunque che sia stato individuato l’aggressore, che poi sarebbe l’uomo che è stato immobilizzato dalla vittima. Si tratta di un quarantenne incensurato. Oltretutto, a seguito di una perquisizione, in tasca dell’aggressore è stato trovato anche un piccolo coltello a serramanico. Ora i militari dell’Arma attendono le dimissioni dei due protagonisti della rissa con i relativi referti. In base a quanto sarà scritto dai medici scatterà automaticamente la denuncia per l’aggressore su cui si sta anche valutando l’eventuale accusa di porto abusiva di arma da taglio. Si tratta comunque di lesioni guaribili in una decina di giorni. Ancora al vaglio diverse testimonianze per cercare di capire le reali motivazioni che hanno scaturito le cause del litigio.

 

Alcamo in festa per i quattro nuovi sacerdoti

0

Chiesa madre gremita sabato sera per l’ordinazione sacerdotale di quattro nuovi preti. Una concelebrazione intensa e molto partecipata che ha riempito le navate. Il vescovo Pietro Maria Fragnelli, nel corso dell’ omelia ha dichiarato “In questo momento, le nuove generazioni di Alcamo e di tutta la Diocesi si rendono conto che il Vescovo e la Diocesi, con l’ordinazione sacerdotale, stanno rivolgendo loro non una semplice lettera di incoraggiamento e di augurio; stanno consegnando loro una risposta scritta nella carne e nel sangue di quattro nuovi preti”. Non li consegniamo come eroi, aveva detto prima il vescovo, ma come persone in carne ed ossa con i loro limiti ma anche con la forza del loro coraggioso “si” per sempre a Dio. “E voi, poveri di questa nostra diocesi – ha continuato il vescovo – voi presenti e soprattutto voi assenti – purtroppo spesso nelle nostre chiese i poveri sono assenti! – voi, poveri, avete una voce potente sul cuore di questi ordinandi: la vostra voce si è levata forte ed essi hanno riconosciuto – nella vostra voce – Gesù che li chiamava. In voi – poveri di ogni forma di povertà – Gesù è presente e chiama alla vita nuova, al cambiamento radicale. Camminando con voi troveranno la scommessa vincente sul senso e sulla bellezza della vita. Per il vescovo i poveri non rappresentano “la difficoltà” della società e della chiesa ma invece la porta per uscire dalla crisi. “Grazie a voi, poveri, noi tutti troveremo la porta per uscire dalle difficoltà morali ed economiche del nostro tempo. Voi sarete i primi alleati non solo di questi quattro sacerdoti che oggi ordiniamo, ma di tutta la nostra diocesi trapanese. A me Vescovo e a voi poveri confido il sogno di un santo vescovo pugliese, don Tonino Bello, che il 7 maggio 1987 scriveva ad un giudice: “Spero di incontrarla ancora… magari per qualche lascito testamentario in cui un prete mi nomini finalmente erede universale dei suoi debiti, contratti per aiutare i poveri. Quel testamento lo accetterò immediatamente”. Tra le voci più genuine che rappresentano insieme la freschezza della vita giovane e della povertà radicale, il vescovo Fragnelli ha citato le monache di clausura dei monasteri di Alcamo: “Le nostre parrocchie si ammalerebbero di attivismo sterile e deformante se voi non ci richiamaste continuamente alla vita interiore. Voi ci aiutate a scoperchiare i tetti della quotidianità – così spesso soffocante – e ad accorgerci che il Figlio di Dio ha aperto i cieli e continua a tessere con noi un misterioso dialogo”. Infine il richiamo ad ascoltare il sussurro forte della voce di Dio: “Usciremo da questa chiesa, che porta l’eco dei secoli, cercando di metterci in ascolto della tua voce misteriosa e gioiosa, che ci ha convocati da tutta la Diocesi, dalla Romania e dal Rwanda. Cercheremo con Papa Francesco di spenderci per l’inclusione sociale ed ecclesiale dei poveri, per il dialogo e la pace a tutti i livelli”. Si trattava dei tre giovani diaconi: l’alcamese Fabio Angileri, 31 anni – una laurea in informatica prima di entrare in Seminario – che come diacono svolgeva il suo servizio pastorale a Castellammare del Golfo mentre studia diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense a Roma; Giuseppe Bruccoleri, 30 anni di Calatafimi-Segesta, cresciuto nell’Azione Cattolica della sua parrocchia, quella di San Silvestro Papa a Calatafimi, ha concluso gli studi di teologia e attualmente svolge il suo ministero nella chiesa Madre di Alcamo collaborando con mons. Puma; Boniface Nkurunziza, 36 anni del Rwanda, da anni residente a Trapani, ottavo di dodici figli, fuggito dal genocidio del suo Paese, poi giunto in Congo, in Spagna e infine approdato a Trapani dove ha consolidato la sua scelta di consacrazione scegliendo di entrare in Seminario e attualmente collabora con mons. Benedetto Cottone nella parrocchia Sacro Cuore a Trapani. Con i diaconi del seminario diocesano è stato ordinato presbitero anche un frate dell’ordine dei francescani conventuali, Fra Sergio Farcas, 28 anni, rumeno di nascita (è nato a Targu Frumas), frate francescano dal 2007 che da circa un anno vive nella comunità francescana conventuale di Alcamo. Ieri i quattro sacerdoti ordinati sabato hanno celebrato nelle loro comunità di origine la loro “prima messa”, per poi concelebrare insieme nella parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” a Trapani alle ore 19.00. Oggi , lunedì, alle ore 21.00 la concelebrazione presso il Santuario di Sant’Anna a Pizzo Argenteria; sabato prossimo 18 gennaio alle ore 18.00 concelebreranno, di nuovo insieme, presso la parrocchia “San Silvestro Papa” a Calatafimi-Segesta.

Alcamo, evade dai domiciliari per fare shopping

0

Nonostante si trovasse ai domiciliari poiché condannato per reati contro il patrimonio, aveva comunque deciso di uscire a fare shopping in centro l’alcamese 51enne Filippo Eugenio Rizzo. Non trovato in casa dai carabinieri, durante uno dei consueti controlli, sabato pomeriggio sono state avviate immediatamente le ricerche. Inaspettatamente una pattuglia che transitava lungo il corso VI Aprile, lo ha riconosciuto attraverso la vetrina di un negozio, mentre provava alcuni capi di abbigliamento. Immediato l’arresto. Rizzo è stato sottoposto al giudizio direttissimo, a seguito del quale l’arresto è stato convalidato e l’uomo nuovamente posto ai domiciliari.

Ad Alcamo vince chi voleva il traffico senza regole, semafori spenti

0

Insomma alla fine hanno vinto i detrattori dei semafori. Ad Alcamo dopo una timida apparizione i semafori non funzionano più. Qualcuno aveva detto, chiamando anche le redazioni e sui social network che ormai valgono più di tutto, che con i semafori il traffico non era più snello come prima.

Più snello come prima significa che chi ha la precedenza resterà fermo, chi la deve dare s’infila, il fai da te insomma impera di nuovo e il traffico, secondo i detrattori dei semafori, è più snello e scorrevole.

Addirittura si parlava da parte di qualcuno anche di congestione del traffico con gli scarichi che avvelenavano i cittadini.

Invece così no.

Il nuovo modo insomma di programmare una società passa dalla mancanza di regole totali o quasi.

Per esempio ciò che avviene durante il fine settimana, il sabato sera e notte, con auto posteggiate ovunque, è una cosa gradita o gradevole, insomma, senza regole si vive meglio per molti. O forse per pochi che sembrano molti.

Semafori costati alle casse pubbliche dunque che tornano spenti da giorni e giorni, ovunque, strisce pedonali non rifatte da tempo, anzi qualche semaforo è anche scomparso come quello di Gammare e dove ancora tutti o quasi non rispettano la direttiva del traffico ma lo bloccano, loro si, volendo rientrare in maniera da bloccare tutto.

Agli alcamesi piace senza regole, poi ovviamente tutti pronti a criticare il mondo se la mattonella davanti casa propria è rotta, ma solo se davanti casa propria, il resto è pubblico nel senso che ognuno può e dovrebbe fare come gli pare.

Alcamo
cielo sereno
25.1 ° C
32.3 °
25.1 °
38 %
3.8kmh
4 %
Lun
30 °
Mar
32 °
Mer
26 °
Gio
27 °
Ven
28 °