I furbetti partinicesi sono arrivati al capolinea. Almeno per l’Aps, la società acque potabili che gestisce il servizio idrico in città. Chi non ha pagato le cartelle relative alla fornitura di acqua sarà distaccato dall’utenza. Quindi dai rubinetti di casa sua non sgorgherà più il prezioso liquido. Parola dei vertici della società posta in liquidazione appena insediati: proprio loro hanno avviato una task force che culminerà in brevissimo tempo con distacchi e recupero crediti coattivo. Insomma, non solo servizio di distribuzione interrotto ma cominciano anche a farsi strada, per i morosi più incalliti, persino i pignoramenti. Scenario che si intravede in maniera sempre più prepotente e che è stato confermato dal Collegio dei Curatori di Aps,formato da Massimo Pensabene, Gaetano Sangiorgi e da Marco Lacchini. A questa decisione si è arrivati a seguito dell’oramai vicinissima liquidazione della società, sommersa dai debiti ma che vanta anche in tutta la Sicilia molti crediti a causa di contenziosi in atto con pubbliche amministrazioni e anche dei contribuenti che non pagano le bollette. La Curatela, nominata proprio per traghettare l’Aps alla chiusura, ha subito messo mano ai conti della società che sono in cronico rosso. Quello che si evidenzia sono proprio i tanti evasori dell’imposta di fornitura dell’acqua: a Partinico se ne contano circa il 20 per cento del totale delle utenze, a cui va sommato un altro 10 per cento che puntualmente paga in ritardo secondo quanto risulta all’ufficio “Morosità e recupero crediti” attivato dalla stessa Aps. Un numero enorme che quindi crea un buco nelle casse dell’ente del 30 per cento per l’esercizio corrente: “Stiamo proprio per questo provvedendo con sollecitudine – sottolineano Pensabene, Sangiorgi e Lacchini – al recupero dei crediti maturati e maturandi da Aps. Si ricorrerà, se necessario, alle ordinarie attività giudiziarie ed esecutive. Il mancato o tardivo pagamento determina un pregiudizio alle ragioni dei creditori e, altresì, a causa della mancanza di risorse potrebbe determinare l’impossibilità di continuare ad erogare la fornitura”. Nonostante ciò, allo stato attuale, la Curatela dell’Aps non ha dato agli uffici imperativo categorico di procedere al distacco della fornitura del servizio idrico. Ma sarà questione di poco tempo e chi non salderà si ritroverà presto con i rubinetti a secco: “In assenza del pagamento di tali crediti – aggiunge il Collegio dei curatori fallimentari della società acque potabili – si procederà con solerzia, ai sensi si legge e del regolamento vigente, alla sospensione della fornitura idrica ed al recupero coattivo del credito, con notevole aggravio di spese ed interessi a carico degli utenti”. Per qualsiasi informazione si potrà contattare il numero verde di Aps 800103344, oppure l’ufficio “Morosità e recupero crediti” allo 091-7523011.
C/mmare del Golfo, lavori villa Margherita ancora rinviati
Slitta l’avvio dei lavori per la riqualificazione di villa “Regina Margherita” a Castellammare del Golfo. E’ stata rinviata a data da destinarsi la procedura pubblica per l’individuazione delle ditte a cui affidare il mastodontico appalto che ammonta a un milione e 200 mila euro. La giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola ha infatti stoppato tutto, rinviando a data da destinarsi la gara, e nel contempo ha deciso di conferire un ulteriore incarico professionale per la progettazione. Per dare concretezza alla decisione è stato determinato di effettuare un prelievo di 19 mila euro dal fondo di riserva dal momento che in bilancio non sono state trovate le risorse necessarie per conferire tale incarico professionale. I tempi di avvio dei lavori comunque non dovrebbero eccessivamente slittare. Il maxi finanziamento in questione servirà per un complessivo restyling dell’area che da tempo è in preda ai vandali e al degrado in generale. I soldi saranno utilizzati per la sistemazione del verde e per interventi strutturali. Si tratta in sostanza di uno stanziamento per la manutenzione straordinaria. In realtà la gara si sarebbe dovuta già espletare una prima volta lo scorso 29 agosto ma a causa dell’assenza per motivi di salute di un componente della commissione comunale è stato tutto rinviato a data da destinarsi. Ma si tratta di questione praticamente di giorni. Sarà il Settore dei Lavori pubblici e Manutenzione ad indire l’appalto che consisterà in tutta una serie di interventi che rimetteranno a lucido la storica villetta che si trova proprio nell’area antistante della sede centrale del Comune castellammarese. I lavori interesseranno la pavimentazione, i viali alberati con relativa sistemazione delle piante e anche un generale restyling del cancello d’ingresso, delle mura perimetrali e delle ringhiere che si affacciano sul Belvedere. Un’area di assoluto rilievo per Castellammare, non solo per la sua valenza artistica ma anche per la presenza delle più svariate essenze arboree e per il meraviglioso panorama che offre la villa stessa che si affaccia a strapiombo sul Golfo di Castellammare. L’iniziativa del Comune prende spunto comunque dalle diverse lamentele che il neosindaco, Nicola Coppola, ha raccolto da residenti e anche da turisti. “Le segnalazioni che mi sono state fatte – sostiene il primo cittadino – le accetto ben volentieri e le uso come stimolo ad un immediata valutazione che mi porta a potere comunicare, nell’immediato, che sarà fatto carico, da parte dell’amministrazione, un’opera di trasformazione e abbellimento della villa stessa, con un appalto di lavori per oltre un milione di euro”. Da anni si denuncia da più parti il degrado della villetta Regina Margherita: l’associazionismo, ma anche semplici cittadini e la politica hanno messo in evidenza come oggi questa villa di fatto è frequentata soltanto da anziani soli per giocare a carte. Non si vedono più famiglie, ragazzi e coppie giovani che invece prima affollavano il perimetro del Belvedere. Secondo molti questo luogo di aggregazione si è perso nel tempo proprio per le progressive condizioni di degrado che hanno portato in tanti ad abbandonare l’idea di andare alla villa.
Trapani, confisca da tre milioni di euro
Ultimata questa mattina l’esecuzione del decreto di confisca emesso il 4 dicembre scorso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani nei confronti di Vito Tarantolo, imprenditore edile di 57 anni.
Il provvedimento di oggi riguarda l’intero compendio aziendale delle società “S.M.G. Costruzioni” e “Il Melograno” entrambe srl con sede a trapani, per un valore complessivo quantificato in circa 3 milioni di euro. Dalle indagini è emerso il rapporto che lega le due società confiscate; in particolare, si è ritenuta l’impresa “S.M.G. Costruzioni” continuatrice, sotto un’altra denominazione sociale, delle iniziative speculative edilizie de “Il Melograno”, società in passato sottoposta a sequestro preventivo in quanto riconducibile al boss mafioso trapanese Vincenzo Virga.
La confisca odierna rappresenta la naturale prosecuzione delle operazioni eseguite nel settembre 2012 e 2013, sempre dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura e dal locale Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, nel corso delle quali vennero complessivamente sottoposti a sequestro anticipato: 82 beni immobili tra ville e appartamenti; 33 beni mobili tra autovetture di lusso, furgoni, mezzi meccanici; 18 quote societarie; 2 società; 37 conti correnti e rapporti bancari per un valore totale di 25 milioni di euro. Tutto nelle disponibilità di Vito Tarantolo, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro, con una condanna patteggiata a un anno e sei mesi emessa nel 2004 per favoreggiamento di uomini legati al capo del mandamento mafioso di Trapani Vincenzo Virga; coinvolto negli anni in numerose indagini relative all’assegnazione di appalti a favore di imprese che avevano collegamenti con esponenti della criminalità organizzata.
Le proposte del questore per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a carico di Tarantolo, sono state redatte ai sensi del Testo unico antimafia, a conclusione di indagini patrimoniali ed analisi criminologiche condotte tra il lontano 1996 ed oggi, anche nell’ambito dei vari procedimenti penali pendenti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, da cui era evidente come, “dall’occulta società con altolocati soggetti organici alla mafia, alla pilotata aggiudicazione degli appalti fino alla decisiva “copertura” di Cosa Nostra per condivise, lucrose iniziative economiche, – scrive la Questura – quasi tutto lo spettro della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione personali e patrimoniali involgesse la figura del TARANTOLO Vito, quale espressione prototipica della vocazione imprenditoriale di “Cosa Nostra” nel Capoluogo trapanese”.
Miioni di Euro per appalti ad Alcamo
Unidici milioni di Euro circa di appalti che partiranno ad Alcamo con il Comune entro gennaio. Questa mattina alla conferenza stampa nella sala consiliare, l’assessore all’economia Gianluca Abbinanti e quello allo sviluppo economico Massimo Melodia, insieme all’Ingegnere Enza Anna Parrino, funzionari del Comune dell’Ufficio tecnico e il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Scibilia, in una conferenza stampa hanno illustrato e reso noto modalità e attività dei lavori.
Erano presenti anche le ditte, oltre a funzionari dello IACP, rappresentanze sindacali e dei lavoratori anche per le tipologie dei lavori e per il protocollo d’intesa stipulato a suo tempo durante l’amministrazione Scala con le ditte e le associazioni di categoria e sindacali per utilizzare lavoratori locali. Respiro dunque per l’occupazione e l’economia della città, indotto compreso.
I lavori sono la realizzazione del rifugio sanitario per cani per 74 milioni di euro, la videosorveglianza per 276 milioni, la cittadella dei giovani per 3 milioni e 700 mila euro, le aree S.Anna e S. Ippolito da riqualificare per oltre 6 milioni, il restauro della Cuba delle Rose per 135 mila euro, il biomercato del contadino per 118 mila euro, la manutenzione della viabilità interrna ed etserna per 192 mila euro, quella della rete idrica e fognaria per 94 mila euro, il rifacimento dell’illuminazione pubblica per 113 mila euro, l’allestimento di un museo al Collegio dei gesuiti per 327 mila euro.
Due ditte vincenti di Alcamo, due di Partinico, due dell’agrigentino, due del palermitano e e del trapanese. Circa 11 milioni di euro con lavori che inizieranno entro gennaio.
Soddisfazione è stata espressa dal Comune, dall’amministrazione in continuità con l’amministrazione Scala e lo stesso Abbinanti a suo tempo assessore ai Lavori Pubblici. Soddisfazione anche da parte dei sindacati e delle associazioni di categoria. Ora si spera che ci sia respiro in città per il comparto edile dopo l’avvio dei Cantieri di lavoro in questi giorni finanziati dalla Regione.
Alcamo, vasto giro di cocaina: un arresto
Arrestato questa mattina dagli agenti di polizia del commissariato di Alcamo Gioacchino Pocorobba, “Davide” per gli amici, di 41, anni, con precedenti per reati in materia di sostanze stupefacenti: è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trapani perché ritenuto responsabile di numerosi episodi di cessione di cocaina, che sarebbero avvenuti tra il novembre 2012 ed il marzo 2013.
L’arresto di oggi giunge al termine di un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani, avviata in seguito ad alcuni sequestri amministrativi operati nei confronti di giovani assuntori di cocaina. Attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali gli inquirenti hanno raccolto indizi inequivocabili sia sulla portata dello smercio quotidiano di droga nonché sull’identità dei clienti, appartenenti alle più svariate classi sociali.
È emerso che Gioacchino Pocorobba aveva messo su un notevole giro d’affari: erano molteplici le cessioni quotidiane di singole dosi di cocaina, e lo stesso non esitava, a seconda delle commesse ricevute dagli acquirenti, ad effettuare nell’arco della medesima giornata numerosi viaggi per approvvigionarsi dello stupefacente per poi consegnarlo a domicilio in tutta la provincia trapanese.
Nonostante il linguaggio criptico captato nelle intercettazioni e l’attenzione prestata dall’uomo affinché non venissero mai fatti espliciti riferimenti alla cocaina, grazie agli appostamenti i poliziotti hanno identificato alcuni assuntori, constatando lo scambio di droga.
Da qui la segnalazione a piede libero di una serie di complici del 41enne che, in diverse circostanze, assumevano la duplice veste di assuntori/spacciatori.
Gioacchino Pocorobba è una vecchia conoscenza degli uffici del commissariato: già in passato era salito agli onori della cronaca nera, quando fu tra i protagonisti di una furiosa lite davanti alla discoteca New Kennedy di Alcamo Marina, al termine della quale rimase persino ferito da alcuni colpi di fucile.
Da allora ha conseguito una sorta di “specializzazione criminale” nel settore degli stupefacenti: più volte è stato oggetto di indagini giudiziarie.
Ora è stato condotto presso il carcere San Giuliano di Trapani per essere messo a disposizione dell’A.G. che ne ha disposto la cattura preventiva.
Alcamo, torna l’ombra dell’affaire mafia-eolico
Torna l’ombra lunga dell’eolico e con esso i possibili legami con la mafia nella provincia trapanese. La recente sentenza del Tar, che ha sospeso il provvedimento cosiddetto “blocca eolico” emanato dalla giunta regionale, apre nuovi scenari e possibili altri investimenti del settore nel territorio. Situazione che fa tornare l’attenzione della Procura attorno a questo intricato sistema che ha svelato come proprio nel trapanese ci sia forti interessi della mafia attorno a questo tipo di impianti di energia alternativa. Nel caso specifico il Tar si è espresso sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Novawind Sicilia srl, assistita nel ricorso dagli avvocati Carlo Comandè e Serena Caradonna. La società voleva realizzare tre impianti, di cui uno proprio in provincia di Trapani, per l’esattezza a Custonaci. Al di là del singolo progetto questa sentenza dà anche il via libera ad altre imprese di potere tornare ad investire sull’eolico. In provincia a tenere banco in questo ambito è sempre stato l’imprenditore alcamese Vito Nicastri, che ha subito recentemente una maxiconfisca da un miliardo e mezzo di euro di beni dalla Dia per presunti legami tra lui e la mafia, in particolare con il superlatitante Matteo Messina Denaro. Il “blocca eolico” era stato emesso dalla Regione proprio in seguito a questa serie di inchieste, la maggior parte sviluppatesi su Trapani, in cui sono emerse connessioni tra le imprese che investono nell’eolico e Cosa nostra. Un apparato in cui la mafia, in pratica, ricicla i soldi sporchi e investe allo stesso tempo con enormi introiti. Nicastri era quello che in gergo si chiama lo “sviluppatore”: realizzava e vendeva, chiavi in mano, parchi eolici, con ricavi milionari. Da Trapani a Messina, da Enna a Catania, l’imprenditore alcamese non aveva rivali nel campo dell’energia pulita. Le indagini del centro operativo Dia di Palermo hanno svelato che Nicastri avrebbe potuto contare sulla protezione di Cosa nostra. Gli investigatori parlano di “contiguità”, che si sarebbe tradotta in “Comunanza di interessi, una lunga attività di fiancheggiamento e di scambio di reciproci favori, una rapporto fondato sulla fiducia e sui vicendevoli vantaggi che ne possono derivare”. In ogni piazza d’investimento Nicastri avrebbe trovato un partner criminale: da Matteo Messina Denaro, nella provincia di Trapani; a Salvatore Lo Piccolo nel palermitano; agli ‘ndranghetisti di Platì, Africo e San Luca. Una delle prove che incastra Nicastri è in un pizzino ritrovato nel covo di Giardinello dove vennero arrestati dalla polizia Salvatore e Sandro Lo Piccolo, il 5 novembre 2007. In quelle poche righe scritte dai Lo Piccolo c’è l’essenza dei rapporti fra boss e imprenditori, per orientare il mercato. Vito Nicastri, in Sicilia, era il “re del vento”. Secondo la Dia in nome e per conto di Matteo Messina Denaro, che da tempo ha messo le mani sulla green economy. Il 10 novembre del 2009 Nicastri fu tra i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Avellino che portò al sequestro, fra l’altro, di sette parchi eolici e dodici società nell’ambito di un’indagine per truffa organizzata per percepire contributi pubblici per la realizzazione di parchi eolici. Questa sentenza del Tar impone alla Regione di dare l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto eolico su Custonaci entro 30 giorni.
C/mmare del Golfo: telefonini, stop ai costi eccessivi
Stop alle spese pazze dei telefoni cellulari al Comune di Castellammare del Golfo. Un deciso rallentamento alle spese in eccesso per i cellullari di servizio ma soprattutto arriva il tetto massimo di spesa mensile per amministrazione e dipendenti comunali. Al di fuori dei numeri convenzionati per le chiamate connesse all’attività istituzionale non si potrà spendere oltre una certa cifra. Questo ha deciso la giunta comunale guidata dal sindaco Nicola Coppola che quindi avvia materialmente il suo piano di risparmio, così come annunciato nei mesi scorsi, anche sul fronte delle spese della telefonia. Per tagliare i costi connessi proprio all’uso dei telefonini è stato anzitutto deciso di interrompere l’attuale contratto con la Tim che prevedeva il pagamento della tassa governativa. Da oggi si utilizzerà il metodo delle ricariche telefoniche che non prevede tassazione. I cellulari di servizio sono stati assegnati soltanto a sindaco, assessori, segretario generale, dirigenti di settore e ai dipendenti sottoposti alla reperibilità nei settori della Polizia municipale e Tecnici. E’ stata stipulata una nuova convenzione che prevede l’inserimento di alcuni numeri di servizio non a pagamento. La giunta ha deciso di autorizzare l’effettuazione di chiamate al di fuori di questi numeri stabilendo però un tetto massimo di spesa mensile: sindaco, segretario generale, responsabili del I e III Settore 48 euro; assessori 24 euro; dipendenti reperibili 12 euro. Questo è il primo passo verso la spending review programmato inerente i servizi telefonici. L’attuale amministrazione comunale, insediatasi lo scorso giugno, si è subito resa conto degli eccessivi costi di tale servizio a carico dell’ente. In tutto 50 mila euro annui, che per un Municipio come quello di Castellammare, che conta all’incirca 15 mila abitanti, sono davvero tanti. In tal senso si è arrivati a completare una prima parte di un progetto che porterà sin da subito ad un risparmio all’incirca del 50 per cento. Iniziativa che è stata possibile concretizzare attraverso un adeguamento delle tariffe e dei canoni alle nuove convenzioni Consip, la società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che lavora al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione e che svolge attività di consulenza, assistenza e supporto nell’ambito degli acquisti di beni e servizi. In sostanza la Consip ha indicato al Comune castellammarese il percorso migliore, in base alle sue esigenze, per stipulare nuovi contratti per la telefonia. Oltretutto al momento la fibra ottica esistente negli uffici comunali viene sfruttata non nel pieno delle sue potenzialità, quindi uno spreco per un ente pubblico. Soprattutto una volta ottenuti questi risparmi l’intenzione è quella di ampliare la rete wi-fi gratuita.
Partinico: escalation criminalità, paura in città
Una trentina di incendi dolosi accertati ad auto e immobili, decine di furti, scippi e rapine, alcune anche violente, ed ancora raid vandalici. il 2013 si è chiuso a Partinico con una vera e propria escalation di episodi di microcriminalità. Sensazione più che palpabile anche per i cittadini e raccolta anche dal consiglio comunale che chiede a gran voce la convocazione in città del comitato per l’ordine e la sicurezza della prefettura di Palermo. Ad avanzare ufficialmente l’istanza questa mattina i consiglieri Mauro Lo Baido e Totò Rappa i quali sollecitano espressamente il sindaco Salvo Lo Biundo a richiedere la convocazione dell’organismo: “Nel corso degli ultimi mesi – scrivono Rappa e Lo Baido – si è consumata a Partinico una escalation di gravi episodi di criminalità, con svariate rapine in pieno centro storico cittadino. Ogni giorno riceviamo sollecitazioni da parte dell’opinione pubblica affinché si intervenga in maniera ancora più stringente. La questione vera è la drammatica carenza di organici delle nostre forze dell’ordine che non consente di garantire il necessario controllo del territorio”. Sotto questo aspetto un sicuro deterrente per la criminalità potrebbe essere la videosorveglianza, progetto messo a punto proprio da Lo Baido negli anni passati e dato in appalto in questi giorni dal Comune. In tutto sono previste le installazioni di 34 telecamere di ultima generazione che permetteranno il monitoraggio a ciclo continuo di 20 o più siti sensibili in città. Nel progetto è prevista la creazione di una rete locale Hiper Line che permetterà di gestire il collegamento fra le telecamere attraverso un’infrastruttura wireless del tutto autonoma che eviterà al Comune il pagamento di canoni verso altri gestori esterni. Un sistema studiato per permettere l’eventuale ampliamento nel caso dell’acquisto di ulteriori telecamere. Le postazioni saranno mobili e potranno essere spostate in base alle necessità. “Necessita però – aggiungono i due consiglieri – un’azione immediata e incisiva per garantire una maggiore sicurezza ai nostri cittadini. Avvertiamo l’esigenza di attuare una riflessione più generale sulla situazione dell’ordine pubblico nel territorio al fine di individuare dei margini per migliorare il coordinamento e le sinergie tra le istituzioni preposte”. Ecco perché Lo Baido e Rappa hanno chiesto al primo cittadino, in qualità di “massimo esponente della pubblica sicurezza nel territorio”, di chiedere l’immediata convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica al prefetto di Palermo “al fine di individuare una strategia comune attraverso cui fronteggiare le emergenze”.
Cantieri di servizio, ecco le somme assegnate
Boccata d’ossigeno per migliaia di disoccupati siciliani con il finanziamento dei cantieri di servizio. Sul sito istituzionale del dipartimento Lavoro è stato pubblicato l’elenco dei programmi di lavoro presentati dai comuni ammessi al finanziamento e il riparto delle somme disponibili, pubblicazione che segna l’avvio delle misure straordinarie e urgenti per mitigare le condizioni di povertà ed emarginazione sociale, deliberate dalla giunta regionale il 6 giugno 2013. Tutti i comuni dell’Isola potranno in tal modo attivare cantieri di servizi destinati a realizzare programmi di lavoro in cui utilizzare soggetti in possesso di un reddito insufficiente a garantire condizioni dignitose di vita”. Con un contributo mensile di 442,30 euro, più integrazioni per ogni familiare a carico, si tratta ovviamente di un piccolo ma significativo sostegno per circa 24 mila nuclei familiari, seppure per un tempo abbastanza limitato. Il criterio seguito dalla Regione per la ripartizione delle somme è quello della popolazione attiva: per i comuni con un numero inferiore a 2150 si è proceduto ad assegnare la cifra di € 26.000, che è pari al finanziamento medio di un cantiere di servizio costituito da 10 beneficiari. Per gli altri comuni si è ripartita la restante somma in base alla popolazione attiva. Queste nel dettaglio le somme assegnate nel trapanese: Trapani € 675.356,10; Alcamo € 441.979,26; Calatafimi-Segesta € 67.671,19; Castellammare del Golfo € 142.433,31; Custonaci € 52.591,96; Erice € 273.220,71; Favignana € 40.819,24; Gibellina € 41.589,79; Marsala € 782.422,49; Mazara del Vallo € 487.636,35; Paceco € 112.040,78; Partanna € 105.866,68. Ad Alcamo sono 13 i cantieri di lavoro per cui è stato chiesto il finanziamento e riguardano sia i servizi sociali che quelli Tecnici. I posti disponibili saranno assegnati: nella misura del 50% ai giovani di età compresa tra i 18 e i 36 anni; del 20% alla fascia compresa tra i 37 e i 50 anni; un ulteriore 20% agli ultracinquantenni; il 5% ai soggetti immigrati in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro o per ricongiunzione familiare; un altro 5% ai soggetti portatori di handicap, riconosciuti dalla commissione sanitaria.
Alcamo, lavori pubblici appaltati: entro gennaio al via
La realizzazione del rifugio sanitario per cani, la videosorveglianza, la Cittadella dei Giovani, la riqualificazione delle aree S’Anna e S. Ippolito, il restauro della Cuba delle Rose, il Biomercato del Contadino, la manutenzione viabilità interna ed esterna, la manutenzione rete idrica e fognaria e il rifacimento di parte dell’illuminazione pubblica: sono tutti i lavori pubblici appaltati dal Comune di Alcamo e saranno presentati domani, alle ore 11.30, presso il Palazzo di Città.
Tutti i lavori avranno inizio entro la fine di gennaio 2014, mentre già dalla prossima settimana prenderanno il via quelli relativi al rifugio sanitario per cani presso il bene confiscato alla mafia di Contrada Tre Noci. All’incontro saranno presenti l’assessore ai lavori pubblici, Massimo Melodia, l’assessore al bilancio, Gianluca Abbinanti e le ditte aggiudicatrici.
Si tratta del corposo programma di opere pubbliche già appaltate dal Comune di Alcamo nel corso del 2013, frutto soprattutto di finanziamenti esterni, per un investimento totale di oltre 14,7 milioni di euro.
Sarà consegnato alle ditte presenti il protocollo d’intesa firmato con le associazioni sindacali CNA, CISL FILCA, FILLEA CGIL, FENEAL UIL e l’Associazione Antiracket Ed Antiusura, nonché il Protocollo Unico di Legalità sottoscritto alla Presidenza della Regione con le prefetture delle nove province siciliane.
L’assessore Melodia dichiara: “l’Amministrazione rivolge una grande attenzione alle imprese locali, offrendo loro un’opportunità in più in un momento di grande crisi economica soprattutto nel comparto edilizio” e ribadisce :“il Protocollo di intesa ha l’obiettivo di sensibilizzare le imprese aggiudicatarie ad assumere maestranze locali i cui nomi potranno essere attinti dalle liste di collocamento e, nel caso di sub appalto, regolarmente autorizzato, potrà farsi ricorso a imprese locali, i cui nominativi potranno essere attinti dall’Albo delle imprese di fiducia del Comune di Alcamo”.