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domenica, Giugno 8, 2025
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Randagismo, a Partinico il Sindaco accusa gli altri paesi

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Sembra sia tornato il problema del randagismo nei Comuni del Golfo di Castellammare. Negli ultimi giorni ad Alcamo nella centralissima Piazza Ciullo ma anche nelle vie centrali del paese e in quelle periferiche come nei quartieri popolari e no, sono stati segnalati cani randagi che liberamente scorazzano.

Ad Alcamo la questione randagismo negli anni scorsi creò non poche polemiche con decisioni da parte della magistratura che obbligò il Comune, a suo tempo sindaco Giacomo Scala, a trasferire i cani randagi in un canile in calabria che costa alle casse del Comune non pochi soldi. Oggi il Comune di Alcamo è dotato anche di una anagrafe canina.

Nei giorni scorsi polemiche anche a Partinico dove il Sindaco Salvo Lo Biundo ha dichiarato in una conferenza stampa che il problema del randagismo a Partinico sarebbe causato dai cittadini dei paesi vicini che porterebbero i cani randagi nella cittadina di cui è Sindaco.

Una tesi che ha sorpreso tanti anche in considerazione del fatto che il canile è attualmente chiuso perchè attende il collaudo dalla ditta che ha vinto l’appalto che richiede l’ultima tranche dei finanziamenti.

Il problema dunque si ripete tra cani randagi, cani abbandonati e nuove leggi sulla protezione e rispetto degli animali e tentativi e rischi di aggressione a cittadini, come recentemente è stato segnalato a Partinico.

Il problema nasce anche dal fatto che spesso i cani randagi, oltre a muoversi in città e nelle periferie, si muovono in branchi difficilmente controllabili nelle loro reazioni o azioni verso i cittadini.

Dall’altra parte è sempre maggiore la sensibilizzazione da parte degli animalisti sul rispetto e sulla protezione degli animali.

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Crocetta corre ai ripari, finanziaria da rifare

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Adesso Crocetta, in simbiosi con l’assessore Bianchi, deve fare di tutto per affrettare i tempi e cercare di risolvere la questione della Finanziaria cassata in gran parte dal Commissario dello Stato.

A rischio ormai ci sono gli stipendi dei regionali e di tutto il mondo dei lavoratori che ruota in un modo o nell’altro attorno alla Regione, dalle associazioni, agli Enti, alle strutture para regionali perchè, ormai è chiaro da tempo, dopo anni e anni di dire che ci vuole l’intervento del privato e ridurre quello pubblico alla fine non si è fatto altro che istituire e far nascere strutture che sono private ma che poi alla fine per tirare avanti aspettano finanziarie nazionali e regionali e a volte, anzi più volte, i bilanci dei Comuni e delle provincie.

Dopo l’incontro a Roma che Crocetta fa intendere positivo con un accordo, non ben specificato, con il Governo Nazionale, Letta e Saccomanni si dovrebbe intendere anche se Letta non era in Italia, ora il Presidente della Regione e l’assessore Bianchi dovranno in pratica rifare la finanziaria, una finanziaria bis insomma.

La prima, quella poi bocciata in gran parte del Commissario, fu accolta e approvata con entusiasmo e sembrò un successo politico e aministrativo di Crocetta perchè arrivò mentre fioccavano un’ottantina di avvisi di garanzia a deputati regionali di questa e delle passate legislatura per la gestione delle spese dei gruppi all’Ars e con loro avvisi anche a funzionari regionali, tanto che Crocetta in pratica tuonò contro il rimpasto richiesto da PD e UDC.

Ora con l’intervento del Commissario del Governo i partiti in pratica sonor itornati in sella e Crocetta deve cercare il modo di riparare la questione.

Da più parti si parla di un attacco non alla Regione ma allo stesso Crocetta ma la cosa è fortemente respinta dallo stesso Commissario che dichiara seccamente di aver solo applicato la legge.

Tra Consorzi e aree metropolitane che non nascono e questioni politiche irrisolte in attesa di novità che non arrivano il problema ora ricade sui dipendenti pubblici regionali ed enti ed asociazioni mentre i partiti, PD e UDC, che da tempo sono in polemica con Crocetta riprendono forza e attendono forse lo stato di crisi.

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C/mmare, cerimonia per le vittime di Pizzolungo

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In occasione del ventinovesimo anniversario della strage di Pizzolungo, Castellammare del golfo onorerà le vittime con una cerimonia che si terrà venerdì 4 aprile: “Omaggio a Barbara, Giuseppe e Salvatore, vittime innocenti della barbàrie mafiosa. Per non dimenticare- 2 aprile 1985- Strage di Pizzolungo”. Il programma dell’amministrazione prevede, alle ore 10, nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova, in corso Garibaldi, la messa in suffragio delle vittime della strage. Alle ore 11, alla biblioteca comunale intitolata proprio a “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta”, il ricordo delle vittime della strage. Alla manifestazione sarà presente Margherita Asta ed altri familiari di vittime della mafia, rappresentanti locali di Libera e dell’Osservatorio per la legalità.

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C/mmare del Golfo: restlyng villa, tempi si allungano

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Tutto da rifare per appaltare i lavori alla villa Margherita di Castellammare del Golfo. Così ha deciso il III Settore del Comune, diretto dall’ingegnere Simone Cusumano, che ha stabilito in autotutela l’annullamento di ogni procedura dei mesi scorsi posta in essere per l’aggiudicazione dell’appalto. Si allontana quindi il giorno dell’apertura del cantiere: in sostanza ora il Comune dovrà indire un nuovo capitolato e un nuovo bando di sana pianta. Il provvedimento del funzionario del Comune prende spunto da alcune normative che si sarebbe recentemente succedute che hanno mutato l’assetto legislativo in modo tale da indurre il Comune a dovere rivedere le procedure. “La procedura di revoca in autotutela – precisa Cusumano – si rende necessaria al fine di evitare danni economici al Comune, tali quelli che si determinerebbero con la stipula del contratto e di bandire una nuova gara dopo l’approvazione del progetto adeguato”. Infatti si dovrà rivedere persino il progetto per effetto delle novità introdotte dal “Decreto del fare” che stabilisce nuovi criteri per l’aggiudicazione degli appalti. Dovrà essere adeguato nello specifico l’importo a base d’asta. Inevitabile quindi che si dovrà attendere ancora un po’ di tempo per arrivare all’individuazione delle ditte a cui affidare il mastodontico appalto che ammonta a un milione e 200 mila euro. La giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola per ben due volte ha stoppato tutto, rinviando a data da destinarsi la gara. Il maxi finanziamento in questione servirà per un complessivo restyling dell’area che da tempo è in preda ai vandali e al degrado in generale. I soldi saranno utilizzati per la sistemazione del verde e per interventi strutturali. Si tratta di uno stanziamento per la manutenzione straordinaria. In realtà la gara si sarebbe dovuta già espletare una prima volta lo scorso 29 agosto ma a causa dell’assenza per motivi di salute di un componente della commissione comunale è stato tutto rinviato a data da destinarsi. Gli interventi previsti rimetteranno a lucido la storica villetta che si trova proprio nell’area antistante della sede centrale del Comune castellammarese. I lavori interesseranno la pavimentazione, i viali alberati con relativa sistemazione delle piante e anche un generale restyling del cancello d’ingresso, delle mura perimetrali e delle ringhiere che si affacciano sul Belvedere. Un’area di assoluto rilievo per Castellammare, non solo per la sua valenza artistica ma anche per la presenza delle più svariate essenze arboree e per il meraviglioso panorama che offre la villa stessa che si affaccia a strapiombo sul Golfo di Castellammare. L’iniziativa del Comune prende spunto comunque dalle diverse lamentele che il neosindaco, Nicola Coppola, ha raccolto da residenti e anche da turisti. “Le segnalazioni che mi sono state fatte – sostiene il primo cittadino – le accetto ben volentieri e le uso come stimolo ad un immediata valutazione che mi porta a potere comunicare, nell’immediato, che sarà fatto carico, da parte dell’amministrazione, un’opera di trasformazione e abbellimento della villa stessa, con un appalto di lavori per oltre un milione di euro”.

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Valle del belice, 46 anni dopo il sisma ancora macerie

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TRAPANI – Valle del Belice, dove il tempo si è fermato. Esattamente a quel 15 gennaio del 1968, quando la terra tremò e distrusse gran parte del territorio trapanese: Gibellina, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Vita e Salemi. 46 anni dopo il tempo sembra quasi essersi fermato. La ricostruzione è stata molto parziale, gli interventi dello Stato a singhiozzo e gran parte del territorio non è mai più stato recuperato ma lasciato a marcire tra i ruderi. Nel mezzo anche tante promesse, l’ultima quella del governo nazionale di fare arrivare altri 30 milioni di euro da destinare proprio alla ricostruzione. Potrebbero sembrare tanti ma basta dare uno sguardo attorno a questa martoriata terra per accorgersi che questa cifra non è altro che una goccia nel mare. Il mare è quello delle macerie mai rimosse che hanno sommerso non solo la terra ma anche le coscienze. Gibellina, così come tanti altri comuni del comprensorio sfregiati da quel terribile sisma di quasi mezzo secolo fa oramai, è diventato un paese di anziani, dove spazio per le speranze dei giovani non ce n’è più. La realtà oggi è agghiacciante. Quei 30 milioni promessi, che appaiono oramai come l’ultima tranche di fondi per la ricostruzione, sempre che mai arriveranno, non potranno mai bastare neanche per recuperare uno solo dei territori terremotati. A Vita, così come a Poggioreale o a Salapatura, ci sono situazioni davvero incredibile, non certamente pensabili nel terzo millennio. Qui ancora esistono pozzi neri al posto della rete fognaria, gruppi elettrogeni, cavi volanti e luci da cantiere al posto delle linee elettriche. Autobotti che suppliscono all’assenza della rete idrica. Banchi di terra al posto di strade e marciapiedi. In questa valle di lacrime si continuano a reclamare diritti ancora negati: finanziamenti non stanziati se non in piccole tranche erogate a singhiozzo, opere di urbanizzazione primaria non ancora realizzate. Nella zona c’è chi ha già ultimato la propria casa anticipando le somme in attesa dei finanziamenti statali, altri hanno eretto solo le fondamenta, altri ancora neppure quelle. Recentemente è stato depositato in Senato un ddl per dichiarare Gibellina “monumento nazionale”: “E’ l’unico modo concreto per promuovere un centro artistico di valore mondiale e per contrastare un degrado insopportabile”, ha spiegato il primo firmatario Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura del Senato. Tra le tante promesse post-ricostruzione c’è da menzionare a livello emblematico lo stanziamento del finanziamento, stimato nel 2006 dal parlamento per un importo di 450 milioni di euro, necessario al completamento della ricostruzione e alla realizzazione delle opere pubbliche. In otto anni, dei 300 milioni di euro previsti per l’edilizia privata e dei 150 milioni di euro da destinare alle opere pubbliche, sono stati stanziati, nella legge di stabilità 2013 soltanto 45 milioni di euro di cui solo 10 trasferiti nelle casse comunali e utilizzati per l’edilizia privata. Anche la Regione ha le sue colpe: a distanza di un anno dagli impegni assunti tarda a costituirsi la commissione speciale sul Belice in cui i sindaci dovrebbero essere chiamati ad affiancare il governo siciliano nell’attività di programmazione per l’utilizzo dei fondi strutturali comunitari 2014-2021.

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Trappeto, stipendi al Comune un macigno

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TRAPPETO. Un paesino di appena 3 mila e 200 abitanti, apparentemente un puntino sulla carta geografica siciliana. Eppure con un grande record: quello della spesa per pagare i dipendenti e i contrattisti del Comune. Ognuno di questi lavoratori pesa mediamente sulle spalle di ogni singolo cittadino trappetese qualcosa come 500 euro l’anno. Il conto è presto fatto: la spesa del personale rendicontata, ultima delle quali relativa al 2012, è pari a un milione e 600 mila euro all’incirca. Spesa che suddivisa tra i residenti arriva alla cifra di 500 euro l’anno in media per singolo abitante. Un rapporto abnorme che non ha potuto far altro che rilevare persino la Corte dei Conti nell’ultima relazione elaborata per la verifica dello stato di salute delle finanze del Comune trappetese. “Si è verificato il mancato rispetto, in sede previsionale, – si legge – del limite imposto dalla Legge vigente di un’incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente e di proroghe di contratti a tempo determinato. Da sottolineare la presenza di un numero elevato di unità di personale sia nel 2011 che nel 2012 in rapporto al numero di posti previsti in pianta organica”. Insomma, troppo personale in servizio e di conseguenza troppe spese insopportabili per un piccolo ente come quello di Trappeto. Esiste quindi un evidente esubero in pianta organica: “Al fine del contenimento della spesa del personale – rileva comunque il consiglio comunale – l’Ente, dall’esercizio 2004, ha provveduto a sopprimere i posti che si sono resi liberi in pianta organica per pensionamenti o trasferimenti”. Negli ultimi 10 anni, a dire il vero, in pochi sono andati in pensione: appena 17 unità, cifra irrisoria rispetto all’enormità dei costi sostenuti dal Comune. Effettivamente l’ammontare della spesa del personale nell’anno 2011 è di un milione e 569.436,87 euro, superiore di 229 mila 244,87 euro rispetto alla medesima spesa dell’anno 2004. Quindi spese che sono lievitate anche se il civico consesso ha evidenziato un fatto: “Se si esclude l’importo ricevuto dalla Regione Siciliana per il personale contrattualizzato, pari a 505 mila 584,33 euro, l’importo complessivo della spesa del personale arriva a poco più di un milione, e pertanto entro i limiti della spesa del 2004”. Ma nel frattempo, sino ad arrivare al 2012, i costi sono via via lievitati: oggi infatti la spesa per il personale ammonta a un milione e 153 mila euro, al netto sempre della parte di stipendi a carico della Regione per ciò che concerne i contrattisti. Recentemente i magistrati contabili hanno bacchettato il Comune anche per “il ricorso a frequenti anticipazioni di tesoreria” mentre si denuncia una carente riscossione dei crediti. In pratica mentre l’ente si indebita con le banche, pagando fior di interessi proprio perché manca liquidità, gli evasori riescono ancora ad oggi a scucire quanto dovuto con estrema lentezza. Ecco perché dal 2009 al 2013 gli uffici hanno provveduto ad effettuare accertamenti contro gli evasori fiscali accertando un’elusione pari a 700 mila euro.

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Trapani: pane al sapor di cocaina

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Un filone di pane condito con un ingrediente particolare, la cocaina. Un giovane, Alberto Sansica, 32 anni, è stato arrestato a Trapani dagli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Procura, perché sorpreso a trasportare una decina di dosi di cocaina, per circa 8 grammi, nascosti, per l’appunto, all’interno di una pagnotta di pane. Sansica è stato bloccato all’imbarcadero degli aliscafi per le isole Egadi e sottoposto a perquisizione. Portava con se un sacchetto con dentro il pane, ha detto agli agenti che avrebbe dovuto consegnarlo ad un passeggero in partenza. La scoperta è stata sorprendente. Una delle pagnotte era stata bucata e svuotata di parte della mollica per permettere così di introdurre le palline di cocaina. Il destinatario di quel pane è rimasto però senza volto, né Sansica ha collaborato alla identificazione. Il giovane è stato così arrestato, il gip ha convalidato il fermo e disposto gli arresti domiciliari.

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Alcamo: Urbanistica, tutto congelato

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ALCAMO – Solo due unità di personale effettive nelle stanze dell’ufficio tecnico del Comune di Alcamo e la paralisi continua. Gli oneri concessori nell’anno appena trascorso ammonta a poco più di 400 mila euro, altrettante le somme per la sanatoria edilizia. Un trend in netto calo rispetto all’anno precedente, un po’ per colpa della crisi congiunturale che ha quasi del tutto fermato il mercato del mattone, un po’ perché in realtà da tempo l’ufficio tecnico è praticamente congelato per una serie di problematiche, soprattutto di ordine gestionale. Al punto che l’estate trascorsa il sindaco Sebastiano Bonventre ha deciso di ritirare la delega all’urbanistica all’attuale assessore Gino Paglino e di revocare la dirigente Anna Parrino. Nel contempo il settore fu smembrato in due, tornando quindi al vecchio assetto prima della riforma di accorpamento. Secondo il consigliere comunale Alessandro Calvaruso due i motivi principali che hanno creato questa situazione.

La parabola discendente del settore Urbanistica del Comune alcamese iniziò con la storia della Pedemontana, quando emerse una vicenda di concessioni edilizie e costruzioni illegittime in questa fascia di territorio ai piedi del Monte Bonifato. In atto c’è ancora un’inchiesta aperta da parte della Procura di Trapani anche se recentemente il Comune ha costituito un’equipe tecnica per verificare se esistono i presupposti per riprendere l’iter di rilascio delle concessioni edilizie proprio in questa zona. Il problema sostanziale è che il piano regolatore generale del Comune è stato dichiarato scaduto e da qui sono venute fuori delle restrizioni urbanistiche, specie all’interno del perimetro della pedemontana. Un problema delicato su cui da tempo ha accesso i suoi riflettori anche il consiglio comunale, preoccupato per lo stato comatoso del settore edilizio locale. Ecco perché il civico consesso è tornato alla carica. In realtà proprio il settore Urbanistica e Pianificazione del territorio è stato oggetto di un nuovo assetto in queste settimane. Con apposita determina è stato disposto il nuovo assetto organizzativo interno attraverso la nomina dei responsabili dei Servizi, delle aree di posizione organizzativa, delle deleghe di funzioni vicarie e funzioni dirigenziali e delle disposizioni organizzative e funzionali.

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Trapani, scuola abbandonata e vandalizzata: esposto denuncia

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Girolamo Fazio, in qualità di consigliere comunale di Trapani, capogruppo di “Uniti per il futuro” ha inviato un esposto denuncia per chiedere un accertamento sulla vicenda della scuola Buscaino Campo e verificare se vi siano eventuali responsabilità da parete della amministrazione comunale di Trapani. Il documento è stato inviato alla Corte dei conti, alla Procura della Repubblica, all’assessorato Regionale per le Autonomie Locali ed alla Prefettura di Trapani.

La scuola è stata chiusa nell’aprile scorso con un’ordinanza del sindaco Vito Damiano a causa di presenza di amianto nel linoleum della pavimentazione e gli studenti sono stati trasferiti in un’altra sede. Ammettendo pacificamente che l’ordinanza di chiusura fosse ampiamente motivata, tuttavia Fazio lamenta nell’esposto “la successiva inattività del Comune di Trapani che non ha provveduto ad alcun tipo di intervento sul plesso scolastico” sottolineando che “l’immobile necessitava di un intervento di ripristino al fine di assicurarne la piena funzionalità, l’Amministrazione Comunale ha invece deciso di mantenerne la chiusura senza provvedere ad un minimo di vigilanza e custodia” poiché, si legge ancora nel documento “all’intervento diretto, ha preferito inserire la ristrutturazione della scuola nel piano triennale delle opere pubbliche e chiedere un finanziamento alla Regione Siciliana, ancora non pervenuto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La scuola priva di vigilanza è stata pesantemente vandalizzata: vetri rotti alla maggior parte della finestre, accessi forzati, infissi danneggiati, pannellature dei tetti divelte, suppellettili scolastiche vandalizzate e abbandonate all’aperto. È stata persino forzata la porta dei locali tecnici.

Evidenti i danni: potrebbero ammontare ad alcune centinaia di migliaia di euro. Queste le ragioni – riferite nell’esposto denuncia corredato di documentazione fotografica – per cui il consigliere Fazio chiede “di verificare eventuali ipotesi di responsabilità di qualsivoglia natura, amministrative, contabili o penali per le evidenti omissioni che palesemente hanno condotto al deperimento del bene pubblico”.

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Alcamo: concessioni edilizie, aumento del 10 per cento

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Aumento sì, ma non del 25 per cento delle concessioni edilizie. Il Comune di Alcamo fa una parziale marcia indietro e ritira la delibera approvato lo scorso 14 gennaio in cui si stabiliva un sostanzioso ritocco all’insù per il rilascio delle concessioni edilizie. Un atto ritirato a quanto pare per un errore di calcolo, ammesso dalla stessa amministrazione e comunale: “Essendosi riscontrati materiali errori di calcolo – si legge nella delibera dell’esecutivo guidato da Sebastiano Bonventre – relativamente all’ adeguamento del costo di costruzione, ed in ottemperanza alla disposizione impartita dal Segretario Generale del Comune, l’Ufficio ha provveduto alla rielaborazione del calcolo mediante la semplice applicazione dell’incremento corrispondente su quello vigente alla data del 31 dicembre 2013”. L’aumento comunque resta ed anche abbastanza importante: si parla infatti di un +10 per cento in media. Sono state rivisitate le voci del prezzario dei lavori pubblici regionale per verificare, caso per caso, l’aderenza o meno alle attuali situazioni del mercato e provvedendo, dove necessario, alla sostituzione con altra similare ma più idonea tipologia di lavorazione. Con tali criteri, dalle differenze economiche in euro riscontrate per gli articoli presi in considerazione, sono state ricavate le aliquote percentuali in aumento e, da queste ultime è stata calcolata la percentuale complessiva di aumento medio che, per l’anno 2013/14 è risultata pari a 10,50 per cento, compresa mano d’opera. Inoltre il nuovo calcolo del costo di costruzione per l’anno 2014 è stato condotto sulla scorta della variazione Istat del costo di costruzione dei fabbricati residenziali nel periodo intercorrente tra il mese di giugno 2012 e il mese di giugno 2013. Il costo di costruzione è dunque salito in maniera davvero irrisoria, passando dai 204,60 euro a metro quadrato ai 205,80. Storia diversa invece per quanto concerne gli oneri di urbanizzazione: per gli interventi primari, ad esempio per costruire strade e parcheggi, si passa dai 48,63 euro metro quadrato ai 53,74, oppure per la rete fognaria da 76,96 per metro lineare a 86,15. Per le opere di urbanizzazione secondaria attrezzature scolastiche e di interesse comune salgono da 156,68 per metro cubo agli attuali 173,13, le attrezzature sportive e il verde di quartiere subisce u aumento di due euro per metro quadro. Provvedimento tempestivo quello dell’amministrazione nel ritirare la delibera che determinava un aumento così esoso. Già stavano cominciando a salire le prime proteste della categoria che lamenta il periodo di crisi: certamente gli aumenti così consistenti non avrebbero aiutato granchè ad una ipotetica risalita. Un comparto, quello edile, che ha già chiesto aiuto al Comune attraverso la stipula di un protocollo d’intesa nei mesi scorsi, nel quale impegna l’amministrazione a sollecitare le ditte vincitrice degli appalti pubblici all’assunzione di mano d’opera locale. Recentemente non poche polemiche si sono scatenate in consiglio comunale per la bocciatura di una mozione, presentata dal movimento Abc, che prevedeva una serie di agevolazioni per il settore edile e anche per i cittadini che intendevano investire nel mattone.

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