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venerdì, Giugno 20, 2025
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Luci per la pace la notte di Natale

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La notte di Natale, verrà acceso metaforicamente un “pensiero luminoso” in memoria di quanti nel Mediterraneo hanno perso la vita e visto infrangersi il sogno di speranza e di libertà, e per non dimenticare i gravissimi disagi, le mortificazioni, le umiliazioni e l’inumano squallore che accompagna l’esodo dei sopravvissuti. “Noi, uomini del Sud, – scrivono i sindaci rispettivamente di Erice Giacomo Tranchida e delle Egadi, Giuseppe Pagoto – figli, nipoti, “eredi” dei processi emigratori del passato, verso le Americhe, il nord Europa e poi il nord Italia, oggi attraversati da una crisi socio-economica che nega un futuro certo ai nostri giovani, memori del passato, dobbiamo essere attenti testimoni e portavoce della ricerca di libertà e dei diritti umani nel Mediterraneo esaltandone le diversità razziali, sociali e culturali che diventano ricchezza e valore aggiunto per una società veramente matura”. L’appello dei due primi cittadini viene lanciato alle comunità di Pantelleria, Lampedusa, Marsala, San Vito Lo Capo, Mazara del Vallo, Trapani, Valderice, Castellammare del Golfo, Custonaci, mentre ha già espresso apprezzamento al “pensiero luminoso” la Comunità di Sant’Egidio. L’iniziativa partirà da Erice e dalle Isole Egadi: verrà proposto ai cittadini delle rispettive comunità l’accensione di migliaia piccole luci – candele, lumini, lampadine, ma anche quelle dei telefonini, e quant’altro può suggerire la fantasia – che insieme diverranno un grande “faro” comunitario nel Cuore del Mediterraneo. Oltre alle istituzioni locali si cercherà di coinvolgere le parrocchie, le associazioni e in primo luogo tutti i cittadini che vorranno accendere nella notte di Natale un lumicino davanti casa affinché questo Messaggio di Pace e di solidarietà possa giungere il più lontano possibile (e in primo luogo nei cuori dei governanti europei) e che non si limiti a rimanere isolato alla sola notte del Santo Natale. Il messaggio di pace, che vuole anche essere di riflessione critica sulla “lontananza” dell’Europa – quella in particolare interessata solo alle banche e soggiogata dalle leggi della finanza e non appassionata alla costruzione e formazione di una comunità dove i temi dell’accoglienza e della solidarietà diventano fondamenti e baluardi di democrazia – contemporaneamente vuole essere proposto a tutte le località (costiere e non) che vorranno aderire all’iniziativa.Accanto al messaggio ideale, l’obiettivo politico: quello di ottenere maggiore attenzione verso il fenomeno migratorio, sollecitando tutti i livelli delle istituzioni, locali, regionali, nazionali, e soprattutto europee ad una riflessione congiunta verso un sentimento comune di responsabilità per poter fronteggiare “non da soli” la fase di emergenza.

Immacolata Concezione, domani il vescovo ad Alcamo

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Domani la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione, una festa molto sentita in Sicilia e in particolare nella Diocesi di Trapani dove numerosissime sono le chiese titolate all’Immacolata e dunque le processioni che tradizionalmente si svolgono a Trapani, Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi, Calatafimi (inizio alle ore 04.30 del mattino e conclusione con la messa alle ore 6.30 nella Chiesa di San Michele), San Vito Lo Capo, Custonaci e nelle frazioni di San Marco (con fiaccolata alla Cappella di Capo scale e alle ore 18 la Santa Messa nella Chiesa “Maria Santissima della Purità”), Castelluzzo, Xitta, Nubia, Marausa, Chiesanuova. Il vescovo Pietro Maria Fragnelli celebrerà ad Alcamo alle ore 10.30 alla presenza del sindaco e delle autorità cittadine che accederanno il cero votivo alla Vergine Immacolata, mentre la processione con il Simulacro partirà dalla Chiesa di San Francesco d’Assisi alle ore 15.30 per fare ritorno in parrocchia intorno alle ore 19.00.Sempre domani, alle 17.30, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Trapani il vescovo presiederà la celebrazione eucaristica. Alle ore 19.00 il simulacro dell’immacolata lascerà la chiesa per la processione per le vie del centro storico.

Alcamo: discarica a rischio inquinamento

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ALCAMO – Rischio di grave inquinamento ambientale alla discarica di contrada vallone Monaco di Alcamo. L’allarme viene lanciato dal tecnico comunale Aldo Palmeri. A minacciare la possibilità che si possa verificare una situazione di degrado ambientale la presenza in forma massiccia di percolato proveniente dal sito e prodotto in modo così sostanzioso dalle copiose piogge degli ultimi giorni. “C’è la necessità di intervenire per il ripristino delle condizioni di sicurezza – sottolinea nella sua relazione Palmeri – minate dalle copiose precipitazioni meteoriche che hanno provocato l’aumento di produzione di percolato nella discarica non più gestibile con i mezzi a disposizione del Comune”. Il percolato prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani è un refluo Che contiene inquinanti organici e inorganici, e quindi altamente pericoloso se disperso nell’ambiente circostante. Sempre secondo il tecnico comunale le attuali condizioni in cui versa la discarica “minacciano grave inquinamento ambientale con rilevanti problemi di natura igienico-sanitaria”. Da qui è partita un’ordinanza con carattere d’urgenza del sindaco Sebastiano Bonventre. Il comune infatti, secondo le normative vigenti, deve raccogliere il percolato per trattarlo opportunamente nel sito stesso della discarica o trasportarlo in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi. E considerata la situazione è scattata una vera e propria corsa contro il tempo: “I tempi necessari per attivare le procedure di gara per i lavori occorrenti – sottolinea ancora Aldo Palmeri – non sono compatibili con 1’urgenza imposta dalla grave emergenza igienico-sanitaria che in atto persiste”. Nel provvedimento il sindaco Sebastiano Bonventre fa ricorso alla “procedura di somma urgenza prevista dalla normativa vigente nei casi di emergenza igienico-sanitaria e di igiene pubblica a carattere locale”. Sulla discarica, da una verifica effettuata personalmente dal tecnici preposto, esiste la reale minaccia di fuoriuscita di percolato e che, se avvenisse, costituirebbe un sicuro inquinamento ambientale”. Proprio per questo motivo si ritiene improcrastinabile l’intervento di somma urgenza che preveda lo svuotamento del sito di contrada Vallone-Monaco  continuo da effettuare sia con i mezzi al momento operanti, sia con l’affidamento a una ditta specializzata dotata di un ulteriore strumento idoneo al prelievo e trasporto del percolato. Nello specifico per l’intervento alla discarica di Alcamo è ritenuto necessario un impegno economico di 22  mila euro, somma che sarebbe sufficiente al prelievo di circa 333 tonnellate di percolato, quantità che consente di tamponare momentaneamente il rischio di inquinamento ambientale in attesa di potere procedere ad indire una trattativa negoziata che consenta l’ordinarietà dell’espletamento del servizio.

Partinico: crisi agricoltura, nasce tavolo tecnico

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Nasce un tavolo permanente per affrontare i problemi dell’agricoltura della zona del partinicese, afflitta da carenze infrastrutturali e servizi quasi del tutto inesistenti. La costituzione ufficiale è stata sancita al culmine di un incontro avuto tra la III e IV Commissione Parlamentare dell’Ars e il “Comitato democratico per una sana gestione delle acque della diga sullo Jato”, composto dai Comuni di Trappeto, Balestrate, Partinico e da rappresentanti degli agricoltori del comprensorio irriguo. Il comitato ha consegnato alle due commissioni un documento contenente diverse proposte distinte tra quelle a breve termine, per fronteggiare la situazione emergenziale attuale, e quelle più a lungo termine per le quali occorre, fin da ora, programmare. In primo luogo si chiede l’immediato monitoraggio delle reti, al fine dell’individuazione degli urgenti “interventi tampone” di riparazione delle condotte, da effettuarsi prima della prossima stagione irrigua, con i fondi già disponibili. Allo stato attuale infatti circa il 40 per cento del territorio agricolo non è servito dall’acqua della diga Jato proprio a causa della vetustà delle condotte. Si chiede poi una tariffa “politica” notevolmente ridotta rispetto a quelle vigenti, già a partire dal 2014, che tenga conto dell’attuale crisi del comparto e della necessità di rilanciare le sottoscrizioni dei contratti di fornitura irrigua; la creazione di un catasto particellare delle superfici irrigue; la specifica richiesta di fondi, già a partire dalla nuova programmazione comunitaria 2014-2020, per il rifacimento delle reti e degli impianti; una nuova gestione democratica e partecipata, con la prevista rappresentanza degli agricoltori. I presidenti delle Commissioni hanno condiviso pienamente le ragioni rappresentate dal Comitato accogliendo la richiesta di istituire un tavolo permanente di confronto tra le parti. Il Consorzio dio Bonifica Palermo 2 è stato incaricato di fissare un primo incontro già nei prossimi giorni, e comunque entro le prossime festività Natalizie, per discutere nel dettaglio sulle criticità evidenziate.

Sequestro da 1 mln di euro ai nipoti di Messina Denaro

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Beni per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro sono stati sottoposti al sequestro anticipato ai fini della confisca, tra Palermo, Roma, Milano, Castelvetrano, Borgetto e Bagheria, nei confronti dei fratelli Francesco e Maria Guttadauro, figli di Filippo e Rosalia Messina Denaro, sorella del superlatitante Matteo Messina Denaro. Il sequestro è stato eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani e dagli Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura: un provvedimento emesso dal tribunale di Trapani su Proposta del Questore in applicazione del Testo unico Antimafia. L’operazione giunge a conclusione delle analisi condotte congiuntamente da un apposito «Gruppo di Lavoro», che ha già portato a 4 importanti operazioni di sequestro antimafia dal 2011 ad oggi (maggio 2011: «operazione Salus Iniqua»; gennaio 2012: «operazione Panoramic»; settembre 2012: «operazione Araknos»; aprile 2013, «operazione Corrupti Mores»). I beni comprendono: una società, avente sede legale e un punto vendita presso il centro commerciale Belicittà di Castelvetrano e altro negozio presso il centro commerciale La Fontana di Borgetto, un immobile, due costose autovetture, quattro conti correnti riferibili alla medesima società, e undici rapporti bancari variamente intestati ai fratelli Guttadauro. Le indagini hanno fatto emergere un’operazione di interposizione fittizia che ha visto i titolari di un rinomato gruppo imprenditoriale di Palermo e il relativo asset – operante tra l’altro nel settore della commercializzazione di abbigliamento, calzature, preziosi e pelletteria – assumere un ruolo strumentale in favore del vertice di “Cosa Nostra trapanese”, rappresentando occultamente gli interessi economici di esponenti di primo piano del mandamento mafioso di Castelvetrano, quali Filippo Guttadauro, i figli Francesco e Maria e, per il loro tramite, Matteo Messina Denaro, latitante dal 2 giugno 1993, condannato per associazione mafiosa e omicidi, autore o mandante di alcuni dei crimini più efferati commessi da “Cosa nostra” e, tra questi, le stragi che, nella primavera del 1993, hanno colpito gravemente Roma, Milano e Firenze. Grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali – anche presso un istituto di pena – insieme agli accertamenti patrimoniali e bancari, gli investigatori hanno acquisito fondati elementi sul trasferimento fraudolento di denaro per l’attribuzione fittizia della titolarità di una società, ufficialmente intestata agli imprenditori palermitani, gestori di negozi di abbigliamento ed accessori presso i due centri commerciali di Castelvetrano e Borgetto. Agli inquirenti è apparso chiaro che, secondo il progetto realizzato e seguito da Filippo Guttadauro, nonostante fosse in carcere dal 2006, i due nipoti di Matteo Messina Denaro, fossero in realtà soci occulti degli imprenditori palermitani anche se formalmente inquadrati come dipendenti della società in questione, non disdegnando di assumere la veste di mediatori esclusivi nei rapporti tra gli imprenditori del capoluogo siciliano e Giuseppe Grigoli, per acquisire in maniera occulta la compartecipazione in lucrose iniziative imprenditoriali nel settore della vendita di abbigliamento e preziosi presso grandi centri commerciali.

 

Controlli di polizia ad Alcamo e C/mmare, tre denunce

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In vista delle ormai vicine festività natalizie si intensifica l’attività delle forze dell’ordine, sia ad Alcamo che a Castellammare del Golfo. Dopo gli arresti del mese scorso di due alcamesi sorpresi a rubare in una villetta, prosegue il giro di vite di entrambi i commissariati soprattutto contro i reati predatori. Questa mattina sono stati denunciati per furto in abitazione due giovani, B.I e B.Y., di 26 e 27 anni, entrambi di nazionalità tunisina. I due topi di appartamento, con precedenti, sono ritenuti responsabili di un furto avvenuto l’estate appena trascorsa ai danni di una villetta residenziale di proprietà di una famiglia castellammarese. L’individuazione degli autori è avvenuta in seguito ad una indagine tradizionale, nel corso della quale sono stati sentiti dei testimoni oculari. Decisivo, però, l’accertamento eseguito su un’impronta digitale lasciata da uno dei due tunisini sul posto, rilevata dalla polizia scientifica di Alcamo su una finestra da cui i ladri si erano introdotti nell’abitazione. Essendo stati riscontrati precedenti specifici, nei confronti di B.I. è stata chiesta all’autorità giudiziaria l’emissione di idonea misura cautelare. I controlli soprattutto alle abitazioni lasciate libere dai villeggianti dopo l’estate, si rafforzeranno ulteriormente durante le festività, assicurano dal commissariato proseguiranno perseguito attraverso una decisa azione di prevenzione. Ad Alcamo invece, i controlli degli ultimi giorni, hanno portato alla denuncia di un 35enne, M. D, sorpreso alla guida con un elevato tasso alcolemico nel sangue: l’uomo è stato tradito dall’andatura a “zig zag” della sua auto in una  centralissima arteria stradale. Fermato dagli agenti, dopo il test con l’etilometro, gli è stata immediatamente ritirata, è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Trapani e sanzionato per la mancata copertura assicurativa dell’auto.

Alcamo, Turano: “Si vada al riconteggio”

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Così il deputato regionale Mimmo Turano, stigmatizza l’attuale situazione politica ad Alcamo: “Le vicende legate all’ultima competizione elettorale comunale non possono ridursi ad una sfida tra l’attuale Sindaco Sebastiano Bonventre ed il suo avversario, al ballottaggio, Niclo Solina. La dialettica politica è stata accompagnata dalle denunce e lo scontro si fa sempre più aspro ma anche con il rischio di trasformarsi in meri atti personalistici. Ma i problema non è tra i due. E’ la Città di Alcamo che attende una risposta, che vuole sapere come sono andate le cose prima, durante e dopo il voto. E’ necessario fare chiarezza con l’unico strumento che può essere utile, con la trasparenza degli atti. Si vada ad una verifica e ad un riconteggio delle schede. La Città di Alcamo ha il diritto di sapere chi ha vinto e chi ha perso, senza alcun dubbio e senza code velenose. E’ ormai insopportabile questo continuo scontro a distanza, ormai senza esclusione di colpi, di qualsiasi genere. Si metta fine a tutto questo esaminando ogni singola scheda. Mi auguro che possa essere una richiesta corale che possa, una volta tanto, unire tutte le forze politiche. Non si può amministrare e non si può governare una città condizionati da una costante reciproca delegittimazione”.

S.P. 55, M5S: “Pericoli e disagi a 17 mesi dalla consegna dei lavori”

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“Pericolo e disagi sulla Strada Provinciale 55 che collega Alcamo ad Alcamo Marina, a causa di ulteriori restringimenti della carreggiata, nonostante la Provincia Regionale di Trapani avesse consegnato i lavori per la messa in sicurezza del tratto stradale all’impresa alcamese Di Giorgi s.r.l., già a luglio del 2012, ben 17 mesi fa, con un finanziamento pari a 131mila e 961 euro”. Così, attraverso un atto parlamentare presentato in questi giorni dal deputato regionale Valentina Palmeri, il M5S all’Ars invita la Regione e l’assessorato Infrastrutture ad intervenire sulla vicenda. “Il problema avrebbe dovuto essere definitivamente risolto entro i 30 giorni dalla data di consegna dei lavori (5 luglio 2012) – incalza la Palmeri – non sono chiari, dunque, i motivi per i quali la ditta Di Giorgio non li abbia ancora effettuati ma resta il fatto che la messa in sicurezza dell’arteria costituisce una priorità inderogabile, in quanto la S.P. 55 rappresenta il principale snodo di collegamento tra la città di Alcamo e la nota località balneare di Alcamo Marina”. Il deputato regionale chiede, pertanto, alle istituzioni regionali preposte, se non intendano adoperarsi per accertare le motivazioni relative alla mancata esecuzione dei lavori e se non ritengano opportuno attivarsi, anche in via sussidiaria visto il commissariamento delle province, per far sì che i lavori in questione vengano eseguiti e portati a termine nel più breve tempo possibile, onde evitare reali situazioni di pericolo e gravissime ripercussioni sulla popolazione del territorio, trattandosi, appunto, di un’arteria che riveste una notevolissima importanza non solo nel periodo estivo, durante il quale si sovrappopola, ma in tutti i mesi dell’anno.

Sigilli all’impero dei Niceta

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La rete si va facendo sempre più smagliata. Attorno al boss latitante Matteo Messina Denaro oramai è terra bruciata. Uno dei suoi più imponenti fiancheggiatori, il noto imprenditore palermitano Massimo Niceta, è stato scoperto. A lui, rampollo di una dinastia di imprenditori che in Sicilia hanno realizzato catene di grandi negozi di abbigliamento che riportano come marchio di fabbrica proprio Niceta, il tribunale Misure di prevenzione di Palermo ha praticamente sottratto il suo impero: è scattata infatti una maxiconfisca. Carabinieri e finanzieri hanno messo i sigilli a 11 società che si occupano della gestione di negozi di abbigliamento, di gioiellerie, ma anche di un grande patrimonio immobiliare. Il sequestro riguarda 12 fabbricati, 23 terreni, 16 auto e ingenti disponibilità finanziarie. Le verifiche del Ros, del Gico di Palermo e dello Scico, il servizio centrale investigazioni criminalità organizzata della Finanza, sono arrivate a una conclusione: i Niceta avrebbero fatto da prestanome anche a mafiosi di rango dell’entourage di Matteo Messina Denaro. Intercettazioni e pedinamenti hanno sorpreso ad esempio i Niceta in contatto con Francesco Guttadauro, il figlio di Filippo, il cognato di Messina Denaro, nonché suo postino fidato per le comunicazioni con il boss Bernardo Provenzano. Tempo addietro, nell’ambito di una delle tate perquisizioni che furono fatte nei confronti di fiancheggiatori del superboss di Castelvetrano, fu rinvenuto un pizzino in cui c’era scritto: “Carissimo amico mio – scriveva Matteo Messina Denaro al boss Salvatore Lo Piccolo – la ringrazio di avere trovato il tempo di occuparsi della vicenda del mio amico massimo”. Alla luce di successive indagini l’amico di cui parla Messina Denaro era proprio Niceta. Le indagini dei carabinieri del Ros e della Guardia di finanza dicono che i Niceta , vale a dire il padre Mario e i figli Massimo, Piero e Olimpia ,  sarebbero da anni in affari con il gotha di Cosa nostra. E per questa ragione, il loro impero è stato sequestrato. Secondo la ricostruzione del pm Pierangelo Padova, gli imprenditori Niceta avrebbero gestito nel centro commerciale “Belicittà” di Castelvetrano due negozi del boss Filippo Guttadauro. I Niceta avrebbero avuto anche un altro referente: Giuseppe Guttadauro, il fratello di Filippo, lo storico capomafia di Brancaccio, ex aiuto primario dell’ospedale Civico di Palermo, che riceveva nel suo studio politici e professionisti della città bene. Lui e suo figlio Francesco avevano rapporti con Massimo Niceta. Lo dice la sentenza che ha condannato Guttadauro. Il sequestro riguarda: il 50 per cento della Niceta srl, l’80 per cento della Pro. se. Co. promozioni servizi commerciali srl, la Pvp di Mario Niceta e c. sas, la Coni distribuzioni srl, la Csc gestione servizi commerciali srl, la Nic. imm. srl, la Nico srl, la Ni. bor srl, la Si. pa srl, la So. com. società commerciale srl, la Pmb fashion srl, la Ni. ag srl, la Olimpia srl, la Mides immobiliare srl, la Mides managment srl e infine il 50 per cento della la Yachting club Terrasini srl.

Ad Alcamo “Un lunedì da favola”

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L’associazione culturale “Cassaru”, con il patrocinio dell’assessorato alla cultura del comune di Alcamo, in collaborazione con la cooperativa sociale “Agrigest” organizza nell’ambito dei festeggiamenti del periodo natalizio tre giornate di lettura-ascolto di fiabe per bambini. rivolte a bambini di età 5 – 8 anni di diversa nazionalità (italiana, inglese, araba, rumena) e accompagnati da almeno uno dei genitori. Le giornate di laboratorio saranno realizzate il 9 e il 16 dicembre in via Mazzini 22, il 23 dicembre, in piazza Ugo De Carolis. Per partecipare alle attività occorre presentare richiesta presso la sede dell’Associazione “Cassaru” in piazza Borsellino e Falcone 11. Obiettivo del progetto è quello di favorire lo scambio culturale fra bambini provenienti da culture diverse e trasmettere agli adulti e alle famiglie i messaggi di solidarietà e di fratellanza attraverso il gioco e le attività dei piccoli. A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

 

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