Sequestro da 1 mln di euro ai nipoti di Messina Denaro

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Beni per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro sono stati sottoposti al sequestro anticipato ai fini della confisca, tra Palermo, Roma, Milano, Castelvetrano, Borgetto e Bagheria, nei confronti dei fratelli Francesco e Maria Guttadauro, figli di Filippo e Rosalia Messina Denaro, sorella del superlatitante Matteo Messina Denaro. Il sequestro è stato eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani e dagli Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura: un provvedimento emesso dal tribunale di Trapani su Proposta del Questore in applicazione del Testo unico Antimafia. L’operazione giunge a conclusione delle analisi condotte congiuntamente da un apposito «Gruppo di Lavoro», che ha già portato a 4 importanti operazioni di sequestro antimafia dal 2011 ad oggi (maggio 2011: «operazione Salus Iniqua»; gennaio 2012: «operazione Panoramic»; settembre 2012: «operazione Araknos»; aprile 2013, «operazione Corrupti Mores»). I beni comprendono: una società, avente sede legale e un punto vendita presso il centro commerciale Belicittà di Castelvetrano e altro negozio presso il centro commerciale La Fontana di Borgetto, un immobile, due costose autovetture, quattro conti correnti riferibili alla medesima società, e undici rapporti bancari variamente intestati ai fratelli Guttadauro. Le indagini hanno fatto emergere un’operazione di interposizione fittizia che ha visto i titolari di un rinomato gruppo imprenditoriale di Palermo e il relativo asset – operante tra l’altro nel settore della commercializzazione di abbigliamento, calzature, preziosi e pelletteria – assumere un ruolo strumentale in favore del vertice di “Cosa Nostra trapanese”, rappresentando occultamente gli interessi economici di esponenti di primo piano del mandamento mafioso di Castelvetrano, quali Filippo Guttadauro, i figli Francesco e Maria e, per il loro tramite, Matteo Messina Denaro, latitante dal 2 giugno 1993, condannato per associazione mafiosa e omicidi, autore o mandante di alcuni dei crimini più efferati commessi da “Cosa nostra” e, tra questi, le stragi che, nella primavera del 1993, hanno colpito gravemente Roma, Milano e Firenze. Grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali – anche presso un istituto di pena – insieme agli accertamenti patrimoniali e bancari, gli investigatori hanno acquisito fondati elementi sul trasferimento fraudolento di denaro per l’attribuzione fittizia della titolarità di una società, ufficialmente intestata agli imprenditori palermitani, gestori di negozi di abbigliamento ed accessori presso i due centri commerciali di Castelvetrano e Borgetto. Agli inquirenti è apparso chiaro che, secondo il progetto realizzato e seguito da Filippo Guttadauro, nonostante fosse in carcere dal 2006, i due nipoti di Matteo Messina Denaro, fossero in realtà soci occulti degli imprenditori palermitani anche se formalmente inquadrati come dipendenti della società in questione, non disdegnando di assumere la veste di mediatori esclusivi nei rapporti tra gli imprenditori del capoluogo siciliano e Giuseppe Grigoli, per acquisire in maniera occulta la compartecipazione in lucrose iniziative imprenditoriali nel settore della vendita di abbigliamento e preziosi presso grandi centri commerciali.