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martedì, Maggio 6, 2025
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Mazara del Vallo-Fondi per costruire la chiesa: indagato il vescovo Mogavero, parlano i legali

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«Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala». Lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il vescovo Domenico Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. L’avviso è stato notificato ad altre sei persone. Due le accuse mosse nei confronti del prelato: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. «La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del Vescovo Calogero La Piana». Così spiegano i due avvocati: «I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura da atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del Vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera». «Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il Vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». Secondo gli avvocati Pellegrino e Caleca: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».

Alcamo marina, toponomastica caotica: una zona resta anche sguarnita

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Nel più totale caos la toponomastica di Alcamo marina. L’amministrazione comunale, in carica dal giugno scorso, ha scoperto che in buona sostanza un vecchio progetto, che venne portato avanti e concretizzato dall’allora giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre, ha praticamente lasciato quasi invariati i problemi a chi vuole raggiungere una determinata zona della costa alcamese, dove le residenze fisse tutto l’anno sono cresciute sempre di più nell’ultimo periodo. Il motivo è abbastanza semplice: in pratica è stata prevista la denominazione delle varie arterie ma non una nuova numerazione. I numeri civici creano disorientamento, in alcuni casi davvero è impossibile anche potersi orientare. A conferma della situazione caotica anche il fatto che all’anagrafe non si è nemmeno proceduto ad aggiornare le residenze, tanto è vero che ancora le indicazioni sono per contrade e non per vie. Non solo: una parte di Alcamo marina non è stata ancora ridenominata, infatti ad oggi ci si ferma all’altezza della stele che ricorda la strage della casermetta. Tutto si arenò durante il successivo periodo in cui si insediò il commissario straordinario Giovanni Arnone con gli uffici Demografici che avanzarono alla I commissione consiliare la proposta di esternalizzare il servizio di completamento della toponomastica. Perchè? Il motivo è sempre quello e cioè la presunta mancanza di personale addetto alla installazioni di pali e targhe. Seguirono un marea di polemiche e allora non se ne fece più nulla. Ora l’attuale amministrazione sta riprendendo proprio quel vecchio progetto lasciato in asso.

 

Il gruppo consiliare dell’Udc nelle scorse settimane a tal proposito ha presentato un’interrogazione per far presente la problematica che sta creando davvero tante difficoltà a chi risiede stabilmente ad Alcamo marina. Dando uno sguardo al sito internet associazionealcamomarina.it, che raccoglie tutta la toponomastica della zona costiera, si evince che in totale sono 149 le strade lungo la vasta zona periferica alcamese. Di queste 25 ancora hanno la vecchia denominazione con numeri e lettere. I consiglieri dello scudocrociato chiedono quindi un immediato intervento per coprire anche la zona sguarnita dalle nuove denominazioni delle strade, quella ad ovest fino alla stazione di Castellammare del Golfo.

Alcamo Marina-Revocate ordinanze di chiusura per 5 case

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Revocate, nei giorni scorsi, le cinque ordinanze emesse dopo le forti piogge dello scorso 22 gennaio che avevano provocato ulteriori smottamenti sulla collina a monte della strada statale 187 di Alcamo Marina, dove nel 2009 si verificò una grande frana. Le ordinanze imponevano il divieto momentaneo dell’abitabilità a case di villeggiatura che si trovano nei pressi della Collina del disonore. Dopo accurate indagini e sopralluogo revocato il provvedimento e quindi i proprietari possono tornare ad utilizzare le loro case di villeggiatura. perché non ci sarebbe alcun pericolo. Intanto tra perizie, udienza e rinvii va avanti la causa intentata dai proprietari di villini a valle della collina, realizzati con regolare concessione edilizia le cui case vennero invase da acqua e fango e che in pratica anche oggi, da quel mese di febbraio del 2009 non potrebbero utilizzare. Fino ad oggi hanno scucito per spese legali e perizie quasi 30 mila euro a testa e ancora non vedono una soluzione ai loro problemi, provocati non per proprie responsabilità. Si va avanti tra perizie, fascicoli, testimonianze, deposizioni ma per la sentenza del giudice civile del tribunale di Trapani non si sa per quanto tempo ancora dovranno attendere. Nei giorni scorsi si sarebbe dovuta celebrare un’udienza ma il giudice ha rinviato tutto alla fine di maggio perché attende il deposito dei fascicoli e perizie da parte di tecnici. Il Comune, per questa vicenda risalente al febbraio 2009, è stato denunciato dalle parti lese per i mancati controlli sul territorio, che hanno favorito l’abusivismo edilizio. Lo stesso Piano regolatore, quando è stato approvato prevedeva, il risanamento di Alcamo Marina, mai avviato. E mentre le parti lese continuano a chiedere una giustizia che non arriva resta da sciogliere un importantissimo interrogativo: “Chi deve mettere in sicurezza il costone? E chi deve pagare per i danni, inflitti al territorio e alle persone?

Alcamo-Sopralluoghi per i lavori alla chiesa del Collegio

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Quattro tecnici del Demanio dello Stato sotto la direzione di un ingegnere dello stesso ufficio hanno eseguito una serie di controlli e carotaggi in tutta la chiesa del Collegio di Alcamo, per mettere a punto gli interventi di manutenzione allo scopo di potere riaprire il tempio che sorge in piazza Ciullo. Hanno effettuato una serie di buchi in alcune pareti e un sopralluogo lungo la grande cupola, opera realizzata negli anni sessanta, che ha caricato di un peso enorme buona parte dell’antica chiesa i cui lavori per la realizzazione iniziarono nel 1684. In particolare l’attenzione è stata puntata nella parte prospiciente la via Mazzini, da dove si sono staccati calcinacci, qualche mese fa a causa del forte vento. Calcinacci caduti nella stessa strada, fra l’altro molto trafficata dai cittadini che si recano in piazza Ciullo e durante la notte frequentata dal popolo della movida. I tecnici hanno assicurato il rettore della chiesa padre Vito Filippi che lavoreranno di buona lena anche se oggi non si possono fare previsioni sulla data e sulla consistenza e sui costi degli interventi di manutenzione. I fedeli sperano di potere tornare a frequentare la chiesa del collegio per le funzioni religiose. Il distacco e la relativa caduta di calcinacci è avvenuto alla fine dello scorso mese di novembre. Particolarmente impegnato per la riapertura del Collegio continua ad essere il rettore della chiesa padre Vito Filippi, che invita anche le autorità locali a prestare la massima attenzione affinchè il Demanio dello Stato metta a punto i lavori nel più breve tempo possibile per evitare di finire stritolati dalla lentezza della burocrazia. Allo stato attuale le cerimonie religiose vengono officiate da padre Vito Filippi nell’attigua chiesetta di Gesù, Maria Giuseppe, conosciuta coma la Sacra famiglia. Padre Filippi dice messa ogni pomeriggio alle 18 alla Sacra famiglia.

C/mare del Golfo-L’assessore Maurizio Paradiso si dimette da consigliere comunale

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Marilena Barbara

«Il mio assessore Maurizio Paradiso mi ha comunicato le sue dimissioni da consigliere comunale al fine di dedicarsi a tempo pieno all’incarico da me affidatogli nell’esecutivo. Auguro buon lavoro all’intero consiglio comunale».

Questo il commento del sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Coppola, al quale l’assessore Maurizio Paradiso ha comunicato, così come al presidente del consiglio comunale Domenico Bucca, di essersi dimesso dal ruolo di consigliere comunale. Maurizio Paradiso, 36 anni, ragioniere, dipendente aeroportuale, è assessore da luglio del 2016. Gli sono state conferite le deleghe a Viabilità e Polizia Municipale, Attività Produttive, Agricoltura, Pesca, Servizi a Rete. Al suo secondo mandato in consiglio comunale è stato eletto nella lista “Castellammare democratica unita” ed è poi transitato in Sicilia Futura con l’altro eletto della lista, ed allora vicesindaco, Gaspare Canzoneri. In consiglio comunale subentrerà adesso Marilena Barbara, prima dei non eletti della lista civica “Castellammare democratica unita”, a sostegno proprio del sindaco Coppola nelle elezioni del 2013 e nella quale era stato eletta anche il consigliere Laura Ancona (adesso nel gruppo Castellammare città libera). Marilena Barbara è stata assessore nella giunta del sindaco Nicolò Coppola fino a luglio del 2016.

Alcamo-Sorgenti di Cannizzaro, lettera al sindaco

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Il problema dell’acqua ad Alcamo è stato uno dei suoi cavalli di battaglia tanto che nel 1989 per quasi tre mesi occupò la sala consiliare del Comune. Protagonista è l’ex consigliere comunale Ignazio Caldarella che sui rifornimenti idrici è tornato alla carica con una lettera inviata al sindaco di Alcamo e per la quale ha chiesto la risposta a cinque interrogativi da lui sollevati. L’oggetto della lettera è la storia infinita della vicenda legata ai lavori alle sorgenti e alla conduttura dei pozzi di contrada Cannizzaro, in grado di fornire oltre 50 litri di acqua al secondo, che da circa due anni va a finire a mare. Tale mancanza costringe il Comune ad acquistare il prezioso liquido a 0,69 centesimi più Iva a metro cubo da Siciliacque. Il costo per gli alcamesi è di circa 800 mila euro l’anno. Nella lettera Caldarella fa la storia che ha caratterizzato la vicenda Cannizzaro. Dai fondi comunali 2 milioni e mezzo sino all’appalto con lavori ancora fermi e quindi tutto ciò lascia supporre una lievitazione dei prezzi. Caldarella chiede: perché l’importo per l’affidamento della direzione lavori varia nelle diverse lettere di invito e determina dirigenziale? In base a quale criterio? Perché la determina di incarico di direzione dei lavori è stata fatta da oltre sei mesi dopo l’aggiudicazione dei lavori? Perché si registra un notevole ritardo nella stipula del contratto con la ditta DLM? Quali motivi hanno causato il ritardo della stipula del contratto? Nella stessa lettera, con carte alla mano, Caldarella elenca i vari passaggi che hanno portato all’appalto con lavori ancora non partiti. Stando così le cose forse, allo stato attuale, sarebbe opportuno, se ciò fosse possibile, che le autobotti private invece di rifornirsi al Bottino potrebbero prendere l’acqua di Cannizzaro. In questo modo il Comune avrebbe al Bottino maggiore disponibilità di acqua da mettere nella rete di distribuzione della città. Quando gli alcamesi potranno utilizzare l’acqua delle sorgenti di Cannizzaro?

Pallacanestro-Alcamo riprende gli allenamenti in vista di gara 2 contro Adrano

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Reduce dall’entusiasmo per la netta vittoria in gara 1, ieri sera la Lipari Consulting Alcamo ha ripreso gli allenamenti in vista di gara 2, domenica prossima alla tensostruttura della villa comunale di Adrano. Un impegno difficile e che nessuno intende sottovalutare. Anche alle falde dell’Etna, la squadra di coach Ferrara non intende mollare e vuole continuare a proseguire il suo percorso da corazzata capace di vincere, finora, tutte le gare disputate (19 su 19). Ma tra le mura amiche lo Sporting Club Adrano si trasforma e questo Alcamo lo sa bene: sarà tutta un’altra partita rispetto alla gara di domenica scorsa. “L’inferno” della “Tensostruttura” esalta i ragazzi di Castiglione e mette spesso in difficoltà l’avversario di turno. Il frastuono incessante e trascinante del tifo locale potrebbe rivelarsi decisivo. Quest’anno, in casa, gli adraniti hanno perso una sola volta, con Acireale, in un momento della stagione, tra l’altro, in cui il quintetto di Castiglione era alle prese con seri problemi di organico dovuti a parecchi infortuni dei componenti del roster. Adrano ha una grande storia nel panorama del basket siciliano. Perdere con lo scarto di 43 punti in gara 1 ha, inevitabilmente, toccato profondamente l’orgoglio di tutti: dirigenza, staff tecnico, tifosi e soprattutto della squadra. Russo e compagni vogliono adesso riscattarsi. Se Adrano dal canto suo punta sul fattore campo, Alcamo fa perno sulle sue potenzialità tecniche e caratteriali, ma anche sui numeri ottenuti in tutte le gare in trasferta. Dall’inizio del campionato fino ad oggi, semifinale play-off compresa, la Lipari Consulting ha segnato 779 punti in 9 gare, vale a dire una media-partita di 86,55. Di contro ha subito appena 538 punti che, suddivisi per 9 partite esterne, rappresentano una media-partita di 59,77. In tutte le trasferte, inoltre, Alcamo è scesa sotto i 70 punti soltanto in gara 2 di semifinale, a Ragusa, ma spazzando via dal parquet le ambizioni iblee con un quarto periodo da capogiro. Poi sotto gli 80 a Palermo, in un derby caotico con il GM Academy, e quindi sempre bottini fra gli 85 e i 90 punti, senza dimenticare i 101 di Trapani, i 99 di Marsala e i 92 di Palermo con il Cus.

A proposito di cifre, la migliore vena realizzatrice è quella di Paride Giusti, l’asso nisseno che domenica, in gara 1, ha segnato da oltre metà campo ripetendo un’impresa già centrata altre volte nella sua carriera. Giusti ha segnato 305 punti in 18 gare (mp 17). Alle sue spalle si trova Marco Ranalli, un guerriero capace di essere chirurgico dalla linea dei liberi (14 su 15 in gara 1 di finale). Per lui 281 punti in 19 partite disputate. Oltre 200 punti ci sono anche Andrè, monumentale la sua prestazione con Adrano, e Provenzano. A seguire con 180 punti in 17 presenze si trova Ciccio Genovese.

Cifre e successi a parte, nessuno in casa Alcamo intende pensare ai festeggiamenti. La consegna di omaggi alla squadra, domenica scorsa, è stata infatti un’iniziativa dell’azienda “Exò” per omaggiare la squadra dei record, 19 vittorie su 19 gare disputate, e il suo capocannoniere Giusti.

La gara 2 non sarà facile ma la squadra di coach Ferrara si sta preparando a centrare il grande obiettivo, ormai dietro l’angolo, del ventesimo successo in questo campionato. Intanto i tifosi dell’Alcamo si stanno organizzando con un pullman per seguire la squadra.

Alcamo-La Giunta approva il patto di integrità

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L’Amministrazione comunale alcamese ha deliberato “l’Approvazione del Patto di integrità di cui all’art. 1, comma 17 della legge n. 190/2012 per rafforzare la strategia di prevenzione della corruzione in materia di affidamento ed esecuzione di contratti di appalto e di concessione di lavori, servizi e forniture”. È stato predisposto dal segretario generale, responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza. La delibera è un atto propedeutico all’aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione. Si prevede che in tutte le procedure di gara per l’appalto di lavori, forniture e servizi e per i contratti di concessione di importo superiore a 10 mila euro venga richiesta ai concorrenti la sottoscrizione del “Patto di Integrità” che prevede l’impegno della stazione appaltante e dei concorrenti e dell’aggiudicatario a tenere un reciproco comportamento rispettoso dei principi di lealtà, trasparenza e correttezza, un espresso e concreto impegno anticorruzione, assolvendo a tutte le misure etico-sociali volte a tutelare la salute dei lavoratori impegnati nell’appalto, l’assenza di discriminazioni, nonché la regolarità contributiva dei medesimi. Il Sindaco Domenico Surdi evidenzia che “il provvedimento è un segnale concreto dell’Amministrazione che, attraverso il Patto di Integrità, prevede l’applicazione di alcune sanzioni aggiuntive piuttosto stringenti e limitative nei riguardi di coloro che non rispetteranno il patto stesso, violando gli impegni anticorruzione.”

Partinico-Costretta a prostituirsi dal suo compagno: se si rifiutava veniva anche pestata

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Ci sono voluti 6 lunghi anni per convincersi a denunciare tutto. Costretta a prostituirsi dal compagno e se si rifiutava volavano botte, in alcuni casi con conseguenze tremende. E’ la storia di Maria (nome di fantasia), 28 anni, fidanzata e convivente dal 2010 e sino allo scorso anno con quello che diverrà il suo aguzzino, un uomo di 51 anni di Partinico. Un uomo senza scrupoli, secondo quanto documentato dai carabinieri che ieri lo hanno arrestato con le pesantissime accuse di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’indagine è stata portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Partinico e dirette dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Siro De Flammines, e coordinate dal Procuratore Capo di Palermo, Francesco Lo Voi. le vessazioni nei confronti della giovane convivente sarebbero andate avanti dal 2010 al 2016. Si è scoperto tutto quando la ragazza, nel maggio dello scorso anno, decide di raccontare tutto al padre e di andare a denunciare il 51enne. In lacrime ai carabinieri ha con dovizia di particolari ricostruito abusi e condotte violente di cui era stata vittima. I militari sono riusciti poi a ricostruire tutti andando a contattare una trentina di persone con cui la donna sarebbe stata costretta a prostituirsi tra Partinico, Terrasini e Cinisi. L’uomo “sistematicamente – è il quadro indiziario degli inquirenti – segregava la compagna all’interno dell’abitazione, chiudendo la porta di ingresso dall’esterno con un lucchetto e sbarrando le finestre con delle tavole di legno fissate con chiodi”. La 28enne sarebbe stata poi costretta a praticare rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo appuntamenti e modalità concordate con i “clienti” dal compagno, spesso all’interno della loro abitazione, ma anche in aree campestri, nonché all’interno di autovetture. Per ogni prestazione sessuale l’uomo incassava 20 euro e qualche volta anche generi alimentari. Quando la donna si sarebbe ribellata volavano anche botte. I carabinieri hanno ricostruito che in almeno due circostanze documentate la ragazza si recava presso strutture sanitarie della provincia di Palermo per ricevere assistenza: in un’occasione le veniva diagnosticata la frattura del setto nasale; nell’altra, oltre ad un trauma cervicale, le veniva comunicata l’avvenuta interruzione di gravidanza.

Alcamo-Tassa rifiuti, ok ai rincari: M5S approva la “pezza” dell’amministrazione

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A colpi di maggioranza il Movimento 5 Stelle approva le modifiche alla tariffe sulla Tari, la tassa sui rifiuti, e quindi il relativo piano economico-finanziario relativo alla raccolta e smaltimento della spazzatura. Alla fine con i soliti 14 voti dei consiglieri a sostegno dell’amministrazione comunale si fa entrare in vigore una tariffazione che se prevede che rimanga tutto invariato, o quasi, per i cittadini, invece su imprese e commercianti vengono spalmati aumenti. E’ stato approvato l’emendamento presentato dall’amministrazione rispetto all’originaria impalcatura della proposta dello stesso governo cittadino che ha permesso di evitare rincari ben peggiori che mediamente si aggiravano sul 30 per cento. In questo modo l’aumento medio è del 15 per cento a discapito comunque delle utenze cittadine su cui era previsto qualche abbassamento, seppur minimo, del tributo. Per l’opposizione una manovra che comunque non salva da determinati rischi.

In particolare sono stati diminuiti gli sgravi per le famiglie con un solo componente, passati dal 30 al 20 per cento, e tali economie hanno permesso di evitare peggiori rincari per imprese ed esercenti.

Non sono mancate le polemiche e il dibattito, in alcuni momenti, è stato ad altissima tensione. Da una parte l’opposizione che ha chiesto spiegazioni su come fosse possibile che a fronte di un aumento considerevole di percentuale di rifiuto differenziato prodotto non fosse corrisposta una diminuzione dei costi, dall’altra la maggioranza che ha accusato l’opposizione di aver creato allarmismo tra la gente a fronte di aumenti non così enormi e in particolare il precedente consiglio comunale di non aver approvato nel 2015 e nel 2016 alcun piano economico dei rifiuti, non introducendo quindi le differenze di costi che mano a mano si registravano.

Gli uffici hanno relazionato presentando il nuovo piano economico del servizio rifiuti, lievitato a quasi 9 milioni di euro l’anno, nonostante i rifiuti in discarica dal 2016 alla stima di quest’anno siano diminuiti di oltre un milione e 200 mila chili. Dai rifiuti differenziati invece il Comune ha stimato nel corso di quest’anno un introito di 170 mila euro dalla carta, di altri 190 mila dalla plastica mentre dal vetro non entrerà nulla sulla base di un accordo con la piattaforma che li riceverà. Di fatto i cittadini, ad oggi, di benefici in bolletta non ne hanno visti.

Via libera anche alle tariffe Imu e Tasi anche se non cambia nulla: rimane tutto invariato rispetto allo scorso anno e a due anni fa, quando l’allora commissario straordinario del Comune Giovanni Arnone dovette aumentare le aliquote promettendo che sarebbe stato un sacrificio di un solo anno. Ed invece l’aumento è rimasto tale a quale. L’opposizione ha presentato un emendamento chiedendo di abbassare le aliquote per alcune tipologie di immobili, terreni ed imprese, soluzione bocciata per mancanza di copertura finanziaria. Anche qui i grillini non hanno perso occasione per puntare il dito sulle passate amministrazioni e sullo sfascio economico del municipio che, a loro dire, sarebbe proprio frutto della malagestione del passato.

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