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sabato, Giugno 14, 2025
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Stop alla caccia, il Tar blocca l’attività venatoria in Sicilia

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Doppiette nelle apposite custodie e niente caccia in Sicilia per i superstiti di questo hobby che negli anni si è ridimensionato. Gli alti costi dei tesserini e licenze. La popolazione della selvaggina che si è notevolmente ridotta da qualche anno ha costretto migliaia di cacciatori ad abdicare al loro hobby. Ora a bloccare la caccia in Sicilia sino al primo ottobre è intervenuto il Tribunale ammnistrativo regionale che ha stabilito, che è stata illegittima l’apertura dallo scorso primo settembre. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Lipu, Wwf e Legambiente contro il calendario venatorio, varato dalla Regione. In appena tre settimane  abbattuti esemplari a rischio di estinzione. Nel Trapanese è stato ucciso a fucilate un raro capovaccaio. Gli ambientalisti hanno quindi lanciato l’allarme bracconaggio praticato da squallidi individui mentre i veri cacciatori rispettano fauna e flora. Fauna in via di estinzione che subisce ulteriori colpi mortali dalle doppiette . “Vincono la natura e lo stato di diritto” affermano gli ambientalisti. Soddisfazione è stata espressa anche dall’eurodeputato grillino alcamese Ignazio  Corrao. Numeri drammatici quelli delle ultime ricerche.  Il coniglio selvatico si è ridotto dell’80 per cento ed è ormai estinto soprattutto nella Sicilia occidentale.  Stesso destino per l’istrice la cui carne è molto prelibata  e contro questo animale c’è un accanito bracconaggio.  A rischio estinzione anche numerosi uccelli bersaglio dei cacciatori.  Ad occuparsi dei controlli il Corpo forestale ma a causa della carenza negli organici spesso nel settore caccia regna l’anarchia. Sarebbe opportuno bloccare la caccia per diversi anni per dare la possibilità alla fauna di rigenerarsi e varare norme sempre più restrittive per evitare di uccidere tanti animali selvaggi, vittime anche dei fitofarmaci usati in agricoltura.  Bisogna rispettare la Natura e tutelarla poiché già in tante parti del mondo la caccia selvaggia, gli incendi nei boschi quasi sempre dolosi, il disboscamento, l’inquinamento, etc  hanno prodotto gravi cambiamenti climatici, per cui tutta l’umanità paga le conseguenze.

Castellammare-Convegno e mostra per celebrare un famoso architetto

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L’incontro è stato programmato per domani pomeriggio venerdì alle 16 al Castello di Castellammare. Sarà l’occasione per celebrare il centenario di Achille Castiglioni. L’evento è stato promosso dall’azienda  Zanotta e dall’associazione WEarchitettura per rendere omaggio al famoso architetto e designer italiano attraverso una mostra a lui dedicata, ispirata all’allestimento della storica mostra itinerante “Achille Castiglioni”, 1995-1998. In esposizione a Castellammare  alcuni tra i suoi progetti più noti, prodotti in collaborazione con Zanotta, storica azienda riconosciuta come una delle protagoniste del design italiano. In occasione dell’inaugurazione della mostra presso la Sala Conferenze del Castello di Castellamare, Andrea Branciforti, presidente ADI Sicilia, introdurrà Giovanna Castiglioni, figlia di Achille e vice presidente della Fondazione Castiglioni, che sarà presente presso gli spazi della mostra alla Associazione “ Annalisa Buccellato” per accompagnare il visitatore nel percorso di scoperta dell’architetto e dei prodotti iconici da lui progettati, restituendo un’immagine autentica ed inedita dell’uomo designer che fu Achille Castiglioni. L’associazione “Annalisa Buccellato” in piazza Petrolo. Da domani al 23 settembre  la mostra sarà visitabile dalle 17 alle 20.

Alcamo, “Piano rifiuti” senza risparmio: in consiglio è protesta-provocazione. Disco verde al “biotestamento” (VIDEO)

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Il nuovo mini appalto da sei mesi per la raccolta dei rifiuti ad Alcamo fa esplodere la polemica politica in consiglio comunale con tanto di simpatico siparietto. Nella seduta di ieri sera il consigliere comunale del Pd Filippo Cracchiolo si è presentato provocatoriamente con un mega assegno da 2,8 milioni di euro e lo ha consegnato alla presidenza del consiglio per recapitarlo al sindaco Domenico Surdi, ieri assente ai lavori. La cifra è pari ai due anni di governo ad Alcamo del Movimento 5 Stelle che aveva promesso sull’appalto dei rifiuti un risparmio annuale di 1,4 milioni. Il recente piano approvato dal Comune invece ammonta a 5,5 milioni di euro l’anno, lo stesso identico costo che oggi è previsto per questo appalto. Per questo i Democratici sono andati all’attacco con la provocazione dell’assegno:

Il primo cittadino accetta con un sorriso l’iniziativa provocatoria: “Il primo bando che era stato elaborato – replica Surdi – è andato deserto e nel frattempo ne è stato elaborato un nuovo che però, rispetto al precedente, prevede servizi in più come la potatura del verde e la pulizia delle spiagge. Mi pare che questo passaggio era già stato ampiamente discusso e analizzato in consiglio, si è dovuto prendere anche atto dei cambiamenti normativi in materia di smaltimento rifiuti”. Il Comune infatti nel frattempo si è costituito in pre-Aro, approvato dalla Regione recentemente e che consiste nel nuovo sistema di gestione dei rifiuti previsto dalla nuova legge regionale in sostituzione degli Ato oramai in liquidazione, e questo appalto è solo il passaggio transitorio per arrivare all’affidamento settennale. Ieri sera il consiglio ha anche approvato il regolamento Dat, che in realtà altro non è se non la presa d’atto della legge statale entrata in vigore nel dicembre 2017 e che disciplina la delicata materia relativa al “testamento biologico” o “biotestamento”. In previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte, la Legge prevede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari. Ad Alcamo ci sarebbero già diverse richieste avanzate dai cittadini di poter depositare tale dichiarazione.

GUARDA GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO COMUNALE

 

Castellammare del Golfo, processo “casa degli orrori”. Testimone conferma violenze agli anziani: “Uno era la mente”

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A decidere tutto era Matteo Cerni, poi gli altri erano tutti complici. L’accusa è arrivata ieri al processo sulla “casa degli orrori”di Castellammare del Golfo direttamente da un’operatrice della comunità-alloggio che ha deposto come teste. Ha evidenziato che la “mente” di tutte le vessazioni agli anziani ricoverati era Cerni, 67 anni, di Castellammare del Golfo.

Con lui sono imputati in questo rito ordinario Anna Maria Bosco, 47 anni, anche lei castellammarese, e Antonietta Marianna Rizzo, 32 anni, di Alcamo. Una quarta persona, Rosanna Galatioto, castellammarese di 48 anni, gestore della comunità alloggio, ha scelto l’abbreviato e nei giorni scorsi è stata condannata a 6 anni di reclusione.

L’operatrice ha confermato le terribili angherie a cui i ricoverati erano giornalmente sottoposti. Dopo di lei ha anche deposto il parente di uno degli anziani ricoverati che ha raccontato le pessime condizioni in cui un giorno trovò il suo congiunto. Il processo è stato rinviato a lunedì prossimo per ascoltare altri 3 testi. L’indagine dei carabinieri è scaturita dalle violenze documentate all’interno della struttura a cui erano costretti i 14 anziani ricoverati.

L’operazione scattò nel novembre scorso e venne coordinata dalla Procura di Trapani. Galatioto, Bosco, Cerni e Rizzo sono stati inchiodati dalle telecamere e dalle cimici piazzate dai militari dell’Arma all’interno della comunità-alloggio che sorge in via Segesta. Indagini portate avanti con metodi tradizionali dal momento che dall’interno della stessa struttura non è mai trapelato nulla per il clima di terrore che si era instaurato. Infatti i quattro avrebbero fatto ricorso spesso alle minacce per evitare che gli anziani potessero dire qualcosa ai parenti.

Anzi, quando questi si ribellavano venivano per l’appunto sottoposti ad angherie anche peggiori. Tra gli episodi più terribili che sono stati raccontati dal Gip quello che un’anziana veniva schiaffeggiata e derisa perché con problemi di incontinenza e sporcava continuamente il pannolone; oppure ad un altro degente veniva fatto pulire con il corpo la saliva che accidentalmente perdeva dalla bocca e finiva sul pavimento. Tanto che lo stesso gip paragonava la casa di cura a un “lager”.

Gli inquirenti hanno evidenziato “l’intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione di continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti”.

Palermo, Corte d’Appello Riprendono processi per due omicidi ad Alcamo

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Accompagnamento coatto per ascoltare l’ultimo di sei testimoni che prima della pausa estiva hanno deposto davanti ai giudici della Corte d’Assise d’appello di Palermo dove si sta svolgendo il processo di secondo grado per l’omicidio dell’ alcamese Enrico Coraci, avvenuto, nel novembre di due anni fa, nella zona del Villaggio Regionale. L’accompagnamento coatto è stato disposto poiché il testimone, regolarmente convocato, non si è presentato davanti ai giudici. Per l’omicidio Coraci sono stati condannati all’ergastolo i fratelli Francesco e Vincenzo Gatto. La deposizione del testimone, prevista per stamane  alla ripresa delle udienze, potrebbe chiarire definitivamente il movente dell’efferato delitto. Dopo la deposizione del teste,   la requisitoria del Procuratore generale, gli interventi dei difensori, che rappresentano la famiglia Coraci costituitasi parte civile, e infine l’arringa degli avvocati dei due fratelli. Nell’ultima udienza dello scorso mese di luglio ha deposto l’alcamese Claudio Monticciolo, frequentatore della panineria “Fame chimica” di piazza della Repubblica, successivamente chiusa, dove sarebbe iniziata la discussione tra Enrico Coraci e i fratelli Gatto. Monticciolo dopo vari tentennamenti e marce indietro ha affermato davanti alla Corte d’Appello di avere assistito al delitto confermando che a sparare sarebbe stato Francesco Gatto mentre Vincenzo lo avrebbe “invitato” a stare zitto. Un delitto che turbò l’opinione pubblica. La famiglia Coraci, commercianti di abbigliamento sono molto conosciuti ad Alcamo. Ma quella di oggi davanti ai giudici della Corte d’appello di Palermo è una giornata di udienze e inizio di processi per delitti consumati ad Alcamo. Infatti se proseguono le udienze per il delitto Coraci, la cui sentenza è prevista fra un mese, stamane inizia il processo d’appello nei confronti della messicana Aminta Altamirano Guerrero, condannata in primo grado a 24 anni per l’uccisione del figlio Lorenz, trovato morto, il 13 luglio 2015, nel suo letto dell’abitazione della via Amendola dove viveva affrontando quotidiane difficoltà per motivi economici  e veniva aiutata dalle parrocchie e dalla Caritas. Dalla motivazione della sentenza di primo grado viene fuori la trama di una tragedia greca. Aminta avrebbe ucciso il figlioletto per vendicarsi del compagno, che l’aveva lasciata ed era andato a vivere in Germania, lavorando come pizzaiolo.  Il compagno Enzo Renda in Germania avrebbe allacciato una relazione con un’altra donna. Secondo la sentenza di primo grado sarebbe stata la donna a somministrare a Lorenz il contenuto, rivelatosi mortale, di un flaconcino con medicinali. Secondo i difensori Saro Lauria e Caterina Gruppuso  sarebbe stato il bambino ad ingerire i medicinali, mentre la mamma dormiva, perché sul flaconcino ci sarebbero le impronte digitati del bambino e quindi chiederanno l’assoluzione. La donna si è sempre professata innocente.

Zingaro Conta esemplari, dopo l’inatteso bagno in mare di un paio di cinghialotti

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Affidato all’Azienda delle Foreste il compito di monitorare il territorio della Riserva dello Zingaro per cercare di quantificare il numero dei cinghiali che vivono all’interno dei mille e 700 ettari di quest’oasi verde che si affaccia sul Golfo di Castellammare, con sette chilometri di costa. La decisione è stata presa dopo che lo scorso 16 agosto due cuccioli di cinghiali si erano avvicinati al bagnasciuga per fare un bagno a mare. Un insolito siparietto alla Riserva dello Zingaro, meta di migliaia di visitatori e ben gestita dall’Azienda foreste. E la presenza di migliaia di turisti ha fatto scattare il monitoraggio dei cinghiali per evitare incontri che potrebbero diventare molto spiacevoli. All’interno della Riserva si svolgono anche iniziative per far conoscere la civiltà contadina e quindi preservarne la memoria. Un tuffo nelle acque cristalline. Un tuffo nel verde della Riserva, che negli anni ha contribuito a far crescere la cultura ambientalista e quindi la salvaguardia del territorio. Fino ad oggi i cinghiali non hanno dato alcun problema e sono stati incontrati dai bagnanti anche lungo i sentieri della Riserva e due cuccioli filmati mentre erano alla ricerca di cibo sotto una palma nana. Lo scorso sedici agosto a fare compagnia ai bagnanti ci hanno pensato alcuni cuccioli di cinghiale che, per nulla intimiditi dalla presenza di tante persone, si sono concessi un bagno ristoratore nelle acque limpide. Spesso la Riserva è stata attaccata da incendi opera della mano criminale dell’uomo distruggendo macchia mediterranea, palme nane e anche animali morti perché circondati dal fuoco e quindi senza possibilità di fuga. Un anno fa un vasto incendio aveva creato diversi danni all’interno della area, ma flora e fauna sono presto rinate. Le palme nane bruciate sono state ricoperte da nuove foglie e la natura ha ripreso a splendere. Puntuali e precisi i controlli della Forestale per prevenire incendi, che in passato sono scattati ad orologeria nei giorni caldi e con forte vento di scirocco. La Riserva è un habitat naturale per tante specie animali e da qualche anno anche i cinghiali hanno iniziato a battere in territorio. E nel Trapanese cinghiali sono stati avvistati anche all’interno del bosco di Agimbè, territorio di Calatafimi-Segesta che dista pochi chilometri in linea d’aria dalla Riserva dello Zingaro. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea, che venne bloccata sul nascere grazie ad una grande mobilitazione delle associazioni ambientaliste, organizzazioni di categoria, partiti politici e semplici cittadini. Con la legge regionale 98/1981, promossa dall’allora giovanissima deputata alcamese del Pci, Francesca Messana, è stata ufficialmente istituita la riserva. La prima della Sicilia, affidata in gestione all’Azienda regionale foreste demaniali.

Alcamo. L’ITET Caruso partecipa convegno internazionale RTSI 2018

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l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Girolamo Caruso” di Alcamo, ha nel tempo affermato la sua Vocazione a creare relazioni significative con il territorio e con tutti le agenzie educative, le aziende e le istituzioni che offrono opportunità di crescita per i giovani studenti del territorio.

Quest’anno il dirigente scolastico Vincenza Mione non ha solo confermato, ampliato, potenziato e diversificato, ma ha costruito nuove relazioni con consorzi incubatori di imprese, quali ARCA che si è affiancata alle preesistenti aziende quali: CEFORMED, CEP SRL, MEDINETWORKS, allo scopo di potenziare ed ottimizzare le risorse della scola acquistate attraverso la selezione di un bando pubblico di cui all’Avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse da parte delle istituzioni scolastiche ed educative per l’individuazione di proposte progettuali relative a laboratori territoriali per l’occupabilita’ da realizzare nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) finanziato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca del piano nazionale della scuola digitale PNSD, che ha consentito l’apertura dei laboratori territoriali per l’occupabilità, aperti ed offerti al territorio per consentire l’acquisizione di nuove ed avanzate competenze nel settore tecnologico-digitale attraverso l’uso di laser scanner 3D, cinema virtuale, macchina dei sottoservizi, droni e quant’altro le più recenti innovazioni hanno prodotto per una società efficace ed efficiente nella ricerca di soluzioni ai problemi del territorio.

Dopo anni di collaborazione con le imprese, la scuola ha preso atto che il suo ruolo va oltre quello della semplice agenzia educativa/formativa, a seguito della obbligatorietà delle attività di alternanza scuola lavoro, il tecnico Caruso si pone quale centro del mondo della libera imprenditoria, e della ricerca di successo per ogni alunno, alla luce del fatto che sempre più imprese chiedono alla scuola di attingere nuovi lavoratori tra i neo diplomati, da quest’anno verrà attivato un servizio di “cerco/offro” lavoro attraverso cui le imprese segnalano le loro esigenze e gli alunni ne prendono atto per contattare direttamente le aziende per i colloqui di lavoro, parallelamente l’istituto supporterà le aziende ed i giovani in cerca di lavoro per una più precisa individuazione delle conoscenze e competenze.

Il servizio è rivolto a tutti gli alunni diplomati: Tecnici Programmatori, SIA- Tecnici delle amministrazioni, AFM- tecnici informatici, IT: tecnici elettronici, EE- Tecnici dell’ambiente del territorio, CAT. E a tutte le aziende locali, provinciali, regionali nazionali ed internazionali.

Ed è per questo motivo che l’ITET Girolamo Caruso ha presenziato nei quattro giorni dal 10 al 13 di settembre 2018 presso la prestigiosa presidenza dell’Università degli Studi di Palermo al convegno internazionale IEEE 4th International Forum on Research and Technologies for Society and Industry – RTSI 2018.

Lo stand è stato curato da due docenti dell’istituto, Professore di elettronica ed elettrotecnica Calvaruso Giuseppe e il professore di informatica Munna Enzo Giuseppe che hanno coinvolto gli alunni Abate Gabriele, Como Giulio, Impastato Tommaso Melia Leonardo frequentanti la classe quinta IT ed EE dell’istituto Caruso di Alcamo.

Durante il convegno si sono svolti una serie di eventi, seminari ed espositori sulle aree tematiche:

  1. Sviluppo sostenibile per città e ambiente
  2. Tecnologie emergenti intelligenti per Industry 4.0
  3. TIC per reti future

Il convegno internazionale organizzato dall’Università degli Studi di Palermo coadiuvato dal Consorzio ARCA che in qualità di partner della rete EEN Enterprise Europe Network ha organizzato la sezione dedicata alle exhibition con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca industriale e i prodotti e/o servizi sviluppati da aziende, spin-off e startup in cui è stato presente e protagonista l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Girolamo Caruso” di Alcamo.

L’exibition ha riguardato tutti gli argomenti del forum, compresi gli ultimi sviluppi nelle aree di ingegneria elettrica, elettronica e informatica e Realtà Virtuale. Le aziende che l’Istituto ha potuto incontrare sono del calibro della ABB, Prismian, ST Microelectronics, Terna, Enel Green Power, Engineering SpA, Sogei e Tra gli enti di ricerca: University of Napoli-Federico II, University of Genova, IMT Mines Alés – France, CNR – Italy, Kiel University – Germany, University of Padova, Vega Systems – UK, Ulm University – Germany, Fondazione Ugo Bordoni – Italy, Rutgers University – USA.

Alcamo, arrivano gli arretrati: buste paga più pesanti per dipendenti Comune

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Il Comune si mette in linea con il pagamento delle indennità accessorie per dipendenti e contrattisti. Buste paga più pesanti da questo mese e sino a fine anno con gli arretrati dovuti per chiudere la partita delle incombenze relative al pagamento degli extra stipendio sino addirittura a settembre del 2018. Già a fine di questo mese nelle buste paga ci sarà il saldo delle indennità legate al 2017 ad eccezione della produttività che sarà pagata più avanti in attesa di chiudere la rendicontazione relativa proprio a questa voce. Saranno pagati anche la turnazione e reperibilità alla polizia municipale e sempre la turnazione al personale dell’acquedotto. Nella busta paga di ottobre invece sarà pagato tutte le indennità accessorie relative al primo semestre di quest’anno, quindi da gennaio a giugno e questo vale ovviamente per dipendenti e contrattisti. A novembre poi la busta paga conterrà tutta la produttività del 2017 spettante al solo personale dipendente, e a dicembre invece saranno pagati gli straordinari di luglio, agosto e settembre a tutto il personale che è sottoposto a questi orari extra ufficio. La manovra complessiva ammonta a circa 180 mila euro: “In questo modo – afferma il dirigente ad interim della Direzione 2 al Personale, Vito Bonanno – si vanno a superare i ritardi che si erano accumulati. Ci si mette in regola quindi con l’ultimo contratto decentrato siglato tra il Comune e le organizzazioni sindacali”. Almeno questo è il cronoprogramma che si è prefissato il dirigente che da poco è stato chiamato a capo dell’ufficio, essendo già segretario generale del municipio. Nei giorni scorsi era esplosa la polemica a distanza tra la Uil e l’amministrazione comunale con l’organizzazione di categoria a lamentare i ritardi per il pagamento di queste indennità accessorie. Per l’appunto il contratto decentrato sottoscritto prevede che la liquidazione di queste indennità avvenga trimestralmente. Erano state auspicato dal segretario generale della Uil Fpl Trapani, Giorgio Macaddino, immediate soluzioni organizzative per la direzione dell’ufficio personale. Risposte che evidentemente sono già arrivate anche dopo la diffida che lo studio legale incaricato dalla stessa organizzazione di categoria aveva indirizzato ai vertici del municipio alcamese: “Il personale è l’elemento determinante per il funzionamento di una pubblica amministrazione e per l’attuazione dei programmi della politica eletta dai cittadini – ha evidenziato ancora Macaddino -. Nessun servizio si può erogare e nessuna funzione può esercitarsi senza personale preparato, serio, responsabile e incentivato”.

 

Castellammare del Golfo, vetro abbandonato per strada: è allarme sicurezza, giro di vite con multe

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Troppe bottiglie di vetro abbandonate nelle vie del centro: per cercare di arginare il problema il sindaco Nicola Rizzo ha emesso un’altra ordinanza, dopo quella sugli ingombranti e gli sfalci di potatura, con divieto “di abbandonare bottiglie o contenitori di vetro per il consumo di bevande all’interno di vie, piazze, parchi, giardini, aree pubbliche”.

Nel periodo estivo in occasione delle numerose manifestazioni culturali, sociali e sportive si è verificato “un incremento di consumo di bevande contenute in recipienti di vetro ed il conseguente abbandono nelle pubbliche piazze, ville e dietro i portoni, determinando serio pericolo per l’incolumità pubblica e particolarmente per bambini, anziani ed animali domestici, abituati frequentatori di ville e piazze”.

Per questo l’ordinanza fa presente che “per motivi di tutela dell’incolumità, dell’ordine e della sicurezza pubblica e per un migliore funzionamento della raccolta differenziata, è fatto obbligo di non depositare abusivamente bottiglie e contenitori in vetro nel territorio pubblico comunale”. La sanzione prevista per chi non rispetta l’ordinanza va da un minimo di 25 euro ad un massimo  di  500 euro.

“L’abbandono di bottiglie e bicchieri di vetro per le strade è un inaccettabile e ripetuto gesto di inciviltà che riguarda tante zone pubbliche. Riceviamo continue segnalazioni da parte dei cittadini del centro storico che lamentano l’abbandono di bottiglie vuote e soprattutto la presenza di vetri infranti sulle strade – spiega il sindaco Nicola Rizzo – principalmente nelle ore serali e notturne. Per questo si è resa necessaria un’ordinanza che vieti esplicitamente l’abbandono di vetro per le strade a tutela dell’incolumità pubblica, della sicurezza e del decoro urbano”.

Il primo cittadino ricorda che per rifiuti come ingombranti, elettrodomestici e sfalcio di potatura si può richiedere il ritiro gratuito a domicilio contattando lo 0924.31724.

Alcamo Marina, acque del mare: FareAmbiente in campo per la tutela

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La sezione di Alcamo di FareAmbiente si intesta un progetto, a proprie spese, per monitorare periodicamente, con analisi secondo canoni scientifici, le acque del mare di Alcamo Marina, che durante il periodo estivo ospita quasi ventimila persone. Una località cresciuta disordinatamente, priva di qualsiasi opera di urbanizzazione nonostante la realizzazione della rete fognante, destinata a rimanere nel campo delle pie intenzioni, figuri nelle dichiarazioni programmatiche dei sindaci che si sono succeduti negli ultimi 50 anni. La decisione è stata presa ieri sera dal direttivo, presieduto da Annalisa Guggino,  che già lo scorso 10 agosto aveva presentato al Comune le analisi dei prelievi fatti in tre punti del litorale, che si estende per circa sei chilometri. Risultati presentati tre giorni dopo al Comune durante l’incontro con il vice sindaco Vittorio Ferro. Quest’ultimo aveva assicurato la delegazione ambientalista del rispetto delle regole in materia da parte del Comune sottolineando che il monitoraggio delle acque del mare è di competenza dell’Asp e della Capitaneria di porto. Risposta ritenuta assolutamente insoddisfacente “poiché il Comune – dice FareAmbiente  -deve continuamente monitorare il proprio territorio e si deve rivolgere all’Asp  qualora emergano problemi”.  Ogni anno, e anche per il 2018, la Regione ha fatto eseguire, nel mese di marzo, analisi. E come ogni anno il divieto di balneazione ha interessato un centinaio di metri ad est e ovest del torrente Canalotto. Troppo poco per FareAmbiente considerato che lo sbarco dei villeggianti  avviene dal mese di giugno sino a settembre. Cosa succede alle acque del mare quando Alcamo Marina ospita oltre 20 mila persone?  Da qui la decisione di fare eseguire, a proprie spese, periodiche analisi con i risultati che saranno successivamente consegnati al Comune, che deve intervenire  essendo il responsabile principale della tutela del prorpio territorio.  Le analisi dell’associazione ambientalista interesseranno anche le acque del fiume San Bartolomeo e del torrente Canalotto. La città di Alcamo è stata tra le prime in Sicilia a dotarsi di un depuratore, costruito in contrada Vallone Nuccio. Le acque depurate vanno a finire nel torrente Canalotto e dopo un percorso di quasi quattro chilometri scaricano a mare. A valle del depuratore, negli anni sono stati realizzate centinaia di case di villeggiatura, si spiegherebbe così l’inquinamento di un tratto del mare del Canalotto. Un appello per collaborare ad un’azione costante delle analisi è stato rivolto al Flag, Alcamo- Castellammare, che si occupa di migliorare il territorio costiero e le acque del mare, grazie ai fondi europei. Il direttivo ha inoltre varato un piano per coinvolgere le scuole nell’attività delle iniziative per la salvaguardia dell’ambiente attraverso conferenze e laboratori didattici con “lezioni” tenute da esperti. Il monitoraggio interesserà anche il mare sottostante piazza Petrolo di Castellammare dove è sempre alla ribalta il problema di dotarsi di un depuratore, di cui si parla ormai da anni, e che già ha fatto scendere in campo le associazioni ambientaliste.  Il Comune di Castellammare, ormai diventato meta del turismo internazionale,  salvaguardando le acque del mare fa un bello spot del suo territorio con aumento di presenze e ritorni economici per tutte attività.

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