Alcamo Marina, acque del mare: FareAmbiente in campo per la tutela

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La sezione di Alcamo di FareAmbiente si intesta un progetto, a proprie spese, per monitorare periodicamente, con analisi secondo canoni scientifici, le acque del mare di Alcamo Marina, che durante il periodo estivo ospita quasi ventimila persone. Una località cresciuta disordinatamente, priva di qualsiasi opera di urbanizzazione nonostante la realizzazione della rete fognante, destinata a rimanere nel campo delle pie intenzioni, figuri nelle dichiarazioni programmatiche dei sindaci che si sono succeduti negli ultimi 50 anni. La decisione è stata presa ieri sera dal direttivo, presieduto da Annalisa Guggino,  che già lo scorso 10 agosto aveva presentato al Comune le analisi dei prelievi fatti in tre punti del litorale, che si estende per circa sei chilometri. Risultati presentati tre giorni dopo al Comune durante l’incontro con il vice sindaco Vittorio Ferro. Quest’ultimo aveva assicurato la delegazione ambientalista del rispetto delle regole in materia da parte del Comune sottolineando che il monitoraggio delle acque del mare è di competenza dell’Asp e della Capitaneria di porto. Risposta ritenuta assolutamente insoddisfacente “poiché il Comune – dice FareAmbiente  -deve continuamente monitorare il proprio territorio e si deve rivolgere all’Asp  qualora emergano problemi”.  Ogni anno, e anche per il 2018, la Regione ha fatto eseguire, nel mese di marzo, analisi. E come ogni anno il divieto di balneazione ha interessato un centinaio di metri ad est e ovest del torrente Canalotto. Troppo poco per FareAmbiente considerato che lo sbarco dei villeggianti  avviene dal mese di giugno sino a settembre. Cosa succede alle acque del mare quando Alcamo Marina ospita oltre 20 mila persone?  Da qui la decisione di fare eseguire, a proprie spese, periodiche analisi con i risultati che saranno successivamente consegnati al Comune, che deve intervenire  essendo il responsabile principale della tutela del prorpio territorio.  Le analisi dell’associazione ambientalista interesseranno anche le acque del fiume San Bartolomeo e del torrente Canalotto. La città di Alcamo è stata tra le prime in Sicilia a dotarsi di un depuratore, costruito in contrada Vallone Nuccio. Le acque depurate vanno a finire nel torrente Canalotto e dopo un percorso di quasi quattro chilometri scaricano a mare. A valle del depuratore, negli anni sono stati realizzate centinaia di case di villeggiatura, si spiegherebbe così l’inquinamento di un tratto del mare del Canalotto. Un appello per collaborare ad un’azione costante delle analisi è stato rivolto al Flag, Alcamo- Castellammare, che si occupa di migliorare il territorio costiero e le acque del mare, grazie ai fondi europei. Il direttivo ha inoltre varato un piano per coinvolgere le scuole nell’attività delle iniziative per la salvaguardia dell’ambiente attraverso conferenze e laboratori didattici con “lezioni” tenute da esperti. Il monitoraggio interesserà anche il mare sottostante piazza Petrolo di Castellammare dove è sempre alla ribalta il problema di dotarsi di un depuratore, di cui si parla ormai da anni, e che già ha fatto scendere in campo le associazioni ambientaliste.  Il Comune di Castellammare, ormai diventato meta del turismo internazionale,  salvaguardando le acque del mare fa un bello spot del suo territorio con aumento di presenze e ritorni economici per tutte attività.