Nuovo capo settore per l’ufficio tecnico comunale: ad occuparsi dei Lavori Pubblici è l’ingegnere Claudio Tascone, in servizio presso la Città Metropolitana di Palermo con profilo professionale di istruttore direttivo tecnico. Dopo una convenzione con la città metropolitana di Palermo dal primo marzo l’ingegnere Tascone sarà a Castellammare il lunedì e venerdì, per un totale 12 ore settimanali. Il settore Urbanistica è guidato a tempo pieno dall’ingegnere Angelo Mistretta, individuato tramite avviso pubblico già a gennaio. «Potenziamo l’ufficio tecnico comunale, settore vitale per la struttura amministrativa, con un nuovo capo settore, l’ingegnere Claudio Tascone, in servizio part time a scavalco da altro Ente così da rendere più efficiente l’ufficio Lavori Pubblici che abbiamo rimesso in moto in maniera quanto più veloce possibile dopo l’arresto novembre del precedente responsabile del settore Lavori Pubblici- affermano il sindaco Nicola Rizzo e l’assessore al Personale Giuseppe Cruciata-. In tal modo distribuiamo il carico di lavoro tra Lavori Pubblici ed Urbanistica: in quest’ultimo settore a gennaio abbiamo individuato, tramite avviso pubblico, l’ingegnere Angelo Mistretta che ha un contratto di capo settore che durerà per tutto il mandato amministrativo così da dare stabilità ad un ufficio sul quale siamo immediatamente intervenuti per una riorganizzazione che lo renda esecutivo e produttivo. L’arrivo di un altro dirigente tecnico, l’ingegnere Claudio Tascone, in questo caso part time ed a scavalco da altro Ente per dare manforte al personale dell’ufficio tecnico, e che stiamo lavorando perché sia presente per un maggior numero di ore, è certamente un provvedimento che ridarà ossigeno al settore». Il sindaco Nicola Rizzo e l’assessore al Personale Giuseppe Cruciata sottolineano che si tratta «dei primi frutti raccolti nell’interesse collettivo dopo aver avviato un graduale processo di revisione degli uffici per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini. Interventi essenziali che consentono di riprendere a lavorare in settori nevralgici. Ricordiamo che dopo anni è ripresa l’apertura anche pomeridiana dell’ufficio Anagrafe, Stato Civile e Pubblica Istruzione e dell’ufficio Pubblica Istruzione, spostato nei locali della biblioteca comunale. Siamo intervenuti sul settore Polizia Municipale differenziato in due servizi e sei uffici municipali per i quali sono stai anche nominati i responsabili così da rende il corpo maggiormente operativo. C’è ancora molto da fare per rendere efficienti tutti gli uffici dunque -concludono il sindaco Nicola Rizzo e l’assessore al Personale Giuseppe Cruciata- continuiamo a lavorare alacremente per rispondere concretamente alle esigenze della nostra comunità».
Alcamo CCR chiuso. Scadute tutte le convenzioni, pure quella per l’organico
Da questa mattina i dipendenti comunali in servizio al CCR di Alcamo hanno sprangato i cancelli. Il centro comunale di raccolta è infatti stracolmo ed era impossibile contrastare le esigenze e il nervosismo degli alcamesi che via via si recavano nel sito di contrada Vallone Monaco. Inoltre a breve, anche l’organico potrebbe rimanere nelle case degli alcamesi. In pratica sono scadute tutte le convenzioni con i centri di smaltimento per le varie frazioni della differenziata. Anche quella per il conferimento dell’organico, sottoscritta con la MGS di Carini dopo i problemi giudiziari della Sicilfert, è il settore ambiente del comune di Alcamo è riuscito a spuntare una proroga per una sola settimana. Bisogna quindi provvedere a trovare un’altra piattaforma e a sottoscrivere una nuova convenzione.
Tutto bloccato anche per le altre frazioni. Scadute i contratti per gli sfalci di potatura, per gli ingombranti, per il materiale in legno e ferroso, per i RAEE, vale a dire il materiale elettronico e gli elettrodomestici. Insomma se l’amministrazione Surdi non dovesse riuscire a correre ai ripari in tempi rapidissimi, Alcamo rischierebbe di incappare in una vera e grande emergenza rifiuti. Allo stato attuale l’Energetikambinete riesce a raccogliere ed a smaltire regolarmente i rifiuti, seppur con qualche intoppo, ma con la scadenza della convenzione per l’organico potrebbero scattare problemi igienico-ambientali. Intanto bisogna correre ai ripari anche per il CCR che, ormai saturo di ogni tipo di rifiuti, non può garantire più alcun servizio e che, proprio per questo, questa mattina è rimasto chiuso.
Il funzionario comunale, il capo-servizio Pietro Girgenti, si è trovato sul tavolo, al memento del suo recente insediamento, tutte le convenzioni da rinnovare ed ha già avviato i contatti con le piattaforme di smaltimento per dar vita ai nuovi contratti. Fra chiusure di alcuni siti e saturazione di altri, co sarebbe però da capire perché l’amministrazione comunale alcamese non sia riuscita a pianificare, per tempo, i rinnovi e ad evitare, così, il rischio, già dietro l’angolo, dell’emergenza rifiuti.
Alcamo, scuola “Aporti” chiusa da ottobre: iniziate verifiche strutturali
Iniziati alla scuola “Aporti” di Alcamo i lavori di verifica strutturale. Si tratta dell’appalto che il Comune ha affidato e che finalmente è stato consegnato dopo le solite lungaggini burocratiche. Nel frattempo il plesso di viale Europa, che ospita quattro classi dell’infanzia per un totale di 76 bambini, oramai da ottobre scorso ha chiuso i battenti. Le aule sono state trasferite tra i plessi del “San Domenico Savio” e del “Collodi” ovviamente tra malumori e disagi per i genitori. Intanto l’avvio di queste verifiche è sicuramente un buon segnale e con ogni probabilità la scuola potrà riaprire i battenti in vista del prossimo anno scolastico 2019-2020, quindi prima di settembre. Lo stesso sindaco Domenico Surdi aveva annunciato l’imminente avvio di queste verifiche strutturali nel corso di una recente assemblea convocata dai genitori dei bambini che per l’appunto chiedevano dei tempi certi considerando i protrarsi della chiusura. Il primo cittadino ha garantito che, al netto di contrattempi o complicazioni, si potrà fare in tempo per settembre. I lavori al momento in corso sono stati affidati ad una ditta specializzata che effettuerà dei sondaggi su solaio e pilastri per verificare le condizioni di staticità. La scuola infatti è chiusa da ottobre in seguito ai continui problemi di infiltrazione di acqua piovana verificati a conclusione di un sopralluogo dei vigili del fuoco, i quali hanno fatto presente che esiste un rischio di crollo delle parti del soffitto oramai ammalorato. C’è da dire che da questa relazione dipenderà ovviamente la spesa i tempi necessari per poter rendere nuovamente agibile l’immobile. Diciamo che da una prima sommaria verifica visiva da parte dei tecnici sarebbe stato riferito che non dovrebbero essere necessari interventi di chissà quale entità, per cui per settembre il Comune dovrebbe essere in grado di poter riaprire l’istituto. Il confronto con il comitato dei genitori è stato sereno, ad essere state esternate perplessità sui tempi troppo lunghi per avviare queste verifiche strutturali. Mamme e papà degli alunni iscritti all’Aporti hanno anche fatto presenti i problemi di natura economica della scuola che con le esigue risorse messe a disposizione dal Comun ha difficoltà per fronteggiare le necessarie spese di manutenzione. Ecco perchè è stato chiesto all’amministrazione comunale di prevedere un maggior stanziamento economico.
Mafia e politica, arrestato Paolo Ruggirello. Accuse pesanti per il politico
Arresto eccellente nell’ambito dell’ultima operazione antimafia, messa a segno dai carabinieri su disposizione della DDA, ai danni della fitta rete di fedelissimi di Matteo Messina Denaro, il boss superlatitante di Castelvetrano. Arrestato infatti Paolo Ruggirello, ex deputato dell’MPA prima e del PD poi, candidato non eletto al Senato, sempre per i democratici. Il politico è stato recentemente impegnato nelle Primarie a sostegno dell’area Renzi-Faraone. Ruggirello, la cui famiglia nei primi anni 90 aveva anche fondato un emittente televisiva con sede a Guarrato, è accusato di associazione mafiosa e voto di scambio.
L’indagine, all’alba di oggi, ha portato in carcere 25 persone, fra colonnelli e gregari dei clan di Paceco e Trapani. Intercettazioni e pedinamenti avrebbero confermato che l’ex deputato regionale sarebbe stato a disposizione della “famiglia”, favorendo affari e assunzioni; avrebbe anche inserito persone segnalate dei boss nelle liste per alcune consultazioni elettorali locali. Favori in cambio del sostegno elettorale. In manette, per voto di scambio, è finita anche l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera, che nel 2017 fu candidata alle Regionali con l’Udc. Stessa contestazione anche per il marito, Ninni D’Aguanno, arrestato pure lui, personaggio molto noto nel settore delle piccole e medie imprese. Il blitz ha portato in carcere un altro ex consigliere comunale di Erice Ninni Maltese.
L’inchiesta della DDA ha decapitato il nuovo vertice di Cosa nostra trapanese, composto dai figli del vecchio capomafia Vincenzo Virga, Francesco e Pietro, che dopo essere stati scarcerati avevano avviato la riorganizzazione della cosca, puntando soprattutto sull’edilizia, sullo smaltimento dei rifiuti e sugli investimenti nel settore del turismo. Lo stesso clan dei Virga aveva nominato un referente sull’isola di Favignana per gestire il Grand hotel Florio che è stato adesso sequestrato. L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Claudio Camilleri, conferma che cosa nostra trapanese, diretta dal latitante Matteo Messina Denaro, è il vero laboratorio della nuova mafia siciliana.
Paolo Ruggirello, che per tanti anni ha avuto ad Alcamo come riferimento politico Giacomo Sucameli e che è stato anche coinvolte nelle inchieste sulle spese pazze all’ARS e sulle consulenze allegre nella sua carica di deputato-questore, è cresciuto all’ombra del padre che fu protagonista di una grande scalata imprenditoriale diventando proprietario della Banca Industriale e patron del Trapani calcio. Nel 1995 muore il padre, la figlia Bice tenta la scalata politica con il CCD alle regionali dell’anno successivo ma, non eletta, si dedica poi agli affari di famiglia. A lei, in politica, subentra Paolo Ruggirello, inizialmente al fianco del socialista Bartolo Pellegrino. Poi l’MPA di Raffaele Lombardo quindi la lista di centrodestra guidata da Nello Musumeci e nel 2015 l’ingresso nel Partito Democratico.
Diffamazione di politici su Facebook. Otto alcamesi a processo
Diffamazione su Facebook. Per tale reato, previsto dall’articolo 593 del codice penale, saranno processati otto alcamesi con prima udienza fissata per il prossimo 27 maggio davanti al giudice monocratico del tribunale di Trapani, dopo che il gip aveva respinto la richiesta di archiviazione, formulata un anno fa dal pubblico ministero. Il decreto di citazione a giudizio era stato notificato ad otto alcamesi: Giacomo Garbo, 46 anni, Girolamo Pitò, 45 anni, Salvino Gnoffo, 29 anni, Maurizio Regina 46 anni, Giuseppe Saverio Amodeo, 60 anni, Rosario Greco. 28 anni, Domenico Giorlando, 42 anni e Fabio Termine, 27 anni. Il processo è stato ora incardinato.
L’indagine partì dopo la denuncia di due ex consiglieri comunali Lorena Di Bona e Giuseppe Stabile, che assieme ad altri 11 avevano votato, nel settembre del 2015, un leggero ritocco delle aliquote Imu e Tasi, su proposta dell’allora commissario comunale Giovanni Arnone. Pesanti giudizi vennero scritti in un post della pagina del Movimento 5 Stelle di Alcamo, che aveva pubblicato le foto, stile “wanted” dei manifesti dei film western americani, criticando con frasi pesanti i 13 consiglieri comunali. Per l’Imu l’aliquota passò dal 9,6 per mille al 10,6. Per la Tasi l’aliquota passò dall’1,5 per mille al 2,2. Il post del M5S venne pubblicato il 18 marzo del 2016. Nel manifesto a sinistra il logo del M5S e accanto la frase “Aumento tasse ad Alcamo”. Sotto la scritta “Ecco chi ha votato a favore”. Un lieve rialzo che provocò polemiche ma che consentì di approvare il bilancio e quindi di non paralizzare il Comune. Grazie all’approvazione del bilancio si poterono utilizzare fondi tanto che così è stato possibile impiegare avanzi per un milione e mezzo di euro che hanno consentito, senza ulteriori perdite di tempo, anche di appaltare i lavori per riattivare sorgenti e condutture di contrada Cannizzaro.
I tredici consiglieri vennero pubblicamente ringraziati dal commissario comunale Giovanni Arnone. Ma contro i tredici si scatenarono su facebook durissimi commenti.: ….”pezzi di m….”, “teste di c…””bastardi” e così via. Lorena Di Bona e Giuseppe Stabile, difesi dall’avvocato Sergio Cangelosi, non restarono con le mani in mano e presentarono una raffica di querele per diffamazione. Il giudice nello stabilire la data dell’inizio del processo, in cinque forse chiederanno il rito abbreviato, ha anche ammesso come parte civile l’ex consigliere comunale Antonio Fundarò, assistito dall’avvocato Pietro Riggi. Fundarò non presentò denuncia ma segnalò la Tribunale che anche la sua foto compariva tra le 13 pubblicate sulla pagina del Movimento 5 Stelle. I giudici lo hanno ammesso alla costituzione di parte civile e Fundarò chiede complessivamente 20 mila euro di risarcimento.
Il giudice scrive per quelli che sono oggi imputati: “che offendevano la reputazione di Lorena Di Bona e Giuseppe Stabile postando vari commenti”. Ad Alcamo, dopo le decine di denunce e condanne, sono notevolmente diminuite le frasi offensive sui social perchè oggi c’è tolleranza zero da chi viene pèreso di mira da frasi ingiuriose. Meno di un anno fa è stata confermata anche in appello la sentenza di condanna, diventata definitiva, per un commercialista alcamese che definì i revisori dei conti, eletti per il triennio 2011-2013, tre mentecatti”. I tre professionisti si sono costituiti anche nel processo civile per il risarcimento dei danni. Il post venne pubblicato sulla pagina facebook del movimento politico Abc. Tra il 15 e 16 gennaio del 2015 l’ex sindaco Giacomo Scala e l’ex senatore Nino Papania denunciarono un centinaio di alcamesi per frasi offensive su facebook. Molti processi sono ancora in corso. In caso di condanna si rischia da sei mesi a tre anni, Da uno a sei anni quando viene contestata anche l’aggravante come nel caso degli 8 alcamesi. Scrive per questa vicenda il giudice: “fatto aggravato dall’avere arrecato l’offesa attraverso l’uso di una bacheca del social network facebook da considerarsi, in quanto potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato, o comunque quantitativamente apprezzabile, un qualsiasi altro mezzo di pubblicità diverso dalla stampa”. Di Bona, Stabile e Fundarò chiederanno anche un congruo risarcimento in denaro.
Primarie PD Ad Alcamo vince Zingaretti. Grande partecipazione
Grande partecipazione ad Alcamo alle primarie del Partito democratico per la scelta del segretario. Oltre 500 i votanti nel seggio a pianterreno del centro congressi Marconi, dove hanno anche votato i cittadini di Castellammare e Calatafimi Segesta. Nicola Zingaretti con 336 preferenze è stato il più votato confermando il trend che si è registrato in tutta Italia. 120 voti per Marina, 32 per Iachetti. In Italia hanno votato un milione e 800 mila persone, molte delle quali hanno fatto pazientemente la fila per di arrivare alle urne. Un segnale politico importante politico è stata la partecipazione, che fa parte della democrazia, che sovranisti e populisti, oggi al governo, non tengono in considerazione.
Un segnale importante arriva anche da Alcamo nella speranza che la partecipazione al voto sia il primo passo- dicono i democratici- per il rilancio del partito non solo in città ma in tutta Italia, dove le persone hanno iniziato a dare segni di insofferenza alle continue liti tra i rappresentanti del governo giallo-verde, che sta facendo marciare ogni giorno di più l’Italia verso la recessione. E i dati Istat lo confermano. Così come i segnali della delusione verso forze politiche, come per esempio il Movimento 5 Stelle, è certificato dai negativi risultati elettorali prima in Abruzzo e più recentemente in Sardegna.
Il Pd di Alcamo è in una fase di riorganizzazione e probabilmente, entro un mese, convocherà l’assemblea per eleggere i nuovi organismi dirigenti. La partecipazione di oltre 500 alcamesi alle primarie di ieri è un segnale e un patrimonio che il Pd locale deve sapere gestire per tornare alla politica attiva con programmi e iniziative che coinvolgano le persone nelle scelte per far ritornare Alcamo la capitale del Golfo di Castellammare.
Alcamo, caso risarcimenti precari: 4 sentenze a favore del Comune, maxirisarcimento solo un brutto ricordo?
Niente risarcimento e nessuna assunzione. Sono quattro le sentenze del tribunale del Lavoro di Trapani tutte favorevoli al Comune di Alcamo che riguardano lo spinoso e complesso caso dei precari che hanno chiesto un risarcimento e la stabilizzazione perchè non assunti dopo 36 mesi come imporrebbe la norma, mentre il municipio alcamese ha continuato ad andare avanti di proroga in proroga nei decenni. Il giudice del lavoro, a cui si erano appellati i 4 precari, ha rigettato entrambe le loro richieste ed ha compensato le spese di lite. I lavoratori avevano evidenziato, secondo la loro tesi, che il Comune avesse violato un decreto legislativo del 2001 che prevede la trasformazione di un contratto a tempo determinato a tempo indeterminato quando si superano i 36 mesi continuativi in servizio. Il giudice del lavoro ha condiviso la tesi del Comune, difeso in giudizio dal segretario generale Vito Bonanno, in quanto il decreto del 2001 escluderebbe la possibilità di operare la conversione del rapporto a tempo determinato: “Tale divieto – scrive il giudice del lavoro Mario Petrusa nella sentenza – è stato ritenuto compatibile con l’ordinamento comunitario purché accompagnato da altre misure equivalenti, idonee ad assicurare al dipendente pubblico una tutela di peso analogo a quella predisposta nel settore privato ai dipendenti comparabili. In sostanza, il solo strumento di tutela applicabile è quello risarcitorio, quindi, la domanda avanzata in via principale va rigettata”. Ma anche sul risarcimento richiesto il tribunale lascia i contrattisti con un pugno di mosche in mano. Ognuno di loro aveva richiesto 15 mila euro quantificato come “risarcimento danni”. Il giudice Petrusa in questo caso ha motivato il rigetto della domanda facendo riferimento alla Corte d’Appello di Palermo in una recente pronuncia, riconoscendo l’assunzione a suo tempo del precario come “contratto e rapporto di lavoro definito nel quadro di un programma specifico di formazione, inserimento e riqualificazione professionale pubblico o che usufruisca di contributi pubblici”. Questo fa sì che si possa far riferimento a sua volta alla corte di giustizia Europea che in una sentenza del 2012 sostenne per l’appunto che “i contratti di lavoro stipulati con gli ex Lsu sono stati adottati nell’ambito di un programma regionale finanziato da contributi pubblici” e per questo sono esclusi dal campo di applicazione del riconoscimento del diritto alla conversione del contratto. Il Comune di Alcamo tira quindi un sospiro di sollievo se si considera che le prime cause nel 2017 furono perse davanti al giudice del lavoro ma semplicemente perchè non si portò avanti questa tesi difensiva messa nera su bianco dal segretario Bonanno. Anche sulle prime cause perse il Comune ha presentato appello. La vicenda quando venne fuori preoccupò anche il consiglio comunale per il possibile “buco” alle casse del Comune se tutti i precari avessero fatto ricorso. Queste ultime quattro sentenze aprono altri scenari.
Castellammare del Golfo, pass parcheggio per i residenti del centro storico
Parcheggi riservati ai residenti nel centro storico di Castellammare del Golfo: da quest’anno chi abita in centro città potrà usufruire di un pass per la circolazione e sosta all’interno delle zone a traffico limitato che saranno ampliate e previste in sei comparti urbani. In questa fase iniziale, dal 4 al 31 marzo potrà essere manifestato il proprio interesse al pass a pagamento, che sarà rilasciato successivamente dopo la definizione della procedura.
Il modello di manifestazione d’interesse per la circolazione e sosta all’interno dell’area di residenza può essere scaricato dalla pagina principale del sito istituzionale del Comune (www.comune.castellammare.tp.it), dalla sezione avvisi e bandi (www.comune.castellammare.tp.it/portale/avvisi-e-bandi/) o ritirato negli uffici della polizia municipale.
Il modulo di richiesta di manifestazione d’interesse del pass dovrà essere consegnato al comando di polizia municipale entro e non oltre il 31 marzo. Nella manifestazione d’interesse il residente dovrà specificare se è in possesso di autorizzazione per passo carrabile o autorizzazione disabili. Il modulo di manifestazione d’interesse per il pass parcheggio residenti deve essere compilato da un solo membro della famiglia poiché ogni nucleo familiare potrà ricevere un solo pass residenti che darà diritto alla sosta di un solo veicolo per l’intera stagione.
Da lunedì 4 marzo sarà visionabile sul sito l’elenco delle vie interessate e la planimetria della suddivisione zonale sempre sul sito internet comunale (www.comune.castellammare.tp.it) o negli uffici della polizia municipale. “Vogliamo regolamentare il traffico – afferma il sindaco Nicola Rizzo – rendendo più vivibile il centro storico nel periodo di massima affluenza estiva. Proprio per tutelare i residenti e dare a loro priorità di sosta è stato previsto il rilascio di un pass all’interno dei sei comparti individuati dai tecnici in centro e che saranno contrassegnati da strisce gialle, cioè le zona Madrice, Petrolo, piazza Cairoli e quartiere ‘Chiusa’, parte di via Roma, ed ancora nelle zone sopra via canale Vecchio e via Zangara, cioè la cala marina.
Il pass avrà validità stagionale e sarà successivamente rilasciato dietro pagamento di una cifra complessiva prevista intorno a meno di un euro al giorno. Al momento lo scopo è quello di incamerare i dati dei residenti interessati ad avere lo stallo di sosta personale, così da accelerare le procedure che stiamo portando avanti per la redazione del progetto di viabilità finalizzato ad una migliore circolazione stradale nei periodi di massimo afflusso turistico prevedendo servizi potenziati ed ampliati.
Tutti i nuovi provvedimenti sulla viabilità che saranno avviati saranno resi noti in un secondo momento a mezzo stampa e nel corso di un incontro pubblico con la cittadinanza che potrà così essere informata dettagliatamente su quanto predisposto”.
Alcamo, Asu in corteo: pace fatta con l’amministrazione comunale?
I lavoratori Asu ad Alcamo oggi hanno chiuso la loro tre giorni di sciopero con un corteo che si è snodato da corso VI Aprile sino a fare capolinea davanti alla sede centrale del municipio della città. In testa al nutrito gruppo Vito Sardo, il leader di Ale Ugl, il sindacato che insieme ad altre sigle ha promosso questa mobilitazione in tutta l’Isola. A venire a partecipare al corteo anche l’assessore del Comune di Alcamo Fabio Butera che con questo gesto distensivo ha voluto smorzare probabilmente le polemiche della vigilia, quando in consiglio comunale martedì scorso ha “rimproverato” gli Asu per aver creato dei pesanti disservizi per la città con la loro assenza. I lavoratori chiedevano simbolicamente la presenza di un amministratore proprio per far capire che anche l’istituzione locale era al loro fianco in questa battaglia. “Basta con il precariato legalizzato – hanno evidenziato alcuni lavoratori -, perché di questo si tratta. Lavoriamo tanto quanto altri colleghi precari appartenenti ad altro bacino a cui è stata data la possibilità della stabilizzazione mentre noi siamo rimasti fuori. Ci chiediamo se abbiamo fatto meno di altri colleghi, reggiamo proprio ad Alcamo importanti servizi essenziali per il funzionamento della macchina burocratica, veniamo sfruttati anche ben oltre quelle che dovrebbero essere le nostre mansioni di supporto”. L’assessore Butera si è unito alla testa del corteo parlando con un capannello di lavoratori, spiegando loro che il Comune ha le mani legate ma che l’amministrazione è al loro fianco perché sono indispensabili per il funzionamento di diversi uffici. Tutto è in capo alla Regione che ha la “proprietà” di questi Asu e quindi li paga quasi per intero, senza contributi e per meno di 600 euro mensili.
Castellammare del Golfo, allarme gioco d’azzardo: in arrivo sgravi tributari a chi dice no alle slot
Contrastare il gioco d’azzardo limitando le sale da gioco ma anche prevedendo minori tributi per le attività che non hanno slot e macchinari abilitati per il gioco d’azzardo e coinvolgere scuole e parrocchie su percorsi di informazione e prevenzione delle ludopatie. L’amministrazione comunale ha deciso di impegnarsi, con appositi regolamenti ed ordinanze, ad avviare misure specifiche per contrastare il gioco d’azzardo aderendo alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” per la formazione civile contro i fenomeni della criminalità organizzata.
«Il gioco d’azzardo, se diventa patologico, crea dipendenza e comportamenti a rischio in particolare per le fasce più deboli della popolazione, come adolescenti e anziani -sottolinea il sindaco Nicola Rizzo-. Occorre contribuire a contrastare il crescente e pericoloso fenomeno del gioco d’azzardo che chiaramente non riguarda chi senza incidere sulla sua vita economica e sociale gioca sporadicamente ma il confine tra diversivo ed azzardo è molto sottile».
In particolare le misure previste sono quelle di limitare le sale da gioco ed il loro orario di apertura, nonché prevedere facilitazioni di natura tributaria per gli esercizi “No slot”, coinvolgendo in particolare le scuole su percorsi di prevenzione ed informazione.
«Il gioco d’azzardo è una piaga con risvolti devastanti sulla vita delle persone e delle relazioni familiari e sociali. Per porvi un freno bisogna partire dalla riduzione delle sale da gioco e creare tavoli tecnici permanenti formati dai rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, delle scuole e delle parrocchie, destinando risorse per la realizzazione di percorsi di formazionecoordinati rivolti agli studenti che riguardano i rischi legati a chi frequenta sale giochi e sale scommesse, gioco online, spiegando cosa sono le ludopatie e cos’è l’uso responsabile del denaro –afferma il sindaco Nicola Rizzo-. Il fenomeno del gioco d’azzardo è strettamente collegato alla criminalità organizzata quindi occorre sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze poiché sempre più spesso molti soggetti arrivano a compromettere l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario».
“Da recenti dati statistici, gli italiani puntano in un anno, al gioco, uno stipendio medio cioè 1.431 euro. Inoltre da tempo, sul nostro territorio esercitano operatori stranieri non autorizzati come circa 6 mila centri scommesse disseminati nel Paese, che producono un fatturato di circa 4 miliardi di euro all’anno e che hanno sede legale in paesi stranieri (dove risiedono le più importanti agenzie di scommesse: Malta, Inghilterra ecc.). Si tratta di un mercato di tipo parallelo, un doppione di quello nostrano che, pur operando l’attività in Italia, esercita la pratica del gioco d’azzardo facendo scommettere all’estero dove, di fatto, pagano anche le imposte sull’azzardo-si legge nell’atto di indirizzo della giunta comunale-. È stato accertato da decine d’inchieste che, maggiore è “l’offerta del gioco legale”, più semplice è per i clan malavitosi trarre profitti attraverso pratiche di usura, riciclaggio, estorsione.”