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Alcamo-Rapporto immigrazione 2017-2018, religioni confronto

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L’argomento è di grande attualità: parliamo di migrazioni sulle quali si continua a giocare in Italia una partita politica sulla pelle di migliaia di persone, che fuggono da guerre, fame e carestia, ma che vede diversi strati sociali, in tutte le regioni, sempre più incattiviti e razzisti. Partita cavalcata da sovranisti (Lega) e populisti (M5S), che sono al governo e litigano ogni giorno come non era mai accaduto nell’Italia repubblicana. E la nazione marcia sempre più all’interno del baratro della recessione economica, aggravata dai venti di crisi di governo che soffiano sull’Italia. E della rappresentazione e realtà delle migrazioni si parlerà ad Alcamo, nel convegno organizzato dalla Diocesi di Trapani. Due gli appuntamenti in programma il prossimo 21 marzo al centro congressi Marconi. Alle 9,30 incontro con gli studenti delle scuole medie superiori. Lo stesso giorno alle 18 incontro con la cittadinanza. Sarà presentato il 27esimo rapporto Immigrazione 2017/2018 della Caritas e Migrantes sul nuovo linguaggio per le migrazioni. Relatori cattolici, buddisti, islamici ed ebrei saranno presenti all’incontro che si aprirà con il saluto del sindaco Domenico Surdi. Seguirà l’intervento del vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli e poi le relazioni di don Giovanni De Robertis, direttore Fondazione migrantes della Cei, Conferenza episcopale italiana e di don Mario Affronti, direttore dell’ufficio regionale per le migrazioni del Cesi. Il gruppo Ben Kadì di Palermo sarà il protagonista dell’intervallo musicale. Interventi in aula dell’Imam Ahmad ‘Abd al- Majid Macaluso del Coires, Emanule Zimmardi, buddismo della Soka Gakkai, Aouate Evelyne dell’Istituto siciliani studi ebraici, il pastore Mauro Costa della chiesa della Riconciliazione e Giuseppe Giacalone presidente dell’ Azione cattolica della diocesi di Trapani. Il saluto conclusivo di don Leonardo Giordano, direttore dell’ufficio diocesano per le migrazioni di Trapani arciprete della chiesa Madre di Alcamo, che è il motore di questa interessante iniziativa, che si svolgerà ad Alcamo giovedì 21 marzo. Moderatore il giornalista-editore Ernesto Di Lorenzo.

Partinico, sparò a rapinatore e finisce sotto processo

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Legittima difesa sì, legittima difesa no. Uno dei temi più caldi dell’agenda politica nazionale mette al centro Partinico per un caso controverso che sarà oggetto di processo. Protagonista il gioielliere Francesco Cucchiara che ad 87 anni dovrà affrontare una causa con l’accusa di tentato omicidio. Secondo il gip che ha ritenuto che ci possano essere indizi di colpevolezza nei confronti dell’anziano partinicese quel 20 novembre del 2013, quando subì una rapina, non tirò fuori la pistola per legittima difesa ma addirittura per uccidere. Dalla sua pistola partirono alcuni colpi, uno di questi ha attinto al polso uno dei rapinatori che poco dopo fu arrestato, Mariano Parisi. Quest’ultimo ha addirittura avanzato una richiesta di risarcimento per quella ferita di ben 100 mila euro. Il sostituto procuratore aveva chiesto l’archiviazione del caso, il giudice per le indagini preliminari invece ha accolto l’opposizione che è stata presentata dai legali dello stesso bandito. ora sarà il processo che dovrà chiarire come andarono veramente le cose. Ciò che è certo è che fu un’alba di terrore quella che dovette affrontare la famiglia Cucchiara, vittima di un commando di finti finanzieri e carabinieri che hanno fatto irruzione all’interno della casa attigua alla gioielleria di via Zito da loro stessi gestita. Il terrore è durato una mezzora sino a che la banda di criminali si è messa in fuga, forse perché non è riuscita nello scopo di penetrare all’interno dell’esercizio commerciale. Francesco Cucchiara in quei momenti concitati ebbe la forza di reagire e di sparare quattro colpi di arma da fuoco. E’ successo tutto intorno alle cinque e un quarto del mattino: suona il campanello in casa Cucchiara e dal citofono qualcuno chiede di aprire il portone per permettere una fantomatica perquisizione autorizzata dal magistrato. Ignari e impauriti i coniugi Francesco Cucchiara e Calogera Cannavò, oggi 78enne, aprono il portone mentre accorrono la figlia Maria Grazia, 46 anni, e il genero Nunzio Quatrosi, 59 anni. Di fronte a loro si presentano 5 persone con indosso occhiali da sole e berretto. La commedia va avanti sino a che i residenti dell’abitazione non si insospettiscono, capendo che quelli non erano finanzieri e militari dell’Arma. “E’ finito il gioco, ora si fa sul serio” avrebbe gridato uno dei componenti della banda uscendo allo scoperto e confermando che si trattava di una rapina. Quatrosi, giornalista e dipendente comunale, è stato immobilizzato con una fascetta di plastica ai polsi così come la moglie, mentre la suocera è stata presa come vero e proprio ostaggio dalla banda che forse erano alla ricerca di una porta che accedesse alla gioielleria ma che di fatto non esiste. Ad un certo punto, forse perché impauriti dalle continue urla della donna presa in ostaggio nonostante fosse stata colpita con un pungo al volto, il commando decide di darsi alla fuga. Nel frattempo Francesco Cucchiara ha avuto la forza di reagire e di impugnare la pistola, regolarmente detenuta, e di sparare dal balcone quattro colpi di arma da fuoco contro le due auto utilizzate dai malviventi. Uno di questi andò a segno e colpì al polso uno dei componenti del commando. Giorni dopo si riuscirà a smantellare questa banda e si scoprirà che tante altre furono le loro vittime.

Alcamo, al via la novena dedicata a San Giuseppe

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Grande partecipazione di fedeli ai riti religiosi in onore di San Giuseppe, che si celebrano nella parrocchia Sant’Oliva di Alcamo. La novena si concluderà il 19 marzo con la processione della statua di San Giuseppe. Da domani sabato e sino al 19 marzo marzo ogni giorno sante messe e recita del rosario dalle 7,45, 8,30, 18,30 e 19,30 con la celebrazione eucaristica del Santissimo Sacramento, adorazione e benedizione eucaristica. Il 18 marzo anche alle 19,30 Primi Vespri solenni della solennità di San Giuseppe. Il19 marzo ore 8,30, 9,30 e 10,30 celebrazione eucaristica e alle 17 il via alla processione. Stamane collocate le luminarie. La liturgia della Novena sarà presieduta da monsignor Benedetto Cottone. Nella chiesa di Sant’Oliva, della quale è parroco Saverio Renda, c’è la statua di San Giuseppe col il Bambino. Statua in legno di 66 centimetri. Il comitato che organizza la festa è composto da Gaspare Macaluso, Giuseppe Pirrone, Vito Pirrone e Antonino Tedesco. La processione avrà il seguente itinerario: piazza Ciullo, corso VI Aprile, via commendatore Navarra, piazze Castello, della Repubblica e Trinità. Via Santissimo Salvatore, corso Belverde, vie: Salerno, Melodia, Vittorio Veneto, Doria, Mangione, Casarubea, Galileo Galilei, Crispi, corso San Francesco di Paola, vie Cordone, Tasso e Pia Opera Pastore, corso VI Aprile e rientro in chiesa. Ad Alcamo la Festa di San Giuseppe è stata da sempre particolarmente sentita dalla popolazione. Fino a qualche anno fa nel calendario il giorno di San Giuseppe era segnato in rosso ed era una festa nazionale. Poi è stata abolita ma la festa di San Giuseppe è sempre viva ed importante per la chiesa e i fedeli. E In occasione della ricorrenza, coloro che hanno fatto un voto “pi divuzioni”, allestiscono, i caratteristici altari lignei a gradini, rivestiti di lenzuola ricamate. Oggi gli “altari” vengono allestiti tutto l’anno. Tra le decorazioni, sistemate nei vari gradini, tra ceri, fiori e candelabri d’argento, spiccano i numerosi pani caratteristici, in varie dimensioni e forme: cucciddati (ciambelle), ostensori, simboli sacri, animali, frutti e personificazioni. Alla mensa dell’altare hanno posto i commensali, che interpretano i componenti della Sacra Famiglia e altri che interpretano vari santi, tutti destinatari dei voti espressi dal padrone di casa sotto forma di qualsiasi tipo di cibo, crudo o cotto in vari modi, chiamato “pietanza”. Il 19 si celebra anche la Festa del papà nata per incentivare il consumismo.

Castellammare del Golfo, porto: Regione sblocca 3 mln per messa in sicurezza opere I lotto

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Riparte l’iter per riaprire anche il cantiere del I lotto del porto di Castellammare del Golfo. L’assessorato regionale alle Infrastrutture, dopo un’interlocuzione avuta con il governo cittadino, ha avviato le procedure per affidare il progetto che prevede la salvaguardia delle opere realizzate con il primo stralcio di messa in sicurezza del porto fermo da 9 anni. Si tratta di interventi per un ammontare di 3 milioni di euro: “Non possiamo che essere soddisfatti per questo primo importante risultato ottenuto – afferma il sindaco Nicola Rizzo – sollecitando la ripresa in più incontri operativi alla Regione facendo presente, anche in sopralluoghi con i tecnici, la necessità di non danneggiare ulteriormente quanto realizzato e procedere con un urgentissimo riavvio dell’iter”. Si va quindi nella direzione di affidare il progetto esecutivo di salvaguardia delle già realizzate opere di messa in sicurezza del porto, riguardanti per l’appunto i lavori del I stralcio fermi dal 2010, in seguito ad un’operazione antimafia della finanza che mise in evidenza possibili infiltrazioni nell’appalto e soprattutto l’ipotesi dell’utilizzo di cemento impoverito. “Dal nostro insediamento – aggiunge il primo cittadino – abbiamo ottenuto massima disponibilità e collaborazione dalla Regione, ente gestore dell’appalto, in particolare dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, che si è subito mostrato disponibile ad individuare una soluzione per la ripresa dei lavori fermi da troppi anni. Più incontri operativi, una nostra anticipazione alla Regione per una consulenza e, nel corso di un recente sopralluogo abbiamo evidenziato l’urgenza della messa in sicurezza dell’esistente e la necessaria successiva ripresa dei lavori poiché quanto realizzato potrebbe essere ulteriormente danneggiato dalle mareggiate fino ad arrivare alla necessità di rifare tutto ex novo; senza contare che i lavori in corso del II lotto potrebbero avere la stessa sorte se non si interviene con la massima velocità”. I tecnici regionali avevano constatato nel corso di alcuni sopralluoghi l’effettivo pericolo segnalato dal Comune castellammarese e dopo alcune rassicurazioni adesso sono state avviate le procedure per affidare il progetto esecutivo che consentirà di salvaguardare l’esistente con circa 3 milioni di euro, e quindi cominciare a prevedere l’iter per la ripresa dei lavori. “Ci auguriamo – aggiunge Rizzo – che non si verifichino altri ostacoli e vicissitudini burocratiche e giudiziarie in modo che, dopo le opere di salvaguardia, si possa procedere con la ripresa del completamento del primo stralcio di lavori, come da disponibilità dell’assessorato regionale, così da avere finalmente il porto che la nostra città attende da troppo tempo. Rimarremo in costante monitoraggio dell’iter”.

Alcamo Chiesa SS. Salvatore (Badia Grande), al via la manutenzione

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Un prospetto, quello della chiesa Santissimo Salvatore di Alcamo, che si sbriciola e i calcinacci cadono nella trafficatissima via Rossotti. I controlli dei vigili del fuoco fanno scoprire qualche problema di stabilità nella torre campanaria del tempio, realizzato nel 1.300, che si trova accanto alla Quarta scuola media. Da qui la decisione di chiudere quel tratto di strada. Per fortuna al momento del crollo non passava nessuno, Ma l transenne nella strada hanno notevolmente complicato il traffico nel centro storico e per i tantissimi genitori che portano e vanno a prendere i figli a scuola. I disagi dureranno ancora per qualche giorno poiché il rettore della chiesa, don Aldo Giordano, arciprete della chiesa Madre, si è messo immediatamente in moto e a giorni saranno completati i lavori di messa in sicurezza del prospetto e della torre campanaria.

La chiesa, attigua all’ex monastero della Badia Grande, soppresso nel 1906, ospita numerose opere d’arte. Viene aperta al culto raramente, e la chiesa balzò agli onori della cronaca nazionale quando nel 1981 vennero rubati ovali con l’Annunciazione e altorilievi raffiguranti San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista. Tali opere d’arte vennero trovate nel 1994 dai carabinieri che riuscirono a bloccare l’asta per la vendita presso la famosa casa Sotheb’s di Londra. L opere d’arte tornarono ad Alcamo, ma in pratica vennero ricomprate per 25 milioni delle vecchie lire, e ricollocate al loro posto.

Intanto a quasi tre anni dalla chiusura per motivi di sicurezza non si intravvede alcuna soluzione per la manutenzione della chiesa del Collegio di proprietà del Demanio dello Stato. Incontri. Appelli. Riunioni. Missioni a Palermo, continuano a non sortire alcun effetto tra il disappunto dei fedeli e la preoccupazione che la paralisi degli interventi provochi, per come sembra stia accadendo ulteriori danni. Sembra che per rimettere in sicurezza l’imponente edificio di piazza Ciullo, dove sorge la chiesa, occorrono oltre 600 mila euro. Fondi che dovrebbe mettere a disposizione il Demanio. Dello Stato Il problema sarebbe stato causato dal guano dei colombi, che otturò gli scarichi delle acque piovane. Lo scorso novembre a lanciare l’allarme per la chiesa del Collegio è stato il professor Giuseppe Dei Giovanni, alcamese, ordinario di Tecnologia della facoltà di architettura, università di Palermo. Predisposto il progetto il proggetto di consolidamento e restauro alla Sovrintendenza, che dovrebbe finanziare la Regione.

Alcamo Cabaret e concerto nel fine settimana

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Fine settimana ad Alcamo all’insegna del cabaret e dei concerti. Si inizia sabato sera alle 21,15 con lo spettacolo dal titolo “Pupiata siciliana” cabaret di Sasà Salvaggio con Jimmy Corano alla chitarra e Peppe Corsale. Alla fisarmonica. Si tratta di uno spettacolo ispirato alla cultura della Sicilia e a quella palermitana in particolare. Dai greci, agli arabi, ai normanni l’artista palermitano analizza la lingua siciliana che nei secoli si è tanto arricchita. Lo spettacolo, fa parte della 36esima rassegna della prosa e dello spettacolo, organizzata dalla Cooperativa piccolo teatro di Alcamo. Domenica alle 18, sempre al teatro Cielo serata di premiazione della Decima rassegna del teatro amatoriale, La cerimonia sarà arricchita da uno spettacolo di cabaret con Ernesto Maria Ponte.

Sarà ancora la chiesa del Rosario della via Amendola di Alcamo ad ospitare un concerto nell’ambito della 33esima stagione varata dall’Associazione amici della musica. Domenica alle 19 concerto del quintetto di fiati Zemlisky Quintet. Il concerto alla chiesa del Rosario per l’inagibilità della sala del centro congressi Marconi, che per uno dei tenti paradossi italiani può accogliere centinaia di persone per le manifestazioni gratis. Se sono a pagamento occorre il nulla osta della questura che non può allo stato concederlo se il Comune non ripristina le condizioni di sicurezza richieste. E intanto l’Associazione amici della musica è costretta ad emigrare nella vicina chiesa del Rosario, dove ospiti e cantanti si sono lamentati per i disagi causati dal freddo.

Alcamo, pusher di via Pia Opera Pastore: altra ordinanza di custodia cautelare

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Si aggrava ulteriormente la posizione di Godwin Balogun, nigeriano di 20 anni, che da ospite del centro Sprar di Alcamo era diventato un vero e proprio pusher di riferimento del quartiere attorno alla popolosa via Pia Opera Pastore. Arrestato nell’ottobre scorso dalla polizia, è stato raggiunto da un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare nel carcere dove era ancora detenuto. Infatti i carabinieri della Compagnia di Alcamo avevano parallelamente avviato un’attività d’indagine su Balogun che si è conclusa proprio in queste ore e che ha portato a formulare l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Con lui sono stati denunciati altri 3 ospiti dello Sprar, tutti ventenni, uno nigeriano, l’altro gambiano e l’altro ancora guineano. Secondo quanto appurato dai militari dell’Arma, che hanno seguito le tracce di Balogun per due mesi, il nordafricano si era reso autore di numerosissime cessioni di sostanza stupefacente a vari acquirenti, perlopiù minorenni, proprio nell’area attorno allo Sprar di via Pia Opera Pastore. I carabinieri, guidati in questo caso dal tenente Nicola Parente, si erano messi sulle tracce del nigeriano in quanto le persone controllate nei pressi di quella struttura venivano trovate in possesso di dosi di sostanza stupefacente, hashish o marijuana. Questo aveva portato i militari a monitorare con ancor più attenzione il quartiere fino ad avere il sempre più concreto sospetto che quella struttura fosse diventata la base operativa di qualche individuo per un’attività di spaccio. In seguito ad alcuni pedinamenti e intercettazioni ambientali, i carabinieri hanno appurato che Balogun e gli altri 3 ospiti dello Sprar fossero responsabili di una serie di cessioni di sostanze stupefacenti a fronte di un corrispettivo di circa 5 euro per singola dose.  Clienti erano tutti giovanissimi, per lo più minorenni. Lo spaccio avveniva nel cortile del centro di accoglienza. Come invece appurato dalla polizia, che lo arrestò per l’appunto 5 mesi fa, Balogun si riforniva dello stupefacente a Palermo che raggiungeva con un autobus. Tornano poi al centro, all’interno della sua stanza suddivideva e impacchettava le dosi. Era diventato il pusher di riferimento per i minorenni nella zona di via Pia Opera Pastore: a lui i ragazzini si rivolgevano per il fumo, che fosse hashish o marijuana. Proprio però questo strano via vai di adolescenti in questa zona abbastanza centrale di Alcamo ha messo in allarme i residenti che avevano segnalato alle forze dell’ordine il sospetto che vi fosse un giro di spaccio. All’epoca Balogun venne arrestato in flagranza con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio essendo stato trovato in possesso di un panetto di hashish e ben 50 frammenti di infiorescenze di marijuana. Il nigeriano è stato visto scendere dal pullman di linea e per tentare di sfuggire da eventuali controlli aveva organizzato un trasporto alquanto singolare. La droga era stata sistemata all’interno di un sacchetto voluminoso contenente della farina tipica africana ed accanto era stato posizionato un altro involucro con del pesce congelato, con l’obiettivo di attutire il forte odore che avrebbe emanato la sostanza stupefacente trasportata. Accorgimento che però non è bastato a Balogun.

Alcamo, beni da impresa fallita ad altre società: un arresto e 10 indagati

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Imprese che nascevano come funghi per distrarre beni da una società fallita ed evitare che venissero quindi mangiati dai creditori. Il più classico dei sistemi fatti da scatole cinesi per tentare di eludere i controlli. Il quartier generale di Alcamo non è sfuggito però alla tenenza della guardia di finanza che ha scoperto il raggiro ed ha dato vita ad un’operazione che ha portato all’arresto di un imprenditore con al seguito 10 indagati tra imprenditori, commercialisti e prestanome nullatenenti. A finire in manette l’alcamese Giuseppe Artale, 56 anni, per il fallimento dell’originaria gestione dei Magazzini Gea di Alcamo. Oggi l’unico punto vendita sulla statale 113 ha tutta un’altra gestione e non ha nulla a che vedere con la vecchia cordata. Per Artale le accuse ipotizzate sono di bancarotta fraudolenta ed intestazione fittizia di beni; per gli altri 10 indagati le accuse a vario titolo sono molteplici sono bancarotta fraudolenta, frode fiscale, intestazione fittizia di beni e illecito trasferimento di denaro. Le fiamme gialle hanno scoperto un complesso sistema criminale caratterizzato dalla creazione di numerose società dedite alla vendita al dettaglio di casalinghi, dalle quali con sistematicità venivano sottratte illecitamente grandi quantità di beni e denaro attraverso fittizie operazioni aziendali e finanziarie. Ad essere scoperto il fatto che ingenti somme di denaro dell’azienda, da utilizzare per il pagamento di fornitori e dipendenti, venivano trasferite sui conti correnti personali dell’imprenditore arrestato, per poi essere illecitamente impiegate per finanziare due nuove attività commerciali intestate a soggetti prestanome e nullatenenti. Mirate intercettazioni telefoniche hanno fatto emergere un collaudato sistema fraudolento realizzato da Artale, grazie alla complicità di un noto consulente fiscale alcamese e di alcuni imprenditori operanti nella provincia di Trapani e Palermo. Il gruppo criminale, con risorse provenienti da aziende precedentemente fallite, provvedeva a creare nuove attività commerciali intestandole a soggetti nullatenenti, i quali dovevano esclusivamente firmare i documenti di costituzione delle società. Successivamente, gli indagati sottraevano la merce in magazzino e gli incassi delle vendite, senza talvolta pagare gli stipendi ad ignari dipendenti delle società, determinandone sistematicamente la crisi ed il conseguente fallimento. L’analisi della documentazione contabile e le indagini bancarie effettuate nei confronti dei soggetti coinvolti hanno permesso complessivamente di quantificare un guadagno illecito pari a oltre euro un milione e 200 mila euro che Artale ha dirottato in una società immobiliare ed in un’altra società di ristorazione, entrambe fittiziamente intestate ad alcuni familiari. Le indagini, inoltre, hanno riguardato anche un compiacente imprenditore napoletano, principale fornitore delle citate società, il quale, tramite simulate operazioni commerciali, determinava un vertiginoso aumento dei debiti e favoriva rapide e concordate crisi aziendali. Il successivo fallimento delle società garantiva all’imprenditore campano un ingente risparmio fiscale connesso ai crediti non incassati, insieme al trasferimento sottobanco, in accordo con gli altri complici, di partite di merce già oggetto di fatturazione alle società fallite a favore di altre società riconducibili agli stessi indagati.

Alcamo, Bed&breakfast e il Corso dei sapori: è boom

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L’ultimo in ordine di tempo è stato aperto nella via Adamo. Parliamo di bed&breakfast, che stanno sorgendo come funghi in tutto il territorio alcamese. Dieci riscuotono buoni giudizi su internet, ma i commenti sui social vanno presi con tanto di beneficio di inventario come dimostrano le tante denunce presentate in Italia, soprattutto da titolari di ristoranti, che hanno visto e in qualche caso strumentalmente denigrati i loro esercizi commerciali. Non sarebbe il caso di Alcamo anche perché i tanti investimenti fatti nel settore del turismo puntano sulla qualità e sulla nota ospitalità degli alcamesi. Case-appartamenti a centinaia soprattutto ad Alcamo Marina, affittate a caro prezzo e per brevi periodi a turisti. E sono numerosi quelli che provengono dalla Russia per godere del mare e della spiaggia. Si calcola che sono una quarantina i bed&breakfast , molti dei quali nel centro storico. E anche in questo periodo muratori sono all’opera per ristrutturare immobili per affittare camere a turisti italiani e stranieri. Un vero e proprio boom. Un giro di affari di migliaia di euro nel quale si sono tuffati molti giovani, aiutati economicamente dai genitori e dai fondi europei per avviare un’attività ed evitare così di emigrare nel nord d’Italia o all’estero. Giovani spesso laureati che si sbracciano per cercare di mettere le basi su un futuro che dia certezze. E sono soprattutto i giovani che varano progetti e programmi. In moto c’è ad Alcamo la macchina del turismo, grazie ad alberghi, bed&breakfast, anche perché la città offre tantissimo in tema di beni culturali. La posizione di Alcamo è strategicamente importante: a meno di un’ora di auto dagli aeroporti Falcone e Borsellino e Birgi e dai porti di Trapani e Palermo. E in dieci minuti ci si può tuffare nel mare di Alcamo Marina o fare un’escursione all’interno degli 800 ettari della pineta di Monte Bonifato, che racchiude testimonianze e ruderi della civiltà araba. Alcamo Marina, località balneare a vocazione ed uso e consumo per tanti anni solo dagli alcamesi, anche se non offre niente, ma i turisti cercano mare pulito e bella spiaggia, rappresenta il volano per le presenze turistiche, con tutti i benefici che ne seguono. Ma al turismo oggi si va affiancando anche l’enograstronomia e presto l’isola pedonale del tratto Piazza Bagolino-Piazza Ciullo, è destinata a diventare: “Il Corso dei Sapori”, puntando sulla tradizione culinaria locale. Nel centro storico è corsa ad apertura di locali e ristoranti. La scorsa settimana, nella via Porta Stella è stata inaugurata la “Foresteria San Giacomo”, locale realizzato con un progetto Po-Fesr 2014-2020, con il 70 per cento di finanziamento europeo a fondo perduto. La stessa strada per ottenere finanziamenti è stata intrapresa per altre attività, legate al turismo e ristorazione. Il locale prende il nome di “Foresteria San Giacomo”, poiché nel 1.500 pellegrini che andavano a Santiago de Compostela si fermavano ad Alcamo per trascorrere la notte e consumare un pasto caldo. Ma nel “Corso dei Sapori” presto spunteranno altre attività di ristorazione. In pratica si ristrutturano locali, molti dei quali lasciati dai commercianti di abbigliamento in genere, per il calo delle vendite, che attribuiscono all’isola pedonale. Uno chef, Leonardo Bono che viene dalla scuola Alma di Parma, allievo di Gualtiero Marchesi, entro la fine di aprile aprirà un ristorante nell’ex Living Room del corso stretto. E proprio di fronte a questo locale sorgerà un altro ristorante di alto livello. Puntando sempre sulla sicilianità. Due giovani donne, sempre nella stessa zona, hanno avviato il progetto di aprire un locale dove si cucineranno i cibi alcamesi della nonna. Prendere dunque per la gola alcamesi e turisti nel corso stretto è una scommessa sulla quale stanno puntando tanti giovani per cerare occupazione nel rispetto delle regole. Un modo anche per combattere la movida selvaggia e senza regole che purtroppo da diversi anni si registra nel centro storico e che provoca notevoli disagi ai residenti.

Elezioni europee M5S, in 300 in corsa per una candidatura

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Il Movimento 5 Stelle ha avviato le iniziative verso il voto per le elezioni europee. Sono circa 300 gli iscritti del M5S che hanno chiesto di partecipare alle euro-parlamentarie. Si tratta della consultazione on line per la designazione dei candidati alle elezioni europee in programma il prossimo 26 maggio, destinate ad avere importanti riflessi sul governo gialloverde, sempre che questo non si sfasci prima a causa della perenne litigiosità tra i due alleati, che vanno avanti per l’attaccamento alle poltrone. I trecento iscritti si riferiscono alla circoscrizione isole: l’84 per cento sono uomini, il restante 16 per cento è composto da donne, Il M5S non ha ancora reso noto l’elenco dei nomi ma ci sono certezze. La principale riguarda l’eurodeputato uscente, l’alcamese Ignazio Corrao (nella foto), che per il prestigio che gode nei piani alti dei grillini dovrebbe essere rieletto. I candidati hanno presentato i certificati penali e hanno fatto conoscere il loro profilo. Le date dell’europarlamentarie saranno presto rese note e probabilmente si svolgeranno entro la fine di questo mese e in tre fasi. Nel M5S alla Camera sono stati eletti anche persone che avevano ottenuto nella scelta on line, anche qualche preferenza in più di cento clik e oggi ricoprono cariche importanti con i risultati sulla grave situazione economica italiana sotto gli occhi di tutti. Intano oggi il M5S festeggia l’inizio della presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza. che probabilmente, per gli strani casi della vita e coincidenze politiche, inizierà ad essere irrorato qualche giorno prima delle elezioni europee. Ma in quanto lo percepiranno realmente?

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