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sabato, Maggio 10, 2025
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Alcamo, raffiche fino a 80 km/hi. Tetti e alberi divelti, PalaVerga squarciato, tombe distrutte

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Una bufera, molto simile ad un piccolo uragano, ha provocato tantissimi danni e panico nelle province di Trapani e Palermo. Alcamo è stata la città più colpita con raffiche di vento che, fra le 21 e le 22, hanno raggiunto gli 80 chilometri orari. Qualcuno dice anche di più. Quattro le squadre dei vigili del fuoco all’opera provenienti anche da Marsala, Mazara e Trapani. Danni ancora da quantificare ma certamente elevatissimi. Per fortuna non si sono registrati feriti e soltanto per miracolo è stata evitata la tragedia. In via Ugo Foscolo è volata una grande copertura che è finita nella strada parallela, il corso San Francesco di Paola, e in diverse vie che collegano le due arterie. Danneggiate auto parcheggiate e tanto panico.

La violenza del vento ha anche divelto la copertura del parcheggio esterno di un punto vendita di bricolage, in contrada Gammara, riuscendo anche a piegare la ringhiera in acciaio e la recinzione esterna che si affaccia sulla provinciale 47. Nella stessa zona, in un vicino supermercato, le raffiche sono addirittura riuscite ad abbattere un muro che separa i due parcheggi: franata al suolo anche l’architrave in cemento armato ma comunque indebolita dalle piogge e dagli agenti atmosferici. Nel territorio comunale sono stati sradicati almeno 20 alberi, tanti lungo la strada che porta sul monte Bonifato. Danni notevoli anche nella villa di Piazza pittore Renda con un grosso fusto letteralmente estirpato dal suo luogo di piantumazione.

Un altro albero, nei pressi della Pretura, in via Verga, ha divelto anche il marciapiedi cadendo su di una palazzina e adagiandosi al prospetto esterno. Quasi spettrale, inoltre, la scena nei pressi del “PalaVerga”. Il tendone dell’impianto tensostatico è stato squarciato in più punti. Nella palestra erano cominciati i lavori per la sostituzione della copertura e la sistemazione delle parti di parquet ammalorate. Adesso c’è il rischio che l’impianto possa subire anche danni irreparabili al parquet.

Il poderoso vento non ha risparmiato nemmeno i cimiteri. Qui sono stati abbattuti alberi ma anche pesanti monumenti in marmo. L’amministrazione comunale ha disposto la chiusura per almeno due giorni del primo cimitero, quello denominato Spirto Santo. Problemi comunque anche nell’altro camposanto. La protezione civile sta facendo la conta dei danni al patrimonio comunale ma anche ai privati. La giunta Surdi potrebbe richiedere lo stato di calamità naturale che consentirebbe il ristoro, almeno parziale dei danni, e altre agevolazioni.

Alcamo e Castellammare, rifiuti organici verso l’Umbria

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La ditta Raco, che gestisce nel catanese una piattaforma di conferimento e lavorazione dei rifiuti organici, consente al comune di Castellammare del Golfo di portare la spazzatura soltanto una volta a settimana. Ecco he, l’ennesimo avviso della giunta Rizzo, ha informato che anche oggi,  lunedì e martedì della prossima settimana non sarà effettuata la raccolta dei rifiuti organici. Insomma la Raco consente un solo scarico settimanale, la raccolta dell’organico nella cittadina del Golfo riprenderà giovedì 19 dicembre. Anche questa volta, spiegano dal Comune, qualora ci fosse possibilità di conferire in altre giornate sarà comunicato tempestivamente. Intanto, per evitare che i castellammaresi si disamorino della differenziazione dei rifiuti, la nota del Comune ribadisce che la raccolta prosegue regolarmente per le altre tipologie di rifiuti, cioè indifferenziato, plastica, carta, vetro e lattine.

Ma quando finirà questo tira e molla fra comunicati che sbloccano e ribloccano la raccolta dell’umido? Forse, dal punto di vista della chiarezza comunicativa, sarebbe stato il caso di emanare una sola nota che dicesse chiaramente che l’organico si espone a Castellammare del Golfo soltanto il giovedì, fino a nuova disposizione.

A prescindere da ciò l’assessore Vincenzo Abate sta lavorando ad un’intesa con l’omologo assessore della vicina Alcamo, Giuseppe D’Angelo per recuperare le somme necessarie a trasportare l’organico oltre lo Stretto. I due comuni stanno raggiungendo un accordo con una piattaforma che sorge in Umbria e che dovrebbe assicurare costi abbastanza abbordabili. D’0altro canto ad Alcamo, dove si mischiano sui compattatori da 9 mesi indifferenziato ed organico, come prevede l’apposita ordinanza del sindaco Surdi, il Comune paga una sanzione per rifiuto difforme di ben 500 euro al giorno. A questo punto, grazie anche all’intesa con il comune di Castellammare del Golfo, il trasporto della spazzatura in Umbria potrebbe anche essere economicamente favorevole.

Cinisi, un museo nella casa dove venne ucciso Impastato

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Firmato a Palazzo Orleans il protocollo di intesa tra Regione Siciliana, e il Comune di Cinisi per il recupero e la valorizzazione del casolare Impastato. Un accordo che avvia il percorso per rendere il luogo, divenuto simbolo della lotta alla mafia, accessibile a tutti. A siglare l’intesa il governatore Nello Musumeci, il sindaco Leoluca Orlando e il vice sindaco del centro palermitano Aldo Ruffino. Presenti anche Giovanni Impastato e il mondo dell’associazionismo legato alla memoria del giornalista. La Regione esproprierà l’edificio nel quale, nel 1978, fu ucciso Peppino Impastato e il terreno circostante, mentre la Città metropolitana di Palermo procederà al recupero del bene per la sua fruizione d’intesa con il comune di Cinisi. Il casolare era stato precedentemente dichiarato di interesse culturale. La casa rurale in una stradina interna nei pressi dell’aeroporto Falcone e Borsellino, dove il fondatore di Radio Aut venne trascinato e ucciso dagli uomini della mafia prima di essere adagiato sui binari per simulare un’esplosione accidentale nel corso di un fallito attentato. Per l’esproprio della casa rurale prevista una spesa di 106 mila euro.

Regione Sicilia, nei prossimi 3 anni concorsi banditi?

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Il sogno di molti giovani siciliani è quello di potere avere un posto alla Regione e ora arriva un annuncio: “Nei prossimi tre anni contiamo di poter bandire concorsi per circa 1.500 posti nell’amministrazione regionale, procedendo anche al superamento definitivo del precariato. La macchina Regione ha bisogno di forze nuove e fresche per affrontare la sfida del futuro. Questo è il primo passo”. L’annuncio e del presidente Nello Musumeci che commenta così l’approvazione, da parte della giunta regionale, della nuova dotazione organica e del piano triennale dei fabbisogni di personale 2019-2021, su proposta dell’assessore alla funzione pubblica. Documenti che sintetizzano le principali informazioni sui dipendenti in termini quantitativi e di competenze. La pianificazione delle risorse umane che emerge dal piano triennale dei fabbisogni prevede il rafforzamento dei centri per l’impiego, in attuazione delle disposizioni statali; il superamento definitivo del precariato storico regionale; l’assunzione di personale presso l’ufficio stampa e documentazione della Regione, le cui procedure sono state avviate nel 2019; le procedure di mobilità per la centrale unica di committenza. L’obiettivo è di operare gradualmente il ricambio generazionale, individuando e integrando i profili, anche emergenti, “più idonei alle attuali esigenze dell’amministrazione. Ma quasi sempre gli annunci si scontrano con un’amara realtà Sappiamo che i concorsi durano decenni e quando vengono portati a termine sono trascorsi anni e anni tra la delusione di chi sperava in una sistemazione alla regione. Ciò si evince anche da quanto afferma Musumeci; ovvero nei prossimi tre anni i bandi e poi quanti secoli per i concorsi?

Consumi, quali pesci comprare e quali evitare, perché a rischio di estinzione

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Di Laura Lombardo — Quali pesci comprare e quali evitare perché in estinzione? Tra le specie a rischio anche il nostro tonno rosso. Secondo gli esperti, i pesci da preferire sono quelli a taglia piccola, come le sarde, un pesce che, in alcuni periodi, sale parecchio di prezzo. 

Gli ultimi dati sulle specie marine in via di estinzione nel mediterraneo potrebbero tornare utili nell’orientare le nostre scelte come consumatori di pesce, e magari nella preparazione di pietanze per il periodo natalizio, escludendo coscienziosamente dalla nostra lista della spesa le specie ittiche più a rischio.

Secondo l’IUCN, International Union for Conservation of Nature, tra le categorie più in pericolo, ci sono pesci fortemente commercializzati nei nostri mercati ittici, come il merluzzo o il nasello, lo sgombro, il pesce spada e l’autoctono tonno Skypjack o il tonno rosso così-detto di Favignana (definito secondo una scala di valutazione degli esperti, un pesce “quasi minacciato”). Palombo e cernia sono catalogati con il grado “in pericolo”, mentre l’anguilla o l’ombrina boccadoro “in pericolo critico”.

Va da sé che le nostre scelte di consumo, nel loro piccolo, possono influire sulla sopravvivenza delle specie ittiche, e sulla nostra sostenibilità. Tra le specie mediterranee non a rischio di estinzione ci sarebbero le sarde, e in generale tutti i pesci di taglia piccola, che riescono a mantenere un tasso di popolazione più stabile. Un problema in questo senso è che recentemente un kg di sarde, in un noto supermercato di Alcamo, è stato venduto a ben 8 euro — una cifra ben al di sopra della media per un pesce considerato “povero” per antonomasia. Forse si tratta di speculazioni, che non hanno niente a che fare con la quantità della materia prima, o forse è lo spettro dell’inflazione che avanza, come avviene attualmente per il pane, dato che come i panificatori anche i pescatori sono minacciati dalla concorrenza sleale extracomunitaria.

A complicare la situazione ultimamente — per pesci, pescatori e consumatori – è stato il recente ritrovamento di esemplari di granchio blu nei nostri mari — un animale molto aggressivo capace di sterminare la fauna circostante, soprattutto molluschi e crostacei. Nel sud della Tunisia, la massiccia presenza di questi animali ha provocato ingenti impatti sulle risorse ittiche e sulle attività di pesca locali con conseguenti problemi all’economia. Mai prima d’ora il granchio blu era stato avvistato a largo della costa siciliana. I pescatori mazaresi, quelli che si dedicano alla pesca d’altura, sono già consapevoli dell’avvicinamento di questa specie aliena, e sperano che non si avvicini troppo.

 

 

 

 

Natale, cosa vuol dire per chi, tra di noi, cattolico non è

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Di Laura Lombardo — Natale, non solo per cattolici. A festeggiare la ricorrenza anche i tanti ortodossi che risiedono nelle nostre città, come i romeni che ad Alcamo sono più di 3.000. Per loro la festa ha tradizioni e date talvolta opposte. Per gli ortodossi per esempio il Natale è digiuno. 

Malgrado l’impeto del Natale coinvolga in queste ore i più, potrebbe essere utile, curioso, interessante, forse anche doveroso, ricordare in che modo gli immigrati residenti nel nostro territorio considerino questa ricorrenza. Nel caso di Alcamo, la comunità più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 36,1% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (24,7%) e dalla Tunisia (12,6%). I numeri vengono tutti dall’ultimo censimento della popolazione, sottoscritta dall’amministrazione Surdi in data primo gennaio 2019. Ad Alcamo tra l’altro recentemente è stata istituita e voluta all’unanimità dei consiglieri la consulta comunale degli stranieri — il cui termine per la presentazione delle domande tra l’altro scade proprio oggi 13 Dicembre — il che farebbe presumere che ci sia una maggiore apertura verso un certo grado di multiculturalismo.

 

E le ricorrenze sono certamente la principale occasione in cui le differenze fra cittadini vengono fuori, senza offesa per nessuno. I nostri immigrati romeni potrebbero essere molto probabilmente di fede ortodossa, e in quel caso celebreranno il Natale il 7 Gennaio, proprio quando per la maggior parte di noi la festa è finita! Oltre alle differenze di calendario — giuliano piuttosto che gregoriano — il Natale ortodosso risulta molto più sobrio di quello cattolico. No alberi di Natale, no presepi, no stelle, no angeli — sono piuttosto le candele il simbolo totemico per eccellenza. Off-limits sono soprattutto le abbuffate. Nettamente in contrasto con la tradizione locale, per gli ortodossi il Natale è un momento di digiuno – il periodo non a caso è chiamato “digiuno della natività” o “quaresima invernale” o  “quaresima di Natale”.

 

Andando ai musulmani invece — presumibilmente tali i marocchini e tunisini presenti ad Alcamo, in densità appena minori di quelle degli slavi/europei — per loro il Natale non vuol dire proprio niente. Il fondamento della natività e dell’essenza di Cristo come figlio di Dio non è riconosciuto dalla teologia del Corano (così come avviene per gli ebrei), ma nonostante ciò nel Paese d’origine, Turchia e Marocco, la ricorrenza è comunque pretesto per richiedere qualche giornata di ferie.

 

 

 

Alcamo, scout speed. Nuovo incubo per gli automobilisti

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E’ una delle fonti principali per fare cassa da parte dei Comuni italiani; la caccia agli automobilisti ai quali non viene concessa alcuna tregua. Oltre agli autovelox e street control, per gli automobilisti alcamesi è arrivato un nuovo incubo: si chiama lo scout speed. Si tratta dell’ultimo ritrovato riguardante il controllo elettronico della velocità, posizionato non su strada, ma all’interno dei veicoli delle forze dell’ordine, così da non consentire alcun margine di “fuga” o alcuna manovra elusiva. Il nuovo strumento è posizionato sulle auto delle Forze dell’Ordine, e da ieri su quelle della polizia municipale di Alcamo, ferme o in movimento, delle vere e proprie vetture civetta che possono essere trovate anche a circolare normalmente sulle strade, con su collocata una telecamera all’altezza dello specchietto retrovisore. Alla pattuglia basterà sezionare il limite di velocità da monitorare e far partire la verifica. Grazie allo scout speed è possibile effettuare rilevamenti a 360° individuando non solo il superamento dei limiti di velocità in entrambi i sensi di marcia, anche a distanze elevate, ma anche la regolarità dei documenti del proprietario dell’automobile (ad esempio assicurazione e revisione) e i veicoli che infrangono il divieto di sosta. Lo strumento è operativo anche in notturna sfruttando la tecnologia a infrarossi. L’apparecchio si appresta a diventare un nemico temibile per gli automobilisti e gli utenti della strada. Controlli sono stati programmati domani e nei giorni 16, 18, 20, 23 e 27 dicembre. Che ad Alcamo le violazioni al codice della strada siano sotto gli occhi di tutti è evidente. Così come si fa un abuso delle auto anche per brevi tragitti. E’ chiaro che lo street control e ora con lo scout speed è più facile far controlli. Ma chi provvede in molte trafficatissime strade di Alcamo a fare controlli anche a piedi? Auto in doppia fila. Auto con i lampeggiati accesi, vere e propri slalom e rallentamenti in strade come via Madonna del Riposo. Paralisi nel viale Europa per la pista ciclabile. Ma per risanare le finanze alcamesi il Comune dovrebbe incentivare i controlli sull’uso dei telefonini alla guida. Certo autovelox, street control e scout speed sono molto più facili da usare. In alcune strade comunque da rivedere i limiti di velocità difficili da rispettare perché troppo restrittivi.

Alcamo, prezzo del pane. L’aumento scatterà a gennaio

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Bread

Dovrebbe scattare già a partire dai primi giorni dell’anno nuovo il prezzo del pane ad Alcamo, sulla scia di quanto si è già verificato a Trapani e Castellammare. Un aumento che appare comunque contenuto poiché l’orientamento dei panificatori alcamesi è quello di alzare il prezzo di 40 centesimi per la pezzatura di un chilo e quindi di venti per quello di 500 grammi. Ma il peso del pane che si vende ad Alcamo è reale? Un quartino pesa , come dovrebbe essere, 250 grammi? E così via. In molte città il pane viene pesato e il venditore aggiunge qualche pezzetto se non corrisponde alla richiesta del cliente. Sarebbero opportuni controlli per verificare se il peso corrisponde a quanto viene pagato dal cliente per acquistare il pane, alimento principe delle tavole. A provocare l’aumento, il prezzo è fermo da una decina di anni, i costi della manodopera e di tutte le cose necessarie per fare un buon pane. E ad Alcamo la qualità è molto buona e la maggior parte preferisce il pane cotto a legna. Ma alcune difficoltà sono legate alla mancanza di manodopera. Nessun giovane oggi cerca questo tipo di lavoro per il quale è necessaria una levataccia. Ovvero alzarsi alle 5 per andare a fare la prima sfornata.

Borgetto, condannate 5 maestre violente. Maltrattato anche un alunno disabile

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Il caso, lo scorso mese di febbraio, aveva scosso le coscienze. Frasi rivolte ai bambini del tipo “ti faccio cadere i denti”, “la testa ti svito”, “io veramente qualcuno lo ammazzo”, svelate dalle telecamere nascoste, hanno turbato l’intera cittadinanza del piccolo comune, ma non solo. Le cinque maestre di scuola materna, in servizio a Borgetto, sono state adesso condannate a due anni di reclusione, pena sospesa, per avere maltrattato i piccoli alunni. La sentenza è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare Antonella Consiglio, del tribunale di Palermo, dopo che le imputate avevano scelto il rito abbreviato.

Le indagini dei carabinieri erano scattate nel 2018 dopo le denunce di alcuni genitori, preoccupati dai comportamenti dei figli e messi in allarme dai segni delle percosse. Gli investigatori hanno ricostruito quanto avveniva a scuola, tra i piccoli trascinati con forza e costretti con le “cattive maniere” a rimanere seduti. Schiaffi, calci e maltrattamenti che addirittura avrebbero riguardato anche un alunno disabile. Le telecamere nascoste (con tanto di audio) sono servite a certificare frasi di inequivocabile violenza.

Sei le maestre di età comprese tra i 36 e i 53 anni che erano state iscritte nel registro degli indagati  per i maltrattamenti ai bambini. Per tre di loro era scattata anche la sospensione per un anno, mentre le altre colleghe rimasero in servizio alla scuola materna di Borgetto perché secondo gli inquirenti l’uso della violenza e delle intimidazioni era, si ingiustificabile ma non sistematico. La denuncia che ha preoccupato i carabinieri era stata quella della mamma di un bambino, che aveva notato degli ematomi all’orecchio del figlio il quale aveva confidato poco dopo: “E’ stata la maestra”. Parole chiarissime che hanno spalancato le porte al peggiore degli incubi: quello che nella scuola materna borgettana venissero praticati abusi e violenze ai danni dei bambini. Per questo i militari hanno installato le telecamere nascoste. Ieri le prime condanne per le cinque maestre che hanno optato per il rito abbreviato.

Assemblea regionale, proroga per i precari degli Enti locali

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Tirano un sospiro di sollievo i lavoratori precari. L’assemblea regionale siciliana ha deciso la proroga del contratto per i lavoratori precari degli enti locali, anche quelli in pre dissesto e dissesto per tutto il 2020. L’assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità (41 voti a favore) il disegno in favore dei precari della pubblica amministrazione dei comuni siciliani. Una “legge urgente, per la quale ringrazio per la collaborazione di tutti per avere consentito la votazione d’urgenza”, ha detto Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars, che già ieri aveva esultato per l’approvazione del ddl in commissione Affari istituzionali: “Abbiamo dato una risposta importante ai tanti lavoratori precari che lavorano negli enti locali siciliani” ha commentato Lupo, che era relatore del ddl 617 “stabilizzazione del personale precario appartenente agli enti locali. “Era doveroso dare garanzie alle migliaia di precari che da anni lavorano nei comuni – ha continuato il capogruppo Pd all’Ars – svolgendo funzioni importanti all’interno delle amministrazioni al servizio dei cittadini”.

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