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sabato, Maggio 3, 2025
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‘Blu tongue’in provincia di Trapani, pochissimi casi e nessuna mortalità. Due focolai in un solo distretto

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Soltanto una decina di casi accertati e altri in fase di accertamento, quelli di un altro allevamento. La Blu Tongue, la malattia che debilita soprattutto gli ovini ma anche i bovini, è arrivata in provincia di Trapani ma con numeri assolutamente irrisori. Una situazione ben diversa da quanto accadde, nel trapanese, nel 2013. Un focolaio accertato e uno in fase di accertamento per due allevamenti che sorgono sul territorio degli otto comuni che fanno parte del distretto sanitario di Trapani. Nessun caso negli altri distretti del territorio provinciale. Dall’altro lato della Sicilia, soprattutto nel catanese, i numeri si avvicinano a quelli di un’epidemia. La Blu Tongue, sindrome della lingua blu viene trasmessa alle pecore da un moscerino killer tenuto in vita e alimentato dalle perduranti alte temperature. Una malattia virale che in Sicilia, nell’ultimo mese, ha registrato una brusca accelerazione, passando da 42 a 75 focolai, quasi tutti confermati. Secondo i dati aggiornati dal Bollettino epidemiologico nazionale veterinario, la nostra regione si ritrova adesso al quinto posto in Italia per maggior numero di zone infettate. Gli animali colpiti manifestano febbre, sintomatologia respiratoria acuta, zoppìe, senza escludere la possibilità di aborti. Alla patologia si associano consistenti perdite economiche per gli sia in termini di diminuzione degli incrementi ponderali sia in termini di cali della produzione lattea. Lo strumento di lotta privilegiato è la vaccinazione, ma il costo del siero, al momento, è a carico del singolo allevatore. Nessun rischio per l’uomo. Chi infatti dovesse mangiare carni, latte o formaggi prodotti da animali infettati, non rischia assolutamente nulla, Ritornando ai due focolai nel trapanese, gli esemplari colpiti dalla Blu Tongue hanno evidenziato la capacità di riprendersi in cinque o sei giorni, Nessun caso di mortalità L’ufficio veterinario dell’ASP di Trapani ha comunque disposto, per i due allevamenti, il divieto assoluto di movimentazione dei capi.

Autopsia su cadavere rinvenuto in casa. Morte naturale per donna alcamese di 83 anni

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I segni sul corpo che avevano portato alla denuncia del figlio per violenza e maltrattamenti non sono alla base della morte dell’83enne alcamese, Caterina Muscarello, il cui copro venne ritrovato senza vita, la prima domenica dello scorso ottobre, nella sua abitazione di via Confalonieri. Lo ha stabilito l’autopsia effettuata, su disposizione della procura di Trapani, presso l’istituto di medicina legale del Policlinico ‘Giaccone’ di Palermo. L’anziana donna sarebbe quindi morta per cause naturali. Si sgonfiano così le altre ipotesi che avevano creato una certa inquietudine soprattutto alla luce di quanto rilevato, sul posto del decesso, prima dall’agenzia funebre chiamata dai familiari della Muscarello e poi dagli agenti del commissariato di Alcamo. Proprio per alcuni ematomi e graffi sul corpo dell’83enn la Polizia aveva denunciato il figlio Il figlio, F.R. di 49 anni, per maltrattamenti aggravati in famiglia. Secondo poi le testimonianze raccolte, alcuni vicini di casa avrebbero raccontato di numerosi, quasi quotidiani litigi e urla fra quelle quattro mura di via Confalonieri. L’anziana, infatti, viveva con il figlio. Il giorno stesso del ritrovamento del cadavere e nei giorni successivi gli inquirenti hanno sentito lo stesso figlio, poi denunciato per violenza aggravata in famiglia, che la figlia e alcuni residenti nei pressi della casa di via Confalonieri. Nonostante le illazioni, adesso il giallo è stato smontato dai sanitari del Policlinico di Palermo e dal consulente nominato dalla Procura. Nessuna morte causata da atti di violenza. Il decesso di Caterina Muscarello, secondo gli accertamenti dell’esame autoptico, è avvenuto per cause del tutto naturali.

Detenzione e spaccio di droga, arrestata una donna di Mazara del Vallo

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La donna di 40 anni è nota alle forze dell’ordine perché avrebbe commesso reati conto la persona. Ma ora pare si sia dedica ad attività più lucrose che consentono ottimi  introiti con l’incasso di soldi derivanti dalla detenzione e spaccio di droga, piaga sociale sempre più in aumento che coinvolge come assuntori giovanissimi. I sequestri di droghe di vario tipo avvengono ogni giorno, Gli sforzi e le indagini delle forze dell’ordine non conoscono soste e le attività investigative continuano h 24, Na una volta bloccati sono pochi gli spacciatori che vanno ad abitare nelle patrie galere. Intanto i poliziotti della squadra mobile e del commissariato di Mazara del Vallo hanno tratto in arresto, per detenzione ai fini di spaccio, una donna di quarant’anni, con precedenti per reati contro la persona, sorpresa con centinaia di dosi di cocaina e crack e di altre sostanze stupefacenti. L’attività di polizia giudiziaria si inquadra nell’ambito di una strategia di contrasto finalizzata alla repressione della fiorente attività di spaccio, condotta nei rioni popolari del Comune di Mazara.

Addosso alla donna, sottoposta ad un normale controllo appena fuori dalla sua abitazione, i poliziotti hanno trovato un grosso involucro contenente 100 grammi circa di cocaina, 75 di eroina, 50 di hashish e 21 grammi di crack. Il crack è una sostanza stupefacente pericolosissima a basso costo assunta inalando il fumo dopo aver sciolto i cristalli. Provoca psicosi, stati paranoici, schizofrenia aggressività e alienazione. E’ in forte aumento e provoca anche la morte, Nella abitazione della donna rinvenuto un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente. La quarantenne era stata già quattro anni fa  denunciata per lesioni personali riconducibili a omessa vigilanza, avendo permesso al nipote di due anni, con lei convivente, di ingerire dell’hashish.  Su richiesta della Procura della Repubblica di Marsala, il GIP e ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. Il procedimento è stato definito con sentenza di condanna ad 8 mesi.

Campobello di Mazara. Inflitti 11 anni ad amante di Matteo Messina Denaro

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L’insegnante di Campobello di Mazara, legata sentimentalmente a Matteo Messina Denaro, è stata condannata per associazione mafiosa.  Inflitti undici anni e 4 mesi di carcere dal Gup di Palermo. Laura Bonafede è figlia dello storico capomafia del paese, Leonardo Bonafede I Pm  avevano chiesto per l’imputata, giudicata con il rito abbreviato, 15 anni di reclusione. Alla donna inizialmente era stato contestato il reato di favoreggiamento poi modificato in quello di associazione mafiosa. Secondo la Procura la donna per anni avrebbe convissuto, assieme alla figlia, con il capomafia allora ricercato, garantendo i contatti con i suoi fedelissimi e favorendo così la  latitanza.
Il Gup ha anche dichiarato l’imputata interdetta dai pubblici uffici e applicato alla donna la misura di sicurezza personale della libertà vigilata per tre anni, una volta scontata la pena.

La maestra, inoltre, è stata condannata a risarcire le parti civili. Al Comune di Castelvetrano e a quello di Campobello di Mazara sono stati riconosciuti 25.000 euro ciascuno di risarcimento del danno, 10.000 euro dovranno essere pagati dall’imputata al ministero dell’istruzione e alla presidenza della Regione. Bonafede è stata infine condannata a risarcire con 3.000 euro ciascuno il centro studi Pio La Torre, l’associazione antimafia Caponnetto, l’associazione antiracket di Trapani e l’associazione Codici Sicilia
Laura Bonafede ha sempre negato di aver fatto parte di Cosa nostra e di aver convissuto con Matteo Messina Denaro. e passeggiate in spiaggia a Ferragosto quando l’attenzione delle forze dell’ordine non era ancora pressante, le chiacchierate di nascosto in auto per non far parlare la gente, il rapporto con la figlia: così Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro, ha raccontato al gup la sua storia col boss. “Io ho conosciuto un lato buono perché lui era una persona spiritosa, educata, divertente e mi faceva trascorrere quelle ore allontanandomi dalla mia quotidianità che era un poco pesante”, ha detto l’insegnante, figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara, nel corso di lunghissime dichiarazioni spontanee rese prima che il magistrato emettesse la sentenza.

Gac Golfo di Castellammare. Disponibili oltre tre milioni per opere pubbliche, anche su Alcamo Marina

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I progetti finanziati sono già cantierabili  ed i lavori potrebbero iniziare entro la fine dell’anno. I finanziamenti ammontano a tre milioni e 298 mila euro grazie al Gac, Golfo di Castellammare-Carini, i cui uffici, diretti da Andrea Ferrarella, sono ad Alcamo nella via Porta Stella. Risorse importanti messe a disposizione dei Comuni e del settore della pesca.  Ma entriamo nei dettagli.

Disponibili 150 mila euro per attività di riqualificazione e manutenzione della viabilità di Alcamo Marina con la realizzazione di altri marciapiedi. 120 mila euro per la riqualificazione e messa in sicurezza del sentiero pedonale tra la scalinata Donna Franca Florio e piazzale Steditoio a Castellammare del Golfo. Per la stessa città 60 mila euro per il completamento della banchina adiacente viale Zangara.

A Carini spesa di 160 mila euro per il consolidamento del baglio dei pescatori. Per Isola delle Femmine stanziati 160 mila euro per la riqualificazione del lungomare in via Palermo e la realizzazione del Museo del mare. A Balestrate saranno spesi 160 mila euro per la tutela e valorizzazione dell’area del vecchio scaro dei pescatori. Al Comune di Capaci sono stati erogati 120 mila euro per il prolungamento del lungomare. A Mondello miglioramento della qualità dei servizi portuali per 130 mila euro. Fondi per 150 mila euro al Comune di Trappeto per il miglioramento e ampliamento del mercato ittico, costruzione di un impianto fotovoltaico e di un’isola ecologica. A Terrasini 153 mila euro per migliorare i servizi portuali, realizzazione dell’isola ecologica e impianto idrico a servizio delle imbarcazioni.

Nei progetti inserite iniziative  per la promozione e tutela ambientale, sviluppo del comparto ittico, a azione di cooperazione Italia-Tunisia, quest’ultima  con una spesa di 50 mila euro.  Ricordiamo per Alcamo  numerosi sono  i finanziamenti che hanno permesso la riqualificazione della villa di piazza della Repubblica, la creazione del museo con gli strumenti donati da Fausto Cannone e i recenti lavori al castello dei Conti di Modica la cui chiusura continua ad essere un vero romanzo giallo per la cui soluzione sono necessarie indagini dl commissario Maigret. I Comuni con questi fondi hanno la possibilità di realizzare nuove opere e tanto altro. Il Gac, Gruppo di azione costiera, presieduto da Pietro Puccio, attua progetti di sviluppo e gestione di finanziamenti rivolti i Comuni e agli operatori della pesca.

‘Morti bianche’, Sicilia al quinto posto e Trapani nona fra le province

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Sicilia quinta fra le regioni Trapani nona fra le province. Dati certamente tristi quelli diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering e che confermano come le morti sul lavoro rappresentino una sorta di bollettino di guerra senza soluzione di continuità. La Sicilia permane quindi nella zona rossa con 46 decessi sul lavoro nei primi nove mesi dell’anno.   Il settore delle costruzioni rimane quello con più decessi. In tutta Italia una media di 12 morti al mese e 3 alla settimana. I lavoratori stranieri, sempre secondo le nuove statistiche, hanno un rischio di infortunio mortale quasi il triplo rispetto agli italiani. Guardando le prime posizioni nella negativa graduatoria stride con l’immaginario collettivo il primo posto della Lombardia con 102 morti sul lavoro davanti a Lazio, Emilia Romagna, Campania e Sicilia. In provincia di Trapani l’incidenza delle morti sul lavoro, vale a dire la proporzione fra il numero di cessi e il numero di lavoratori occupati, pone il territorio al nono posto nazionale della triste classifica. Sei morti bianche, dal primo gennaio e fino al 30 settembre, con un’incidenza del 49% rispetto ai 122.574 occupati. Fra l’altro il dato si appesantisce ancora con la morte, proprio ad Alcamo, il 10 ottobre scorso, di un operaio tunisino che stava lavorando all’interno di una palazzina, in pieno centro torico, a due passi dalla chiesa Madre. L’uomo, fra l’altro, non era mai stato iscritto alla Cassa Edile. Un fenomeno che nell’ultimo anno ha compito il territorio alcamese e partinicese. Terribile è stato infatti il bilancio della strage di Casteldaccia in cui, nel giugno scorso, persero la vita due alcamesi e un partinicese. Nella strage, causata dal gas sprigionatosi all’interno di un impianto fognario, morirono anche un sancipirellese e un palermitano.

Emergenza siccità. Cento milioni di euro per gli agricoltori siciliani

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Cento milioni di euro per gli agricoltori siciliani per contrastare e prevenire i danni causati dalla siccità. Cinquanta milioni sono già stati stanziati e saranno erogati attraverso un bando, pubblicato dall’assessorato regionale dell’Agricoltura e relativo al Piano di Sviluppo Rurale. Gli altri 50 milioni di euro saranno resi disponibili entro fine anno. «Un aiuto concreto all’agricoltura siciliana – afferma il presidente della Regione Renato Schifani – che sta pagando un prezzo altissimo a causa dell’emergenza idrica di quest’anno. Si tratta del secondo intervento rivolto al settore dopo quello congiunto Stato-Regione di fine agosto del valore di circa 40 milioni. Siamo al fianco degli agricoltori siciliani.

Stiamo lavorando senza sosta per affrontare l’emergenza.  Il  sostegno si è concretizzato grazie alla interlocuzione con il commissario Ue  sull’emergenza che sta vivendo la Sicilia. I finanziamenti consentiranno la realizzazione e il miglioramento dei sistemi di razionalizzazione delle acque per le finalità agricole e zootecniche. Ma anche la realizzazione di bacini di infiltrazione per la ricarica delle falde e lo stoccaggio sotterraneo delle acque. Ed ancora il recupero e il trattamento delle acque reflue e l’introduzione di sistemi di misurazione, controllo, telecontrollo e automazione.

I beneficiari dei finanziamenti sono i singoli agricoltori o associazioni di agricoltori. Ma anche gli enti pubblici, tra cui Comuni (anche consorziati tra di loro), enti gestori, enti pubblici delegati a norma di legge in materia di bonifica. L’unica condizione è che ci sia un collegamento tra l’investimento intrapreso e il potenziale produttivo agricolo. La scadenza per l’esecuzione degli interventi finanziati è il 30 settembre 2025. I progetti possono avere un costo massimo di 300 mila euro, con un contributo pari all’80 per cento. Ennesimo stanziamento ma gli agricoltori lamentano ritardi nell’erogazione dei fondi che rischiano di restare solo come annunci della Regione.

Azzardo patologico, incontri ad Alcamo per titolari sale gioco

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Un progetto sul gioco d’azzardo patologico che coinvolge i titolari della sale da gioco ad Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta per la formazione e collaborazione dei titolari dei centri scommesse. Due incontri ad Alcamo al Collegio dei gesuiti e l’ultimo in programma giovedì prossimo dalle 14.30 alle 16.30.

L’iniziativa ha lo scopo di prevenire e curare la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico tramite un percorso di sensibilizzazione curato dal servizio dipendenze dell’Asp di Trapani per il Distretto socio sanitario n. 55 di cui l’assessorato ai Servizi Sociali di Castellammare del Golfo fa parte con Alcamo e Calatafimi Segesta. Sono sempre più numerosi i ludopatici in carica al Ser D di Alcamo, diretto da Vincenzo Trapani che con la sua equipe ha messo in atto questa iniziativa. Soni una trentina nei tre Comuni del Distretto le sale gioco. La collaborazione dei titolari per collaborare alla prevenzione segnalando eventuali sospettati di frequentatori presi da gioco patologico, In provincia di Trapani nl 2023 si sono volatilizzati 736 milioni di euro con una spesa pro capite per abitante di tremila 306 euro. Nel 2022 sono stati spesi 620 milioni di euro nei Comuni della Provincia. La provincia di Trapani  è al 91esimo posto in Italia”.  Con “Gratta e vinci” e vari giochi on line ad Alcamo si sfiora la spesa di 90 milioni di euro. Al primo posto con oltre 60 milioni i giochi on line e a seguire i biglietti del Gratta e Vinci. In provincia di Trapani operano cinque Ser.D che si occupano anche delle ludopatie “ma le persone prese in carico- dice Vincenzo Trapani direttore del servizio dipendenze patologiche e del Ser.D di Alcamo- sono poche rispetto alla vastità delle ludopatie”.  Ad Alcamo “sportello ascolto” nelle le scuole da parte degli operatori del Ser. D, Ora programmati incontri con i gestori delle sale gioco per la prevenzione e cura. Intanto continua a  rimanere inutilizzato al Ser  D, per lungaggini burocratiche,  lo stimolatore magnetico transcranico, acquistato quasi 4 anni fa. Si tratta di un’apparecchiatura che viene orientata verso quelle aree particolari della corteccia  cerebrale che si ritengono coinvolte nei processi patologici di vari  disturbi quali la dipendenza dalla cocaina e gioco d’azzardo

Aumentano i maltrattamenti alle donne in provincia di Trapani

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Femminicidi,  stalking, maltrattamenti in famiglia. Le cronache quotidiane sono piene di questi reati. C’è una escalation che sembra  non si possa fermare. E’ allarme Codice rosso anche in provincia di Trapani. Infatti, i casi di stalking e maltrattamenti in famiglia sono in aumento. Lo scorso mese di ottobre, i carabinieri delle Compagnie di Marsala, Mazara del Vallo e Castelvetrano, hanno eseguito sette misure cautelari per atti persecutori e maltrattamenti. C’è stato anche un arresto in flagranza di reato. Un trend in crescita in provincia. Un fenomeno che continua ad essere ben radicato nonostante l’incalzare della magistratura e delle forze ordine. E molti casi di violenza che si consumato tra le mura domestiche ancora oggi, peraltro, sono coperti dall’atteggiamento omertoso delle vittime che non denunciano per paura di ritorsioni. Vittime costrette a subire in silenzio le vessazioni, le umiliazioni, le aggressioni fisiche. Destinatari dei provvedimenti, eseguiti dai militari dell’Arma nell’arco di un mese, sei uomini e una donna. Nei loro confronti è scattato l’allontanamento dalla casa familiare e il contestuale divieto di avvicinamento alla persona offesa a seguito degli episodi di violenza nei confronti di coniugi, familiari e conviventi. A Marsala, i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, un 19enne per violazione del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento ai propri genitori, persone offese, emesso nei suoi confronti nello scorso mese di luglio. Il giovane, a seguito dell’udienza di convalida, è stato poi sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

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