Soltanto una decina di casi accertati e altri in fase di accertamento, quelli di un altro allevamento. La Blu Tongue, la malattia che debilita soprattutto gli ovini ma anche i bovini, è arrivata in provincia di Trapani ma con numeri assolutamente irrisori. Una situazione ben diversa da quanto accadde, nel trapanese, nel 2013. Un focolaio accertato e uno in fase di accertamento per due allevamenti che sorgono sul territorio degli otto comuni che fanno parte del distretto sanitario di Trapani. Nessun caso negli altri distretti del territorio provinciale. Dall’altro lato della Sicilia, soprattutto nel catanese, i numeri si avvicinano a quelli di un’epidemia. La Blu Tongue, sindrome della lingua blu viene trasmessa alle pecore da un moscerino killer tenuto in vita e alimentato dalle perduranti alte temperature. Una malattia virale che in Sicilia, nell’ultimo mese, ha registrato una brusca accelerazione, passando da 42 a 75 focolai, quasi tutti confermati. Secondo i dati aggiornati dal Bollettino epidemiologico nazionale veterinario, la nostra regione si ritrova adesso al quinto posto in Italia per maggior numero di zone infettate. Gli animali colpiti manifestano febbre, sintomatologia respiratoria acuta, zoppìe, senza escludere la possibilità di aborti. Alla patologia si associano consistenti perdite economiche per gli sia in termini di diminuzione degli incrementi ponderali sia in termini di cali della produzione lattea. Lo strumento di lotta privilegiato è la vaccinazione, ma il costo del siero, al momento, è a carico del singolo allevatore. Nessun rischio per l’uomo. Chi infatti dovesse mangiare carni, latte o formaggi prodotti da animali infettati, non rischia assolutamente nulla, Ritornando ai due focolai nel trapanese, gli esemplari colpiti dalla Blu Tongue hanno evidenziato la capacità di riprendersi in cinque o sei giorni, Nessun caso di mortalità L’ufficio veterinario dell’ASP di Trapani ha comunque disposto, per i due allevamenti, il divieto assoluto di movimentazione dei capi.