‘Morti bianche’, Sicilia al quinto posto e Trapani nona fra le province

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Sicilia quinta fra le regioni Trapani nona fra le province. Dati certamente tristi quelli diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering e che confermano come le morti sul lavoro rappresentino una sorta di bollettino di guerra senza soluzione di continuità. La Sicilia permane quindi nella zona rossa con 46 decessi sul lavoro nei primi nove mesi dell’anno.   Il settore delle costruzioni rimane quello con più decessi. In tutta Italia una media di 12 morti al mese e 3 alla settimana. I lavoratori stranieri, sempre secondo le nuove statistiche, hanno un rischio di infortunio mortale quasi il triplo rispetto agli italiani. Guardando le prime posizioni nella negativa graduatoria stride con l’immaginario collettivo il primo posto della Lombardia con 102 morti sul lavoro davanti a Lazio, Emilia Romagna, Campania e Sicilia. In provincia di Trapani l’incidenza delle morti sul lavoro, vale a dire la proporzione fra il numero di cessi e il numero di lavoratori occupati, pone il territorio al nono posto nazionale della triste classifica. Sei morti bianche, dal primo gennaio e fino al 30 settembre, con un’incidenza del 49% rispetto ai 122.574 occupati. Fra l’altro il dato si appesantisce ancora con la morte, proprio ad Alcamo, il 10 ottobre scorso, di un operaio tunisino che stava lavorando all’interno di una palazzina, in pieno centro torico, a due passi dalla chiesa Madre. L’uomo, fra l’altro, non era mai stato iscritto alla Cassa Edile. Un fenomeno che nell’ultimo anno ha compito il territorio alcamese e partinicese. Terribile è stato infatti il bilancio della strage di Casteldaccia in cui, nel giugno scorso, persero la vita due alcamesi e un partinicese. Nella strage, causata dal gas sprigionatosi all’interno di un impianto fognario, morirono anche un sancipirellese e un palermitano.