L’insegnante di Campobello di Mazara, legata sentimentalmente a Matteo Messina Denaro, è stata condannata per associazione mafiosa. Inflitti undici anni e 4 mesi di carcere dal Gup di Palermo. Laura Bonafede è figlia dello storico capomafia del paese, Leonardo Bonafede I Pm avevano chiesto per l’imputata, giudicata con il rito abbreviato, 15 anni di reclusione. Alla donna inizialmente era stato contestato il reato di favoreggiamento poi modificato in quello di associazione mafiosa. Secondo la Procura la donna per anni avrebbe convissuto, assieme alla figlia, con il capomafia allora ricercato, garantendo i contatti con i suoi fedelissimi e favorendo così la latitanza.
Il Gup ha anche dichiarato l’imputata interdetta dai pubblici uffici e applicato alla donna la misura di sicurezza personale della libertà vigilata per tre anni, una volta scontata la pena.
La maestra, inoltre, è stata condannata a risarcire le parti civili. Al Comune di Castelvetrano e a quello di Campobello di Mazara sono stati riconosciuti 25.000 euro ciascuno di risarcimento del danno, 10.000 euro dovranno essere pagati dall’imputata al ministero dell’istruzione e alla presidenza della Regione. Bonafede è stata infine condannata a risarcire con 3.000 euro ciascuno il centro studi Pio La Torre, l’associazione antimafia Caponnetto, l’associazione antiracket di Trapani e l’associazione Codici Sicilia
Laura Bonafede ha sempre negato di aver fatto parte di Cosa nostra e di aver convissuto con Matteo Messina Denaro. e passeggiate in spiaggia a Ferragosto quando l’attenzione delle forze dell’ordine non era ancora pressante, le chiacchierate di nascosto in auto per non far parlare la gente, il rapporto con la figlia: così Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro, ha raccontato al gup la sua storia col boss. “Io ho conosciuto un lato buono perché lui era una persona spiritosa, educata, divertente e mi faceva trascorrere quelle ore allontanandomi dalla mia quotidianità che era un poco pesante”, ha detto l’insegnante, figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara, nel corso di lunghissime dichiarazioni spontanee rese prima che il magistrato emettesse la sentenza.