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mercoledì, Giugno 18, 2025
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Alcamo: Tares, presto un’assemblea pubblica

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Presto un’assemblea pubblica ad Alcamo per confrontarsi sul problema dei rincari della Tares, la nuova tassa sui rifiuti. L’iniziativa è del sindaco Sebastiano Bonventre annunciata ieri sera nel corso del consiglio comunale assediato dai cittadini esasperati a cui sono arrivate cartelle di pagamento esose. Proprio nella mattinata di ieri il primo cittadino si era recato in prefettura a Trapani per rappresentare il clima di fortissima tensione che si registra in paese, sfociato il venerdì sera con urla e imprecazioni nei confronti dei rappresentanti istituzionali sotto il palazzo di città. Bonventre ha fatto presente le scelte adottate dal Comune per il calcolo dell’imposta, fatta gravare per la maggior parte sulle famiglie anziché sulle imprese per evitare un tracollo del già traballante tessuto commerciale ed imprenditoriale. Nonostante tutto l’amministrazione garantisce che è stato fatto il possibile per salvaguardare la comunità.

Il sindaco ha poi detto no a quella che ha definito “becera strumentalizzazione politica” facendo riferimento ad alcuni consiglieri comunali che si sono uniti al comitato cittadino contro la Tares, additati da più consiglieri di avere fomentato la rabbia nei confronti dell’istituzione locale. Dito puntato anche contro il parlamento nazionale e regionale per via dei continui tagli ai trasferimenti tradotti ad Alcamo con un incasso minore di ben 3 milioni di euro e un vincolo legato al patto di stabilità che non permette di spendere un avanzo di amministrazione di 10 milioni di euro. Il presidente del consiglio Giuseppe Scibilia ha anche fatto, a nome dell’intero consesso, un “mea culpa” sostenendo che qualche errore è stato fatto ma promette da oggi massimo rigore nella spesa pubblica:

Il resto dei lavori sono trascorsi via tra interpellanze e mozioni. Due in particolare quelle di rilievo, entrambe bocciata. Una ha riguardato la proposta avanzata da Abc di rilanciare l’edilizia abbattendo i costi degli oneri concessioni e del suolo pubblico in caso di ristrutturazioni o demolizioni. L’altra invece ha riguardato il cambio di denominazione della centrale piazza Ciullo in Cielo d’Alcamo, proposta dal consigliere del Pd Antonio Fundarò. L’esponente del civico consesso si è ritrovato però completamente da solo in questa battaglia, scaricato persino dal suo partito che ha votato contrariamente

C/mmare, giornata dedicata a migranti e rifugiati

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Una giornata di festa, unione e memoria, quella in programma domani allo SPRAR di Castellammare del Golfo, insieme ai migranti, agli operatori del terzo settore, le istituzioni e gli studenti. In occasione della celebrazione della Giornata del Migrante e del Rifugiato, il Consorzio Solidalia, e il comune di Castellammare del Golfo in collaborazione con i centri SPRAR di Marsala, Castellamare, Vita e Alcamo, hanno realizzato un incontro volto all’integrazione fra le diverse culture attraverso la musica, la danza, il cinema e il cibo.Varie le iniziative in programma: ad introdurre il sindaco Nicola Coppola, il presidente del consorzio Solidalia Maria de Vita e la responsabile del centro SPRAR locale Giovanna Genna, seguirà la proiezione del cortometraggio “Il volo” di Wim Wenders e di un cortometraggio realizzato dagli studenti dell’Istituto Comprensivo “Pietro Maria Rocca” di Alcamo. A mezzogiorno lo spettacolo di musica e danza a cura dei ragazzi del centro SPRAR di Castellammare, coadiuvati dal prezioso supporto degli artisti Marysen e Christian Senia. A seguire l’esibizione musicale del gruppo “Trapani a percussione” e il buffet “intergusti”, con piatti tipici della tradizione africana e siciliana. “Si tratta di un’occasione importante di incontro e scambio – afferma Maria De Vita, presidente del consorzio Solidalia – è fondamentale infatti, che gli ospiti dei centri di accoglienza escano dalla loro dimensione di isolamento culturale e abbiano l’opportunità di conoscere e integrarsi con la società, anche attraverso linguaggi universali come l’arte, la musica, la danza o il cibo”.

Alcamo, gazebo itinerante del M5S

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Al via il progetto “Quartieri in movimento tour” del Movimento 5 stelle che promuove una raccolta firme con un gazebo itinerante nei vari quartieri di Alcamo. Prima tappa in programma, oggi alle ore 18:00 e domani dalle ore 10:00 alle 20:00, presso la Chiesa Gesù Cristo Redentore, in via J.F. Kennedy, nel quartiere S. Anna dove, su segnalazione di alcuni abitanti, si evidenziano almeno due diverse cause di grave disagio e di potenziale rischio per la cittadinanza. Scopi del Tour: promuovere una maggior interazione tra vicini; per entrare realmente a contatto con i problemi della città, accoglierne le istanze ed essere accanto ai Cittadini nel proporre soluzioni concrete; per stimolare i residenti affinché ognuno si attivi in prima persona, tornando ad essere protagonista nella progettazione del proprio futuro; per valorizzare le tante potenzialità trascurate ed inespresse che il territorio possiede. “Gli strumenti per esercitare il nostro diritto ad essere resi partecipi nella gestione di spazi e beni comuni esistono. Dobbiamo solo imparare a usarli e a metterci in gioco, ritrovando quel naturale senso di Comunità, proprio dei nostri nonni in un passato non molto lontano. Individuata una possibile soluzione alle problematiche in essere, si intende sollecitare l’intervento dell’Amministrazione Comunale, presentando una petizione a firma di tutti i cittadini della zona. Riteniamo che gli amministratori debbano farsi carico del benessere collettivo recependo e facendo proprie le sollecitazioni che giungono da chi quotidianamente vive il quartiere. Partecipiamo alla raccolta firme e plasmiamo la nostra città” – scrive il Movimento.

 

Partinico: Comune, fondo dipendenti congelato

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Sulla base del pronunciamento della Corte dei conti il fondo per le risorse decentrate da destinare alle performance dei dipendenti comunali di Partinico non potrà essere incrementato e sarà erogato anche ai  lavoratori contrattisti. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvo Lo Biundo ha deliberato la presa d’atto delle direttive emanate dalla Sezione di controllo per la Regione Sicilia della Corte dei Conti, che si è pronunciata su  una richiesta di parere formale avanzata  dallo stesso governo cittadino. Secondo i magistrati contabili il  fondo per il salario accessorio dei dipendenti del Comune deve rispettare i vincoli di finanza pubblica, orientata verso una  progressiva riduzione  della spesa del personale. Il fondo dovrà essere distribuito anche i lavoratori contrattisti secondo i principi di  “non discriminazione” e  “unicità”. Il segretario generale del Comune Vincenzo Pioppo ha comunicato alle rappresentanze sindacali il contenuto della lettera dei giudici contabili e ha predisposto un atto deliberativo, già approvato dalla giunta comunale, per programmare l’erogazione dei salari accessori per le annualità 2010, 2011, 2012 e 2013 nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Corte dei Conti. “Né l’amministrazione comunale né la parte trattante di delegazione pubblica si discosteranno da quanto deliberato dalla Corte dei Conti” sottolinea il segretario comunale Vincenzo Pioppo. I sindacati però non ci stanno e all’orizzonte si preannuncia una vera e propria battaglia. Infatti se dovesse essere confermata questa linea, dipendenti e contrattisti si ritroverebbero spalmati come incentivi una cifra di molto inferiore rispetto a quella degli anni passati. “Possiamo essere d’accordo sul momento di difficoltà degli enti locali e sulla necessità di applicare la spending review – afferma l’esponente della Cgil partinicese, Tanino La Corte – ma è il metodo che noi contestiamo all’amministrazione. Nel parere richiesto alla Corte dei Conti, infatti, l’amministrazione non fa cenno sul fatto che il fondo in questione non è stato approvato per il 2010. La legge in vigore a cui si fa riferimento vero è che impone di non aumentare la cifra ma in relazione a quanto stabilito dal fondo del 2010 che il Comune non ha approvato. Noi chiediamo che questo fondo del 2010 venga incrementato di 80 mila euro, come fatto per gli anni precedenti”. Il che significa che si arriverebbe ad appostare in bilancio una cifra vicina al milione e 200 mila euro: “A stretto giro di posta riuniremo le rappresentanze sindacali unitarie del Comune – aggiunge La Corte – e sceglieremo il percorso da fare rispetto a quanto enunciato dall’amministrazione comunale”.

Alcamo: bollette pazze della Tares

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Non bastavano gli aumenti, adesso ci si mettono di mezzo anche i calcoli errati. Per gli alcamesi non c’è davvero pace con la Tares che assume sempre più le sembianze di un piatto natalizio indigesto. Decine e decine le segnalazioni che sono state avanzate all’ufficio comunale preposto al terzo piano del palazzo di vetro di bollette pazze. Utenze domestiche in alcuni casi raddoppiate o triplicate quando invece la media degli aumenti è del 40 per cento all’incirca. In tal senso l’amministrazione comunale, constatate queste criticità, ha disposto la costituzione in seno agli uffici stessi di una task foce composta da dipendenti, funzionari e dirigenti, per verificare i casi uno per uno. A quanto pare ci sarebbe stato un errore nell’incrociare le banche dati catastali con quelle dei componenti dei nuclei familiari. “Prima di pagare – fa sapere il consigliere comunale Peppe Stabile – ai cittadini chiedo di verificare bene le cartelle perché in certi casi presentano delle anomalie. Aumenti superiori al 100 spesso sono solo errori”. Effettivamente né per le abitazioni, né tantomeno per le attività commerciali e produttive sono previsti aumenti superiori al 92 per cento. Per le famiglie il picco di aumenti maggiori è del 60 per cento, per le altre tipologie si varia molto. Si va addirittura dall’abbassamento di tariffe per negozi di abbigliamento, calzature, ferramenta e cartoleria che pagheranno il 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno; addirittura il 20 per cento in meno i rivenditori di tappeti, tende e tessuti. Per attività industriali e capannoni, alberghi e ristoranti la tassa rimane invariata, contrazione del 17 per cento per le aree artigianali. Per tutte le altre tipologie invece si riscontrano aumenti che oscillano tra il 2 e il 92 per cento: il picco più alto lo dovranno assorbire i negozi di frutta e verdura. Stangate anche per le farmacie, edicole e tabaccheria (+54 per cento), bar (+69 per cento), uffici (+48 per cento) e banche (+33 per cento). Per cui chi si trova l’imposta raddoppiata c’è un evidente errore di calcolo. Tra gli errori più frequenti quello di calcolare come seconda abitazione anche uniche unità immobiliari su più piani, da qui l’emissione di bollette pazze. La prima rata è già scaduta lo scorso 16 dicembre, anche se dal Comune sostengono che sarà applicata una certa elasticità e si potrà pagare entro la fine del mese. La seconda a terza rata dovranno essere liquidate al 28 febbraio e al 31 marzo. Ora si va facendo strada la necessità al comune di trovare delle soluzioni alternative per cercare già dall’anno prossimo di risparmiare sulla bolletta. E’ ricomparsa l’idea dell’utilizzo della scheda per i conferimenti dei rifiuti differenziati nelle isole ecologiche e nei centri comunali di raccolta. Idea introdotta dalla precedente giunta Scala ma che non entrò mai in funzione. L’impegno è che il prossimo anno si attivino le schede attraverso cui chi conferisce avrà pesato il rifiuto e usufruirà di uno sconto. Gli aumenti sono stati determinati in base a quanto prescrive la normativa che impone per la Tares la copertura del 100 per cento dei costi. Quindi su cittadini, imprese e commercianti è ricaduta per intero la somma dei quasi 8 milioni di costi sostenuti

Ad Alcamo i cittadini sono esasperati, e come i vicini Comuni di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, si stanno cominciando seriamente a mobilitare per questi rincari della Tares. Il clima sta seriamente cominciando a surriscaldarsi tanto che ieri è saltata in consiglio comunale la seduta nel momento in cui si sarebbe dovuto trattare la discussione inerenti propri ai rincari della tassa sui rifiuti. Il clima si va facendo seriamente sempre più teso anche a livello politico. Una parte dell’opposizione, per l’esattezza il gruppo consiliare di Abs, ieri sera ha abbandonato l’aula per partecipare alla riunione del comitato spontaneo di cittadini riunitosi nella palestra comunale di via verga contro gli aumenti dell’imposta sull’immondizia. Presa di posizione che non è piaciuta ad alcuni consiglieri: “Il gruppo Abc – sostiene il consigliere Peppe Stabile – è andato via per cavalcare strumentalmente la protesta”. “A nostro parere – replica Mauro Ruisi, esponente consiliare di Abc – era doveroso ascoltare le istanze della città e per questo abbiamo deciso di presenziare alla riunione del comitato cittadino. Respingiamo le accuse che si sono state rivolte di essere demagogici, credo che gli esponenti delle istituzioni abbiano il dovere di metterci la faccia in questo momento”. Nel frattempo il comitato, dopo uno scambio di idee fra i presenti, ha deciso di stilare a breve un documento in cui si avanzano al Comune una serie di proposte per abbassare la spesa in modo da potere spalmarli per coprire in parte la Tares. Soluzione comunque non praticabile se si considera che la legge impone la copertura al 100 per cento ai cittadini, conmcetto ribadito dal sindaco  Sebastiano Bonventre. 

Il comitato ha deciso di organizzare a breve un’altra riunione per definire le azioni da intraprendere concretamente. Subito dopo circa 300 cittadini si sono spostati in consiglio comunale per ascoltare il dibattito in aula. La sospesa è stata prima sospesa e un’ora dopo, alla ripresa dei lavori, è venuto meno il numero legale. Qui è esplosa la protesta degli alcamesi che hanno applaudito ironicamente e gridato “buffoni” all’indirizzo del municipio. “Protesta legittima dei manifestanti – precisa ancora il consigliere Stabile – ma il consiglio non è ripreso perché non c’erano più condizioni di sicurezza”. “Organizzare una riunione del comitato cittadino in concomitanza con la seduta di consiglio – ha aggiunto il consigliere Alessandro Calvaruso – non è stata una buona idea. Avremmo potuto riunirci tutti e raccogliere le idee di qualcuno più esperto. Perché approfittare del malumore del popolo in scala nazionale per criticare soltanto, senza avere soluzioni, è azione dei vigliacchi”.

 

Ordine dei Medici: “Necessari più posti letto”

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“Dotare gli ospedali dei posti letto previsti e non ancora attivati, garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria e dignitose condizioni di lavoro per i medici e il personale dell’Asp di Trapani”. E’ quanto chiede l’Ordine dei medici di Trapani  – attraverso una nota inviata dal presidente Giuseppe Morfino e dal responsabile del settore ospedaliero Vito Ignazio Barraco – all’assessore regionale della salute, ai senatori e ai deputati nazionali e regionali del territorio, al commissario straordinario dell’Asp e al prefetto di Trapani.

Dopo un confronto con i direttori e i responsabili delle unità operative degli ospedali del territorio, Morfino e Barraco, segnalano “condivise tensioni sulla garanzia di adeguati livelli di assistenza e segnali preoccupanti sul fronte della qualità dei servizi resi ai cittadini”.

“Riteniamo – scrivono Morfino e Barraco nella nota – che sia improcrastinabile un’azione di maggiore attenzione alle problematiche sanitarie del territorio a tutela del mantenimento di standard assistenziali accettabili e della dignità professionale dei dirigenti medici e del personale sanitario dell’Asp di Trapani”.

L’ordine dei medici registra, inoltre, in alcune aree degli ospedali trapanesi, carichi di lavoro insostenibili che rischiano di compromettere l’equilibrio del sistema sanitario provinciale sia sotto il profilo professionale-assistenziale che gestionale.

“Chiediamo – affermano Morfino e Barraco – che venga rivisto il dato di attribuzione dei posti letto per acuti previsti in provincia, evitando di ridurli ulteriormente”.

Attualmente i posti letto per acuti accreditati sono 760, vale a dire intorno al 2,2 per mille abitanti e, dunque, al di sotto dei livelli di riferimento e non sono, ancora, stati attivati i posti letto nei reparti di oncologia, malattie infettive, chirurgia vascolare e mcau (medicina chirurgia accettazione e urgenza).

Il presidente Morfino e il responsabile del settore ospedaliero Barraco auspicano, infine, un confronto con il commissario straordinario dell’Asp Fabrizio De Nicola con l’obiettivo di “trovare soluzioni condivise alle problematiche delle strutture ospedaliere del territorio trapanese”.

Lettera del vescovo Fragnelli ai bambini

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Una lettera del vescovo Pietro Maria Fragnelli indirizzata ai bambini raggiungerà, in questi giorni, tutte le parrocchie della Diocesi. Intanto domenica mattina alle ore 10.30 il vescovo incontrerà personalmente, nella Chiesa del Carmine in via Libertà, tutti i bambini che vorranno portare il “bambino Gesù” del loro presepe: li benedirà e consegnerà personalmente ai piccoli che interverranno la sua lettera natalizia. contestualmente verrà inaugurato il tradizionale presepe della Cattedrale che resterà aperto al pubblico fino a Febbraio. “Quando ero bambino come voi, avevo l’abitudine, con i miei fratelli, di scrivere una letterina a papà e mamma. La nascondevo sotto il piatto, affinché il giorno di Natale potessero scoprirla come una sorpresa. In essa scrivevo quasi sempre così: ‘voglio diventare più grande e soprattutto voglio diventare più buono!”.  Inizia così la lettera di Natale in cui il vescovo racconta come viveva il Natale da piccolo e invita tutti i bambini ad amare di più soprattutto chi è in difficoltà: i bambini ammalati o disabili, chi soffre a causa della difficoltà familiari o ha un genitore lontano o in carcere. Il vescovo indica come “compagni in difficoltà da aiutare”, i bambini che non sanno perdonare, che si credono già buoni e bravi ma disprezzano quelli che non sono come loro. Quindi mons. Fragnelli racconta ai piccoli di voler fare anche per questo Natale il proposito che faceva da bambino: di diventare più buono e di crescere nell’amore: amare di più. E invita i bambini a farsi ambasciatori del suo messaggio agli adulti: “aggiungete alla vostra letterina a mamma e papà anche questa mia”- chiede. Attaccato alla lettera ai bambini, in un foglio staccabile, c’è infatti il messaggio di auguri agli “amici adulti dei nostri bambini”. “Vi scrivo il mio augurio per il Santo Natale – scrive il vescovo ai “grandi”: genitori, nonni, educatori, a tutti coloro che lottano per la giustizia e la pace – L’ho scritto dopo aver incontrato le comunità religiose e civili della Diocesi, provocato dagli incontri e dalla cronaca, desideroso di stringere la mano a tutti, residenti ed immigrati. Affido i miei pensieri ai vostri piccoli: essi sono i migliori ambasciatori di bontà, fragili ma veri. Gesù li sceglie come protagonisti del cambiamento”. Il vescovo, quindi, sintetizza i suoi auguri in cinque parole: cambiamento, comunione, somiglianza con Cristo, famiglia e speranza. “Anche le nostre stesse mancanze o le situazioni che ci appaiono incomprensibili acquistano un significato positivo in cui sperimentare l’Amore di Dio. La speranza è dono perché ogni avvenimento, anche il peggiore, può aprire e concorrere al bene superiore di ogni persona e della comunità”.

Alcamo: aggiudicato appalto di riqualificazione S.Anna e S.Ippolito

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Dopo un lungo iter burocratico, che ad un certo punto ha fatto anche temere la perdita di ingenti finanziamenti, ad Alcamo arriva a concretizzarsi il recupero di aree periferiche e degradate della città. Si tratta dei quartieri di Sant’Anna e Sant’Ippolito che saranno oggetto di interventi radicali per il loro pieno recupero a garanzia della vivibilità di questa porzione di territorio. E’ stato aggiudicato dall’Urega, l’ufficio appalti della Regione, l’appalto per i lavori di riqualificazione urbana finalizzato ai contratti per alloggi a canone sostenibile. A spuntarla fra tutte l’Ati composta dalle ditte Damiga srl, Maltese srl e Promedil di Stefano Giorgi che ha offerto un ribasso del 42 per cento su un importo a base d’asta di circa 6 milioni di euro. Ad essere previsti tre grandi interventi essenzialmente: il recupero di un complesso di alloggi nella zona dell’ex villaggio regionale, oggi quartiere Maria Ausiliatrice; la realizzazione di una palazzina nella zona Sant’Ippolito e capace di contenere 22 alloggi, ognuno ampio circa 100 metri quadrati oltre a pian terreni da adibire a centri per servizi per circa 2 mila metri quadrati interamente di proprietà comunale; ed infine la ristrutturazione con sopraelevazione dell’ex carcere da destinare ad uffici comunali. Per quanto concerne quest’ultimo caso attualmente l’edificio ospita uffici del settore municipale Servizi tecnici. La creazione di alloggi a canone sostenibile, oggi più di ieri, appaiono davvero una scelta importante in questo momento di grave crisi di cui stanno risentendo le famiglie alcamesi. Questa nuova tipologia di alloggi pubblici, di proprietà del Comune, è destinata a cittadini di fascia reddituale medio-bassa, che partecipano ad appositi bandi comunali. In buona sostanza ci si potrà accaparrare un appartamento a costi d’affitto davvero molto bassi. L’amministrazione ha da sempre scommesso su questo formula e specificatamente su tale progetto. Il tema della riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile come strumento operativo per ricostruire e completare una delle aree fondamentali dei processi strategici in atto, che inciderà sulle modalità di fruizione del patrimonio culturale e del paesaggio, offre l’opportunità per il completamento dell’assetto urbano della città. A tal proposito nel 2009 il Comune lanciò anche un concorso di progettazione che ha avuto lo scopo di dotare la città di un progetto di livello preliminare di particolare qualità architettonica per la realizzazione di un intervento di rilevante interesse urbano che doveva interagire, integrandosi, con il contesto storico-artistico e paesaggistico-ambientale di riferimento in coerenza al “Documento di indirizzo progettuale”. La vera e propria svolta per arrivare a questo appalto avvenne nel 2011 quando il Consiglio Regionale Urbanistico approvò, accogliendo la proposta del comune, la variante per i quartieri S. Anna e S. Ippolito per la loro riqualificazione.

Partinico: Tarsu e Ici, guerra agli evasori

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Oltre mezzo milione di euro che mancano dalle casse del Comune per effetto dei cosiddetti “furbetti”. Stiamo parlando degli evasori dei tributi, problema atavico non solo per la città ma per l’intero territorio siciliano. Specificatamente per Partinico il Comune si è accorto che manca un bel gruzzolo dagli incassi effettivi dei ruoli da riscuotere per quanto concerne la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, e l’Ici, l’imposta comunale sugli immobili. E’ stata effettuata un’attenta ricognizione dall’ufficio Tributi che ha potuto appurare un’evasione pari a 527 mila 959,18 euro. Soldi che si sono accumulati negli anni che vanno dal 2007 al 2011. Nello specifico 150 mila 594,18 euro è la cifra evasa per ciò che concerne il pagamento dell’Ici, e 377 mila e 365 euro invece riguarda il mancato pagamento della Tarsu. Il Settore Tributi, retto dal ragioniere Giuseppe Misuraca, ha provveduto con propria determina ad approvare dunque i ruoli per il recupero dell’evasione delle due tasse. Da tempo questo settore sta lavorando proprio su questo fronte, riuscendo anche a far risparmiare qualcosa al Comune che ha evitato in alcuni casi di fare ricorso a società esterne per la riscossione dei tributi evasi. Riguardo proprio all’evasione l’ente municipale, nell’ultima relazione della Corte dei Conti, è stato sonoramente bacchettato per “previsioni di entrate gonfiate”. Sarebbe stata infatti appurata l’elevata previsione di entrate rispetto agli importi accertati nel 2011 con particolare riferimento alle previsioni di entrate per Tarsu, per recupero evasione tributaria, con residui da riscuotere al 31 dicembre del 2011 pari a quasi 4 milioni di euro, per addizionale comunale Irpef e per sanzioni per violazione del codice della strada, registrandosi contestualmente la presenza di una differenza di parte corrente, pari a quasi mezzo milione di euro. Proprio in relazione a questa contestazione dei magistrati contabili il Comune sta quindi provvedendo ad allinearsi. In realtà oramai da due anni, secondo quanto certificato dall’assessorato al Bilancio, si sta lavorando su questo fronte e i risultrati sono arrivati attraverso il recupero di ben un milione e 276 mila euro. Ed è proprio sotto il profilo dei tributi che il Comune sta notevolmente puntando nel tentativo di darsi quella necessaria liquidità di cui oramai da tempo soffre l’ente: “Ad essere stati incassati – sottolinea l’assessore al Bilancio, Giovanni Pantaleo – più del 90 per cento dell’Imu  e il 100 per cento dell’Irpef per il 2012, mentre la Tarsu è stata messa interamente in riscossione con un incremento del ruolo pari al 10 per cento”. L’amministrazione comunale mostra quindi i muscoli nei confronti dei morosi o peggio ancora degli evasori totali del tributo. Resta ancora una certa sofferenza infatti per ciò che concerne gli incassi relativi alla Tarsu, la tariffa sui rifiuti solidi urbani: “Parte dei residui attivi sono dovuti al mancato pagamento  della  Tarsu,  si tratta di un 20 per cento di tassa iscritta al ruolo – sottolinea ancora Pantaleo -. Una quota fisiologica, in media con il trend di tutto il sud Italia”.

Mafia: “I voti per Doriana Licata”

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La posizione dell’ex assessore provinciale di Trapani Doriana Licata si aggrava sempre di più, dopo la maxi operazione dei giorni scorsi che ha portato in carcere 30 tra fiancheggiatori e complici del superlatitante Matteo Messina Denaro. In particolare stanno emergendo nuovi particolari sulla figura del fratello del politico in gonnella, Aldo Licata, arrestato nel blitz  perché  si sarebbe attivato per comprare voti per la sorella. Avrebbe pensato a tutto Pietro Polizzi, ritenuto organico alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara del Vallo e stretto amico di Aldo Licata. Anzitutto emerge che quest’ultimo già da tempo avrebbe tentato di creare questa commistione tra mafia e politica. Proprio Licata avrebbe chiesto voti in cambio di soldi anche a Gaspare Lipari, arrestato nel corso dell’operazione Campus Belli nel dicembre 2011, che portò in cella, tra gli altri anche il sindaco di Campobello Ciro Caravà. La vicenda viene fuori da una conversazione intercettata ed è stata molto utile agli inquirenti, tanto che viene fuori oggi il forte sospetto che anche altre elezioni siano state truccate. La somma da sborsare sarebbe stata di 50 mila euro. A giugno 2012 Pietro Polizzi comincia a muoversi per procurare voti a Doriana Licata. Non solo a Campobello perché le regionali comportano un lavoro ad ampio raggio. Allora bisogna cercare voti ovunque. Anche a Marsala, ad esempio. Si contatta Pietro Centonze, che è indicato appartenente alla famiglia mafiosa di Marsala, coinvolto nell’operazione Peronospera II, condannato per estorsione, ricettazione, intestazione fittizia, favoreggiamento, sottoposto alla misura di sorveglianza speciale per mafia e nipote del boss Natale Bonafede. I voti ovviamente venivano controllati: ai potenziali elettori si chiedevano numero di sezione e scuola dove si recavano. “Appena non spuntano lo vedo, non si può scappare. Non è che mi possono dire sì e poi non vanno a votare”, spiegava Pietro Polizzi alla madre nel corso di una telefonata intercettata. Infatti il giorno delle elezioni, a urne ancora aperte, Centonze riesce a dare già i primi risultati. Un exit poll interno. A Campobello di Mazara Doriana Licata prese 828 voti, a Marsala 889, a Mazara 550, a Trapani 532. Non venne eletta per una manciata di voti, con 4.686 preferenze, piazzandosi seconda in lista dopo Giovanni Lo Sciuto. Ma questo alla mafia non interessava tanto che Aldo Licata trovò non pochi problemi nel cercare i soldi che erano stati pattuiti per l’acquisto del pacchetto di preferenze. L’indagine non ha però chiarito se Licata abbia saldato il debito. In tutto ciò Doriana Licata, che non è indagata, si è dimessa da vice coordinatore regionale dei Democratici Riformisti e ha detto di avere “fiducia nella magistratura e presto sarà palese la totale estraneità di mio fratello”.

Nella foto Aldo Licata

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