Lettera del vescovo Fragnelli ai bambini

0
463

Una lettera del vescovo Pietro Maria Fragnelli indirizzata ai bambini raggiungerà, in questi giorni, tutte le parrocchie della Diocesi. Intanto domenica mattina alle ore 10.30 il vescovo incontrerà personalmente, nella Chiesa del Carmine in via Libertà, tutti i bambini che vorranno portare il “bambino Gesù” del loro presepe: li benedirà e consegnerà personalmente ai piccoli che interverranno la sua lettera natalizia. contestualmente verrà inaugurato il tradizionale presepe della Cattedrale che resterà aperto al pubblico fino a Febbraio. “Quando ero bambino come voi, avevo l’abitudine, con i miei fratelli, di scrivere una letterina a papà e mamma. La nascondevo sotto il piatto, affinché il giorno di Natale potessero scoprirla come una sorpresa. In essa scrivevo quasi sempre così: ‘voglio diventare più grande e soprattutto voglio diventare più buono!”.  Inizia così la lettera di Natale in cui il vescovo racconta come viveva il Natale da piccolo e invita tutti i bambini ad amare di più soprattutto chi è in difficoltà: i bambini ammalati o disabili, chi soffre a causa della difficoltà familiari o ha un genitore lontano o in carcere. Il vescovo indica come “compagni in difficoltà da aiutare”, i bambini che non sanno perdonare, che si credono già buoni e bravi ma disprezzano quelli che non sono come loro. Quindi mons. Fragnelli racconta ai piccoli di voler fare anche per questo Natale il proposito che faceva da bambino: di diventare più buono e di crescere nell’amore: amare di più. E invita i bambini a farsi ambasciatori del suo messaggio agli adulti: “aggiungete alla vostra letterina a mamma e papà anche questa mia”- chiede. Attaccato alla lettera ai bambini, in un foglio staccabile, c’è infatti il messaggio di auguri agli “amici adulti dei nostri bambini”. “Vi scrivo il mio augurio per il Santo Natale – scrive il vescovo ai “grandi”: genitori, nonni, educatori, a tutti coloro che lottano per la giustizia e la pace – L’ho scritto dopo aver incontrato le comunità religiose e civili della Diocesi, provocato dagli incontri e dalla cronaca, desideroso di stringere la mano a tutti, residenti ed immigrati. Affido i miei pensieri ai vostri piccoli: essi sono i migliori ambasciatori di bontà, fragili ma veri. Gesù li sceglie come protagonisti del cambiamento”. Il vescovo, quindi, sintetizza i suoi auguri in cinque parole: cambiamento, comunione, somiglianza con Cristo, famiglia e speranza. “Anche le nostre stesse mancanze o le situazioni che ci appaiono incomprensibili acquistano un significato positivo in cui sperimentare l’Amore di Dio. La speranza è dono perché ogni avvenimento, anche il peggiore, può aprire e concorrere al bene superiore di ogni persona e della comunità”.