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sabato, Giugno 7, 2025
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Levanzo, la troupe di “7 Days” in cerca di attori

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“7 days”: è questo il titolo del lungometraggio di produzione italo-svizzera che verrà girato sulla più piccola delle Egadi tra maggio e giugno. In tanti hanno raccolto l’invito della Peacock Film lanciato nei giorni scorsi per cercare collaboratori alla realizzazione della pellicola. Al Centro Sociale di Levanzo sono accorsi giovani del posto, rappresentanti dell’isola di Favignana e anche tanti interessati all’iniziativa provenienti da Palermo, per assistere alla presentazione del progetto alla comunità residente; incontro a cui erano presenti il sindaco, Giuseppe Pagoto, il regista Rolando Colla e il direttore della fotografia Gianluca Barbieri. La troupe è alla ricerca di diversi giovani, ma anche di anziani, per la realizzazione del film che rappresenterà un’intera settimana vissuta negli splendidi scenari offerti dall’isola che, per l’occasione, non subirà alcuna modifica già a partire dal nome, nel rispetto della realtà. Levanzo, che offre suggestive e appartate piccole spiagge di sassi e sabbia e un itinerario archeologico-subacqueo assolutamente allettante, sarà visibile a tutti esattamente come “Levanzo”, protagonista e location ideale del lungometraggio. Chi vorrà partecipare alla realizzazione e al casting potrà farlo proponendosi e compilando gli appositi moduli reperibili al bar e negli altri piccoli locali di Levanzo e all’Area Marina Protetta di Favignana. Gli stessi moduli saranno poi presi in visione dal regista che contatterà gli aspiranti “attori”. È possibile inviare il proprio curriculum anche collegandosi al sito internet www.peacock.ch. Venerdì 14 febbraio dalle ore 15 alle ore 18, al Centro Sociale per gli anziani di Favignana, il regista illustrerà nuovamente l’iniziativa prendendo in esame alcune candidature. “Siamo contenti che la bellissima Levanzo, meritevole per fascino e storia, sia al centro di un’iniziativa tanto interessante rivolta alla popolazione e ai giovani in particolare – ha detto il sindaco, Giuseppe Pagoto – la nostra amministrazione si è immediatamente resa disponibile per collaborare al meglio per la riuscita di queste bella esperienza artistica”.

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Alcamo, in carcere banda di spacciatori: giovanissimi i clienti

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Con un blitz scattato alle prime ore del mattino i carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno arrestato e condotto in carcere un banda di giovani tunisini con le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina e lesioni personali in concorso fra di loro. Si tratta di: Haithem Troudi, 32 anni e Ayemen Fathali, 28 anni, entrambi con precedenti, nati in Tunisia ma residenti ad Alcamo da anni e Ben Jannet Meherez, 21 anni, nato in Tunisia, anch’egli domiciliato ad Alcamo, ma da poco trasferitosi a Parma, dove è stato rintracciato e catturato. Tutti e tre sono ritenuti responsabili di ripetuti episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dall’aver ceduto droga anche a dei minorenni. Le indagini dei carabinieri sono state avviate nel marzo 2012 sulla base di diverse segnalazioni che indicavano la presenza di extracomunitari che si aggiravano a piedi nei pressi dell’ospedale San Vito e Santo Spirito e vie limitrofe, i quali, si incontravano frequentemente, soprattutto nelle ore serali, con giovani del posto, appartandosi poi in zone più isolate. Durante i servizi di osservazione, controllo e pedinamento sono stati identificati più di 50 ragazzi alcamesi, molti dei quali ancora minorenni, che con cadenza quasi giornaliera incontravano la banda per acquistare hashish, marijuana e, in alcuni casi, anche cocaina. Fumo, alloro, prezzemolo, la cosa, banane, farina: così la banda indicava in codice la droga nelle conversazioni. Grazie alle intercettazioni e alle videoriprese degli incontri e all’ausilio di un interprete, i militari dell’Arma, alla fine hanno raccolto gli elementi utili ad incastrare i malviventi. I clienti, sono stati sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti e diversi di loro hanno ammesso di acquistare da tempo sostanze stupefacenti di vario genere dai tre. Nel corso delle varie fasi delle indagini parecchie le dosi hashish e marijuana sequestrate e le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti. I tre tunisini sono anche accusati di una rapina e di aver picchiato selvaggiamente un connazionale, per costringerlo a consegnare loro un somma di denaro: una sorta di regolamento dei conti. Il malcapitato, oltre ad essere stato derubato, in quell’occasione ha riportato traumi in tutto il corpo e la frattura delle ossa nasali a causa dei violenti calci e pugni subiti. Tutte le prove raccolte dai Carabinieri sono state racchiuse in un’apposita richiesta di emissione di misura cautelare, che ha portato alla carcerazione dei tre.

(Nella foto, da sin: Ben Jannet Meherez, Haithem Troudi e Ayemen Fathali)

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Deleghe assessoriali spezzatino

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Nei prossimi giorni il Sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre deciderà sulla nuova giunta. Ha parlato di azzeramento, rimpasto, costo zero per i nuovi assessori. Ma al di là di questo negli ultimi anni si è manifestato un problema di non poco conto. Le deleghe assessoriale, già numerose per ogni assessore dopo la riduzione per legge del numero degli assessori, vivono uno spezzatino delle deleghe assessoriali, cioè deleghe e compiti simili sono divisi tra diversi assessori e uffici comunali con il risultato che spesso uno non sapeva cosa faceva l’altro ma le questioni erano simili. O magari non voleva saperlo o magari c’erano questioni politiche tra i due assessori, a volte anche tre, o peggio ancora difetti di comunicazione tra assessorati e uffici.

La questione nacque una decina d’anni con il sindaco Giacomo Scala quando all’interno della maggioranza, più specificatamente dall’ala più a sinistra del PD, si chiese la famosa colleggialità, cosa che si tramutò in uno spezzettamento delle deleghe creando, come spesso si è visto, diversi problemi.

Per esempio i Lavori Pubblici sono assegnati a un assessore di una parte politica e i servizi manutentivi a un altro con conseguenze a volte di blocco dell’attività. O ancora Sport, turismo e spettacolo spezzettati e così o gli assessori e gli uffici si parlano o le cose si bloccano. E così anche scuola e cultura e altre ancora. il modello è quello sulla falsa riga di Tito, il dittatore comunista Jugoslavo che per tenere insieme tutte le diverse etnìe slave sotto la sua dittatura impose di far costruire di un oggetto industriale un pezzo in un luogo del paese e altri in altri diversi posti in modo appunto di essere interdipendenti gli uni agli altri viste le diverse etnìe e concezioni. Il risultato fu in Jugoslavia che cadendo Tito ci fu la guerra e nacquero diverse nazioni. Nella giunta il risultato in questi anni è stato a volte il blocco delle attività con assessori che vanno da una parte e assessori, dello stesso ramo, che vanno dall’altra.

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Chi è indagato al Comune di Alcamo? Lo chiede il consigliere Calvaruso

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Il consigliere comunale di Alcamo Alessandro Calvaruso ha presentato una richiesta d’atti al Sindaco e al Segretario Generale del Comune per chiedere l’elenco  dei nominativi di personale comunale contro il quale sono in atto e in corso procedimenti penali per reati contro l’amministraziopne e, o anche, altri reati collegabili e di rendere pubblico in attuazione della legge anticorruzione a cui si riferisce nella richiesta, l’elenco stesso. Inoltre chiede di valutare eventuali incompatibilità con l’attività svolta specialmente in settori sensibili.

La legge a cui si riferisco Calvaruso è quella del 6 novembre del 2012, la n. 190, che prevede come le pubbliche amministrazioni al fine di applicare il principio della trasparenza, rendano pubblici eventuali procedimenti penali riguardanti figure dirigenziali o dipendenti comunali i cui reati possano influire negativamente sull’attività aministrativa.

Ad Alessandro calvaruso abbiamo chiesto se lui non avese procedimenti giudiziari in corso e se la sua richiesta è indirizzata anche verso consiglieri comunali e ci ha risposto che lui è sotto procedimento giudiziario per motivi personali e non amministrativi del Comune e che non escluderebbe di indirizzare la sua richiesta anche verso appartenenti eventualmente al consiglio comunale.

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Acque reflue, arrivano i soldi per tre progetti nel trapanese

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Arrivano 232 milioni di euro per la depurazione delle acque reflue in Sicilia. La delibera del Cipe del 2012 è cosi resa reale all’interno dell’accordo di programma quadro firmato  dalla Regione e dai ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture.

L’Unione europea aveva emanato una note d’infrazione contro otto delle nove province siciliane (tutte cioè tranne Enna), sulla gestione del convogliamento degli scarichi reflui e della depurazione. In totale vengono assegnati   1 miliardo e 160 milioni di euro, in tutto per 94 progetti fognari.

Palermo è la provincia con più progetti finanziati che insieme a Catania prende
Fra questi, 15 milioni andranno al territorio palermitano per i progetti dei Comuni di  Carini  avrà progetti per 2 milioni per esempio .

Solo 3 nel Trapanese  per un totale di 5,6 milioni.

I progetti nel trapanese a Triscina-Selinunte, Scopello e Castellammare del Golfo

«Questo fatto concreto – ha dichiarato il presidente dell’Ance Sicilia, Salvo Ferlito, che ha incontrato i responsabili del Cipe e della regione – pone fine ad anni di ritardi ed è utile non solo a dare ossigeno al sistema delle imprese, ma anche a superare la procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea a carico della Sicilia per l’inquinamento di mare, fiumi e laghi a causa dell’insufficienza dei sistemi fognari e di depurazione».

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Calatafimi: arresto sindaco, vertice in prefettura

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Oggi un vertice dal prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, e domani mattina verrà sciolta ogni riserva. Si preannunciano le dimissioni in blocco della giunta di Calatafimi dopo l’arresto all’alba di ieri del sindaco Nicolò Ferrara con l’accusa di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta. Lo preannuncia lo stesso esecutivo: non è escluso che a ruota possano dimettersi anche i consiglieri comunali. Infatti oggi il faccia a faccia con il prefetto sarà alla presenza del vicesindaco Filippo Cangemi e del presidente del consiglio Mario Minore. L’incontro è stato richiesto dalla stessa amministrazione comunale per chiedere il da farsi rispetto a questa incresciosa situazione che ha visto finire dietro le sbarre il primo cittadino. “Ancora non abbiamo preso alcuna decisione – afferma l’assessore alla Legalità, Domenico Scavuzzo -. Vo0gliamop anzitutto capire meglio quanto successo in attesa che ci vengano notificati ufficialmente i provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Dopo l’incontro che avremo con il prefetto si deciderà il da farsi”. Seppur dell’indagine che coinvolgeva il sindaco da tempo se ne era al corrente, negli uffici comunali l’arresto di ieri è stato  appreso con grande sorpresa, come confermato dal segretario generale.

La giunta e il consiglio comunale intanto possono continuare a svolgere le proprie funzioni regolarmente in quanto il vicesindaco assume a tutti gli effetti i poteri del primo cittadino. In manette sono finiti anche gli imprenditori palermitani Ettore ed Enrico Crisafulli, padre e figlio, rispettivamente di sessantotto e trentaquattro anni, accusAti di intestazione fittizia di beni. Gli arresti sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari Lucia Fontana, su richiesta dei sostituti procuratore Anna Trinchillo e Franco Belvisi. Ferrara, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, è accusato di avere intascato una tangente di 3 mila euro da Francesco Fontana, imprenditore di Calatafimi, indagato a piede libero, al fine di consentire allo stesso di aggiudicarsi la gara per la vendita di un compattatore. Il primo cittadino è anche indagato, a piede libero, per il reato di abuso d’ufficio continuato. Secondo gli investigatori, avrebbe omesso di denunciare alle competenti autorità giudiziaria alcune irregolarità nell’ambito dell’esecuzione dei lavori di urbanizzazione primaria nella zona artigiana di contrada Sasi eseguiti dall’impresa Simaco degli imprenditori Ettore ed Enrico Crisafulli. Gli inquirenti gli contestano infine di avere proceduto alla nomina a responsabile dell’Ufficio tecnico comunale di un soggetto privo dei necessari titoli, garantendo allo stesso una retribuzione a cui non avrebbe avuto diritto. “Ferrara gestiva in maniera spregiudicata la cosa pubblica” ha asserito il dirigente della squadra mobile di Trapani, Giovanni Leuci.

Nella foto da sinistra Cangemi e Minore

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Alcamo, A-29: cade cartellone, sfiorata la trageda

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Paura oggi sull’autostrada A-29 all’altezza dello svincolo per Alcamo Ovest. Nel tratto tra questo svincolo e la diramazione è crollato sulla sede stradale il cartellone di colore verde che indica la direzione di marcia. E’ successo intorno a mezzogiorno: in quel momento transitava un’auto che è stata sfiorata dal pesantissimo cartello in lamiera. Il conducente del mezzo si è spaventato ed è uscito dall’auto sotto shock. Sul posto è intervenuta la polizia stradale e l’Anas per ripristinare la viabilità. In autostrada si è formata una lunghissima coda di auto.

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Alcamo: Comune, gli stipendi d’oro dei dirigenti

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Sette dirigenti, all’incirca 600 mila euro sul groppone. Il Comune di Alcamo paga a caro prezzo i suoi manager per mandare avanti la macchina burocratica dell’ente. E nell’epoca in cui si parla di spending review, l’apparato dirigenziale alcamese appare invece l’apice di una casta difficile da scardinare o comunque da intaccare. Il sindaco Sebastiano Bonventre, in carica da poco più di un anno, dovrà fare, e lo sta già facendo, i conti anche con questo sistema che, a dire il vero, un po’ in tutti i Comuni siciliani vive quasi di questa aurea di intoccabilità. Lo scettro di dirigente con lo stipendio più alto tocca a Cristofaro Ricupati, 50 anni, con il ruolo di segretario generale: per lui 98 mila euro lordi, con stipendio tabellare di 43 mila euro e la restante parte come posizione di parte fissa e diritti si segreteria. Gli altri 7 dirigenti godono sostanzialmente della stessa retribuzione che varia da 80 a 85 mila euro. Lo stipendio più basso, si fa per dire, è quello di 80 mila euro che va a Giovanna Mistretta, dirigente dell’Avvocatura comunale, che in sostanza porta avanti tutte le cause giudiziarie pendenti sulla testa dell’ente. Quest’anno è finita nell’occhio del ciclone per il caso della mancata costituzione di parte civile del Comune di Alcamo su una presunta situazione di abusivismo edilizio. Un caso non qualsiasi ma che fece grande scalpore nella cittadina alcamese. Infatti ad essere coinvolti in questo procedimento non erano persone qualsiasi ma l’imprenditore Antonello Cassarà e l’architetto Silvio Piccolo, entrambi denunciati per abusivismo edilizio, e quest’ultimo marito della dirigente del Comune alcamese, l’ingegnere Anna Parrino. Proprio quest’ultima, retribuita con uno stipendio lordo di quasi 85 mila euro, è stata pure al centro di lotte intestine. Una vicenda cui si fa riferimento risale a un anno fa: la dirigente fu ritenuta colpevole di non aver dato seguito ad un ordinanza sindacale che prevedeva dei lavori di ripristino di un ufficio comunale. Per il resto tutti gli altri dirigenti del Comune hanno incassato nel 2013 su per giù lo stesso stipendio che oscilla tra gli 84 e gli 85 mila euro: nel primo range rientra Sebastiano Luppino, il dirigente del Settore Servizi Finanziari, nel secondo invece figurano Marco Cascio, a capo del 2° Settore Affari Generali e Risorse Umane e con funzioni anche di vicesegretario Generale, e Francesco Saverio Maniscalchi, alla guida del Settore Promozione Economica e Servizi Ambientali. Al momento nel sito internet del Comune non è specificata la retribuzione soltanto del neodirigente Carlo Bertolino, chiamato appena qualche mese fa a ricoprire il delicatissimo settore dell’Urbanistica e Pianificazione Territoriale, smembrato dal sindaco in relazione proprio alla vicenda della fascia pedemontana e che ha portato a drastici provvedimenti, con la suddivisione dell’intero apparato in due distinti settori e il riassetto degli uffici. C’è da sottolineare che l’attuale amministrazione comunale non gode di grande sintonia con l’apparato dirigenziale. Spesso ci sono state forti prese di posizione di sindaco e assessori che hanno bacchettato i dirigenti di non seguire le direttive p9olitico-amministrative.

 

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Balestrate: Prg, annesso il nuovo territorio

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BALESTRATE. Il consiglio comunale ha adottato le direttive generali per l’integrazione della pianificazione urbanistica del territorio acquisito nel 2008 dal Comune di Partinico. Il via libera dell’assise si è reso necessario in quanto sono già in fase avanzata le procedure per l’adozione del nuovo piano regolatore generale. Ma l’iter ha subito uno stop proprio a causa della formale annessione che ha creato non pochi problemi sotto il piano procedurale : “La problematica è sorta – hanno sottolineato i responsabili del servizio e di Direzione dell’ente balestratese, Vincenzo Agrusa e Patrizia Pellecchia – in occasione dell’avviata procedura di Vas, la valutazione ambientale strategica, inerente l’adottando Prg, stante l’avvenuta variazione territoriale. Oggi è necessario che la procedura riguardi l’intero territorio comunale”. Effettivamente sono emerse una serie di discrasie, a partire dal fatto che i vincoli del piano regolatore sarebbero scaduti in anni differenti tra il vecchio territorio e quello appena annesso. L’iter di adozione del Prg non si è sino ad oggi concluso proprio per la mancata definizione del Vas. Da evidenziare però che le previsioni del piano regolatore, messo a punto prima dell’annessione, non sono rispondenti ai fabbisogni della popolazione: nel dimensionamento per le aree a servizi della porzione di territorio ceduto da Partinico è stata considerata la popolazione residente di quel comune che è superiore a 10 mila abitanti con un parametro di 18 metri quadri per abitante. Le aree ora andranno dimensionate a 12 metri quadri per abitante, essendo la popolazione balestra tese inferiore all’indice dei 10 mila residenti. Il territorio annesso a Balestrate è pari a 384 ettari e comprende le  contrade Tavolatella e Tresca per intero, e parzialmente le altre contrade Tavolata, Settipani, Arnao, Piano Milano e Giudeo ed ovviamente la relativa popolazione residente composta all’incirca da un centinaio di unità. L’iter di modifica dei confini era cominciato addirittura nel 2004 quando l’allora sindaco di Balestrate, Salvatore Bonaviri, inoltrò al Comune di Partinico la richiesta di annessione di questo territorio. Un’istanza che partì essenzialmente dalle lamentele avanzate dagli stessi residenti i quali evidenziarono la totale assenza di servizi. Infatti essendo al confine con Balestrate, ma di fatto appartenenti alla giurisdizione di Partinico, questa fetta di residenti veniva esclusa per ragioni logistiche dalle competenze di entrambi i Comuni. Balestrate non poteva intervenire, pur avendo questa porzione di territorio a poche centinaia di metri dal centro abitato, mentre Partinico non aveva la possibilità di potere assistere questi cittadini perché di fatto distavano all’incirca una decina di chilometri.

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Caritas, “Prestito della Speranza”: erogati oltre 1,3 mln

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Uno strumento finanziario a sostegno delle famiglie in difficoltà che non hanno accesso al credito bancario. Questo è il servizio “Prestito della Speranza”, la più importante sperimentazione italiana di microcredito sociale promossa dalla Conferenza episcopale attraverso le Caritas diocesane. Negli ultimi due anni sono ben 46 le attività nate con il sostegno del “prestito della speranza” a Trapani e nel circondario. “Il Prestito è uno strumento per far fronte all’emergenza sociale, ma soprattutto un’occasione per l’intera comunità per sperimentarsi nella condivisione nelle prossimità verso le famiglie che più di altre pagano la crisi economica” – afferma la Caritas diocesana di Trapani. Analizzando l’intervento dal 25/03/11 al 31/12/13 lo sportello della Caritas diocesana, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00, ha ascoltato in merito a questo servizio 265 nuclei familiari, e 106 richieste hanno trovato accoglimento poiché in possesso dei requisiti necessari. La famiglia viene accolta dall’ operatore della Caritas incaricato che, dopo aver fornito l’assistenza nella compilazione e nella presentazione della domanda e aver visionato la documentazione necessaria, accerta il possesso dei requisiti e valuta se inoltrare la richiesta a una delle banche aderenti all’Accordo CEI-ABI entro 15 giorni lavorativi. Erogato il finanziamento inizia la fase del tutoraggio: il servizio di assistenza della Caritas che accompagna il richiedente durante l’intero svolgersi del Progetto, allo scopo di favorire la ripresa dell’economia domestica e di una maggiore inclusione sociale e monitorare la restituzione del debito. Il numero di richieste negli anni è andato aumentando. Ciò è certamente dovuto all’aumentare del bisogno ma anche all’accresciuto numero di pratiche esitate positivamente. 60 sono state le pratiche di credito sociale per un importo erogato pari a 333.600 euro e 46 quelle riguardanti il micro-credito alle imprese per 1.041.000 euro. Tra le pratiche di microcredito familiare, in particolare: 25 sono state richieste per pagamento di debiti (mutuo, affitti, utenze, rate per acquisto beni); 5 per sostegno alle famiglie in cassa integrazione; 4 per spese sanitarie (protesi dentarie, spese di viaggio e cure mediche, ecc.); 9 per spese familiari (matrimoni, funerali, nascita, ecc.); 13 per spese di ristrutturazione abitazione e acquisto beni (camerette, mobili vari); 2 per spese di istruzione; 2 antiusura. Tra i 46 progetti di impresa finanziati vi sono bar, gelaterie, pizzerie, negozi di ortofrutta, studi fotografici, servizi estetici e quant’altro. Insomma un piccolo grande aiuto che intende dare risposte concrete ai bisogni via via emergenti dei nuclei familiari in difficoltà.

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