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venerdì, Giugno 6, 2025
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Cane maltrattato, padrone rischia fino a 2 anni

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Da diversi mesi relegato su un balcone al terzo piano di un immobile a Trapani, senza cibo ed acqua, tra i suoi escrementi ed addirittura legato alla cuccia con una doppia catena di ferro di circa un metro. Ma vi è di più. Quando il cane non voleva spostarsi veniva picchiato con un bastone di legno. I vicini di casa però, non sono rimasti a guardare ed hanno segnalato il caso al Partito Animalista Europeo. Enrico Rizzi, Capo di Segreteria Nazionale del partito, ha così effettuato un sopralluogo. Raccolte testimonianze e materiale, non ha diffuso la notizia alla stampa per non mettere in allarme il proprietario e sabato scorso si è rivolto al Dirigente della Questura di Trapani Biagio De Lio, consegnando formale atto di denuncia e chiedendo l’immediato sequestro dell’animale. Non si è fatto attendere l’intervento delle autorità per porre fine a quei maltrattamenti: sono intervenuti sul posto gli Agenti della Polizia di Stato e della Scientifica, assieme al veterinario dell’Asp di Trapani, Roberto Messineo per verificare le condizioni in cui viveva l’animale. Fin troppo evidenti le precarie condizioni in cui era costretta a vivere la povera bestia. E’ scattata così subito la denuncia d’ufficio per maltrattamento di animali nei confronti del proprietario ed il sequestro del cane, affidato ad una volontaria trapanese del Partito Animalista Europeo. Il proprietario rischia fino a due anni di carcere ed una sanzione da 5 a 30 mila euro. Plauso del giovane ambientalista Rizzi al Dirigente della Questura di Trapani “poiché in un contesto particolarmente difficile dovuto al problema degli immigrati, alla carenza di personale, mezzi e risorse, è comunque riuscito ad organizzare in pochissime ore un vero e proprio blitz, coinvolgendo le migliori professionalità della Questura” e al Dirigente dell’Asp di Trapani, “che con particolare competenza ed in maniera estremamente precisa, ha contribuito a supportare l’attività investigativa con importanti elementi tecnici e di sanità veterinaria, assicurando così il benessere dell’animale “.

 

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Alcamo, Settimana dell’educazione: domani cineforum

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Abbandonare le nicchie, tornare ad un progetto di formazione integrale della persona, fare rete e sperimentare la reciprocità come la più potente forza d’inclusione, vincere la tentazione di un “consumismo degli ideali e dello spirito” che svilisce il senso della comunità e del vivere insieme, educare alla felicità. Sono alcune delle proposte emerse dagli interventi ieri sera nel corso dell’incontro di apertura della Settimana dell’Educazione che si è tenuto presso il Palazzo Vescovile con la partecipazione di dirigenti scolastici, docenti, rappresentanti di istituzioni culturali che lavorano nel campo della formazione. Ad aprire il dibattito l’intervento del vescovo Pietro Maria Fragnelli che si è soffermato sui “buchi neri dell’educazione di oggi”. Domani la giornata dedicata alla diversità come risorsa. Tema: la forza inclusiva della diversità. Al mattino  si inizia alle 10.00, contemporaneamente ad Alcamo presso la Sala della Comunità “Giovanni Paolo II” e ad Erice Casa-Santa presso il Seminario Vescovile con un cineforum per i ragazzi delle scuole medie. Sarà proiettato il film: “Rosso come il cielo” di Cristiano Bortone (2007). Una storia vera, quella di Mirco Mencacci che da non vedente è diventato uno dei più importanti montatori del suono del cinema italiano. Una storia di grande coraggio che dimostra in modo forte ed emozionante che si può arrivare, anche partendo da una situazioni di grande svantaggio. Per la realizzazione del film inoltre il regista ha voluto rendere protagonisti proprio alcuni bambini non vedenti, facendoli recitare accanto ai bambini normovedenti facendo anche della produzione un’esperienza di inclusione. Il film ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Cinekid Festival di Amsterdam, uno dei più importanti festival internazionali dedicati alle produzioni cinematografiche per i ragazzi.

(Nella foto di Emanuele Bellini: un momento dell’incontro di ieri sera)

 

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Alcamo, Zangrì: “Abbiamo lavorato in silenzio. Vogliamo la D. Nuova società ottima. Tifosi…”

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993907_1391186797764559_1286986364_nE’ uno dei principali artefici di questa stagione avvincente e volto storico dell’Alcamo Calcio a prender parte all’ultima puntata del format Sport Vision su Alpa Uno. Il direttore generale dei bianconeri Pietro Zangrì – da noi intervistato – si è subito espresso sull’inizio della stagione in corso della sua squadra: “Abbiamo lavorato in silenzio e senza vender fumo a nessuno. A noi non piace il fumo, ma i fatti. In appena otto giorni abbiamo allestito questo organico e, personalmente, non ho mai avuto dubbi sul nome dell’allenatore che avrebbe guidato l’Alcamo. Riccardo Chico è un professionista che, a mio avviso, potrebbe anche allenare in categorie superiori, ma ama la Sicilia e non l’ha mai voluta lasciare.

Obiettivi? Adesso non possiamo più nasconderci dietro un dito. Noi siamo lì per giocarci la vittoria del campionato e il salto in Serie D che aspettiamo da tanti anni. I presupposti ci sono tutti.

Prossime due gare? Sono importanti come tutte; la strada è ancora lunga, ma sono partite che possono dare un’indicazione al campionato. Situazione Catella? Siamo sicuri che tutti ad Alcamo vogliamo questa Serie D? Perché allo stadio serve la giusta manutenzione e poi abbiamo anche bisogno di strutture per gli allenamenti. Infine vorrei vedere tanti tifosi allo stadio. Questa squadra merita almeno mille tifosi e la società sta facendo grossi sacrifici per coinvolgerli.

La nuova società? Adesso c’è un gruppo serio con Milotta e Marchese che danno il massimo, così come lo stesso Presidente Gianni Grasso e tutto il resto della nostra famiglia. In estate per mettere insieme questi giocatori ho fatto quello che ho potuto e alla fine stanno venendo fuori risultati molto soddisfacenti. San Giovanni Gemini? Noi rispettiamo tutti gli avversari e li affronteremo come facciamo con tutti“.

Fonte: SicilPress24.it

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Alcamo: chiesa Badia nuova, serve restauro

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Il Gal del Golfo di Castellammare punta a rimettere in sesto la chiesa della Badia Nuova di Alcamo. L’annuncio arriva dal presidente del Gal, Pietro Puccio, nel corso della presentazione all’interno della stessa chiesa del libro “La Luce di San Benedetto”, realizzato dalla società in collaborazione con Unione Europea, Regione e ministero delle Politiche agricole. Per potere intervenire , però, dovrà essere apportata una variazione alle strutture del Gal che al momento hanno competenze specifiche solo in ambito turistico-rurale. Con la nuova programmazione 2014-2020 il gruppo d’azione locale  è pronto a utilizzare parte degli investimenti pubblici nella progettazione di messa in sicurezza dell’edificio di culto, vittima di diversi crolli in questi ultimi anni.

Alcamo ha già avuto modo di potere testare l’effetto benefico degli investimenti del Gal nel territorio. Nella programmazione 2007-2013 in fase di completamento sono stati finanziati il restauro della fontana della Cuba delle rose, il biomercato del contadino, un recupero di un bene confiscato a di altri manufatti rurali.

La pubblicazione sui benedettini è frutto di un lavoro di ricostruzione storica certosino, che ha potuto contare su importanti collaborazioni. Uno studio non casuale ma che ha avuto come filo conduttore il territorio in cui opera il Gal, cioè Alcamo, Partinico, Cinisi, Terrasini, Borgetto, Trappeto e Balestrate. Da questo lavoro è emerso che questa fascia di territorio è accumunata da radici storiche legate alla presenza proprio dei benedettini:

Da questo spunto la chiesa si augura, dal suo punto di vista, che possano nascere importanti vocazioni.

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Marsala: ospedale, ancora ritardi al pronto soccorso

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Tempi d’attesa infiniti al pronto soccorso dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala. Lo hanno appurato anche gli attivisti del movimento 5 Stelle che hanno effettuato una sorta di blitz, in “borghese”, per verificare di persona la situazione. I grillini hanno dialogato con i cittadini che erano presenti e hanno distribuito un questionario a tutti gli utenti che volevano discutere dei servizi-disservizi resi dalla struttura ospedaliera. “L’iniziativa è stata accolta positivamente dalla cittadinanza – dice Peppe Gandolfo, componente del Movimento – e sono emersi dati eclatanti: tempi d’attesa per le visite specialistiche superiori a quelli previsti dalle leggi in materia e in particolare dal piano regionale per il governo dei tempi di attesa, elaborato con il decreto dell’ex assessore regionale alla sanità Massimo Russo il 30 giugno del 2011”. L’attività degli attivisti è durata per diverse ore sino a quando il direttore sanitario li ha invitati ad andare via in quanto l’ospedale non è un luogo pubblico, e, secondo quanto riferito dagli stessi, minacciando anche di chiamare i carabinieri. L’iniziativa era stata preannunciata con una lettera raccomandata inoltrata dal Movimento 5 Stelle il 31 gennaio scorso, ma non era stata, infatti, autorizzata. “Evidentemente – conclude Gandolfo – ha dato fastidio, e ascoltare le persone per poi sollecitare la soluzione dei problemi non è praticabile nel nostro paese”. Già un anno fa il sindaco della città, Giulia Adamo, fece un’analoga iniziativa a seguito delle molteplici e ripetute lamentele dei cittadini riguardo ai lunghi tempi d’attesa e ai disservizi del pronto soccorso. Fu indirizzata una nota all’assessore regionale alla Sanità e all’Asp in cui si sottolineava la grave situazione sanitaria e richiedono interventi immediati indirizzati a migliorare la funzionalità, l’assistenza e la qualità dei servizi nei confronti dei pazienti e di chi li assiste. Recentemente la quarta commissione consiliare ha convocato i sindacati presso la sede di Palazzo VII Aprile per discutere proprio delle problematiche riguardanti la struttura ospedaliera. Anche in questo caso fu denunciata una situazione difficile con i pazienti costretti ad attendere per ore in barella in stanze inadeguate, creando sovraffollamento e disagio. Le liste di attesa per gli interventi chirurgici spesso si bloccano perché le sale operatorie funzionano a singhiozzo, un po’ per manutenzione, un po’ per carenza di anestesisti. Quasi tutte le specialistiche hanno tempi d’attesa lunghissimi, soprattutto le specialistiche senologica e di diabetologia: per fare un mammografia, i tempi di attesa sono circa di 8 mesi. L’Aso trapanese rispose prontamente annunciando che a breve sarebbero arrivati diversi medici ed infermieri a rimpolpare proprio al nosocomio marsalese la pianta organica. Assunzioni che dovrebbero entrare a regime entro questo mese, come già sottolineato dalla stessa Asp.

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Alcamo: Legnoferro, inchiesta sulla morte di Milotta

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Spazia su due distinti fronti l’inchiesta aperta dalla Procura di Trapani sulla morte di un alcamese, Giuseppe Milotta, 62 anni, deceduto sabato scorso dopo un incidente verificatosi all’interno dell’azienda di proprietà della famiglia “Legnoferro” di contrada Sasi ad Alcamo. Una riguarda la possibilità di formulare l’accusa di “omicidio colposo”  nei confronti del genero della vittima, che a bordo del muletto che stava conducendo ha investito e tranciato la gamba dell’anziano; un’altra invece si sta muovendo parallelamente e potrebbe mettere sotto accusa il reparto di Chirurgia dell’ospedale Civico di Partinico, dove Milotta era stato ricoverato d’urgenza ed è morto poco dopo la conclusione dell’operazione alla gamba. Sarà probabilmente disposta l’autopsia sul corpo della vittima: questa dovrebbe chiarire meglio le cause del tragico episodio. Intanto la magistratura trapanese ha già avuto modo di ricostruire quanto accaduto, anche se sono in corso ulteriori verifiche. Pare da una prima analisi che Milotta sia finito schiacciato sotto il muletto del genero impegnato in un’operazione di sistemazione di materiale all’interno del deposito dell’azienda. Essendo accaduto al di fuori dell’orario di apertura dell’azienda ancora resta da chiarire se il caso è da contestualizzare come infortunio sul lavoro. Sembra che Milotta stesse parlando al telefono al momento dell’impatto: una distrazione fatale. Emergono poi dettagli agghiaccianti di quei momenti. Milotta è rimasto per qualche minuto incastrato sotto il pesante mezzo e questo ha contribuito ad aggravare la situazione perché l’uomo ha perso molto sangue. Dopo vari tentativi il muletto è stato riacceso e nel frattempo è giunta sul posto un’ambulanza che ha trasportato la vittima in gravi condizioni prima all’ospedale di Alcamo e poi al nosocomio di Partinico dove è stato operato d’urgenza. Qui l’equipe medica di Chirurgia ha disposto l’amputazione della gamba: intervento perfettamente riuscito. Dieci minuti dopo il responso positivo Giuseppe Milotta è però deceduto. Resta da chiarire il perché di questa morte. Anche per questo motivo la Procura starebbe pensando a disporre l’autopsia sul corpo della vittima. Questa mattina l’azienda è rimasta chiusa per lutto. Increduli i familiari per quanto accaduto: una tragedia condita da tutta una serie di dubbi e con allo sfondo anche un ipotetico caso di malasanità che ovviamente dovrà essere confermato dalle indagini. L’autopsia potrebbe anzitutto chiarire proprio se ci sono stati eventuali errori dei medici nel corso dell’operazione oppure se il decesso possa essere stato causato da altre situazioni legate a complicanze del paziente imponderabili. Dall’Asp di Palermo si preferisce al momento non replicare. Torna così sotto accusa l’ospedale di Partinico salito negli anni scorsi alla ribalta delle cronache per la catena di neonati morti al reparto di pediatria: ben 8 tra il 2007 e il 2010. Comunque 7 di questi casi furono archiviati come decessi naturali o comunque non connessi ad errori medici.

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Calatafimi, l’opposizione annuncia le dimissioni

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Arriva un altro scossone al comune di Calatafimi: l’annuncio delle dimissioni da parte dei cinque consiglieri comunali dell’opposizione, Daniele Cataldo, Salvatore Barone, Silvestro Guida, Michele Lentini e Rita Spatafora, della lista “Calatafimi nel cuore”. Dopo l’arresto del sindaco Nicolò Ferrara con l’accusa di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta e le sue dimissioni, la squadra assessoriale è decaduta automaticamente come previsto legislativamente. Quindi non sono più operativi il vicesindaco Filippo Cangemi e gli assessori Giovanna Mazzara, Domenico Scavuzzo e Vito Adamo. Le funzioni di sindaco e giunta saranno ricoperte da un commissario che sarà a breve nominato dall’assessorato regionale agli Enti locali. Mentre l’attività del consiglio comunale non è intaccata: può continuare ad operare ed a deliberare, a meno che la metà più di uno dei componenti non decida di dimettersi. E invece è scontro aperto in seno al consiglio comunale: “Apprendiamo con sorpresa e stupore l’intendimento della maggioranza di volere proseguire la legislatura continuando a sedere tra gli scranni del massimo consesso civico come se nulla fosse successo, dimostrando di sconoscere le più elementari regole dell’ etica politica” commentano i cinque consiglieri d’opposizione, che continuano “Fermo restando che la responsabilità penale, ove fosse accertata, è personale, davvero si crede di essere esenti da responsabilità politica per quanto successo?

Di fronte alle nostre prese di posizione in cui manifestavamo tutte le nostre perplessità sulla legittimità delle procedure seguite dall’Amministrazione, davvero si crede di poter continuare con gli stessi atteggiamenti e le stesse procedure  senza una manifesta autocritica politica?

Non è solo il Sindaco, che nel governare ha l’onere di essere modello valoriale per l’intera comunità che rappresenta, ma anche al consigliere comunale è richiesta la stessa  credibilità politica.

Il voler ostinatamente continuare, come se nulla fosse successo, con i silenzi che contraddistringuono l’operato di questa maggioranza, impone una presa di posizione politica di noi consiglieri eletti nella lista “CALATAFIMI NEL CUORE” al fine di ridare senso e dignità alle istituzioni ed alla politica.

Le dimissioni che annunciamo, e che presenteremo singolarmente, sono il segno tangibile ed inequivocabile che ci sono principi e valori  che non possono essere svenduti o negoziati”.

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C/mmare, sequestrati mille ricci di mare

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Avevano appena raccolto un grosso quantitativo di ricci, strappati ai fondali di Castellammare del Golfo e pronti per essere commercializzati sul mercato nero. I due pescatori di frodo, B.D., 46 anni, G.M., 42 anni, entrambi pregiudicati di origine palermitana, sono però incappati in un controllo di polizia. Gli agenti, insieme ai militari della Guardia Costiera hanno rinvenuto circa mille ricci di mare nel bagagliaio della loro auto. Per il conducente del veicolo, con un passato da pescatore di frodo “professionista” colpito dalla misura del divieto di ritorno in vari comuni marittimi, è scattata una sanzione amministrativa pari a seimila euro, mentre gli esemplari sequestrati, ancora vivi, sono stati rigettati in mare dalla Guardia costiera.

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Anche Patto per Alcamo frontalmente contro Bonventre

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Anche Patto per Alcamo chiede le dimissioni di Bonventre da Sindaco. In un comunicato scrive  che si è “ad una seria questione democratica non per niente di politica attiva”.

Chiedi anche ai Consiglieri Comunali di non farsi omologare e tutto questo quando Bonventre continua le consultazioni con le forze politiche e sociali della città per redigere la nuova giunta. Al di là delle novità che ci saranno in giunta c’è anche da dire poi che l’attesa per i nomi che usciranno e quelli che entreranno è tanta, nonostante Giuseppe Canzoneri, segretario cittadino del PD, continua a dire che il PD vuole essere un punto fermo e rafforzativo all’interno dela giunta Bonventre.

Assessori a costo zero, assessori che non intervengono più da tempo sulle quesitoni, assessori scontenti, consiglio comunale in subbuglio anche se silnzioso ufficialmente non fanno presagire nula di buono per Bonventre.

Le ultime decisioni con uno spostamento verso destra in giunta ha ricevuto non poche critiche e tutti sembrano con il naso verso Roma, verso Renzi, Berlusconi, Letta, Crocetta, D’Alia ma la realtà resta difficile, politicamente, economicamente, socialmente.

Fino a qualche tempo fa, almeno in maniera molto visibile, era solo ABC a contestare fortemente Bonventre con richiesta di dimissioni dal giorno della sua elezione, senza contarei ricorsi nei tribunali.

E Patto per Alcamo cita anche Aldo Moro “piacerebbe a noi tutti vivere domani, meglio dopodomani per capire cosa accadrà”.

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Alcamo, scorretti nel traffico, multe giuste

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Alle volte quando si ricevono delle multe o vengono decurtati punti alla patente i cittadini iniziano a criticare fortemente l’operato della Polizia Municipale, dei Carabinieri, della Polizia Stradale e delle Forze dell’Ordine in genere adibiti al controllo delle strade ma nel caso della città di Alcamo i cittadini, spesso, han davvero poco da criticare chi commina le multe per infrazioni al codice della strada.

Si vede e si subisce di tutto ad Alcamo nelle strade. Non è tanto una questione di traffico congestionato nelle vie centrali o meno ma proprio l’uso dell’auto che se ne fa.

Parcheggi ovunque e in doppia e tripla fila, situazioni paradossali il sabato sera dove chiunque posteggia ovunque nel centro storico e poi la circolazione. Praticamente inesistente la precedenza a destra, corse da rally e da autodromi in viali falsamente considerati scorrevoli come Viale Europa dove auto, motori e motorini sfrecciano a velocità elevate con rischio enorme per chi attraversa la strada.

Spesso mancato rispetto delle strisce pedonali anche se bisogna dire che sule strisce pedonali non bisogna gettarsi a corpo morto come fanno alcuni pedoni ma attendere che qualche automobilista gentile ti faccia passare come è proprio diritto e dovere.

Resta poi la questione dei posteggi liberi dove spesso automobilisti prendono due quando non anche tre posteggi mettendo l’auto come a casa propria. Insomma un fai da te senza precedenti, anzi con un peggioramento che negli altri centri urbani si vede ma non con l’assiduità e costanza che si vedono ad Alcamo. Senza parlare dei continui incidenti agli incroci delle strade interne tra le vie Roma e Torquato Tasso e quelle verticali verso il Corso VI Aprile. Poi la questione del Corso Stretto dove la striscia pedonale è sistematicamente occupata da auto in posteggio. E mentre il parcheggio libero sotterraneo risulta praticamente sempre vuoto.

E l’ultima polemica riguarda l’attivazione contestata dei semafori. Per molti cittadini infatti la regolamentazione del traffico andava meglio quando i semafori non erano attivati, nel senso che il fai da te sarebbe meglio della regolamentazione del traffico con i semafori. Cosa particolarmente assurda ma che si inquadra appunto nella riprova che i più prepotenti o indisciplinati hanno la meglio. Situazione clou di tale sfacelo del traffico sono i due incroci cardine di Alcamo da sempre forieri di mancanza di rispetto dele norme stradali.

L’incrocio tra via Gammara e Corso Generale Medici dove  chi viene da Gammara avrebbe, diciamo avrebbe visto che non lo rispetta nessuno, l’obbligo di tirar dritto e invece bloccando il traffico rientra per via Navarra. E l’incrocio tra Santa Maria e Viale Europa dove definire la guida di quell’incrocio alla stregua delle autoscrontro delle giostre è già un eufemismo.

In tutto questo l’assoluta mancanza di Bus urbani e biciclette, da sempre promessi e ancora in fase di attuazione.

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