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martedì, Maggio 20, 2025
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Partanna: Castello Grifeo, è scontro Comune-Soprintendenza

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Protesta il sindaco di Partanna Nicola Catania per la richiesta della Soprintendenza dei Beni culturali di Trapani del pagamento di canoni inerenti la gestione delle concessioni degli spazi pubblici d’interesse culturale in riferimento al Castello Grifeo. Questa mattina il primo cittadino, in una nota, ha contestato la “richiesta di dazio” dell’ente statale evidenziando che oramai dal 2008 il Comune co-gestisce il bene in base ad una convenzione stipulata con la stessa Soprintendenza, che distribuisce i compiti e le responsabilità tra i due enti, convenzione che il Comune avrebbe sempre osservato. “Sono rimasto, alquanto, sorpreso – dice Catania – nel vedermi recapitare nello scorso mese di giugno scorso tutta una serie di note della Soprintendenza che riguardano norme e canoni considerando che l’amministrazione comunale, essendo un ente pubblico, conosce bene tali norme e canoni ed ha sempre adeguato scrupolosamente la propria attività al rispetto della normativa vigente”. Secondo il sindaco l’applicazione delle norme fa riferimento principalmente e soprattutto alle eventuali attività di divulgazione esterna e comunicazione riguardanti le collezioni archeologiche in ostensione all’interno dei locali del Castello e non agli spazi interni ed esterni. Inoltre, la convenzione, ponendo i due Enti su posizione paritaria, presuppone che il Comune di Partanna abbia la capacità di valutare l’applicazione delle norme in materia di concessione dei locali del Castello per manifestazioni, nonché di comprenderne la natura. “Il Comune di Partanna – scrive Catania – ha sempre saputo discernere tra manifestazioni di carattere squisitamente culturale che, non solo recano lustro ad entrambe le istituzioni, ma concorrono a promuovere l’immagine corretta della nostra realtà culturale al fine di accrescerne l’attrattività, e manifestazioni di carattere commerciale per le quali si è richiesta la doverosa autorizzazione assessoriale ed il pagamento del relativo canone concessorio”. Il sindaco ha inviato una nota alla Regione e alla Soprintendenza in cui si preannuncia l’intenzione di non volere più co-gestire la struttura

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C/mmare del Golfo: pioggia di fondi per le scuole

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Finanziati al Comune di Castellammare oltre cinquecentonovantamila euro per le scuole. Si tratta del “piano di edilizia scolastica”, annunciato e adesso avviato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, che riguarda interventi di decoro e messa in sicurezza delle scuole. A Castellammare il corposo finanziamento riguarda due interventi, rispettivamente di duecentoquarantamila e centonovantacinquemila euro per il progetto #scuolesicure, e dodici minori finanziamenti per #scuolebelle. L’assessore alla Pubblica Istruzione Salvo Bologna, sottolinea che «i finanziamenti consentiranno di mettere in sicurezza e ristrutturare altre due scuole cittadine, cioè il plesso Falcone-Borsellino ed il Don Bosco e gli altri finanziamenti consentiranno di ammodernare e rendere davvero più belle le nostre scuole. Siamo soddisfatti – aggiunge Bologna – perché si tratta anche di un importante incentivo per l’economia locale, strettamente legata all’edilizia. I finanziamenti ottenuti ci consentono di avere delle scuole più sicure e moderne. Per acquisire i relativi finanziamenti occorre aggiudicare gli appalti entro il 30 ottobre, esaurendo i primi interventi previsti dal Decreto legislativo del “Fare”. Ricordo – continua l’assessore – che la messa in sicurezza delle scuole è praticamente avviata per tutti gli edifici”. I fondi arriveranno per il plesso “Crispi”, circa trecentomila euro finanziati con il “Decreto del fare” e la scuola “Mignosi” e la scuola di Balata di Baida con un progetto finanziato con delibera Cipe e pari a circa centonovantaquattromila euro. Inoltre tre progetti finanziati saranno gestiti direttamente dagli istituti scolastici: le scuole Pascoli e Pirandello, per circa trecentoquarantacinquemila euro, e stessa cifra per il plesso Verga e la scuola Pitrè. Il progetto della scuola Pitrè è stato redatto in convenzione con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti-Provveditorato alle Opere Pubbliche Sicilia Calabria, settore tecnico provinciale di Trapani, che svolgerà le funzioni di stazione appaltante.

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Erice, ritrovata persona scomparsa

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Ritrovato dagli uomini dei carabinieri di Napola un uomo di 72 anni L.G.,  originario della piccola frazione del Comune di Erice, scomparso mercoledì mattina.  Da anni veniva accompagnato presso le sue proprietà per dedicarsi, nel tempo libero, alla coltivazione della terra.  Una consuetudine oramai consolidata e duratura nel tempo.

Mercoledì mattina, però, qualcosa va storto.

La coppia di coniugi che, oramai da quasi dieci anni, accudisce l’anziano, non lo ritrova più nel suo orto e al’ orario convenuto. La coppia inizia così a cercare l’uomo nelle vicine terre, ma, dopo i primi tentativi, decidono di rivolgersi  ai Carabinieri di Napola, denunciando la scomparsa.

Avviate immediatamente le ricerche, I Carabinieri organizzano un piano che coinvolge diverse unità dell’Arma ed altre organizzazioni del territorio trapanese.

Così alle prime luci dell’alba di Giovedì mattina, i Carabinieri della Compagnia di Trapani, predisposto un nutrito gruppo di militari dell’Arma con l’ausilio di volontari dell’associazione di Protezione Civile OIPA di Valderice e della Guardia Forestale di Erice, fanno convergere da Palermo un velivolo del Nucleo Carabinieri Elicotteri e due unità del Nucleo  Cinofili per la ricerca di persone, attuando una massiccia battuta di ricerca nelle campagne di Napola, Dattilo e Mokarta. La tempestività, la professionalità e l’impegno profuso dagli operatori intervenuti hanno permesso di rintracciare, dopo qualche ora, il malcapitato anziano, celato in mezzo alle sterpaglie della campagna.

Un ruolo fondamentale hanno avuto i militari del Nucleo Elicotteri di Palermo che, guidati a bordo da un Carabiniere della Compagnia di Trapani conoscitore d’area, per primi hanno individuato la sagoma dell’anziano.

Fortunatamente, anche se inizialmente privo di sensi l’anziano ha riaperto gli occhi ed in stato confusionale è stato trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Trapani. Per lui tanta paura, ma le condizioni fisiche generali non destavano, già al momento del ricovero, particolari preoccupazioni.

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Campobello: Caravà dovrà risarcire il Comune

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Seconda condanna per Cirto Caravà, ex Sindaco del Comune di Campobello di Mazara.

La corte di conti ha stabilito un risarcimento nei confronti del comune per oltre 112 mila euro per danno erariale. La prima condanna, per l’ex sindaco Belicino arriva nel 2013 per gli incarichi a consulenti ed esperti affidati negli anni 2006-2008. L’ultima condanna riguarda invece gli ultimi anni della sua amministrazione fino al 2011.

Ad essere contestate, dalla corte dei conti,  spese fatte da Caravà e dalla sua amministrazione per conto del Comune per compensi ad esperti ed assunzioni varie compresa quella del portavoce ed addetto stampa del Comune. Secondo la Corte dei Conti il danno erariale nasce dall’utilizzo degli esperti nominati per mansioni e attività rientranti invece nelle competenze di dipendenti già in organico nel Comune di Campobello.

Caravà, arrestato nel corso dell’operazione Campus Belli del 2012 e successivamente assolto dal tribunale di Marsala dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato inoltre condannato un mese fa a 8 mesi per il reato di peculato d’uso, per aver usato l’auto di servizio del comune durante la campagna elettorale.

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Trapani: omicidio Anastasi, ergastolo per gli imputati

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La Corte d’Assise di Trapani ha condannato all’ergastolo Salvatore Savalli e Giovanna Purpura, i due ex amanti accusati di avere ucciso la moglie di lui, Maria Anastasi, al nono mese di gravidanza e di averla bruciata nelle campagne trapanesi il 4 luglio 2012. La Corte, presieduta da Angelo Pellino, ha altresì disposto per entrambi l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la decadenza della potestà genitoriale. Savalli è anche stato condannato all’isolamento diurno per 18 mesi e a 8 anni di reclusione per i maltrattamenti familiari. La sentenza di primo grado è stata emessa dopo quasi 7 ore di camera di consiglio e al termine di un processo durato oltre due anni. Purpura era in aula, mentre Savalli ha scelto di non assistere alla lettura del dispositivo. Per la prima la richiesta della procura di condanna era stata di 27 anni mentre la Corte ha deciso per il massimo della pena; per l’uomo, invece, è arrivata la conferma di quanto era stato già richiesto per lui, cioè l’ergastolo. In lacrime i familiari e i tre figli della vittima, Annarita, Simona e Carlo, che si sono costituiti parte civile. La Corte ha condannato entrambi gli imputati al pagamento, come risarcimento danni, di 250 mila euro ciascuno alle figlie della vittima, di 350 mila euro al padre della donna, Paolo Anastasi, in qualità di tutore di Carlo, di 100 mila euro nei confronti della madre della vittima, Rita Angela Ricevuto, e di 50 mila euro ciascuno per le sorelle di Anastasi. “Ringrazio i signori giudici per quello che hanno deciso. A me non interessava delle due persone che si trovavano dietro alle sbarre, ma che venisse fatta giustizia per mia madre. Questa è stata fatta e io non potevo essere più contenta di così”. Con queste parole Simona Savalli, ha commentato la condanna inflitta dalla Corte d’Assise di Trapani: “Adesso la vita riprende – ha proseguito Simona – anche se c’è una mancanza…”. Infine la ragazza ha voluto ringraziare i nonni materni: “Si prendono cura dei miei fratelli e di me – ha sottolineato -. Sono degli ottimi sostituti dei genitori”. Per l’accusa si è trattato “senza dubbio di un delitto premeditato. A dimostrarlo, secondo il pubblico ministero, la “freddezza agghiacciante” con cui Savalli il giorno del delitto, prima di uscire di casa con la moglie e l’amante, si fa consegnare dal figlio i guanti e un bidoncino di benzina, “elementi che si procura e che servono a garantirsi l’impunità”. L’imputato ha cambiato più volte la sua versione sui fatti e ha negato le sue responsabilità, ma per l’accusa “le macchie di sangue riscontrate sui vestiti e sulle scarpe che indossava dimostrano che sia stato lui a colpire la moglie”. I due ormai ex amanti si sono sempre accusati a vicenda con ferocia. La prima a lanciare le accuse fu proprio l’amante, che disse agli investigatori di aver visto uccidere Maria. Poi fu lui a rilanciare sostenendo che a impugnare il piccone fosse stata la donna.

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“Guardiamo i migliori”, ultima fatica di padre Campo

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CALATAFIMI – C’è il Beato Arcangelo Placenza (nella foto), oppure importanti letterati come Francesco Vivona e Francesco Longo. Ma anche gente semplice, umile, praticamente sconosciuta al mondo se non ai pochi compaesani di Calatafimi: ad esempio Rosa e Nina Vivona, Vanni Doria, Lina Avila, solo per citare alcuni esempi. Semplici cittadini che hanno contributo alla vita sociale, magari con piccoli gesti: anche semplicemente recitando il rosario o portando avanti la parola di Dio. Di questi esempi ne riporta a decine padre Francesco Campo, sacerdote di Calatafimi, nella sua ultima fatica editoriale che prende il titolo di “Guardiamo i migliori-La grandezza nelle piccole cose che sanno di poesia”. Un titolo emblematico che non nasce casualmente: il prelato, infatti, ha voluto trascrivere la storia di tanta gente che ha fatto del bene e che deve essere d’esempio. Una risposta soprattutto al complessivo pessimismo della società di oggi in cui emergono praticamente come unici fatti eclatanti soltanto esempi negativi.

Il libro, 186 pagine, è stato realizzato soprattutto grazie alle conoscenze storiche di padre Campo, 80 anni appena compiuti, uomo nato da una famiglia umile e che quindi conosce bene le difficoltà di ogni giorno vissute in un piccolo paesino di provincia come quelli di Calatafimi. Moltissimi gli aneddoti e le vicende raccontate, quasi sconosciute ai libri di storia. Eppure ci sono moltissimi casi straordinari, come le gesta dell’arciprete Francesco Avila, ribattezzati dai calatafimesi il “Padre della Patria”. Titolo conferitogli per avere scritto una pagina di storia importante per il paese. E’ stato infatti in grado di far cancellae una legge che obbligava gli agricoltori di Calatafimi a pagare una tassa in natura, cioè con prodotti della terra, ai Conti di Modica, signori governatori dell’epoca. Un obolo ingiusto che fu pagato per ben due secoli:

Il libro, totalmente autofinanziato dal sacerdote e dalla sorella Giusi, viene distribuito gratuitamente: basterà rivolgersi direttamente a padre Campo. Chiunque spontaneamente potrà versare un’offerta il cui ricavato sarà interamente distribuito in beneficienza:

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Partinico: servizio idrico, Comune pronto a riprenderlo

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PARTINICO. Il Comune pronto a riprendersi la gestione del servizio idrico. Lo ha sottolineato l’assessore alle Manutenzioni Diego Campione a poche ore dall’ennesimo guasto che ha paralizzato gran parte della portata idrica della città, i 30 litri di acqua al secondo provenienti dal pozzo Ramo. La gestione dell’emergenza ha fatto venire fuori tutti i limiti attuali del servizio idrico dell’Aps, società in fase di liquidazione. Vi sono inoltre poche certezze sul futuro dal momento che ancora non è chiaro chi gestirà il servizio dopo Acque potabili. “La nostra amministrazione ha già espresso all’attuale commissario della Provincia regionale di Palermo, il commissario Domenico Tucci, – afferma Campione – di essere pronta a gestire direttamente il servizio idrico. In una lettera il sindaco Salvo Lo Biundo lo aveva ribadito, pur essendo consapevoli delle attuali difficoltà anche economiche del nostre ente”. La questione è venuta alla ribalta in questi giorni di passione per la città che per ben due volte ha dovuto subire l’interruzione dell’erogazione di ben 30 degli 80 litri al secondo nell’arco di pochissimi giorni per lo stesso identico guasto occorso alle pompe di sollevamento di pozzo Ramo. Secondo il gruppo consiliare Cambiamo Partinico il ritorno alla gestione diretta dell’acquedotto è la conseguenza più logica: “Il Comune – sottolineano i consiglieri Gianluca Ricupati e Valentina Speciale – ha proceduto alla costituzione di un’unità di crisi con dipendenti comunali che interviene nei casi di inadempienza dell’Ato idrico. Inoltre, anche per quanto attiene alle manutenzioni, più volte il Settore Manutenzioni ha sopperito alle assenze del gestore intervenendo sulle reti con fondi comunali e riservandosi di addebitare le spese all’Ato idrico, soldi che tra l’altro difficilmente si riusciranno a recuperare considerando il fallimento di Aps e la fase di transizione affidata temporaneamente alla Provincia di Palermo, anch’essa in fase di scioglimento”. In poche parole il Comune ha realmente gestito il servizio idrico ed è per questo che i consiglieri hanno presentato un’interrogazione sollecitando il Comune a chiedere la restituzione delle reti, come fatto da altre amministrazioni del palermitano: “Sarebbe opportuno – si legge nell’interrogazione – emulare i Comuni vicini”. In realtà i problemi idrici non si sono superati del tutto con la sistemazione del guasto al pozzo Ramo. Infatti da molto tempo, a causa della rete idrica obsoleta, non tutta la città è servita adeguatamente dalla distribuzione perché molte risorse si disperdono per strada. I maggiori problemi li riscontrano i quartieri ad esempio del centro storico, attorno a Villa Margherita, o ancora la parte alta della via Kennedy e quella di Corso dei Mille. A questo c’è da aggiungere l’incertezza del futuro gestionale del servizio, con l’Aps in fase di liquidazione e l’imminente subentro di un’altra ditta che dovrebbe gestire il servizio ma su cui gravitano mille dubbi.

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Alcamo: materna “Rodari”, rientra allarme chiusura

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Non ci sarà alcuna chiusura della scuola materna Rodari ad Alcamo. Rientra l’allarme che era scattato a seguito della scadenza del contratto di affitto nel giugno scorso e ancora non rinnovato dal Comune con i proprietari, l’“Ipab Mangione”. Una voce che è girata come un tam tam ed ha messo in apprensione i tanti genitori che portano i loro figli in questa scuola. A rassicurare tutti l’assessore ai Servizi sociali Stefano Papa il quale sta seguendo personalmente la vicenda in quanto gli uffici che dirige sono responsabili della gestione degli asili nido in città. Effettivamente il mancato rinnovo del contratto d’affitto era stato messo in preventivo dal Comune da tempo in quanto l’idea è quella di tagliare le spese degli affitti, come già fatto nei mesi scorsi per alcune strutture in locazione. L’ipotesi, almeno per il momento, è tramontata.

L’idea di tagliare questo affitto rimane sempre in piedi. Infatti si vuole puntare alla ristrutturazione dei locali di via Salvatore D’Acquisto, che originariamente ospitavano proprio la materna Rodari prima della chiusura ordinata nel 2011 a seguito di paventate criticità strutturali. Da allora, nonostante i tanti proclami fatti dall’amministrazione precedente guidata dall’allora sindaco Giacomo Scala, questa struttura è rimasta chiusa. Nel frattempo ha subito non solo l’azione devastante dell’abbandono ma anche tanti raid vandalici. Proprio ieri la terza commissione consiliare ha effettuato un sopralluogo constatando una situazione di degrado assoluto: bagni distrutti, impianti idrici ed elettrici inutilizzabili, infissi divelti e anche la struttura deve essere rimessa in sesto in quanto presenta collassamenti evidenti. In tal senso l’amministrazione comunale ha già inoltrato richiesta al ministero dell’Interno nell’ambito dei fondi messi a disposizione dei Comuni per il programma nazionale di servizi di cura dell’infanzia, di cui si aspetta ancora risposta all’eventuale via libera alla ristrutturazione. Sotto questo aspetto il governo cittadino vuole bruciare le tappe ed arrivare a rimettere al più presto in sesto i locali di via D’Acquisto.

 

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C/mmare del Golfo: incendi, consiglio dice sì a costituzione parte civile

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Il consiglio comunale di Castellammare del Golfo sollecita l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Coppola ad intentare la via giudiziaria ed a costituirsi parte civile dopo i disastri causati dagli incendi che hanno coinvolto gran parte dell’area boscata sulle montagne del paese. Il civico consesso ha approvato un atto di indirizzo in cui si impegna per l’appunto il governo cittadino ad avviare una vera e propria battaglia nei tribunali per far sentire forte la presenza delle istituzioni nei confronti dei colpevoli di questa catena di incendi che hanno raso al suolo interi polmoni verdi, specie sul versante di Monte Inici. Unanime lo sconcerto dei consiglieri i quali hanno spiegato che la loro presa di posizione nasce essenzialmente dall’indignazione di un’intera comunità colpita da questi incendi e privata di un enorme patrimonio naturale che si potrà ricostruire soltanto nei decenni. In questo modo il consiglio ha dato seguito allo sdegno espresso in maniera forte anche dal mondo degli ambientalisti e dell’associazionismo che martedì scorso, durante i lavori del consiglio comunale straordinario aperto convocato proprio per discutere sull’emergenza incendi, ha esternato molte ombre ed anche evidenti colpevoli rispetto a quanto successo, additando privati ma anche le istituzioni ai vari livelli accusati di non avere dato seguito alle norme riguardo la messa in sicurezza dei terreni. Nella missiva presentata è stato proprio chiesto al sindaco, Nicola Coppola, di verificare una serie di situazioni: in primis se i viali parafuoco fossero stati ripuliti, se erano state attivate da chi di competenza le guardianie dal momento che già due giorni prima dei roghi erano stati lanciati gli allarmi meteo dalla protezione civile, e ancora se si era provveduto alla pulizia dei terreni circostanti alla statale 187 e infine perché gli operai dell’antincendio, sebbene già avviati al lavoro, non erano stati assunti per tempo per fronteggiare l’emergenza scirocco. In buona sostanza secondo l’associazionismo, al di là della responsabilità dei piromani che al momento rimangono sconosciuti, ci sono anche delle responsabilità degli enti preposti alla pulizia e messa in sicurezza dei terreni che ha aiutato l’azione distruttiva del raid doloso. Fui il coordinamento “Salviamo il Monte Inici” a lanciare la proposta della costituzione di parte civile del Comune in un eventuale processo intentato contro i responsabili degli incendi dei giorni scorsi. Ora la palla passa all’amministrazione comunale che avrà l’ultima parola in merito alla vicenda. Sempre nella seduta di ieri sera il consiglio comunale di Castellammare ha votato anche la nomina di un unico revisore di conti, scelto nella figura di Paolo Desiderio. Il professionista ha incassato i 10 voti della sola maggioranza. L’assise infatti si è spaccata con le forze di opposizione a contestare fortemente tale delibera. La maggioranza sostiene che in base alle indicazioni degli uffici comunali è corretto eleggerne uno in quanto si fa riferimento all’ultimo dato ufficiale Istat dell’anno 2012 che per Castellammare conta una popolazione di 14.806 abitanti, secondo l’opposizione invece al 31 dicembre del 2013 i residenti effettivi erano oltre 15 mila e quindi se ne dovevano eleggere 3 di componenti. Intanto in merito il sindaco Nicola Coppola annuncia che seguirà le direttive del consiglio comunale e delle associazioni: “Stiamo presentando denuncia contro ignoti – afferma Coppola – dopo i gravissimi incendi che hanno devastato il nostro territorio. E’ un atto dovuto che avevamo già programmato e che adesso, continuando a collaborare con le associazioni di volontariato e di protezione civile del territorio, attuiamo assieme a loro ed al consiglio comunale, unitamente alle altre richieste pervenuteci, a tutela del nostro patrimonio naturale”.

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C/mare del Golfo: bersaglieri si esercitano allo Zingaro

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Si è conclusa nell’area della riserva naturale dello Zingaro un’esercitazione di intervento in caso di pubbliche calamità, condotta dai militari del 6° Reggimento Bersaglieri, della Brigata “Aosta”, finalizzata al mantenimento dei livelli addestrativi, in coordinamento con il personale del Corpo Forestale della riserva. In particolare, grazie alle esperienze maturate nelle missioni estere ed all’elevata connotazione “dual-use” (capacità di cooperare con le autorità civili a favore della cittadinanza e quella operativa espressa nei teatri operativi), sono stati impiegati 35 bersaglieri – tra ufficiali, sottufficiali e volontari – 6 veicoli tattici e materiale antincendio, con lo scopo di fornire una forza di intervento in caso di pubbliche calamità, come gli incendi che potrebbero dilagare nell’area durante la stagione estiva. Nel corso dell’attività addestrativa, è stata costituita un’area di emergenza all’ingresso della riserva ed effettuati collegamenti radio con la zona di Messina, sede del Comando Brigata.

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