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lunedì, Maggio 19, 2025
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Favignana, panettiere arrestato per spaccio

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Operazione antidroga a Favignana. I carabinieri lo seguivano da tempo, monitoravano i suoi comportamenti, ne studiavano le abitudini e le frequentazioni.
Dopo vari appostamenti e pedinamenti, i militari dell’Arma hanno atteso che Salvatore Messina, isolano di 35 anni, già in passato incappato in qualche guaio con la giustizia, sabato terminasse di svolgere il suo lavoro presso una panetteria dell’isola e, notando che portava uno zaino sulle spalle ed aveva un atteggiamento particolarmente guardingo, hanno deciso di far scattare il blitz: il giovane è stato bloccato e all’interno dello zaino sono stati rinvenuti ben 60 grammi di hashish e un bilancino di precisione.
I carabinieri hanno perquisito anche l’abitazione, all’interno della quale si sono ritrovati dinanzi ad un vero e proprio bazar della droga: altri 20 grammi di hashish, 20 grammi di marijuana, un altro bilancino e tutto l’occorrente per il confezionamento ed il successivo spaccio della sostanza: coltellini ancora intrisi di droga, bustine in cellophane, carta stagnola e nastro isolante, tutto nascosto in diverse parti dell’abitazione. Sequestrati anche 300 euro, ritenuti – anche per il piccolo taglio – provento dell’attività illecita.
Per il 35enne sono immediatamente scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Su disposizione del P.M. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, l’isolano è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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Trapani, dopo 150 anni riapre il San Rocco

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Domani il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli celebrerà, alle ore 19.00, la messa nel ricostituito oratorio di San Rocco nel centro storico trapanese. L’oratorio è stato ricavato all’ingresso del piano terra tra alcune colonne dell’antica chiesa che si trova ormai totalmente inglobata nel Palazzo di San Rocco, che, a partire dalla fine dell’Ottocento, aveva avuto funzione di Scuola, Ufficio Postale Provinciale, Istituto di Igiene e profilassi, uffici comunali e spazio espositivo per mostre temporanee.
D’ora in poi l’edificio del San Rocco, oltre ad ospitare l’oratorio per il culto e la preghiera, sarà destinato a diventare “Galleria” e “Museo d’Arte Contemporanea”, nonché “Centro per la Ricerca, le Arti e il Dialogo Culturale” della Diocesi di Trapani, una nuova realtà voluta dal vescovo per il quale ha designato l’attuale vicario generale don Liborio Palmeri che della Chiesa è rettore già da alcuni anni.
“Nel 1574, anno funestato dalla peste, era stato costruito un piccolo oratorio nei pressi dell’ospedale Sant’Antonio (oggi Palazzo Lucatelli) dedicato a san Rocco – spiega don Palmeri – . Nel 1589 alcuni frati scalzi, nati al seguito di Giacomo da Gubbio, provenienti da Martogna e sottoposti, per ordine pontificio, alla regola del Terzo Ordine Francescano, dopo aver occupato alcune case intorno ad esso, prendono la cura dell’oratorio, che cominciano a trasformare in una vera e propria chiesa, mentre costruiscono contemporaneamente il loro convento, probabilmente per svolgere più agilmente il loro servizio di cura spirituale degli ammalati. Nel Settecento, come fu di quel secolo, anche la chiesa di San Rocco viene ricostruita con l’imponenza di 12 nuove colonne secondo il progetto dell’architetto don Paolo Rizzo. Nel 1866 lo Stato incamera il bene e lo cede in uso all’Amministrazione Provinciale, che, nel 1878, lo trasforma in Ufficio Provinciale delle Poste. Con il bombardamento della seconda guerra mondiale viene distrutto il convento e decapitata la chiesa, che perde l’abside e il transetto (oggi via Carlo Guida). Forse a questo punto la chiesa – aggiunge – viene tagliata da un solaio per la creazione di un primo piano e arricchita di un secondo piano. Ma ormai le vestigia esterne della chiesa sono perdute, si vede invece un palazzo, dove la Provincia insedia l’Ufficio di igiene e profilassi, nonché varie scuole, il “Calvino” e qualche classe del Liceo Classico, uffici comunali e l’uso per attività culturali ed artistiche nell’androne. Infine, poiché viene riconosciuta la personalità giuridica della chiesa il 19 marzo del 1959, essa viene restituita all’Autorità Ecclesiastica. Ed eccoci, ora San Rocco ritorna ad essere chiesa – conclude il vicario generale – con le sontuose colonne del Settecento incastrate nelle mura del palazzo e con le dimensioni del primitivo oratorio; ma, nel tempo ha mantenuto tre caratteristiche: curare (con i francescani, con l’ufficio di igiene e profilassi)), istruire le menti (con le scuole), stupire (con l’arte). CURARE, ISTRUIRE, STUPIRE L’ANIMA, ECCO LA MISSIONE DEL SAN ROCCO!”

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Trappeto, 1 kg di marijuana in casa

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I carabinieri della Stazione di Trappeto hanno arrestato con l’accusa di detenzione illecita a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, B. m., 38enne di Trappeto. I militari dell’Arma avevano notato dei movimenti sospetti davanti all’abitazione utilizzata dall’uomo, in località Gianbruno. Scattata la perquisizione domiciliare sono state ritrovate sette buste in plastica contenenti complessivamente poco meno di un chilo (980 grammi) di marijuana, un bilancino elettronico di precisione e materiale vario utilizzato per il confezionamento delle dosi, tutto finito sotto sequestro. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida presso il Tribunale di Palermo.

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Alcamo, al via restauro delle tele di Simeti

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Inizia oggi il restauro delle pregiate opere d’arte, le due tele del Maestro Turi Simeti, l’Ovale Bianco ed il Grande Ovale Nero, che si trovano presso l’aula consiliare del Comune di Alcamo.
Il restauro sarà operato gratuitamente, proprio dallo stesso Turi Simeti che attualmente si trova in vacanza ad Alcamo.

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Emergenza idrica, nel palermitano, Palmeri (M5S): “Senso d’impotenza”

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Ancora piena emergenza idrica nella provincia di Palermo. “Da giovedì numerosi comuni rischiano l’interruzione del servizio eppure il governo regionale continua ad essere latitante – è la denuncia del Movimento 5 stelle”. All’indomani del no di Onda Energia Spa, si è tenuto ieri, presso Palazzo Comitini a Palermo, l’incontro tra i sindaci del palermitano, il Commissario dell’ex provincia, sindacati e operai della fallita Aps. “Il dato che emerge prepotentemente, – afferma la deputata del Movimento pentastellato Valentina Palmeri –è l’assenza del governo e dell’amministrazione di Palermo, il primo interpellato per un confronto urgente”.
La deputata M5s Palmeri, unico rappresentante politico dell’Ars presente all’incontro ha dichiarato: “Lunga e dibattuta mattinata, al tavolo erano quasi tutti concordi nell’impossibilità tecnica di gestire in maniera diretta il servizio idrico integrato da parte dei singoli comuni, nello spingere il presidente Crocetta ad assumersi le sue responsabilità politiche e legali affinché non si interrompa il servizio, si scongiurino interruzioni della depurazione delle acque e affinché si rispetti la legge non frammentando la gestione dei 52 comuni. Purtroppo però alla fine si è deciso solo di far redigere ai sindacati una lettera indirizzata a Onda Energia spa allo scopo di ricontrattare al ribasso il costo del lavoro degli operai di APS, allo scopo di far ritornare il privato sui suoi passi. Non può che prevalere un forte senso d’impotenza dinanzi a problemi che non si vogliono risolvere veramente”.

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Alcamo: morte bimbo, stato di fermo per la madre

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Messa sotto torchio per ore: non ha confessato ma è caduta in tante, troppe contraddizioni. In più ci sono molti tasselli del puzzle investigativo che non combaciano. All’una di notte la decisione del commissariato di polizia: è arrivato il fermo di polizia giudiziaria per la donna messicana di 33 anni, madre del piccolo Lorenz (nella foto) trovato morto all’alba di ieri nel lettino di casa, in via Amendola, nel cuore del centro storico di Alcamo. L’accusa formulata per lei, secondo quanto trapela dalla Procura trapanese, è di omicidio. Gli inquirenti al momento non si sbilanciano ma sono convinti di avere trovato moltissimi indizi che inchioderebbero la donna. Il provvedimento di fermo, secondo quanto sostenuto dalla polizia, è stato adottato in quanto si ritiene fondato da parte dell’indagata il pericolo di fuga. A questo punto potrebbe essere determinante l’autopsia che sarà effettuata domani pomeriggio sul corpicino del piccolo all’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo. I sintomi appaiono essere quelli inizialmente stabiliti dal medico legale che ha constatato il decesso del bambino: overdose di farmaci. Il cuore del bimbo non ha retto ad una gran quantità di medicine assunte in dose massiccia. Resta adesso da capire come la piccola vittima abbia assunto questi farmaci. Inizialmente era trapelata l’ipotesi che il bimbo avesse potuto approfittare di una distrazione della madre avendo ingerito autonomamente le pillole utilizzate dalla madre, degli antidepressivi. Con il passare delle ore, a seguito anche della ricostruzione delle ultime ore di vita del bambino fatta dalla polizia scientifica che ha letteralmente rivoltato come un calzino l’abitazione, si è invece prospettata tutt’altra ipotesi. Dentro casa sarebbe stata trovata una lettera in cui, in termini molto confusi, la messicana dava disposizioni annunciando la morte propria e del figlio e chiedeva che non venisse eseguita l’autopsia sui loro corpi. Di fronte all’incalzare delle domande degli investigatori la giovane sudamericana è caduta più volte in contraddizione, raccontando sempre versioni diverse. Nonostante tutto non ha mai ammesso di avere ucciso il figlio. Le prossime 24 ore saranno comunque decisive e il fermo potrebbero tramutarsi in vero e proprio arresto. Al momento la pista più accreditata dalla polizia è quella che sarebbe stata la donna ad avere somministrato al piccolo gli psicofarmaci che le stessa prende per curare una forma di depressione. Ieri la giovane messicana aveva raccontato di aver trovato il bimbo morto nel suo lettino. Gli inquirenti hanno trovato diverse scatole di ansiolitici in casa: questo il farmaco usato dalla donna che non ha mai superato lo shock della separazione dal marito, un alcamese emigrato in Germania con cui avrebbe avuto ancora dei forti contrasti. E non è infatti escluso che alla base del gesto della donna ci sarebbero proprio questi dissapori: chissà, un gesto magari dettato da un attimo di follia e legato al fatto di volere fare una grave ritorsione al marito. Al momento questa, come diverse altre ipotesi, sono al vaglio della procura e non hanno una certezza di riscontro.

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Cinisi: santuario, sistemata l’area esterna

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Sono stati ufficialmente inaugurati, alla presenza del sindaco di Cinisi Gianni Palazzolo, del consiglio d’amministrazione e del presidente del Gal “Golfo di Castellammare”, Pietro Puccio, dei funzionari della Regione Sicilia Santi D’Alessandro e Giuseppe Gambino i lavori di sistemazione dell’area circostante il secolare Santuario della Madonna del Furi. In una atmosfera di festa l’Arcivescovo di Monreale, Monsignor Michele Pinnisi, ha benedetto davanti a una grande folla di fedeli, i lavori finanziati dal Gal. “Sioamo in presenza – ha precisato Puccio – della prima felice conclusione di lavori realizzati attraverso 17 Gal della Sicilia”. All’evento erano presenti il presidente del Comitato del Furi, Enzo Palazzolo, e una significativa rappresentanza della Capitaneria di Porto di Cinisi-Terrasini guidata dal comandante Tenente di Vascello Alberto Boellis. I lavori hanno avuto l’idea mirata di recuperare un pezzo di storia del territorio cinisense e non solo perché il santuario della Madonna del Furi rappresenta un riferimento per la devozione siciliana. Questo luogo di culto fu costruito in seguito ad un presunto miracolo avvenuto nell’anno domini 1.718. Ma delle sue tracce si ha testimonianza già dal 1616 con i pastori del luogo che si riunivano in preghiera nei pressi di un antico edificio, dove era dipinta nel muro un’immagine della Madonna del Rosario. All’interno del santuario vi è l’immagine simbolo, in olio su ardesia, che raffigura la Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Rosa. Secondo la tradizione e secondo un antico manoscritto, l’immagine è stata realizzata da un anonimo monaco benedettino. La cittadina infatti, è stata fondata dai padri benedettini intorno all’anno 1.100 e i monaci hanno retto la chiesa fino alla fine del 1.860, quando la cura delle anime è passata al clero secolare. Le opere finanziate sono state molteplici nei 7 comuni in cui opera il Gal: si va dai mercati del contadino al recupero della Cuba delle rose di Alcamo, per arrivare ai restauri dei ponti della Madonna del Ponte di Partinico e alla ricostruzione della chiesa di San Cataldo a cavallo tra i territori di Trappeto e Terrasini, solo per citare alcune delle opere pubbliche più imponenti. Molti di questi lavori sono in fase avanzata, alcuni in via di conclusione.

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C/mmare del Golfo: emergenza idrica, acqua dai privati

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CASTELLAMMARE DEL GOLFO – presenze in paese quasi triplicate e risorse idriche insufficienti. E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dal sindaco Nicola Coppola, preoccupato dalle prime avvisaglie di quella che potrebbe presto diventare un’emergenza idrica. Il primo cittadino ha così deciso di emanare un’ordinanza con carattere d’urgenza per attivare la cooptazione di acqua proveniente da un pozzo privato. Si dà mandato al responsabile del Terzo Settore del Comune di attivare tutte le procedure di somma urgenza per l’attivazione del collegamento che porti acqua da un pozzo ubicato all’estrema periferia della città, in contrada Gagliardetta, all’acquedotto comunale. Ancora non è chiara l’effettiva portata idrica che potrà essere testata solo al momento dell’immissione in rete. Nel contempo è stato anche commissionato un esame chimico di potabilità. Il Comune ha già stipulato l’accordo con il proprietario del pozzo a cui verrà corrisposto un canone a costi abbastanza contenuti. Un’esigenza che il sindaco aveva avvertito sin dal suo insediamento: “Castellammare ha una dotazione idrica fissa di 60 litri di acqua al secondo – ha precisato Coppola – che se in inverno è bastevole non lo è certamente in estate con le presenze che si triplicano specie a luglio ed agosto”. Da qui la decisione di emettere l’ordinanza per l’utilizzo in convenzione con un privato di un pozzo: il Comune, secondo i suoi calcoli tecnici, da questo pozzo individuato in contrada Gagliadetta potrà prelevare all’incirca 4 litri di acqua al secondo. L’idea del sindaco è quella di avviare una sorta di censimento di tutti i pozzi per potere fruire di un supplemento idrico nel periodo estivo che sia adeguato. Gli uffici comunali preposti hanno avviato un esame chimico di potabilità dell’acqua del pozzo. La questione della carenza d’acqua è stata sottolineata proprio questa estate anche da diversi consiglieri comunali. Il problema vero, secondo il sindaco, è legato alla società a partecipazione pubblica della Regione che gestisce gli impianti idrici del paese. Secondo quanto il sindaco scrive nell’ordinanza il provvedimento di attivare convenzioni con i privati nasce proprio con l’intento di sostituire l’Eas “tutte le volte che si fossero presentate delle criticità non risolvibili dallo stesso ente, compresa la fornitura del cloro”. Sempre nel provvedimento il sindaco invita nel contempo la cittadinanza a fare un uso corretto dell’acqua potabile utilizzando tale risorsa esclusivamente per usi igienico-sanitari.

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Alcamo: Tarsu, controversia all’assessorato all’Economia

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Passa nelle mani dell’amministrazione comunale la controversia sulla Tarsu degli anni passati che si è innescata ad Alcamo. Ad avocare a sé tutti i fascicoli inerenti la serie di sentenze in cui l’ente municipale ha incassato sconfitte alla Commissione provinciale tributaria di Trapani l’assessore all’Economia Nino Manno. Una decisione che scaturisce essenzialmente da quanto enunciato dalla Cpt: “Vi sono state recenti e numerose soccombenze del comune di Alcamo – spiega Manno – presso la Commissione Tributaria Provinciale di Trapani in materia di Tarsu”. Si contano ben 5 sentenze tutte vinte da privati e imprenditori che hanno presentato ricorso. In base a proprio a questi esiti sfavorevoli l’assessore ha deciso che vuole vederci chiaro: “Ho richiesto all’Avvocatura comunale – precisa l’amministratore – la consegna di copia dei relativi fascicoli per opportuni approfondimenti”. E’ stata infatti l’Avvocatura comunale che ha portato avanti l’iter procedurale in seguito ai ricorsi di cittadini imprenditori che si sono opposti al pagamento della Tarsu degli anni passati, su input della giunta municipale. Il Cpt ha dato torto in tutti i casi al Comune sempre per le stesse motivazioni: anzitutto perché vi sarebbe stata da parte del municipio la mancata iscrizione in bilancio come autorizzazione di spesa dell’ammontare delle esenzioni per i locali comunali. In pratica la commissione ha sostenuto che nel calcolo delle tariffe si sarebbero dovuti inserire anche le bollette a carico del Comune che invece non si è autotassata, facendo venire meno quindi il presupposto di equità contributiva. In poche parole, per il Cpt e secondo quanto contestato dai ricorrenti, la tassa sui rifiuti è stata ripartita tra tutti i contribuenti in modo errato, cioè senza conteggiare anche la quota spettante al Comune che avrebbe fatto abbassare la media del tributo per ogni singola utenza. La giunta municipale guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre ha già fatto appello deliberando di resistere in giudizio. Tra le altre contestazioni anche quella della tassazione delle aree scoperte adibite ad attività commerciali, non dovuta secondo la commissione provinciale. Soltanto nell’ultima settimana la giunta ha perso ben 5 ricorsi, tre presentati da semplici cittadini ed altri due da aziende per la vendita di automobili e riguardano la tassa sui rifiuti dagli anni 2005 al 2008. L’amministrazione ha fatto presente che, a suo giudizio, l’enunciazione della commissione tributaria provinciale appare estremamente severa e ingiusta e proprio per questo ha presentato appello. Il problema di fondo è che esiste il rischio di possibili ricorsi simili a catena che provocherebbero, se accolti tutti dal Cpt, un grave danno erariale al Comune alcamese.

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Alcamo: bimbo di 5 anni trovato morto sul suo lettino

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Un bimbo di cinque anni di Alcamo è stato trovato morto nel suo lettino stamane dalla madre, una giovane donna sudamericana, di nazionalità messicana. La donna alle 7,30 dopo essersi accorta che il bambino non rispondeva sotto choc ha avuto la forza di avvisare i vicini di casa che subito hanno allertato il 118 e la polizia. Per il bimbo però purtroppo non c’era più nulla da fare, il suo cuoricino si era fermato probabilmente nella notte.  Il bimbo potrebbe avere ingerito dei farmaci, forse degli antidepressivi, che utilizzava la mamma, ma al momento su tutta la vicenda vige il massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine. Una tragedia che coinvolge persone perbene. La mamma che vive separata dal marito, un alcamese ora emigrato in Germania, viene descritta da tutti come una donna dolce, sempre premurosa e gentile. Una mamma che viveva per questo bambino. La famigliola veniva supportata anche dall’aiuto dei vicini. Mamma e bimbo abitavano nel centro storico di Alcamo. Ora dovrà essere l’autopsia a confermare o meno se si tratta di morte per assunzione di farmaci. Le indagini invece serviranno a far comprendere se si è trattato di un incidente: il piccolo, eludendo la sorveglianza della madre, potrebbe avere afferrato i medicinali ingerendoli per gioco, ma non è esclusa alcuna ipotesi. Ad occuparsi della vicenda, che stamane ha gettato nello sconforto la città, saranno gli investigatori del commissariato di Alcamo coordinati dalla Procura di Trapani.

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