Alcamo: morte bimbo, stato di fermo per la madre

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Messa sotto torchio per ore: non ha confessato ma è caduta in tante, troppe contraddizioni. In più ci sono molti tasselli del puzzle investigativo che non combaciano. All’una di notte la decisione del commissariato di polizia: è arrivato il fermo di polizia giudiziaria per la donna messicana di 33 anni, madre del piccolo Lorenz (nella foto) trovato morto all’alba di ieri nel lettino di casa, in via Amendola, nel cuore del centro storico di Alcamo. L’accusa formulata per lei, secondo quanto trapela dalla Procura trapanese, è di omicidio. Gli inquirenti al momento non si sbilanciano ma sono convinti di avere trovato moltissimi indizi che inchioderebbero la donna. Il provvedimento di fermo, secondo quanto sostenuto dalla polizia, è stato adottato in quanto si ritiene fondato da parte dell’indagata il pericolo di fuga. A questo punto potrebbe essere determinante l’autopsia che sarà effettuata domani pomeriggio sul corpicino del piccolo all’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo. I sintomi appaiono essere quelli inizialmente stabiliti dal medico legale che ha constatato il decesso del bambino: overdose di farmaci. Il cuore del bimbo non ha retto ad una gran quantità di medicine assunte in dose massiccia. Resta adesso da capire come la piccola vittima abbia assunto questi farmaci. Inizialmente era trapelata l’ipotesi che il bimbo avesse potuto approfittare di una distrazione della madre avendo ingerito autonomamente le pillole utilizzate dalla madre, degli antidepressivi. Con il passare delle ore, a seguito anche della ricostruzione delle ultime ore di vita del bambino fatta dalla polizia scientifica che ha letteralmente rivoltato come un calzino l’abitazione, si è invece prospettata tutt’altra ipotesi. Dentro casa sarebbe stata trovata una lettera in cui, in termini molto confusi, la messicana dava disposizioni annunciando la morte propria e del figlio e chiedeva che non venisse eseguita l’autopsia sui loro corpi. Di fronte all’incalzare delle domande degli investigatori la giovane sudamericana è caduta più volte in contraddizione, raccontando sempre versioni diverse. Nonostante tutto non ha mai ammesso di avere ucciso il figlio. Le prossime 24 ore saranno comunque decisive e il fermo potrebbero tramutarsi in vero e proprio arresto. Al momento la pista più accreditata dalla polizia è quella che sarebbe stata la donna ad avere somministrato al piccolo gli psicofarmaci che le stessa prende per curare una forma di depressione. Ieri la giovane messicana aveva raccontato di aver trovato il bimbo morto nel suo lettino. Gli inquirenti hanno trovato diverse scatole di ansiolitici in casa: questo il farmaco usato dalla donna che non ha mai superato lo shock della separazione dal marito, un alcamese emigrato in Germania con cui avrebbe avuto ancora dei forti contrasti. E non è infatti escluso che alla base del gesto della donna ci sarebbero proprio questi dissapori: chissà, un gesto magari dettato da un attimo di follia e legato al fatto di volere fare una grave ritorsione al marito. Al momento questa, come diverse altre ipotesi, sono al vaglio della procura e non hanno una certezza di riscontro.

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