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lunedì, Maggio 19, 2025
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Palermo: visite in nero in ospedale, arrestato un professionista

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Arrestati in flagranza di reato un dirigente medico in servizio presso l’azienda ospedaliera Villa Sofia di Palermo e la sua assistente, caposala presso il reparto di Pneumologia. Il professionista effettuava le visite durante l’orario di lavoro in ospedale, ma si faceva pagare “in nero”.  L’accusa è quella di essersi appropriati di somme di denaro spettanti all’ospedale Il medico infatti era regolarmente autorizzato ad esercitare la professione all’interno della struttura ospedaliera con le attrezzature dalla stessa. Le indagini, durate circa 2 mesi e dirette dalla Procura di Palermo, hanno rivelato l’esistenza di un canale diverso a quello ospedaliero, il cui cardine era rappresentato dall’assistente dello specialista che fungeva da vero e proprio “centro di prenotazione”: era infatti lei ad occuparsi di ricevere le telefonate dei pazienti, di combinare gli appuntamenti, di riscuotere il denaro  e, in alcuni casi, di provvedere direttamente a contattare vecchi pazienti sollecitando visite di “controllo”.

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Alcamo: Nuove impressioni 2014 sesta edizione

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Al via la nuova edizione di “nuove impressioni”, che propone quest’anno una rassegna musicale d’eccezione ospitando, tra gli altri, anche il live, tappa unica in Sicilia, de Lo Stato Sociale. L’intenzione è quella di creare un contenitore poliedrico capace di ospitare diverse esperienze artistiche contemporanee attraverso più forme espressive – musica, arte, fotografia, teatro, cinema, libri – connotate dal ’elemento della novità, intesa come  originalità.

Alla base del progetto anche il chiaro intento di qualificare la zona di Alcamo come snodo culturale in grado di stimolare l’ incoming turistico di una delle più suggestive province siciliane.

Nuove Impressioni” nasce sei anni fa dalla passione e dall’intraprendenza di alcuni giovani professionisti, tutti originari di Alcamo, che hanno dato vita ad una rassegna che, anno dopo anno e non senza grande dedizione e notevoli sforzi, ha acquisito un progressivo interessamento a livello nazionale da parte dei mezzi di comunicazione e un sorprendente successo di pubblico e critica.

Il presidente dell’associazione Koiné,  Domenico Surdi, spiega: “Il nostro è un festival che ci piace definire artigianale, fatto con le mani e tanta passione. Crediamo molto nell’idea che un evento del genere possa essere non solo un contenitore di idee e progetti originali, ma soprattutto occasione di collaborazioni dal fortissimo valore sociale e quindi politico”. Riccardo Stellino, direttore artistico dell’iniziativa, a proposito della proposta musicale racconta: “Quest’anno abbiamo lavorato ad una programmazione musicale che spazia tra vari generi: dal pop d’autore al rock, dall’afro-reggae all’elettronica. Il nostro intento è stato ancora una volta cercare di promuovere ciò che di più interessante c’è nella scena alternativa italiana e non solo”.

Da segnalare anche il Photo-Contest “Impressioni in strada”, che quest’anno ha come tema la strada come luogo fisico o mentale.

Programma completo di “Nuove Impressioni”:

Martedì 11 agosto, dopo l’inaugurazione del Festival e della mostra di arti visive “Qui si mangia gratis” accompagnata dalla performance di butoh di Piero Ramella, presso la sede dell’associazione Koinè (via Vito Manno 15, dove sono previste una serie di attività permanenti) seguirà alle ore 20.30 la proiezione del docu-film “Searching for sugar man” di Malik Bendjelloul. Successivamente, dalle 21.30, si esibiranno I Quartieri, con il loro “Zeno”, una delle  sorprese indipendenti italiane dell’anno appena terminato, la rossa Maria Antonietta, che dopo il tour dell’ultimo omonimo disco prodotto da Brunori, presenta il nuovo “Sassi” e  Ninos du Brasil, il progetto musicale di Nico Vascellari, uno degli artisti più chiacchierati e controversi della sua generazione; rare e preziose le loro apparizioni live, tra batucada e noisesamba ed elettronica.

Mercoledì 12 agosto, alle ore 21, spazio al teatro con“Le monde des vivants” di Serra Bernhardt, alla sede dell’associazione.

La scena musicale si apre con  il sound delicato dei VeiveCura, il progetto del siciliano Davide Iacono, con il nuovo album “Good morning utopia”, Sandro Joyeux, musicista giramondo di padre italiano e madre francese,  che mescola i ritmi del deserto e le strade polverose del West Africa, le banlieue parigine e il reggae dei ghetti giamaicani e LorenzoGodblesscomputers Nada, dj e producer, collezionista di suoni concreti, che esce ad aprile 2014 con il nuovo album “Veleno”.

Giovedì 13 agosto, alle ore 19, è prevista la premiazione del contest fotografico “Impressioni in strada”, a seguire la presentazione del libro “Morti favolose di animali comuni” di Renato Polizzi, a cura del giornalista Giuseppe Pipitone e ancora la proiezione di “31 gradi Kelvin” di Giovanni Calvaruso.

La serata musicale si apre con il set ipnotico dei Rubbish Factory, il duo romano esplosivo e imprevedibile che si avventura in un’apocalittica atmosfera industriale, lambendo territori prossimi a generi quali bluesstoner garage rock, senza mai celebrarne alcuno in particolare e Lo Stato Sociale, gruppo musicale elettro-pop bolognese; “L’Italia peggiore” segna il ritorno della band a poco più di due anni dal fortunato “Turisti della democrazia”, tra i più discussi album usciti in ambito indie rock in Italia (Targa Giovani Mei, Premio SIAE “Miglior Giovane Talento dell’Anno”) e dopo un tour di 200 concerti si impone, anticipato dal singolo “C’eravamo tanto sbagliati”, capace di raggiungere il primo posto nella classifica italiana.

 

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Partinico: mafia, sequestro da 360 mln a Parra

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La Dia di Palermo ha sequestrato il patrimonio riconducibile all’imprenditore Stefano Parra, 47 anni di Partinico, ritenuto collettore degli interessi mafiosi nel territorio, sia nella gestione delle cave, connessa alla commercializzazione delle materie prime riferite all’attività estrattiva, sia nell’aggiudicazione di appalti pubblici. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Parra, già sotto sorveglianza speciale, è stato arrestato nel maggio del 2000, su provvedimento del Gip del Tribunale di Palermo, per associazione mafiosa. Secondo gli investigatori Parra aveva consegnato circa 5 chili di esplosivo ed alcuni metri di miccia a lenta combustione ad emissari di “Cosa nostra”, presso la cava ubicata a Montelepre di proprietà di Leonardo D’Arrigo, 84 anni, ritenuto un esponente di rilievo della mafia di Partinico e suocero dello stesso Parra. L’esplosivo era stato utilizzato per fare brillare una caverna, nella quale erano stati occultati i cadaveri di alcuni uccisi della “famiglia” mafiosa di Partinico. Nel provvedimento restrittivo Stefano Parra veniva indicato come il personaggio che, nella sua qualità di socio o titolare di aziende operanti nel settore edile, era in grado di pilotare l’aggiudicazione di appalti pubblici nei Comuni di Montelepre, Borgetto e Partinico, attraverso il collaudato sistema della preventiva consegna ai titolari delle aziende stesse delle buste contenenti le offerte presentate dalle altre imprese che partecipavano alle varie gare d’appalto, violando quindi l’esito finale. Infatti, a Parra venivano contestati numerosi episodi di turbativa d’asta, relativi all’aggiudicazione di appalti pubblici in quei comuni. Proprio attraverso le perizie effettuate sulle buste contenenti le domande di partecipazione alle gare d’appalto, le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i riconoscimenti fotografici, i rapporti di conoscenza e frequentazione con gli uomini del clan, sono emersi secondo l’accusa gli elementi di colpevolezza nei confronti di Parra che appariva in un ruolo di primo piano nella gestione illecita degli appalti pubblici a Partinico, un anello di congiunzione tra il suocero, Leonardo D’Arrigo, e l’ambiente esterno. Gli accertamenti svolti dagli uomini della Dia hanno consentito di evidenziare complessi ed articolati intrecci societari. Il patrimonio sottoposto a sequestro è stato valutato in oltre 360 milioni di euro e comprende tre cave, otto società di capitale con relativi compendi aziendali, due imprese individuali, ventisei terreni, numerosi magazzini, varie abitazioni, tra cui quattro in ville, quattro impianti fotovoltaici, dodici rapporti bancari e finanziari.

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Alcamo: morte bimbo, oggi decide il Gip

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ALCAMO – Entro oggi la donna messicana accusata dell’omicidio del figlio di 5 anni, trovato morto lunedì mattina nella sua abitazione nel centro storico di Alcamo, saprà la sua sorte. Il Giudice per le indagini preliminari dovrà infatti pronunciarsi riguardo al fermo eseguito la notte tra lunedì e martedì scorso dal commissariato di polizia alcamese su input della Procura di Trapani che appena due giorni fa ha chiesto proprio la convalida del provvedimento. Oramai il quadro è delineato e le indagini non potranno prendere altra direzione rispetto a quella attuale in cui si parla di forti indizi di colpevolezza della mamma della piccola vittima. Soltanto la prossima settimana, con i primi risultati istologici e tossicologici in seguito all’esame autoptico effettuato sul corpo di Lorenz, si potrà sapere qualcosa di più. L’indagata, che si trova in isolamento al carcere di San Giuliano di Trapani, anche davanti al gip ha continuato a negare ogni accusa. Ha sostenuto di non avere costretto lei il figlio ad ingerire il farmaco da lei stessa usato per curare una forma di depressione che gli è stata riscontrata sin da quando ha rotto il rapporto con l’oramai ex marito, un alcamese emigrato in Germania. In pratica ha continuato a confermare che il figlioletto avrebbe ingerito quanto contenuto in un flacone in un momento di sua distrazione. La Procura, però, ha raccolto elementi che la inchioderebbero o che comunque fanno emergere discrepanze tra il racconto della donna e quanto riscontrato dai rilievi effettuati dalla scientifica. Intanto ieri pomeriggio in tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Lorenz nella chiesa di Sant’Anna ad Alcamo, dove si svolti i funerali. Sguardi affranti, ancora increduli; c’è chi tocca la bara quasi a volere benedire quel corpicino. Poi all’uscita del feretro un lungo applauso commosso. La disperazione è palpabile: c’è chi abbraccia la bara come se non volesse arrendersi alla tragica realtà; il nonno del piccolo, evidentemente rivolgendosi alla nuora, grida tutta la sua rabbia:

L’auto con la bara si allontana lentamente per dirigersi verso il cimitero, in tanti assiepati davanti al piazzale della chiesa rimangono fermi in un silenzio quasi irreale. Sgomento anche l’arciprete della città, che ha officiato la cerimonia, il quale ha sottolineato durante l’omelia che questa tragedia colpisce tutti, e non solo le famiglie direttamente coinvolti. L’alto prelato ha confermato quanto trapelato nei giorni scorsi, e cioè che la donna era in gravi difficoltà economiche e sui rivolgeva alla San Vincenzo per avere un sostegno economico. La sua voglia era propria quella di volere partire con il figlio e ritornare in Messico:

Neanche di fronte al tam tam mediatico la gente che conosceva la donna riesce a darsi pace. Tutti giurano sull’assoluta bontà dell’indagata e sul suo grande attaccamento al figlio. Oltretutto da due anni i servizi sociali del Comune seguivano la donna proprio per le sue gravi condizioni economiche:

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Partinico: agricoltura, possibile interruzione idrica

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PARTINICO. Le campagne del partinicese rischiano di rimanere a secco. Domani a Partinico è stata convocata un’assemblea dei lavoratori del Consorzio di Bonifica Palermo 2, ente che gestisce l’erogazione idrica nella provincia palermitana per uso irriguo, dalla Cgil. I lavoratori ed il sindacato sono sul piede di guerra per le difficoltà di gestione del Consorzio, controllato dalla Regione. A parte le carenze strutturali si registra anche un ritardo dei pagamenti degli stipendi: i lavoratori da quasi 5 mesi sono senza stipendio. Tra le ipotesi avanzate c’è la possibilità che da domani i dipendenti e gli stagionali del Consorzio di Bonifica Palermo 2 possano incrociare le braccia. Il che significherebbe il totale blocco dell’erogazione idrica per l’agricoltura. In particolare nel comprensorio del partinicese, verrebbe a mancare acqua per circa 7 mila ettari di territorio coltivato che comprende i territori di Partinico, Borgetto, Balestrate, Trappeto e Terrasini. Sarebbe l’ennesima mazzata ad un settore che già da anni sconta gravissime carenze dei servizi idrici per via di una situazione complessiva davvero deficitaria. Ad oggi la stagione irrigua praticamente non è partita per molte zone coltivate, come ad esempio quelle servite dal I lotto a sollevamento rimasto inutilizzato. In questi giorni si sta cercando invece di completare l’intervento per la messa in funzione del III lotto a sollevamento, dove invece l’erogazione sino ad oggi è avvenuta con il contagocce; non va meglio nel II lotto sempre a sollevamento che ha funzionato praticamente a singhiozzo. Neanche i lotti a cascata hanno garantito l’acqua alle campagne per via delle rotture alla rete continue. In pratica gli agricoltori hanno visto poca o niente acqua. Le organizzazioni di categoria stimano perdite per il raccolto per diverse decine di migliaia di euro. C’è da dire che di fronte a questi cronici ritardi quest’anno ha aiutato non poco la clemenza delle condizioni climatiche: infatti ancora non si sono registrate impennate di temperature particolarmente calde e sino a giugno inoltrato si è verificata anche qualche pioggia che ha comunque aiutato le colture a ricevere l’acqua. Ad avere prospettato comunque già tale situazione era stato lo stesso dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Vincenzo Cusumano, da cui dipende il funzionamento del Consorzio di Bonifica Palermo 2 che gestisce gli impianti della diga Jato, nel corso di un’audizione alla Commissione Attività produttive all’Ars con il “Comitato democratico per una sana gestione delle acque della diga Jato”.

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Alcamo: Comune, maxi risarcimento ad ex dirigente

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Altra pesante spada di Damocle sulle spalle del Comune di Alcamo. Una figura apicale dell’ente, in pensione da quattro anni, si è visto riconoscere una serie di indennità dall’ente municipale, costretto a promuovere un’azione transattiva per evitare conseguenze peggiori sul piano finanziario. Il Comune dovrà adesso sborsare ben 70 mila euro a titolo di risarcimento per indennità non riconosciute negli stipendi erogati nel periodo in cui ha svolto mansioni superiori. A vincere il lungo braccio di ferro è stato Pietro Lucchese, andato in pensione nel luglio del 2010 dopo ben 41 anni di servizio. Non ha retto l’impianto difensivo del municipio davanti all’ufficio provinciale del lavoro di Trapani che ha condannato l’ente addirittura a pagare ben 106 mila euro a conclusione di una lunga e laboriosa attività istruttoria la consulenza tecnico-contabile. Il periodo contestato di differenze retributive parte dall’agosto del 2005 e sino alla conclusione dell’attività lavorativa di Lucchese. Si parla di indennità di posizione, mancato pagamento di parte dello stipendio effettivamente dovuto e interessi legali maturati. Alla fine le parti hanno trovato un accordo: 71 mila euro da riconoscere e da liquidare in tempi brevissimi, cioè entro la fine di quest’anno. Proposta transattiva fatta dallo stesso legale di Lucchese, Loretta Palazzolo, che alla fine può anche definirsi soddisfacente per il Comune: “Tale definizione appare particolarmente favorevole e conveniente per l’ente – ha specificato il segretario generale del Comune, Cristoforo Ricupati, che ha seguito passo passo l’iter – in quanto, a fronte di una possibile soccombenza per 145 mila euro, già stimati dalla relazione peritale, per il periodo agosto 2005 e febbraio 2008 ed 120 mila euro pretesi per il periodo marzo 2008 a luglio 2010”. Insomma, le conseguenze per le già precarie condizioni finanziarie dell’ente potevano essere ben peggiori. La somma riconosciuta comprende 23 mila euro circa a titolo di differenze retributive tabellari e 13^ mensilità maturate per il periodo in contestazione e per il periodo successivo fino al collocamento al riposo, altre 38 mila euro a titolo di indennità di posizione maturata e 9 mila e 500 euro a titolo di interessi legali maturati e svalutazione monetaria. Con ogni probabilità questa somma sarà tramutata nell’ennesimo debito fuori bilancio. Da tempo si consuma una forte polemica tra amministrazione e consiglio per questa raffica di debiti che stanno logorando le casse dell’ente. Secondo un calcolo fatto dal consigliere Alessandro Calvaruso ogni famiglia alcamese deve sobbarcarsi sulle spalle un debito del Comune verso terzi ogni anno di circa 30 euro. Dal 2011 sino a questa prima metà del 2014 i dati sono impietosi: il Comune di Alcamo è sommerso dai debiti fuori bilancio. Non solo: molti di questi debiti, secondo quanto certificato dal segretario generale del Comune Cristoforo Ricupati, avrebbero seguito un “percorso illegittimo”. In buona sostanza gli uffici hanno adottato un iter sbagliato che ha portato al moltiplicarsi o al riconoscimento di debiti non dovuti dal Comune. e intanto il cittadino paga e anche profumatamente.

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Alcamo: morte bimbo, dopo l’autopsia non cambia quadro accusa

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L’esame autoptico sul corpicino del piccolo Lorenz non ha svelato nulla di immediatamente evidente. Nessun segno di violenza, nessuna complicazione neurologica o polmonare, nessuna lesione. Solo gli esami tossicologici e istologici potranno svelare le reali cause della morte del bimbo di 5 anni, trovato senza vita lunedì mattina nel letto della sua abitazione nel centro storico di Alcamo. Analisi di laboratorio che saranno pronte non prima della prossima settimana, mentre la perizia del medico legale, Paolo Procaccianti, che ha eseguito l’autopsia, sarà depositata, così come prevede prassi, entro 60 giorni. Le ultime informazioni date dal procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, sono quelle che evidenziano come il quadro probatorio sul caso della morte del bimbo non abbia subito alcuna modifica sostanziale. In pratica resta la madre l’unica indagata per il decesso del bimbo anche se il caso resta ancora avvolto nel mistero. Chi conosce la donna, una messicana di 32 anni, giura che mai e poi mai si sarebbe aspettato un gesto simile. L’accusa nei suoi confronti, formulata dalla Procura, è quella di omicidio premeditato: l’ipotesi è che abbia costretto il figlio ad ingerire un gran quantità di farmaci da lei stessa utilizzati per curare una forma di depressione. La donna si è sempre professata innocente, sostenendo che sarebbe stato il figlio ad ingerire le gocce a sua insaputa, in un attimo di distrazione. Ci sono però molti elementi fortemente indiziari che inchioderebbero la giovane mamma che al momento si trova rinchiusa nel carcere di San Giuliano a Trapani in isolamento e sotto stretta osservazione per evitare possibili gesti inconsulti. D’altronde la stessa indagata aveva fatto intendere di essere pronta al suicidio: gli inquirenti hanno trovato una lettera in cui annunciava la morte sua e del figlio. Poi, cosa sia scattato nella sua mente e o cosa davvero sia successo è un mistero. Una vicenda chi mischia in sé dolore, angoscia, degrado economico e culturale. La messicana viveva in una casa molto modesta in via Amendola, non aveva un lavoro fisso e veniva spesso aiutata attraverso la Caritas della chiesa Madre. Neanche le dichiarazioni dell’ex marito, ascoltato ieri per diverse ore dagli inquirenti, sono riuscite a cambiare sostanzialmente le direzioni dell’indagine. L’uomo, che viveva in Germania e si guadagnava da vivere facendo il pizzaiolo, non ha fornito dichiarazioni che possano in qualche modo fornire elementi in più all’indagine. Ha confermato il suo rapporto burrascoso con la ex ma nulla di più. La donna era ancora molto gelosa dell’ex consorte, tanto che teneva in borsa una specie di bambola vodoo con diversi spilloni infilzati. Quando i poliziotti gli hanno chiesto spiegazioni ha asserito che in questo modo controllava se il marito la tradiva. La salma del bimbo è stata restituita ai familiari. Oggi, alle 16,30, si terranno i funerali presso la chiesa Sant’Anna-Cappuccini: ad officiarli sarà l’arciprete Monsignor Ludovico Puma, che farà le veci dell’arcivescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli.

 

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PARTINICO: Coltivano cannabis nel giardino di casa.

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Arrestati oggi dai Carabinieri di Partinico con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio e coltivazione di sostanza stupefacente, C. t. 58enne, ed i figli C. m., 30 enne, e C. m. t., 33enne.

Nel corso della perquisizione, i militari hanno rinvenuto nel terreno di proprietà sito in c.da Sirignano di Partinico ed attiguo all’abitazione dei predetti congiunti,  una piantagione con 40 piante di cannabis indica aventi un’altezza media di 2 metri circa.

Nel corso dell’ operazione, i Carabinieri, tramite una scala esterna sono saliti al secondo piano dell’abitazione e, in un locale adibito a magazzino, hanno trovato grammi 1.100 di marijuana già essiccata, nonché materiale vario al confezionamento e alla coltivazione della droga. Lo stupefacente e il materiale rinvenuto sono stati sottoposti a sequestro.

Sul posto sono successivamente intervenuti i Carabinieri del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Reparto Operativo di Palermo per il campionamento della sostanza stupefacente.

Gli arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in attesa del processo con rito direttissimo previsto per la mattinata di domani 18 luglio presso il Tribunale di Palermo.

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Castellammare del Golfo: Anomalie nell’installazione di pontili

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I deputati regionali Palmeri e Turano denunciano irregolarità nell’installazione di pontili a Castellammare del Golfo e chiedono audizione urgente in IV Commissione Ambiente e Territorio. Infatti secondo la deputata M5s Valentina Palmeri Il Comune sarebbe sprovvisto del Piano Urbano Demanio Marittimo, senza il quale è impossibile rilasciare autorizzazioni”

Il Demanio marittimo, dopo la conferenza di servizi riguardante il rilascio di concessioni nell’area che va da cala Marina a cala Petrolo, tenutasi nella sala giunta di Palazzo Crociferi lo scorso giugno, aveva stabilito che le concessioni demaniali marittime già rilasciate “venissero traslate sul prolungamento di pontili esistenti, previa autorizzazione della ditta”. “Si tratta di un’anomalia – afferma la deputata M5s Palmeri già segnaleta il 20 giugno scorso – oggi divenuta realtà: un pontile preesistente è stato raddoppiato nella sua lunghezza; circostanza che sta creando forti disagi e pericoli alla navigazione e che potrebbe altresì creare un pericolosissimo precedente”.

“Bisogna ribadire – continua Palmeri – che qualunque tipo di autorizzazione, allungamento di pontili o rimodulazione del porto, deve essere rilasciata nel rispetto delle previsioni del Pudm, di cui il comune di Castellammare del Golfo è attualmente sprovvisto”.

Il deputato Turano dichiara: “Andremo fino in fondo in questa vicenda e su tutti i retroscena poco limpidi del rilascio di queste pseudo autorizzazioni verrà fatta chiarezza”.

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Trapani: Arrestato un pluri-pregiudicato.

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Arrestato un pluri-pregiudicato protagonista di tutta una serie di un gravi azioni criminose. Infatti nei giorni scorsi il 74enne SANCLEMENTE Salvatore era stato notato in via Nicolò Riccio a dorso nudo ed in evidente stato di agitazione psico-motoria infatti inveiva nei confronti di un gruppetto di persone che per tutelare la loro incolumità avevano trovato rifugio in un androne condominiale.

Dalla ricostruzione dei fatti il Sanclemente, poco prima, aveva picchiato un  familiare durante una lite e cercato di accoltellare il fratello. Arrestato per resistenza minacce e lesioni a Pubblico Ufficiale  nonché per lesioni aggravate dall’uso del coltello in pregiudizio del fratello, al pluri-pregiudicato è stata data la misura dell’obbligo di dimora nel Comune di Erice.

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