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sabato, Maggio 10, 2025
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Festa dell’Immacolata. Calatafimi e Atri, due città con riti analoghi

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Con i giochi pirotecnici si sono conclusi ieri sera ad Alcamo, i festeggiamenti in onore di Maria Santissima Immacolata, iniziati lo scorso 29 novembre nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Alcamo. Il sindaco con la fascia tricolore, come da tradizione, ha partecipato alle varie cerimonie religiose e alla processione. Nella chiesa rimangono esposti i presepi sino all’otto gennaio. Tra i riti va ricordato quello della vigilia dell’otto dicembre a Calatafimi Segesta per la festa della “Mmculetedda”. La notte che precede l’8 dicembre, dopo la tradizionale tavulidda, mangiata che si prolunga per tutta la notte, tra arrostite e giocate a carte, si svolge a Calatafimi Segesta la solenne processione detta “Mmaculatedda”, per le ridotte dimensioni del simulacro dell’Immacolata. La processione parte dalla Chiesa di San Michele alle ore 4 del mattino. I fedeli l’accompagnano con le tradizionali “ciaccule”, fiaccole fatte con fasci di steli secchi di una pianta detta “disa”. E come ogni anno grandissima è stata la partecipazione di calatafimesi dove non si è dormito per rispettare una tradizione che risale al 1908. La tradizione è legata al nome di mastro Vincenzo Avila che, dopo aver acquistato un’effigie in carta pesta della Vergine da tenere a casa sua, decise di farla benedire all’alba dell’8 dicembre del 1908 a conclusione della novena. Ma c’è un’altra ridente cittadina: Atri, in provincia di Teramo, dove si svolge la notte che precede l‘otto dicembre una festa simile a quella di Calatafimi, anche se è molto più antica. Risale al 431 dopo Cristo. Ad Atri si svolge la “Notte dei faugni”. I faugni sono alte fasce di canne secche che la mattina alle 5 dell’8 dicembre, vengono portate accese, come delle fiaccole, dai cittadini sino a raggiungere la maestosa cattedrale. Anche ad Atri, come succede a Calatafimi, la processione con i faugni è preseduta da feste in famiglia con tavole abbondantemente imbandite. Perché non gemellare Atri con Calatafimi Segesta?

La strada che sembra un campo minato. Interventi urgenti possibili, eppure…

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Di Laura Lombardo — Scempio a cielo aperto per una discarica abusiva di amianto e manto stradale pericolosamente dissestato in piena zona residenziale ad Alcamo, nei pressi delle così-dette Pigni di Don Fabrizio.

Una zona particolarmente ammalorata questa delle campagne alcamesi, dato che l’arteria stradale si presenta dissestata da anni e col tempo il degrado va solo ad aumentare.

L’ultima buca segnalata dai residenti è un fosso di circa 20 cm, insidioso specialmente quando “camuffato” dalle piogge che lo riempiono d’acqua fino al livello stradale. Si trova in prossimità del bivio da cui poi si dirama la via Giovenco, e prima di giungere al ponte. La buca, che manda automobilisti su tutte le furie ogni volta che si imbattono in essa con sonoro contraccolpo su ruote e paraurti, è lì ormai dalla scorsa estate. I residenti, che fin adesso speravano in un intervento d’urgenza dell’assessore Ferro, oggi sono a dir poco esasperati e non si sorprenderebbero se, a causa di questo fosso, uno di questi giorni accadesse il peggio. L’assessore Ferro intanto — che già nel 2018 aveva dichiarato, in merito ad altre frane sullo stesso tratto, che “la zona sarà interessata da un progetto di recupero per riqualificare l’intera area” — sostiene che dopo un anno questo progetto è ancora in itinere, e per la verità tutt’altro che in dirittura d’arrivo. L’assessore ai lavori pubblici ha fatto sapere che a luglio di quest’anno è stato approvato il progetto per un ammontare di 180,000 euro per la sistemazione della strada, che verrà asfaltata e dotata di cunette e canali per la raccolta e lo scolo delle acque. Ma il direttore dei lavori deve ancora essere nominato e il bando di gara pubblicato — il che avverrà secondo Ferro “entro la fine dell’anno”. Da lì ovviamente l’iter, in base all’esperienza dei casi passati, potrà comportare un’ulteriore attesa di 6 mesi se si è fortunati — dalla presentazione delle domande fino all’aggiudicazione della gara, la firma del contratto e, dulcis in fundo, il termine dei lavori. Insomma non proprio un intervento d’urgenza. Eppure dal codice degli appalti art 163 sembrerebbe possibile per un’amministrazione comunale agire d’urgenza entro il limite — applicabile in questo caso — di 200,000 euro. Se così fosse, sarebbe da chiedersi perché ci si è avvalsi della procedura standard più lunga.

Intanto a pochi metri dalla buca è visibile anche una discarica indifferenziata di rifiuti, tra cui amianto. Ma su questo, ci si dovrebbe rivolgere all’assessore all’igiene ambientale Giuseppe D’Angelo, che di problemi con i rifiuti in questo frangente non ne sta riscontrando di certo pochi.

 

Alcamo, prezzo del pane. Si va verso l’aumento

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La discussione tra i panificatori alcamesi è stata già avviata. L’obiettivo è quello di arrivare in tempi brevi, probabilmente dall’inizio del prossimo anno all’aumento anche ad Alcamo del prezzo del pane, che è fermo in città da oltre quindici anni. Già in diversi comuni della provincia il prezzo è aumentato ed ha scatenato soprattutto a Trapani accese polemiche per il rincaro ritenuto troppo alto. La polemica è in corso e sembra che a Trapani sia stato instaurato un braccio di ferro tra Comune e panificatori. Oggi ad Alcamo un chilo viene a costare due euro, ma non tutti applicano questa tariffa, Infatti alcuni lo vendono anche qualche centesimo in meno. Così come per il quartino dove in alcuni panifici costa 50 centesimi e in altri arriva sino a 70. Sul ritocco verso l’alto ci sarebbe unità di intenti, ma ancora non è stato stabilito alcun nuovo prezzo. L’aumento potrebbe variare tra le 40 e 60 centesimi al chilo. I panificatori giustificano il probabile e prossimo aumento con il fatto che negli anni è tutto aumentato: dalla manodopera ai costi per acquistare le materie per potere far il pane. La decisione di aumentare il prezzo del pane spetta ai fornai anche se poi ognuno nel proprio negozio può decidere quali tariffe applicare, anche se queste sono in moltissimi esercizi tutte uguali.

Alcamo, festa dell’Immacolata, tra fede e tradizioni

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Alle prime luci dell’alba di domani mattina la banda musicale attraverserà le strade dove nel pomeriggio transiterà la processione dedicata alla Immacolata, la cui festa si conclude domani. La bella musica della “ninnaredda” si espanderà nelle strade e in pratica annuncia l’apertura delle feste di Natale. Un tempo ad Alcamo la vigilia dell’otto dicembre, cioè oggi, nel primo pomeriggio i sacerdoti, preceduti dall’arciprete si recavano in processione, ognuno con un bastone sormontata da una scopa, nella chiesa di san Francesco d’Assisi, per una pulizia simbolica del tempio, che voleva indicare l’esigenza di rendere pulita la propria anima. La novena è iniziata lo scorso 29 novembre con celebrazioni di sante messe, incontri di preghiere e l’inaugurazione della mostra dei presepi. Oggi alle 19,15 Vespri solenni, presieduti da padre Alberto Marangolo, superiore del convento di Santa Maria. Durante la celebrazione, come da antica tradizione che si ripete ogni anno, il sindaco pro tempore di Alcamo, offrirà un cero votivo all’Immacolata. L’otto dicembre solennità dell’Immacolata con celebrazione delle messe alle 6, 7,30, 9, 10,30 e 12. Alle 10,30 la celebrazione eucaristica sarà presieduta da padre Rolando Ceccarini del convento di Assisi. Alle 15,30 uscirà la processione che attraverserà le seguenti vie: Girolamo Caruso, commendatore Navarra, Florio, Madonna della Catena, piano Santa Maria, piazza della Repubblica, via Mazzini, piazza Ciullo, corso VI Aprile, vie Amendola, Tasso, Crispi, corso san Francesco di Paola, vie D’Azeglio, Roma, Tobia, corso VI Aprile e rientro in chiesa. Dal 29 novembre al sei gennaio mostra di presepi tradizionali, su iniziativa di padre Pasquale Lima. Presepi messi a disposizione da tante persone, che nelle abitazioni ogni anno realizzano i presepi, che fanno parte della nostra cultura e tradizione religiosa. Presepi molto originali, tra i quali esposto uno realizzato all’interno di una valigia di cartone. Valigie usate da tantissimi siciliani che lasciarono la loro terra in cerca di migliorare la propria esistenza e quella dei familiari. Una valigia metafora della accoglienza di chi fugge da guerre e privazioni così come le scritte degli studenti per salvare il nostro pianeta dalla catastrofe, con estinzione dell’umanità, provocata dai cambiamenti climatici.

Alcamo, consiglio comunale. “Cittadinanza onoraria a Liliana Segre”

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Una mozione approvata all’unanimità che rende onore al consiglio comunale di Alcamo. Ieri sera è stato deliberato di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, che per miracolo non perse la vita in un campo di sterminio nazista dove venne deportata nel 1944 con il padre e i nonni paterni. Orfana della madre nel 1938 vittima delle leggi razziali fasciste, fu costretta ad abbandonare la scuola elementare durante uno dei periodi più bui e tragici della storia italiana. La proposta della mozione è stata presentata dal consigliere Rosalba Puma dopo la richiesta presentata dall’Associazione Punto Dritto di Trapani. Nel campo di concentramento morirono il padre e i nonni della Segre. Le venne tatuato il numero di matricola 75190 e fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni Union. Venne liberata dall’Armata Rossa nel 1945. Nel 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. Liliana Segre è bersaglio di insulti scritti su quel letamaio in cui si trasformano spesso i social. Scritti da individui che spesso non conoscono la storia dei lutti e dei milioni di vittime della seconda guerra mondiale, oltre ai sei milioni nei campi di sterminio. E oggi in Italia la deriva autoritaria è molto preoccupante. Liliana Segre, esempio di donna che ha patito pene indicibili, potrà diventare cittadina onoraria di Alcamo, per come sta accadendo in migliaia di Comuni italiani come reazione allo squallore delle scritte sui social. Va segnalato che durante la votazione nel consiglio comunale un messaggio forte è venuto da Anna Allegro, che ha alzato la manina della figlia, durante il voto. Un messaggio importante e dovrebbero essere soprattutto le scuole a spiegare ai giovani studenti cosa sia stato il fascismo e nazismo: Così come vanno radiati immediatamente da tutte le scuole italiane, senza possibilità di appello, quegli insegnanti che inneggiano a svastiche e passi dell’oca.

Ferrovie, 72 milioni per la Alcamo – Trapani. La via Milo, chiusa dal 2013, sarà elettrificata

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Con la chiusura nel 2013 della via Milo, la tratta ferroviaria che collega Alcamo Diramazione con Trapani, il viaggio in treno da Palermo al capoluogo trapanese dura almeno 4 ore e mezza. I convogli, infatti, sono costretti a fare un giro dell’oca che passa da Salemi, Castelvetrano, Mazara e Marsala. Adesso arriva finalmente una svolta per riaprire la via Milo e per elettrificarla. La Regione ha infatti varato il relativo decreto di finanziamento per un ammontare di circa 72 milioni di euro. Tali interventi andranno a sommarsi agli altri già destinati all’ammodernamento dei binari e delle tecnologie dell’intero sistema ferroviario del Trapanese, da Alcamo fino a Campobello di Mazara. Opere che sono già in corso e che ammontano a 58 milioni di euro.

La tratta ferroviaria di via Milo che collega Alcamo Diramazione a Trapani è di 47 chilometri. Lungo questo percorso sorgono le stazioni di Calatafimi, Segesta, Bruca, Fulgatore e Milo. Il tracciato attraversa diversi territori comunali, oltre a quello alcamese e trapanese, anche quelli di Calatafimi, Castellammare del Golfo, Buseto Palizzolo, Erice e Paceco. La linea venne chiusa nel 2013 e i tempi già esageratamente lunghi per raggiungere in treno Palermo da Trapani sono divenuti quasi biblici.  A causare l’interruzione furono alcuni versanti in frana, l’erosione del fondo degli alvei e delle fondamenta dei piloni dei viadotti, l’instabilità delle scarpate e le fessurazioni di alcune opere.

“La Regione ha affrontato questa paradossale vicenda, lasciata insoluta per anni. – ha detto l’assessore alle infrastrutture Marco Falcone -. Arrivano adesso 72 milioni che vanno ad aggiungersi ai 58 già destinati all’ammodernamento dei binari e delle tecnologie dell’intero sistema ferroviario del Trapanese,. Nelle prossime settimane saremo in sopralluogo sul posto – ha concluso Falcone – per fare il punto sull’andamento dei lavori già cominciati”.

Ecco come è stato catturato lo scippatore seriale di Marsala

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Di Laura Lombardo Lo scippatore seriale di Marsala è il 32 enne Vito De Carlo. L’uomo è stato catturato dopo più di un anno dai Carabinieri della locale Stazione, guidati dal Maresciallo Maggiore Gaspare Paladino dopo che nel settembre 2018 aveva strattonato e scippato, nel giro di una sola settimana, ben tre donne anziane in pieno centro marsalese. Il marsalese De Carlo sarebbe anche responsabile, secondo gli inquirenti, di un furto aggravato perpetrato – nel mese di gennaio del 2019 – ai danni di un noto esercizio commerciale di Contrada Cardilla nel comune lilibetano.
Gli scippi, riferiscono i militari dell’arma, sono avvenuti sempre con le stesse modalità: il ladro seguiva le vittime a piedi fino ad una zona meno frequentata, per poi sorprenderle alle spalle, strappando loro la catenina in oro che portavano al collo. In una precisa circostanza, inoltre, un’anziana era stata seguita sin dentro l’ascensore del proprio condominio, aspettando che si riaprissero le porte, per derubarla della propria collana e fuggire via. Grazie allo studio degli itinerari percorsi dalle vittime e delle vie di fuga utilizzate dal ladruncolo, i Carabinieri della Stazione lilibetana sono riusciti – mediante soprattutto l’analisi dei filmati degli impianti di video sorveglianza – ad identificare DE CARLO come l’autore dei tre furti.
Anche in occasione del furto di Contrada Cardilla, l’uomo sarebbe stato identificato dai sistemi di videosorveglianza dell’esercizio commerciale, che lo hanno immortalato in camera mentre si appropriava di due smerigliatrici ed un trapano, occultati sotto il proprio cappotto.
A seguito del vaglio del G.I.P. del Tribunale Marsala, il ladro seriale è stato posto in regime di arresti domiciliari.

Sport- Monta western. Grande prestazione di Giuseppe La Monica

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Giuseppe La Monica, dopo la grande prestazione a Verona nella gara fra i migliori cavalieri del monda, si laurea vice-campione italiano di reining. Per l’alcamese anche due quarti posti

Castellammare, continuare a spingere per differenziare

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“Nonostante i continui stop alla raccolta dell’organico, si deve continuare a spingere per differenziare”. Lo ha detto Vincenzo Abate, assessore all’igiene a Castellammare del Golfo, che ha annunciato l’imminente riattivazione del polo di Castelvetrano.

https://youtu.be/YfgzfkVRiwo

Hospital Show2, la finale.

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Con la consegna dei premi, al termine di un’ultima puntata ricchissima di ospiti, si è conclusa la seconda edizione di “Hospital Show”, il talent prodotto da Alpauno. Vince Martina Grillo davanti a Marco Posateri e Simona Sparacia

 

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