Ospedale di Alcamo, tardano le soluzioni per la cardiologia. La situazione anzi peggiora

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Da un lato le rassicurazioni sul mantenimento e funzionalità del reparto di cardiologia dell’ospedale di Alcamo, contenute in comunicati dopo l’incontro con l’assessore regionale alla salute Razza, fra il commissario dell’Asp Zappalà e i deputati regionali Valentina Palmeri, Stefano Pellegrino e l’assessore Mimmo Turano. Rassicurazione dei politici che vanno prese con beneficio di inventario. Dall’altro l’ennesimo grido d’allarme da parte di chi per anni ha vissuto e diretto questo reparto e di chi ha fatto sindacato al San Vito e Santo Spirito. Stando ai politici la vicenda si avvia a soluzione e lo stesso commissario dell’Asp ha dichiarato: “La cardiologia non chiude”. Queste affermazioni non debbono fare abbassare la guardia tanto che la petizione on line lanciata da un comitato civico capitanato dal dirigente scolastico Vito Emilio Piccichè ha raggiunto le 2.600 firme.

Ma cosa continua ad accadere in cardiologia? Una dottoressa stanca e sfiduciata ha rassegnato le dimissioni. In pratica ha chiesto di cambiare aria. Un’altra è in maternità. Non sono state ancora rimpiazzate. Sembra inoltre che l’Asp di Trapani abbia risposto “no grazie” alla disponibilità di tre cardiologi del palermitano a prestare servizio ad Alcamo e e che questi siano andati all’Ingrassia, ospedale di Palermo. Se si vuole salvare la cardiologia perché non accettare la disponibilità? L’anno nuovo non ha spazzato le nubi sulle preoccupazioni della continuità della cardiologia, reparto indispensabile che deve funzionare come un orologio. Invece si decidono accorpamenti con la medicina.

Chi dirige la sanità a Trapani valuta tutti gli aspetti? Come si fa in tempo reale a trasferire quattro letti monitorati dal primo al terzo piano dell’ospedale? Gli alcamesi gradirebbero una risposta dall’Asp e sollecitano qualche autorevole intervento per chiarire magari da parte di chi come l’assessore Turano ha parlato di fake news. Vogliamo ricordare che amministrare una città o avere un ruolo in una regione non è come fare politica su un blog. E mentre il clima si fa sempre più pesante, il personale non può parlare con i giornalisti perché se scoperto può incappare in provvedimenti. Inaugurò la stagione del silenzio per il personale sanitario, anni fa il manager Ninni D’Antoni che inviò una circolare invitando tutti i dipendenti. Insomma il clima da anni è da “minculpop”, di fascista memoria dove  solo le veline del governo avevano campo libero nell’informazione.

Succede ormai ovunque anche al comune di Alcamo. E purtroppo i comunicati dei ‘palazzi’ in tante testate vengono passati come notizie, tranne qualche eccezione, mentre correttamente dovrebbe essere citata la fonte. Allo stato attuale i cardiologi in servizio all’ospedale di Alcamo sono quattro di cui due esentati dall’impiego durante la notte. Ritornerà la piena e necessaria efficienza in cardiologia? Oppure dovremmo assistere all’ennesimo scippo come accaduto con ostetricia, ginecologia, ortopedia, servizio di oncologia?