Nuovo provvedimento disciplinare per il personale in servizio al Comune di Alcamo. Una vera e propria stangata è arrivata per un dipendente appartenente al Settore Ambiente, Patrimonio e Servizi manutentivi: ben 11 giorni di sospensione, di cui 10 effettivi con totale decurtazione dello stipendio, e l’undicesimo invece con un taglio del 50 per cento. Ad essere stato applicato uno specifico articolo del contratto collettivo nazionale di lavoro che risale al 2006: per ragioni di privacy non vengono rese note le motivazioni del pesante provvedimento ma ciò che è certo è che la decisione è figlia di presunte “gravi violazioni ai doveri di servizio”. Si tratta dell’ennesimo provvedimento che oramai viene ratificato dal Settore Affari generali e Personale, sottoscritto dal dirigente Marco Cascio. Continua quindi la guerra tutta interna tra la struttura burocratica, la politica e il personale dell’ente municipale. Una strada già tracciata dall’oramai ex sindaco Sebastiano Bonventre e proseguita oggi con la gestione commissariale. Una prima sanzione scattò per un altro dipendente di 65 anni: secondo quanto gli sarebbe stato contestato non avrebbe ottemperato all’ordine di servizio che prevedeva il suo trasferimento in altro Settore. Non si è presentato al lavoro, adducendo di essere in malattia, ma non avrebbe presentato alcun certificato medico. Ad essere stata determinata la sospensione del lavoratore per un giorno e la relativa decurtazione dallo stipendio della stessa giornata lavorativa. Si tratta di una guerra che va avanti oramai da lungo tempo e che il commissario del Comune sembra voler proseguire in nome del risparmio, almeno sino a che rimarrà in carica. Infatti il pugno duro nasce essenzialmente da una situazione di altissima tensione che oramai da due anni si è creata, cioè da quando l’allora sindaco Bonventre aveva ordinato l’arruolamento di personale interno per effettuare alcuni servizi in economia, senza quindi dover per forza espletare appalti con costi enormemente più alti. Operazione che ha portato ad altre sospensioni e le più gravi riguardarono due Asu che addirittura dovettero ricorrere al giudice del lavoro per essere reintegrate. Secondo le direttive della passata amministrazione comunale i lavoratori, nei limiti delle loro competenze, sarebbero stati chiamati a scendere in strada e fare anche le mansioni per così dire più “sporche”, come quelle di potatura, pulizia delle spiagge e traslochi. Operazione che però è riuscita soltanto in minima parte: pochissimi quelli che sono entrati in servizio in queste mansioni, molti l’hanno scampata grazie ai provvidenziali e sempre più numerosi certificati medici prodotti che li hanno esonerati da questi servizi più pesanti. L’attuale commissario, Giovanni Arnone, in uno degli ultimi consigli comunali è stato categorico. Ha infatti evidenziato che perseguirà la strada dell’internalizzazione dei servizi per garantire degli importanti risparmi ad un ente che rischia ogni giorno il crack.