Trapani, don Librizzi nega tutto

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“Non è vero, non ho abusato di nessuno”. Questa l’unica indiscrezione che trapela dall’interrogatorio sostenuto da Don Sergio Librizzi, il direttore della Caritas di Trapani arrestato nei giorni scorsi per abusi sessuali e concussione, davanti ai magistrati della Procura di Trapani che stanno indagando sul suo conto. Il prelato è stato tenuto sotto torchio per oltre due ore alla casa circondariale di San Giuliano di Trapani ma non ha ammesso nessuna delle accuse che gli sono state contestate. Il suo avvocato, Donatella Buscaino, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. In questa fase anche i magistrati raccomandano la massima segretezza rispetto alle interlocuzioni avute dal momento che l’indagine potrebbe avere degli sviluppi, come detto più volte dal procuratore capo di Trapani Marcello Viola. Nel particolare Librizzi è accusato di avere abusato di 8 immigrati e da sei mesi, si viene a scoprire solo adesso, gli inquirenti avevano messo gli occhi addosso al sacerdote. Esattamente da quando uno degli immigrati ricoverati nelle strutture gestite direttamente da don Librizzi avrebbe raccontato di essere stato minacciato se non avesse ceduto alle avances sessuali del prete. Intanto sono diverse le persone che i magistrati in questa fase stanno interrogando: ufficialmente nessun iscritto nel registro degli indagati ma semplicemente persone informate sui fatti. Nel contempo è stato avviato lo studio certosino di tutto il materiale sequestrato al momento dell’arresto dagli uomini di polizia giudiziaria della forestale che potrebbe essere probante delle accuse. Nelle oltre 400 pagine redatte dal Gip Cersosimo si coglie che su diversi aspetti ci sono ancora indagini in corso, in particolare sulle collusioni e complicità che avrebbero reso don Librizzi una vera e propria autorità agli occhi degli immigrati ma non solo. Complicità che avrebbero coperto le sue malefatte nella gestione di alcune pratiche per richiedenti asilo politico, considerato che era componente della commissione ministeriale. Avrebbe aiutato in cambio di prestazioni sessuali. “Una potenza” hanno detto così di lui alcuni dei testi, personale dei centri di accoglienza, mediatori culturali, volontari, alcune delle stesse vittime. Pare che ci fosse una vera e propria rete che proteggeva don Sergio. Secondo l’accusa don Librizzi imponeva agli ospiti dei centri di accoglienza prestazioni sessuali in cambio del riconoscimento dello status che gli permettesse di potere godere del permesso di soggiorno.

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