‘Palude’, indagato e prosciolto. Ex dipendente chiede ristori al comune di Alcamo

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Era tra le decine di indagati dell’operazione anti-corruzione ‘Palude’ e poi venne scagionato dal ‘non luogo a procedere’ sentenziato dal giudice. Adesso Andrea Pirrone, ex dipendente del comune di Alcamo, ha fatto causa all’ente locale per ottenere un risarcimento di 15.000 euro. L’alcamese, adesso 67enne e in pensione, all’indomani dell’operazione Palude messa a segno dalla Guardia di Finanza Golfo e che aveva come perno l’ex direttore del genio Civile di Trapani, Giuseppe Pirrello, venne sospeso dal lavoro. Poi, dopo il ritorno in servizio, gli vennero attribuite funzioni diverse e non più quelle di funzionario per le pratiche di sanatoria edilizia. Insomma fu oggetto di demansionamento.

Andrea Pirrone ha quindi deciso, difeso dagli avvocati Vincenzo Abate e Rosario Papania,  di ricorrere alla magistratura civile chiedendo il ristoro dei danni morali  causatigli dal comune di Alcamo a causa di un’emarginazione dal contesto lavorativo. Il risarcimento è stato richiesto per riparare i danni patrimoniali e non patrimoniali, e il danno biologico subito, oltre interessi e rivalutazione monetaria. Andrea Pirrone è stato per 40 anni in servizio al comune di Alcamo e nel 2018 venne tirato in ballo nell’operazione “Palude” perché accusato del rilascio di una concessione edilizia “in carenza dei presupposti di legge” per una pratica che, secondo l’accusa, sarebbe stata sponsorizzata dall’indagato principale dell’inchiesta, l’ingegnere e funzionario regionale Giuseppe Pirrello. In cambio, quest’ultimo, avrebbe promesso di agevolare la concessione di un pontile. Per queste accuse però il giudice, nel luglio del 2021, stabilì il “non luogo a procedere”. Dal 2018 e per circa tre anni il comune di Alcamo assunse poi i vari provvedimenti ritenuti ingiusti da Pirrone che, nel suo ricorso, parla di “atti persecutori” subiti.