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sabato, Maggio 3, 2025
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Rubava Chewing Gum al Poseidon

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Un 26enne palermitano è stato sorpreso nel tentativo di dileguarsi dal centro commerciale “Poseidon” di Carini con un bottino del valore di 200 euro circa, cinquanta confezioni di chewing gum di varie marche occultate nel giubbotto; refurtiva che probabilmente lo stesso intendeva rivendere.

Il personale della vigilanza privata del supermercato una voltq notato lo strano atteggiamento del soggetto ed insospettitisi che lo stesso potesse nascondere qualcosa sotto il giaccone, decideva di fermare l’individuo e richiedere l’ausilio dei Carabinieri per effettuare un controllo.

Avvisata la centrale operativa dei Carabinieri di Carini, è stata inviata  una pattuglia sul posto.

Sono intervenuti i Militari della Stazione di Villagrazia di Carini, che recuperata la refurtiva, procedevano all’arresto in flagranza per tentato furto aggravato di MINNELLI Vincenzo, nato a Palermo il 01.01.1985, pregiudicato.

 

Orlando passa a Noi Sud

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Ancora sviluppi vengon fuori dalla rottura di Orlando con la Giunta Scala ad Alcamo. Attraverso una nota diramata nell’odierna mattinata, il coordinatore Provinciale di Noi Sud, Vito Mannina e il coordinatore comunale di Alcamo, Antonino D’Angelo hanno comunicato l’adesione al Movimento Politico autonomista e meridionalista “Noi Sud” di Franco Orlando, Assessore dimissionario nel mese di dicembre dalla Giunta del Sindaco di Alcamo, Giacomo Scala. L’ex assessore Franco Orlando motiva la propria scelta, condividendo la partecipazione alle iniziative per lo sviluppo del sud che il Movimento sta portando avanti nel Parlamento Nazionale e in quanto convinto della collegialità, della democrazia interna e della partecipazione degli aderenti al Movimento Noi Sud nell’affrontare i problemi del territorio. Il movimento Noi Sud – si legge nel comunicato – garantisce a tutti il diritto all’esercizio della politica nel rispetto del pensiero divergente, prescindendo dai superati schemi di appartenenza e guardando alle problematiche della nostra città. Vito Mannina e Antonino D’Angelo ringraziano Franco Orlando per aver scelto Noi Sud, certi – conclude la nota – che continuerà all’interno del Movimento, a svolgere la sua azione politica al servizio di tutti i cittadini con la sensibilità e l’operosità di sempre.

Un convegno a Salemi

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“Il via libera del Parlamento Europeo alla mediazione obbligatoria” è il titolo del convegno in programma questa mattina nei saloni del Castello in Piazza Alicia a Salemi a partire dalle 10,00, promosso dalle associazioni “Medea” e “Camera Caritatis”, organismi di mediazione accreditati dal Ministero della Giustizia, La partecipazione è gratuita.

Il convegno è particolarmente rivolto agli avvocati, agli iscritti ai vari Ordini professionali, Dirigenti pubblici e a tutti i cittadini che desiderano approfondire gli aspetti della mediazione nel contenzioso civile.

Alla ricerca della vetta

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La classica pagina sportiva del sabato è dedicata agli appuntamenti calcistici del week-end. L’Alcamo, in eccellenza girone A, sarà impegnato questo pomeriggio sul neutro di Custonaci, con inizio alle ore 14.30, contro l’Atletico Campofranco. Assenti Di Miceli, Scrozzo, Pirrone e Durantini. Torna a disposizione di mister Ciaramella, Papania. I bianconeri cercheranno la vittoria per agganciare la testa della classifica. Sempre in Eccellenza da segnalare Valderice-Castellammare e Mazara-Parmonval. Salendo di categoria, in Prima Divisione, il Trapani di Roberto Boscaglia domani alle 14.30 cercherà di espugnare Prato per insidiare il Siracusa in vetta. Diramata in mattinata la lista dei convocati granata per la delicata trasferta. PORTIERI: Castelli, Spezia; DIFENSORI: Daì, Sabatino, Filippi, Lo Bue, Lo Monaco, Pagliarulo; CENTROCAMPISTI: Pirrone, Barraco, Cianni, Domicolo, Provenzano, Tedesco, Montalbano; ATTACCANTI: Abate, Gambino, Madonia, Mastrolilli .

Lombardo ricorda Mattarella

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Il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha ricordato l’assassinio di Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980.

“Il modo migliore per onorare la memoria di Piersanti Mattarella è fare tesoro, giorno dopo giorno, dell’eredità morale che ha lasciato. La cifra della sua azione istituzionale è scandita dall’impegno profuso e portato avanti, sino al tragico epilogo, per l’affermazione della legalità, per il contrasto alle collusioni fra mafia e politica, e imperniata sulla trasparenza e sulla modernizzazione della macchina burocratica regionale. Una lezione che il trascorrere del tempo ha rafforzato e reso indelebile sino ad ergerla a faro per la classe politica e per tutti i siciliani in genere”. Queste le parole di Raffaele Lombardo.

 

L’Alcamo sabato a Custonaci

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La gara Alcamo-Atletico Campofranco si giocherà sabato alle 14.30 sul neutro di Custonaci. A prendere la decisione è stata la dirigenza bianconera che, viste le non buone condizioni del manto erboso del Lelio Catella, peggiorato con le abbondanti pioggie che si sono riversate ieri nella cittadina alcamese e le contemporeanee gare della prima giornata del XXV trofeo Costa Gaia, avrebbero messo a rischio la disputa della stessa gara, importantissima per i bianconeri ai fini della conquista della testa della classifica.

 

Le prossime elezioni con l’Euro e la crisi

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Si cominciano a delineare le candidature alle prossime imminenti elezioni. Elezioni particolari queste perché cadono forse nel periodo più buio della Repubblica. Sembra che molti comincino a presentare le proprie candidature e alleanze ma lo fanno in sordina come se fosse quasi un disturbo. Non si può dar torto al mondo politico che faccia così. La crisi del mondo politico con i pessimi esempi dati in questi anni ha raggiunto livelli che per certi versi potrebbero anche creare oggi più problemi ai candidati piuttosto che agli elettori. Non si riesce infatti a capire cosa diranno nelle loro campagne elettorali. Se rifaranno come sempre le promesse, spesso mai mantenute, o se magari un sussulto morale glielo vieterà. Probabilmente diranno in coro che il momento è grave e che tutti amano il loro Paese, la loro Regione, il loro Comune. Fino ad ora non sembra sia stato così.

 

Forse gli unici che hanno amato il loro Paese, la loro regione e il loro Comune di residenza sono stati i lavoratori che in silenzio la mattina si sono alzati e sono andati a lavorare. O la notte sono usciti per lavorare per quello che riguarda alcune professioni che non si fermano mai. Bisogna dire invece che questi ultimi ventanni sono stati la prosopopea del mondo politico dei convegni e delle parole, dei grandi progetti e delle grandi illusioni. Bellissimi discorsi, bellissimi progetti. Qualcuno attuato, con ritardo e con dispendi di denaro e sacrifici senza pari rispetto al passato, polemiche comprese, mentre in realtà il mondo politico agiva per preservare se stesso. Un grande ipnotismo generale generato dai professori universitari e dai convegnisti e dai parolai, antimafia compresa, ha creato una massa indescrivibile di precari, di giovani con tanti titoli di studio di cui non sanno che farsene, con il deprezzamento degli studi professionali accademici veri che costringono ora in tanti ad emigrare nemmeno al Nord Italia ma fuori dall’Italia. Poi una gran massa di inquisizioni, processi mediatici, immigrazione incontrollata con sfruttamento degli immigrati per le catapecchie che gli vengono affittate e per il sotto lavoro sotto pagato offerto da finti imprenditori e poi con l’abbassamento del costo del lavoro e perdita dei diritti civili e sindacali che sembravano acquisiti e che oggi con la crisi perdono definitivamente potere.

 

E’ difficile pensare poi anche a cosa saranno le alleanze politiche, obbligatorie con le leggi sule elezioni approvate a furor di popolo ventanni fa e considerate ora un pericolo per tutti, soprattutto per i cittadini. Con chi si alleerà il PD? Con l’Udc? E se si alea con il Sel o a sinistra che ci stanno a fare gli ex comunisti o chi si definisce ancora tale con l’UDC o con il Terzo Polo? E che farà il PDL senza la Lega al sud? Ma soprattutto dove starà ora l’MPA? Come alla Regione con il PD e senza l’UDC? La confusione è talmente tale che ancora a oggi in realtà le candidature anche se vengono proposte non sembrano reggere. Nessuna. Al di là del fatto che comunque, si spera almeno, le elezioni ci dovranno essere, qualcuno dovrà pur candidarsi e qualcuno andrà comunque a votare e a dare le sue preferenze. Poi chi sarà eletto dovrà dare risposte e non si capisce quali.

 

Chissà come funzioneranno le prossime elezioni, con quali parole saranno portate avanti e quale sarà la percentuale di candidati e di elettori. In fondo la crisi economica ancora non è arrivata per quella che è davvero. Crisi iniziata prima con la globalizzazione sventolata ai quattro venti che ha distrutto l’agricoltura locale, poi con la deregolarizzazione del lavoro con termini considerati moderni come mobilità, contrati a termine, d’avviamento e altro ancora e che in realtà si sono rivelati come sfruttare mano d’opera e persone pagandoli meno e avendo lo stesso servizio degli assunti a tempo indeterminato. Poi con la crisi finanziaria che si è risolta con il pagamento eccessivo di tasse per salvare le banche, pronte a fallire tutte, nessuna esclusa. I migliori auguri vanno sicuramente fati dunque ai nuovi o vecchi e comunque prossimi candidati. Resta il fatto che molti parlano del’Euro cantando una canzone senza portare prove che ci avrebbe salvato mentre la realtà è che intanto ci ha affossato. Dire che l’Euro ci ha salvato come un mantra religioso senza portare descrizioni economiche e soprattutto con la realtà che è quella che conta che dice tutto il contrario la dice lunga sui fautori della moneta unica di cui oggi tutti cercano una via d’uscita che non faccia troppi danni. Anche se non lo dicono tutti gli Stati dell’Euro stanno cercando una scappatoia dall’Euro.

 

Antonio Pignatiello

 

Denunciato un algerino ad Alcamo

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Nella giornata appena trascorsa i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Alcamo hanno denunciato all’autorità giudiziaria un uomo di 53 anni di origine algerina. Sarebbe stato sorpreso mentre frugava all’interno di un’autovettura Peugeot 106. E’ stato inoltre deferito per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato e violazione degli obblighi interenti al soggiorno.

Ad Alto Rischio ma intanto uomini

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Ci sono libri che vanno letti. Sopratutto rispetto a quello che è stato scritto in questi ultimi anni sull’Italia e la sua storia attuale chè già essendo attuale non dovrebbe essere chiamata storia, semmai lo diventerà un giorno. Uno di questi pochi libri letti, rispetto al marasma librario indecoroso di questi ultimi anni, è “Ad alto rischio” di Mario Mori, Generale dei Carabinieri e Giovanni Fasanella, giornalista. L’ho finito da leggere da un paio di giorni e ho voluto scrivere dopo un pò volevo che si sedimentasse tutto pian piano dopo la piacevole lettura prima a volte intervallata da pause e soste che fanno ritornare alla mente le cose, proprie e di questo Paese. Cose tragiche, drammatiche e se scrive un Generale dei Carabinieri, cosa particolarmente insolita nella storia d’Italia e dell’Arma, allora il libro va letto.

 

Non tanto per togliere qualcosa agli altri perchè non si dovrebbe parlare male delle altre cose o degli altri per risaltare qualcosa di proprio o di altri. Ma in questo caso la situazione è particolare: non scrive qualcuno che ha tenuto il culo al caldo nelle redazioni, qualche filosofo, qualche intellettuale o qualche avvelenato per motivi personali e ideologici. Scrive e parla, con un giornalista che raccoglie, chè questo dovrebbe essere il mestiere del giornalista, raccontar fatti, cose, ascoltare e riportare, un uomo sul campo che, anche se Comandante per gran parte della sua vita per i ruoli ricoperti, ha vissuto le operazioni più brillanti, più tragiche e più pericolose degli ultimi 40 anni della storia d’Italia. Un Generale dei Carabinieri messo sotto processo insieme ad un altro dei suoi uomini migliori e diventato anche lui storia d’Italia, il Capitano Ultimo, ed altri, colui che materialmente con i suoi pochi e valorosi uomini, liberò la Sicilia dai corleonesi il 15 gennaio del 1993 arrestando Salvatore Riina considerato il Capo di Cosa Nostra occidentale. O altri ancora dell’Arma come il Capitano De Donno o ancora un altro Ufficiale, l’allora Tenente Canale.

Intanto si dice Cosa Nostra e non mafia, come specificò a suo tempo Buscetta e secondo perchè si tratta della Sicilia Occidentale, terra e situaizone ababstanza diversa da quella Orientale e interna, checchè ne dicano i soliti parolai. Scrive e parla un generale oggi in pensione che fino ad ora aveva risposto soltanto alle domande dei giudici ( “ma che Paese è questo?” dice a un certo punto Mori quando racconta delle sue vicende ) con rispetto e dignità verso lo Stato e a qualche intervista rilasciata ufficialmente.

 

 

La prima cosa che mi sovviene alla chiusura del libro letto è una frase che ogni tanto Mori ripete parlando dei suoi uomini che considero la più importante tra quelle da lui dette nel libro i: “Uomo di grande spessore e conoscenze del territorio o memoria storica”. Perchè è importante? Perchè puntualizzare questa cosa indica la realtà di ciò che è la vita di un investigatore: la conoscenza del territorio, la memoria storica, l’esperienza che significa alla fine e si tramuta nel campo in rispetto e consapevolezza che si ha a che fare con uomini e donne. Oltre che u riconoscimento al lavoro degli investigatori sembra quasi che Mori voglia dire che il patrimonio di conoscenze degli uomini di legge che operano sul campo è basilare per mettere insieme tanti tasselli realisticamente e non facendo voli pindarici seduti a casa magari prendendo il thè con i biscottini con qualche amica ammaliata dalle farneticazioni ideologiche.

La seconda cosa è che Mori tiene a precisare che è un militare. lo è sempre stato in una forma duplice come i Carabinieri sono stati nell’Unità d’Italia a partire essenzialmente dal dopoguerra: nella doppia veste di soldati e di investigatori. Questo dunque significa avere una morale interiore legata alla Cavalleria, rispetto per le Istituzioni al di là della forma di Stato, concenzione della vita personale, asservimento alle leggi dello Stato e allo stesso tempo difesa del territorio, dei cittadini, della libertà altrui.

 

Mori inoltre cita spesso una figura imponente nell’Arma: Carlo Alberto Dalla Chiesa che nell’Arma fu, da piemontese di nascita ed è anche interessante dire quanto Mori percepisce importante questo termine usato da una parte dei siciliani cosa che ne fa di lui un attento osservatore della cultura di un popolo lontanissima dalla sua e non solo un militare che arresta, Dalla Chiesa fu dunque prima Capitano a Corleone, poi Comandante della Legione di Palermo ( i più giovani magari non sanno che una volta quello che oggi viene chiamato Comando Provinciale una volta portava il nome romano di Legione ) e poi Prefetto dove trovò la morte, a Palermo, dopo circa 100 giorni insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’unico agente di scorta che lo seguiva, Domenico Russo. Da killer di Cosa Nostra, ovviamente come la verità giudiziaria ha stabilito. Memoria storica e persona di alto spessore, Dalla Chiesa, prorompente ed enorme per certi versi all’Interno dell’Arma, innovatore, secondo Mori e io sono d’accordo con lui, nei metodi investigativi che poi saranno quelli usati nella lotta alle Brigate Rosse e utilizzati anche in Sicilia che hanno condotto a risultati brillanti sul campo di cui gli unici e veri usufruitori sono stati i cittadini italiani. Dalla Chiesa è stato ammazzato, Mori, Ultimo e De Donno, l’altro ufficiale che ha operato per molto tempo fedelmente con Mori, sono finiti sotto processo e altri pure hanno pagato la loro devozione allo Stato, alla legge e alla democrazia. Mori ne ricorda tanti e non tutti, scusandosi, a volte perchè sono tanti i nomi da elencare e a volte perchè magari non si può. Uno su tutti, senza togliere nulla a nessuno, è il Maresciallo dei Carabinieri, Comandante la Stazione di Terrasini, Antonino Lombardo, morto a Palermo per sua mano dopo le infamie nei suoi confronti, fedele e attivo investigatore nella lotta alla mafia dalla grande memoria storica e di cui nessuno ancora risponde perchè in questo Paese ( “Ma che Paese è questo?” ) com’è giusto che la responsabilità penale sia personale in base alle leggi vigenti del Codice Penale non è forse giusto che non esista una responsabilità morale, come in tutti i Paesi del Mondo e ad ogni mondo in Italia un pò troppo di più.

 

 

Non è tanto ora il discorrere sul e del racconto del Generale che voglio concludere, brevissimamente, perchè magari qualcuno dirà: “Non ha detto tutto”. E perchè nel caso gli altri hanno forse detto tutto di contro? Intanto Mori è o no un militare e ha risposto alle domande dei giudici dello Stato sempre con coerenza ma poi che vogliono sapere di più? Ma al di là di questo oltre al racconto della storia d’Italia più tragica del dopoguerra, dalle Brigate Rosse a Cosa Nostra, con interventi anche nei confronti della ‘Ndrina e della Camorra e del terrorismo nero, internazionale e rosso, c’è una cosa che mi ha colpito, pacatezza del discorrere e puntuale a parte e coerenza: l’umanità con cui ha affrontato, lui e i suoi uomini, e altri, il mondo del terrorismo, di Cosa Nostra, della devianza. Non un semplice Carabiniere com’è nell’immaginario di molti, e anche presente nella realtà, per carità, che ti fa la contravvenzione perchè non ti funziona la freccia senza se e senza ma, ma ascoltare, capire, conoscere perchè certe persone hanno scelto, e sceglieranno purtroppo, di stare dalla parte della violenza contro lo Stato e i cittadini. Penso sia la cosa migliore che un soldato, un militare, un investigatore, possa fare specialmente se lo fa credendo fermamente in questo. Perchè un militare, come dice Ultimo in alcune sue dichiarazioni “Sei sul carro armato” riportando al proposito l’immagine del cittadino che si oppone al carro armato che fa di tutto per non passargli sopra, deve sempre tenere presente queste due cose: la legge che deve fare rispettare e l’uomo che ha davanti a cui far rispettare la legge. Non è poco per un uomo aver agito così.

 

 

Antonio Pignatiello

Muore lo storico Presidente Lauria

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Scompare uno degli storici presidenti dell’Alcamo. Si tratta di Giuseppe Lauria. Muore a 79 anni dopo una malattia che aveva limitato fortemente la capacità deambulatoria. Fu uno tra i più autorevoli dirigenti dell’Alcamo portanto i bianconeri fino alla Serie C.

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