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lunedì, Maggio 19, 2025
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C/mare del Golfo, Francesco Buzzurro in concerto

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Si terrà mercoledì 23 luglio a Castellammare del Golfo il concerto di Francesco Buzzurro: il chitarrista proporrà da Piazza Castello, a partire dalle ore 21.30, il live dal titolo “One Man Band”, in cui reinterpreterà con personali arrangiamenti alcuni successi di artisti come Gershwin, Chick Corea, Dizzy Gillespie e Jobim, oltre a presentare alcuni brani del suo nuovo album di inediti “Il Quinto Elemento”, che uscirà il 7 ottobre, e altri tratti dai suoi precedenti lavori discografici.
“La mia visione della chitarra è stata sempre decisamente orchestrale e nell’arrangiare un brano ho sempre avuto in mente la sua esecuzione in ensemble o, più ambiziosamente, in versione big band-spiega Buzzurro-. Ecco perché il titolo “One man band”, non certo per presunzione ma per il rapporto che ho sempre avuto col mio strumento in solitudine, una relazione molto intima fondata sullo scambio continuo di emozioni autentiche attraverso l’esecuzione di brani tratti dai repertori più disparati”.
Domani, martedì 22 luglio, Francesco Buzzurro prenderà parte al concerto del Giuseppe Milici Quintet presso il Teatro di Verdura di Palermo, mentre sabato 26 luglio, in duo con Antonella Ruggiero, sarà ospite di “Napoli prima e dopo”, il programma televisivo dedicato alla canzone partenopea in onda su Rai 1 in prima serata. Il 31 luglio alla Valle dei Templi di Agrigento, insieme all’armonicista Giuseppe Milici, il chitarrista aprirà la prima edizione dell’Agrigento Jazz Festival con il progetto “Attenti a quei due”, in cui, oltre a proporre composizioni originali di entrambi, i due musicisti siciliani spazieranno dal jazz al pop con accenni alla musica da film e a quella brasiliana.
Francesco Buzzurro affianca alla passione per la musica classica una profonda ricerca nell’ambito del jazz, sviluppando presto una particolare maniera d’improvvisare. Entra nell’Orchestra Jazz Siciliana e condivide il palco con mostri sacri del jazz. Collabora con alcuni tra i più noti esponenti della musica italiana e con l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Chitarrista di confine e fuori dagli schemi, tiene seminari unificati per i dipartimenti di chitarra classica e jazz all’University of Southern California di Los Angeles. È docente di Chitarra Jazz al Conservatorio di Palermo e tiene masterclass presso conservatori, scuole di musica e università italiane e straniere.

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Trappeto: reti idriche, Comune rinuncia a gestione

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TRAPPETO. Reti ridotte ad un colabrodo. Il sindaco di Trappeto, Giuseppe Vitale, costretto a gettare la spugna: in queste condizioni il piccolo paese marinaro non è in grado di tornare a gestire l’erogazione idrica per uso potabile. A nemmeno 24 ore dalla riconsegna della gestione delle reti da parte dell’ex Provincia regionale di Palermo il municipio trappetese si vede costretto a fare marcia indietro. Decisione che arriva dopo un sopralluogo effettuato personalmente dal sindaco trappetese con tecnici della Provincia e operai dell’Aps, la società acque potabili in fase di liquidazione che ha gestito il servizio idrico a Trappeto ed in altri 51 Comuni della provincia palermitana. “Trappeto è ritornata sui suoi passi – afferma il segretario aziendale dell’Ugl presso l’Ato idrico Palermo – per evidente consapevolezza di non poter gestire con proprie risorse sia il servizio idrico sia l’impianto di depurazione. Prova eclatante è che non ci sono da parte dei Comuni le competenze tecniche e legislative per potere oggi gestire il servizio in provincia di Palermo”. Trappeto fa parte di quella schiera di 10 Comuni che con l’oramai ex Provincia avevano innescato un vero e proprio braccio di ferro finito in tribunale e che è stato alla fine a loro favorevole. Infatti la Corte di Appello di Palermo ha emesso nel maggio scorso un’ordinanza che ha disposto la restituzione della gestione del Servizio Idrico Integrato proprio a questi Comuni che hanno attivato una vertenza giudiziaria. Era stato deciso che a loro dovevano essere restituiti gli impianti, le reti di distribuzione e i beni funzionali alla gestione del servizio idrico fognario che erano stati gestiti da Aps e che era stata ritenuta inadeguata a continuare a mantenere la gestione. Polemico il sindacato dell’Ugl in questa vicenda: “Qualcuno, addirittura violando le elementari norme e leggi di appalto in contrasto con le leggi antimafia, – aggiunge nella nota Rosario Vitale – ha dato incarico a ditte private di dare supporto alla gestione con risorse terze. E’ il caso quindi che la procura indaghi e che quindi si proceda a denunciare direttamente al magistrato di turno tali situazione assoluta irregolarità normativa e legislativa che violano ogni norma regolamentare di appalto e servizi”. Il sindaco di Trappeto spiega il perché di questa decisione di lasciare ad Aps la gestione dopo avere portato avanti una battaglia legale: “Ho effettuato personalmente un sopralluogo sugli impianti idrici – afferma Giuseppe Vitale – e la situazione è disastrosa. Numerose sono le perdite nella rete e le disfunzioni degli impianti”. Il primo cittadino per questo motivo ha inviato un fax alla Provincia informando del fatto che sono state restituite le chiavi degli impianti e che quindi accetta, suo malgrado, il proseguo della gestione con Aps. Sarebbero almeno 5 le gravi rotture alla rete, tra cui quelle nelle vie Residenziale e Girasole, e vicino lo scalo marittimo.

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Partinico: distilleria, nuova diffida all’Arta

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PARTINICO. Nuova diffida nei confronti dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente per la questione inerenti lo scarico in atmosfera della distilleria Bertolino di Partinico. Legambiente, il Movimento 5 Stelle, Rifondazione comunista, i gruppi consiliari “Cambiamo Partinico” e “Gruppo Misto-Servire non Servirsi”, e l’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità “La Franca” hanno deciso di tornare alla carica considerato il silenzio che è calato attorno alla vicenda dopo le riunioni e le conferenze di servizio convocate ma che ancora oggi non hanno prodotto nulla di concreto. Ad essere diffidati, in particolare, sono il Servizio 1 e il Servizio 2 dell’assessorato. Ai due uffici competenti in materia di emissioni agli scarichi dell’industria partinicese si lancia un vero e proprio dik tat: si chiede di dare “immediato inizio all’iter finalizzato al rilascio dell’Aia per la Distilleria Bertolino ed a sospendere qualsiasi attività svolta dalla stessa industria nelle more della definizione del nuovo iter procedurale”. “Se non si avrà riscontro entro i prossimi 10 giorni – si legge nell’atto di diffida – ulteriori omissioni e indebiti ritardi verranno denunciati all’Autorità Giudiziaria competente”. Tutta la questione si impernia attorno alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera della discussa azienda di distillazione più grande d’Europa. L’ultima autorizzazione della Regione risale al 2011: la Bertolino presentò nei tempi la richiesta di rinnovo su cui però l’Arta non si è mai più pronunciata e per questa l’azienda ha proseguito la sua attività in regime di “prorogatio”, cioè vale a dire sulla scorta della precedente autorizzazione. Cosa che non potrebbe fare, secondo chi ha presentato la diffida, in quanto la norma in tal senso lo vieta se non per un breve periodo di 8 mesi. Non solo: sempre secondo ambientalisti, associazionismo e politica la distilleria dovrebbe finire sotto un nuovo procedimento, nettamente più restrittivo rispetto all’attuale, per ottenere l’autorizzazione allo scarico per l’emissione in atmosfera. A detta loro si dovrebbe applicare l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, non però per la titolare della distilleria che ha precisato che il suo impianto è sotto certi regimi. Altro nodo cruciale è lo stoccaggio delle vinacce, certamente tra le cause delle emissioni maleodoranti provenienti dall’industria. Allo stato attuale ciò avviene con l’accumulo di vinacce all’esterno dell’industria, coperte da un telone come da ordinanza emessa dal sindaco Salvo Lo Biundo. Ma questa restrizione non basterebbe e per questo si avvertirebbero i fumi maleodoranti. E’ stata evidenziata la necessità di apporre degli opportuni filtraggi al camino più alto. La Regione, nel giugno scorso nel corso dell’ultima conferenza di servizi, disse che avrebbe preso in esame tutte le istanze presentate per verificare la loro ammissibilità. Da allora, però, è calato il più assoluto silenzio.

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Alcamo: rete idrica, riparazioni un salasso

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L’emergenza idrica oramai è solo un ricordo per Alcamo, almeno per il momento. I turni di erogazione, specie nel centro storico, si sono riaccorciati a tre giorni, come era stato disposto dal Comune prima della serie di rotture alla rete che hanno complicato la situazione sino a provocare uno stop all’erogazione anche di 12 giorni. Ma è costata davvero cara questa ennesima emergenza alle casse comunali. Soltanto in questa prima parte del mese di luglio il Comune ha liquidato e impegnato somme superiori alle 70 mila euro per tre diversi maxi interventi affidati a tre diverse imprese specializzate nel settore. Una tranche di 24 mila e 400 euro sono andati alla Miscar costruzioni srl di Alcamo, per lavori urgenti di riparazione della conduttura adduttiva proveniente dalle sorgenti Dammusi e Cannizzaro; stessa identica cifra è destinata all’impresa Cassarà srl di Alcamo per avere effettuato la fornitura e sostituzione di tubazione in ghisa per le riparazioni sempre sulla condotta del Dammusi; infine 23 mila e 180 euro sono stati liquidati alla ditta Faraci Ignazio, anch’essa alcamese, per lavori urgenti di riparazioni della condotta idrica di adduzione proveniente dalle sorgenti Chiusa-Dammusi-Mirto e Cannizzaro, con interventi anche alla rete idrica cittadina. Un vero e proprio dissanguamento delle finanze comunali che pagano lo scotto di infrastrutture vecchie, obsolete e soprattutto non adeguate alle esigenze del territorio. Il problema sostanziale è che con questi lavori non si ha nessuna garanzia, anzi: purtroppo le deficitarie condizioni delle condotte e la loro ubicazione, in aree ad altissima densità franosa, non danno alcuna sicurezza sulla tenuta del servizio. In pratica da un momento all’altro l’emergenza può ripresentarsi ed è sempre dietro l’angolo come sottolineato dall’amministrazione comunale. Da anni ci si interroga sulla necessità di provvedere ad una totale sostituzione della rete idrica ridotta oggi ad un vero e proprio colabrodo. Ma la cosa non è affatto facile: secondo una stima dei tecnici del Comune per la sostituzione servirebbero qualcosa come 2 milioni di euro, soldi di cui il Comune non dispone in cassa. La situazione comunque è anche meno problematica di quello che potrebbe essere dal momento che il centro urbano si è quasi del tutto svuotato per via della tradizionale “emigrazione” di massa ad Alcamo marina, dove non esiste rete idrica e qui di ci si approvvigiona solo con autobotti. Quindi la richiesta di acqua è nettamente inferiore. In pratica a soffrire la sete sono quei pochi rimasti in città a lavorare o perché non posseggono una casa lungo il litorale. Per loro l’estate si preannuncia rovente, e non solo per le alte temperature.

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Alcamo: Cantieri lavoro, dal Comune i progetti esecutivi

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Fuori dalla prima tranche dei cantieri di servizio, il Comune di Alcamo corre ai ripari e accelera per mettere in moto l’attivazione della misura a sostegno dei disoccupati. La giunta ha approvato la progettazione esecutiva di tutti i cantieri di lavoro, come già sollecitato dalla Regione nei giorni scorsi dopo che proprio la cittadina alcamese si è ritrovata fuori nel primo start up che ha visto coinvolti soltanto 57 Comuni in tutta la Sicilia. Pochi enti locali si sono fatti trovare subito pronti e tra questi non figurava proprio Alcamo. Ma sarà questione di attendere qualche altro giorno: la giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre ha deliberato la progettazione esecutiva e quindi l’ultimo step burocratico è stato completato. Proprio nei giorni scorsi in consiglio comunale era stata innescata qualche polemica e all’amministrazione si chiedeva proprio il perché il Comune non si fosse fatto trovare pronto al primo appello. Si parte non senza qualche sorpresa. Infatti al Comune di Alcamo non sono stati approvati due progetti sui 13 presentati dalla Regione. Uno di questi è stato sicuramente depennato e riguarda l’assistenza igienico-personale ad alunni portatori di handicap: secondo l’assessorato regionale al Lavoro non possono essere eliminate le cause per l’approvazione poiché non può essere prestata l’assistenza igienico-sanitaria, in quanto necessiterebbe una formazione adeguata e specifica degli operatori; resta invece in bilico un altro progetto riguardante il sostegno ai disabili psichici della comunità-alloggio “Oronzo De Giovanni”: in questo caso è stata fatta un’osservazione in cui si dice che sono poco chiare le finalità del progetto: si è chiesta una rimodulazione del progetto stesso e il Comune lo ha fatto, adesso attende risposte sul finanziamento. Sicuramente invece sono stati approvati tutti gli altri 11 progetto per un ammontare di circa 442 mila euro. Si tratta di manutenzione del verde pubblico delle ville e dei giardini comunali, della segnaletica orizzontale e verticale delle strade comunali, della viabilità comunale esterna e della viabilità rurale, del verde pubblico delle zone periferiche e di quelle di accesso alla città, del verde pubblico delle aree di pertinenza delle scuole comunali, degli asili nido e di quelle di pertinenza degli impianti sportivi comunali e degli immobili comunali e degli impianti di illuminazione pubblica; prevista anche la pulizia e sistemazione archivi degli uffici comunali e della Biblioteca Civica “Sebastiano Bagolino”, il servizio di vigilanza e sorveglianza entrata ed uscita dei bambini nelle scuole, il supporto al personale del Comune in servizio al Centro Diurno Anziani ed infine la pulizia di ambienti interni ed esterni agli asili nido.

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Castelvetrano: si suicida un falegname.

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Suicidio a Castelvetrano, a togliersi la vita è stato Giuseppe Inzerillo falegname di professione. L’uomo di 46 anni è stato ritrovato dalla moglie nell’androne di casa , in zona Palma, con una catena di ferro stretta al collo. Inzerillo aveva due figli, era un padre esemplare ed ottimo professionista, ma qualcosa avrà turbato la sua famiglia, infatti proprio qualche mese addietro a togliersi la vita era sta il padre anziano, anche lui morto suicida.

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Castelvetrano: comune dovrà pagare 100 mila euro per risarcimento danni.

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Pubblicata la motivazione della sentenza della corte di appello di Palermo con la quale si rigetta l’opposizione  fatta dall’ex sindaco Pompeo contro la sentenza del 2011, emessa dal Giudice del Lavoro di Marsala, con la quale il Comune di Castelvetano era stato condannato a riammettere il dirigente Marcello Caradonna nell’incarico di comandante della polizia municipale.

Secondo la sentenza della corte d’appello, ed ancor prima secondo il tribunale del lavoro di Marsala, Pompeo avrebbe, tramite un provvedimento sindacale del 2009, illegittimamente revocato l’incarico a Caradonna. Sin dal primo grado di giudizio la difesa dell’ex sindaco aveva puntato sul fatto che il contratto con il dirigente Marcello Caradonna a termine, poteva essere revocato a giudizio del sindaco, in qualsiasi momento anche per il mancato raggiungimento di obiettivi ,cosa non dimostrata e soggetta anche al parere del Comitato dei Garanti. ”La Corte di Appello ha sancito, infatti,  che la rescissione unilaterale e anticipata senza preavviso e a giudizio insindacabile del sindaco è assolutamente nulla perché contraria alla legge.

Questo il responso finale del giudizio di secondo grado, particolarmente penalizzante nella motivazione in danno dell’ex sindaco Pompeo, che segna una ulteriore vittoria del  Caradonna ormai pronto a presentare una richiesta di pagamento di oltre  100.000 euro a titolo di risarcimento del danno subito.

Nel frattempo, il Tribunale di Marsala ha fissato per il 22 settembre 2014 l’udienza di discussione del procedimento penale a carico dell’ex sindaco Pompeo per abuso di ufficio, originato dalla denunzia dello stesso Caradonna ed avente per oggetto la medesima questione trattata in sede civile.

Intanto, il comune di Castelvetrano, ha liquidato all’ex comandante dei vigili urbani le spese legali.

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Gibellina: Controlli dei carabinieri nel fine settimana

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Denunciato in stato di libertà alla procura di Sciacca, per detenzione ai fini di spaccio, un trentenne- C.T.-  fermato durante dei Controlli eseguiti nel fine settimana da parte dei carabinieri della Stazione di Gibellina e di Santa Ninfa al fine di prevenire incidenti e contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Il giovane nascondeva, all’interno della sua vettura, 19 grammi di hashish dal valore di marcato di duecento euro circa.

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Marsala, il sindaco Adamo verso le dimissioni

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MARSALA – L’addio sembra essere già nell’aria. Vicino a questa scelta delle clamorose dimissioni da sindaco di Marsala Giulia Adamo dopo avere subito una condanna dalla prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo a due anni e dieci mesi per tentata concussione, più l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il provvedimento potrebbe maturare dopo le forti pressioni politiche ricevute in seguito alla decisione del prefetto di Trapani di sospenderla dall’incarico per 18 mesi come recita la nuova normativa che regola la materia. Pare che sia in particolare il partito Democratico a spingere per far dimettere il primo cittadino per ragioni di natura etica e di opportunità. Se la Adamo dovesse dare seguito alle dimissioni la prossima mossa spetterebbe ad Antonio Vinci, esponente del Partito Democratico nonché vicesindaco: secondo quanto detta la norma diverrebbe lui il sindaco a tutti gli effetti. Ma pare che il Pd sia intenzionato a spingere anche lui alle dimissioni. Se così fosse gli organi amministrativi verrebbero commissariati e il Comune andrebbe a nuove elezioni nella prossima tornata elettorale. Il Pd sarebbe orientato in questo modo per il semplice motivo che da parte della stessa Giulia Adamo non è arrivato affatto alcun attestato di stima e sostegno. Anzi, 24 ore dopo la condanna, la Adamo, consapevole della sospensione prefettizia, in fretta e furia aveva emanato una determina per nominare suo vice Benny Musillami, uomo di fiducia. Un vero e proprio atto di sfiducia dell’oramai sospeso sindaco verso i Democratici. Un atto politico che potrebbe determinare una definitiva rottura anche in chiave di prossime elezioni tra la Adamo e lo stesso Pd. La determina è stata però invalidata dal prefetto che ha sottolineato come la sospensione della Adamo aveva effetto immediato rispetto alla sentenza. Quindi in pista è ritornato Vinci. Ma qui siamo sul campo delle ipotesi, per cui ancora non ci si può sbilanciare. All’interno del Pd non tutti infatti sarebbero convinti che le dimissioni dello stesso Vinci sarebbero la mossa azzeccata. Sul piano politico il Pd potrebbe invece vendicarsi immediatamente e impedire alla Adamo di tornare magari in pista alle prossime elezioni. Si parla già dell’intenzione dell’ex deputato regionale di presentare una propria lista ed un candidato sindaco a lei vicino, come lo stesso Musillami, o uno degli altri due assessori, Antonio Provenzano o Patrizia Montalto, quest’ultima fresca di avviso di garanzia per falso e favoreggiamento. Insomma, un quadro politico e amministrativo tutto in divenire e che diventerà sempre più chiaro con il passare delle ore. La condanna della Adamo è legata a quando ricopriva il ruolo di Presidente della Provincia, nel 2005: secondo l’accusa la Adamo si rifiutò di dare un contributo all’istituto degli Audiofonolesi se non avessero cambiato il presidente con un nome a lei gradito, Milena Vinci. La vicenda è articolata, e si è protratta del tempo, perché per due volte la stessa Adamo è stata assolta per abuso d’ufficio e per due volte la Cassazione ha mandato tutto indietro. Adesso arriva la condanna, ma per un’altra imputazione: tentata concussione.

 

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Partinico, bambino graffiato da un randagio

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PARTINICO – Un graffio in viso ed uno sulla pancia. Brutta disavventura per un bambino di 4 anni a Partinico, colpito da un cane di piccola taglia. L’episodio si è consumato nei pressi di via Santa Caterina, all’altezza di un supermercato. Secondo la ricostruzione dei fatti il piccolo, incuriosito da un cane randagio che stazionava vicino a lui, si sarebbe avvicinato nel tentativo di accarezzarlo. L’animale, probabilmente spaventato, ha reagito alzando la zampa e colpendo il bimbo. Sono stati attimi di panico anche se l’allarme è subito rientrato: C.B., queste le iniziali della piccola vittima, è stato subito soccorso. Fortunatamente non c’è stato neanche bisogno di ricorrere alle cure dei medici. Il cane lo ha praticamente colpito solo di striscio, ferendolo superficialmente al naso e all’addome. L’animale, nonostante non abbia dato alcun segno di particolare aggressività, è astato comunque accalappiato e è sotto osservazione da parte dell’ufficio Veterinario di Partinico facente parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Un caso che fortunatamente non ha avuto gravi conseguenze ma certamente i precedenti accaduti a Partinico fanno emergere ancora una volta come rimanga di grande attualità il fenomeno del randagismo che assume sempre più i connotati di una vera e propria emergenza. Negli ultimi mesi si sono verificati episodi che hanno confermato questo campanello d’allarme: una famiglia nella zona di Mirto è stata costretta a barricarsi in casa perché assalita davanti la porta da un branco di cani e solo l’intervento dei vigili urbani e dell’assessorato comunale alla Sanità ha fatto tornare la situazione alla normalità, con l’allontanamento dei cani. Appena qualche settimana prima un giovane era stato aggredito in via Ninni Cassarà, con tanto di morso di cane e ricovero in ospedale. Negli ultimi anni sono oltre una decina i casi, più o meno gravi, di aggressioni di randagi. Il più grave sicuramente nel 2010 quando ad essere assalito fu un bimbo di due anni che si trovava seduto su un carrello della spesa appena fuori un supermercato in compagnia dei genitori. Il piccolo, dopo che un randagio gli saltò addosso, dovette fare ricorso ad un’operazione maxillo-facciale a Palermo per le gravi ferite riportate in viso. Ma ci furono anche diversi ciclisti, motociclisti ed anche pedoni finiti in ospedale per l’aggressione di alcuni cani randagi, in tutti i casi denunciati alle forze dell’ordine ed al Comune. Episodi che fanno il paio con una catena altrettanto numerosa di casi di avvelenamento di cani. Evidentemente qualcuno, impaurito, vuole in questo modo farsi giustizia da solo. Intanto resta ancora al palo il completamento del canile comunale, i cui lavori dovrebbero a breve ripartire dopo che si è registrata una situazione di empasse a causa di problemi di carattere economico-burocratico. Una struttura che non è certamente la panacea di tutti i mali ma che potrebbe attutire il fenomeno.

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