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lunedì, Giugno 9, 2025
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Fuga di gas nella via Flavio Gioia ad Alcamo, evacuato quartiere (VIDEO)

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Un appartamento al secondo piano della via Flavio Gioia di Alcamo che avrebbe potuto trasformarsi in una bomba a causa di una fuga di gas. La strada si trova nel centro storico a pochi metri dalla chiesa Madre e piazza Ciullo. L’allarme è scattato verso le 16 di ieri quando alcune persone e abitanti della zona hanno avvertito un forte odore di gas. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Alcamo e i carabinieri della locale compagnia che hanno isolato il quartiere sia dalla parte del corso VI Aprile che dalla parte di piazza Mercato e via Masaniello invitando le persone ad allontanarsi. Tutto il quartiere è rimasto isolato fino a tarda sera. I vigili del fuoco hanno ispezionato la zona e scoperto che il gas proveniva dal secondo piano di un’abitazione della via Flavio Gioia. Sono saliti con una scala, rotto il vetro di un balcone ed entrati nella cucina, con machere antigas, hanno individuato e quindi chiuso il contatore e poi hanno fatto arieggiare la casa i cui proprietari in questo momento si trovano fuori dalla Sicilia.

Il gas è pericoloso quando ristagna e satura l’aria di un ambiente in quanto può portare ad esplosioni o incendi, nonché all’avvelenamento da monossido di carbonio. Aprire porte e finestre arieggiando le stanze è dunque un primo modo per scongiurare questi pericoli. E la cronaca dice quanto sia pericoloso. Ricordiamo che il 21 gennaio scorso a Catania e precisamente nel quartiere di San Giovanni Galerno è crollata una palazzina. Sul posto da Trapani è arrivata ad Alcamo una squadra NBCR, nucleare, biologico, chimico, radiologico. Questi specialisti dei vigili del fuoco si distinguono dagli altri per la particolarità dei loro indumenti. Tecnici della G2 Rete gas hanno collaborato alle operazioni per evitare pericoli e mettere in sicurezza la zona. Solo nella tarda serata è cessato l’allarme. Una simile emergenza si verificò ad Alcamo alla vigilia del capodanno 2022 in una strada perpendicolare a piazza della Repubblica.

Schifani: “Strada che collega Scopello e San Vito Lo Capo”. Scoppia la bufera

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Probabilmente Renato Schifani, presidente della Regione, si sarà espresso male o intendeva parlare soltanto dei lunghi tragitti che spesso in Sicilia si devono ancora fare per mancanza di collegamenti viari celeri. O forse si riferiva alla cosiddetta ‘Via dei Marmi’, quella che dal castello di Baida raggiunge San Vito Lo Capo. Speriamo davvero che di questo si sia trattato perché pensare ad altro, cioè alla costruzione di una strada che colleghi Scopello con San Vito Lo Capo passando dallo Zingaro, appare davvero inconcepibile e in contrasto con quel turismo eco-sostenibile che porta milioni di persone sui sentieri e nelle calette della Riserva. Per non parlare degli enormi danni all’ambiente e al paesaggio.

Le parole pronunciate alla BIT dal presidente Schifani, che ha paventato la possibilità di realizzare una strada da Palermo a San Vito Lo Capo, attraversando la Riserva Naturale dello Zingaro, hanno suscitato sgomento e un vespaio di polemiche. Fra l’altro da Palazzo d’Orleans, dopo quasi 24 ore, non è ancora arrivato alcun chiarimento. “Tale possibilità – ha detto la deputata regionale dei 5 Stelle, Cristina Ciminnisi – rappresenta un’offesa alla storia, alla natura e al buon senso”. La parlamentare trapanese ha quindi fatto riferimento alla marcia del 1980 che portò allo Zingaro, proprio a protezione del paesaggio e per fermare la costruzione di una strada, oltre duemila persone da tutta la Sicilia e da oltre lo Stretto. “Con quella grande manifestazione – ha aggiunto Ciminnisi – lo Zingaro è stato preservato ed è poi divenuto il punto di partenza per il sistema delle riserve naturali in Sicilia, diventando un simbolo di resistenza contro la cementificazione selvaggia e un modello di sviluppo sostenibile”. Secondo la deputata regionale pentastellata “è folle averlo soltanto pensato. Averlo detto a una fiera internazionale del turismo dove il Presidente dovrebbe andare a promuovere la bellezza della nostra Sicilia – ha rincarato Ciminnisi – è un pugno nello stomaco rispetto a chi in questi quarant’anni ha difeso il territorio della Riserva. Il presidente Schifani – conclude la deputata trapanese – si ravveda immediatamente e rinunci a questa pazza idea”.

Lo splendido paesaggio fra Scopello e San Vito Lo Capo venne salvato dalla marcia del 18 magio del 1980. Da quell’iniziativa, che mise assieme tantissima gente di estrazione politica diversa, nacque l’anno dopo la legge regionale di istituzione delle riserve naturali. Prima firmataria e relatrice una giovanissima deputata alcamese, Francesca Messana, e prima riserva a vedere la luce proprio quella dello Zingaro, salvata dalla costruzione di una strada.

Centro congressi di Alcamo, Viviano “Il Marconi sarà riaperto il primo aprile”

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La speranza è che non sia un pesce d’aprile propinato dall’assessore Mario Viviano. Parola di Viviano “il centro congressi Marconi sarà riaperto il prossimo primo aprile”. La dichiarazione ieri pomeriggio durante la riunione del consiglio comunale di Alcamo durante la quale si è discusso dell’interrogazione presentata, è la seconda, di Annalisa Guggino che dichiara: “La Città vuole fornite risposte concrete, chiare, non mi ritengo soddisfatta dell’operato dell’amministrazione, il Centro Congressi Marconi penalizza una comunità di 45 mila abitanti e la sua crescita socio – culturale. Pertanto, attendo la data del 1 aprile 2025, se la struttura non sarà disponibile ritornerò sull’argomento con tutti i mezzi istituzionali previsti dalla legge affinché venga riaperto.”

Il centro congressi Marconi è chiuso dal 16 gennaio dello scorso anno. Una vicenda paradossale che si riflette negativamente sulla vita culturale della città che penalizza attività arie come per esempio mostre, concerti e convegni. In una città i cui quotidianamente con comunicati stampa il Comune strombazza iniziative, strutture come il Marconi, il parcheggio sotterraneo i piazza Bagolino restano chiusi, tanto per citare alcuni esempi ai quali aggiungiamo il castello dei conti di Modica. Nell’interrogazione la Guggino ripercorre alcune tappe della vicenda premettendo: “che con provvedimento dirigenziale n. 672 del 31/05/2024 determinazione dirigenziale n. 198 del 31/05/2024, si è provveduto all’affidamento del servizio di redazione e presentazione SCIA antincendio relativo al Centro Congresso Marconi, Che con protocollo n. 57869 del 28/06/2024 è stata presentata interrogazione sulla riapertura in cui gli amministratori hanno risposto che sarebbe stata imminente. Invece sono trascorsi tredici mesi e mezzo e la porta dell’immobile del corso VI Aprile continua a restare chiusa. Alcune manifestazioni sono state dirottate alla Cittadella dei giovani che ha meno della metà dei posti del Marconi. Al Comune di Alcamo si procede a passo di lumaca non solo per il Marconi ma anche per altri problemi incancreniti la cui soluzione tarda. Discusse anche mozione di indirizzo su: pianificazione PRG”, cestini per deiezioni canine ed eliminazione scritte volgari ad Alcamo Marina.

Giornata delle donne nella scienza. Il ‘Rosina Salvo’ di Trapani incontra studiose

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Un centinaio di studenti, due pullman, una decina di insegnanti. Così l’Istituto di Istruzione Superiore Rosina Salvo di Trapani ha celebrato stamani la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Ospiti del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice gli studenti hanno ascoltato studiose e scienziate. Le donne, storicamente, sono state sottovalutate nelle materie cosiddette STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) per una varietà di motivi: pregiudizi di genere, stereotipi culturali e disparità di opportunità. Fattori che hanno contribuito a creare un ambiente in cui le donne hanno avuto meno accesso all’istruzione e alle opportunità in tali discipline rispetto agli uomini.

Oggi però il gentil-sesso gioca un ruolo sempre più significativo nelle materie STEM, a cominciare dalla partecipazione accademica. Stanno aumentando la loro presenza nelle facoltà e nelle istituzioni accademiche. Anche la presenza delle donne nella ricerca scientifica è sempre più rilevante, sebbene non ancora al pari di quella degli uomini. Questa mattina gli studenti del Rosina Salvo sono stati salutati da Ludovica Zichichi, ricercatrice in materie statistiche, nipote dello scienziato trapanese Antonino Zichichi e di Ludovica Bernardini, scienziata, genetista, recentemente scomparsa, cui la giornata è stata dedicata. Sempre più donne, hanno rilevato poi le relatrici, tutte ricercatrici e docenti universitarie, stanno assumendo ruoli di leadership in settori tecnologici, scientifici e ingegneristici. Inoltre di sempre maggiore rilievo, è emerso da diversi interventi, è il contributo delle giovani laureate e laureande alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica. La giornata di incontro e confronto al centro Ettore Majorana di Erice è stata occasione per presentare anche un video, realizzato dagli studenti del Rosina Salvo. in massima parte ragazze, prodotto con l’Intelligenza Artificiale. Uno strumento che i ragazzi stanno imparando a gestire e che sarà sempre più presente nel loro futuro.

Voto per vertici dei liberi consorzi domenica 27 aprile, centro-destra sceglie compattezza

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A Palazzo d’Orleans la scelta è già stata fatta. Per l’ennesima volta. L’ultima decisione, poi annullata, prevedeva il voto lo scorso 15 dicembre. Adesso il presidente della Regione Renato Schifani ha nuovamente fissato la data per dare i vertici ai liberi consorzi, le ex province regionali. Come già annunciato qualche giorno fa si voterà domenica 27 aprile. La scelta è stata già comunicata al centro-destra, vale a dire le forze politiche che sostengono la giunta regionale, che ha manifestato la volontà di proporsi in maniera del tutto compatta.  Al voto, ovviamente, andranno solo sindaci e consiglieri comunali che non sono in scadenza e cioè il cui mandato abbia più di 18 mesi dalla futura scadenza.

Elezioni quindi di secondo livello, proprio quelle che la maggior parte dei partiti di governo voleva evitare per andare invece verso l’elezione diretta. I Liberi Consorzi comunali, le ex province regionali, da più di un decennio sono guidati da dirigenti e funzionari della Regione nelle vesti di commissari. Adesso, all’indomani del 27 aprile prossimo, potranno avere un presidente e un consiglio. La legge che aveva mandato in soffitta le vecchie Province, voluta con un colpo di spugna dall’allora governatore Rosario Crocetta, verrà quindi attuata fino in fondo.  A recarsi alle urne, quindi, non saranno i cittadini ma soltanto gli amministratori comunali in carica eletti.

Resteranno quindi esclusi gli assessori che godono di una nomina da parte dei sindaci e non del consenso popolare. Domenica 27 aprile andranno al voto sei liberi consorzi, oltre a Trapani anche Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa. Nelle tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) si voterà invece soltanto per i Consigli metropolitani, dal momento che il vertice dell’ente rimarrà nelle mani del sindaco della Città metropolitana, a Palermo Roberto Lagalla.

Condannato sindacalista mazarese, aveva offeso giornalisti locali

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Emessa la condanna contro il sindacalista mazarese Donato Giglio, per aver insultato e diffamato i giornalisti del periodico «Belice c’è». Il Gip del Tribunale di Marsala, Annalisa Amato, ha così messo fine alla vicenda che ha visto Giglio protagonista di un episodio avvenuto nel giugno scorso, quando aveva insultato pesantemente i giornalisti durante una diretta sulla pagina Facebook del periodico salemitano. « La condanna rappresenta una vittoria significativa per il diritto alla verità -commenta la redazione- e si erge anche a difesa di un principio fondamentale circa l’abuso dei social come strumento di offesa. Difendere l’informazione è difendere la democrazia stessa».

Maxi blitz antimafia con 181 tra fermi e arresti, anche a Terrasini, Cinisi e Carini (VIDEO)

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Maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Sono stati disposti i fermi e gli arresti di 181 persone, tra boss, “colonnelli”, uomini d’onore, ed estortori di diversi “mandamenti” del capoluogo siciliano e della provincia. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.

E’ allarme sicurezza nelle carceri. I mafiosi detenuti avrebbero a disposizione cellulari criptati introdotti illegalmente nelle celle con i quali parlerebbero indisturbati e darebbero ordini all’esterno. Gli apparecchi verrebbero usati per chiamare telefonini destinati esclusivamente a ricevere, una sorta di telefoni-citofoni: circostanza che rende difficilissimo incrociare i dati. Secondo gli inquirenti, grazie a questo escamotage, i boss riuscirebbero a gestire traffici di droga e organizzare summit. I principali mandamenti coinvolti nell’indagine sono quelli di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini , Pagliarelli e Carini. Nell’operazione sono stati complessivamente impegnati – con la copertura aerea di un elicottero del 9° Elinucleo di Palermo – 1.200 Carabinieri dei comandi provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei “baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento “Sicilia”, del 14° Battaglione “Calabria” e altre componenti specializzate dell’Arma.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo.  Le sirene delle gazzelle dei carabinieri hanno quindi  svegliato Palermo. Da San Lorenzo a Porta Nuova, da Santa Maria di Gesù a Bagheria, passando per i paesi della provincia lungo la strada che conduce all’aeroporto di Punta Raisi. Le indagini coinvolgono anche uomini di Pagliarelli e della Noce. Oltre 1.200 i militari impegnati nel blitz. La mafia di oggi subisce una batosta. È un mix fra vecchio e nuovo quello svelato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.  I boss di oggi usano le nuove tecnologie e i criptofonini per le riunioni. Sono smartphone che usano metodi di crittografia per proteggere i vari sistemi di comunicazione. La differenza principale con i cellulari normali risiede nel software: questi dispositivi contengono infatti sistemi di cifratura superiori agli apparecchi di solito sul mercato. Il traffico di droga è oggi uno dei business principali di Cosa nostra.

Truffa al SSN e falsità materiale, denunciati farmacista di Castelvetrano e sua collaboratrice

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In auto aveva numerose scatole di farmaci, senza fustelle, ma non è riuscito a giustificare le ragioni di quel trasporto di medicinali, in orario serale. La Guardia di Finanza di Mazara del Vallo e del comando provinciale di Trapani ha quindi denunciato un farmacista di Castelvetrano ed una sua collaboratrice per truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. Le indagini sono scattate nel marzo dello scorso anno quando i finanzieri fermarono e sottoposero a controllo l’autovettura del farmacista, scoprendo le scatole di medicinali senza bollini farmaceutici.

Le Fiamme Gialle, alla luce dell’agitazione palesata dal professionista castelvetranese, hanno poi effettuato una perquisizione domiciliare e sequestrato ulteriori quantitativi di farmaci privi di fustelle e non consegnati ai clienti. Contestualmente i finanzieri hanno acquisito, presso la farmacia, tutte le ricette elettroniche relative ai farmaci rinvenuti. Le successive investigazioni, condotte dai militari per i reati di truffa e falsità materiale, hanno permesso di rilevare che il farmacista, con il concorso di una sua dipendente, avesse simulato cessioni di farmaci a ignari pazienti, falsificando le prescrizioni mediche, beneficiando così, fraudolentemente, dei rimborsi del servizio sanitario nazionale per un ammontare di circa 5 mila euro. Si tratta di farmaci della categoria “A”, cioè classificati come essenziali e quindi a totale carico del sistema sanitario. La posizione del farmacista castelvetranese si è poi aggravata quado lo stesso, nel vano tentativo di giustificare la propria condotta, ha regalato farmaci ai pazienti indicati nelle false prescrizioni mediche, facendo loro firmare apposite dichiarazioni in cui veniva spiegato che vi fossero stati degli errori nell’emissione delle ricette al centro delle indagini.

“Giustizia per Salvatore”, in centinaia a Favignana per la fiaccolata silenziosa

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In centinaia ieri sera hanno partecipato alla fiaccolata di solidarietà a Favignana per Salvatore Sinagra, il giovane ancora in coma farmacologico dopo la violentissima aggressione barbaramente subita nella notte tra il 25 e il 26 gennaio a Lanzarote, nelle isole Canarie. “Il mondo ha bisogno di te”. “Forza vita mia”. “Giustizia per Salvatore” si legge negli striscioni, che riempiono il silenzio delle strade tra la commozione di conoscenti, amici e parenti a sostegno della famiglia Sinagra, che ormai da più di due settimane vive in un incubo.

Un calvario, se possibile reso ancora più drammatico dopo l’arresto e le successive dichiarazioni dell’uomo responsabile della brutale aggressione. Il 25enne spagnolo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti, ha infatti confessato di aver sferrato il colpo letale che ha ridotto Sinagra in fin di vita affermando: “Posso solo dire che faccio abitualmente uso di cocaina” senza aggiungere nient’altro rispetto ai motivi che lo avrebbero portato al folle gesto. Ed è proprio questo che getta ancora più nello sconforto familiari e amici del giovane di Favignana, descritto da tutti come socievole e pacifico. La confessione dell’aggressore sui fatti è stata confermata da alcuni testimoni e dalle telecamere di videosorveglianza presenti nei pressi del bar di Lanzarote, teatro della brutale aggressione. Salvatore Sinagra lotta quindi ancora fra la vita e la morte. La sua terribile vicenda ha toccato anche il direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce. “Se dopo l’eventuale uscita di Sinagra dalla terapia intensiva – ha detto il manager – fosse necessario trasferirlo dalla Spagna, metteremo a disposizione tutte le nostre strutture ospedaliere e territoriali”. “Salvatore è ancora gravissimo, tutt’ora rischia la vita e se anche riuscisse a sopravvivere – ha spiegato Donatella Buscaino, legale della famiglia Sinagra – non sono esclusi danni permanenti, non sappiamo ancora di che tipo”.

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