Operazione ‘Gordio’. Coinvolto dipendente comunale, sarebbe intervenuto su GPS

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Un dipendente del comune di Partinico avrebbe aiutato i cognati Salvatore Leggio e Michele Vitale, ad eludere i controlli degli investigatori, tramite GPS, dei loro spostamenti. I due sono arrestati nell’ambito della maxi-operazione antimafia e anti-droga” Gordio”.

L’attrezzatura non avrebbe mai funzionato correttamente, impedendo agli investigatori di conoscere gli spostamenti del mezzo sul quale si era ipotizzato potesse essere trasportata la droga. Secondo la Procura – il gip Lirio Conti ha comunque ritenuto insufficienti gli indizi di colpevolezza – un esperto di informatica, dipendente del comune di Partinico, avrebbe aiutato i cognati a leggere i dati criptati registrati dal Gps, che sarebbe stato smontato dalla macchina.

L’impiegato è quindi indagato per favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra. La vicenda emerge dall’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Bruno Brucoli, Dario Scaletta e Alfredo Gagliardi e risalirebbe alla primavera del 2018. Il 16 aprile di quell’anno, infatti, i carabinieri di Partinico avevano installato il dispositivo di localizzazione satellitare sulla Volkswagen utilizzata da Leggio e Vitale.

Il Gps però non avrebbe mai funzionato bene, per un’avaria alla periferica di trasmissione e non sarebbero stati quindi inviati i dati. Sempre a giugno erano state però intercettate alcune telefonate tra i cognati e il dipendente comunale, dalle quali emergerebbe che Leggio, avendo trovato e tolto il Gps, si sarebbe rivolto all’esperto informatico per leggere i dati registrati dal dispositivo. “A parere di questo ufficio – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – non è da escludere che il dipendente del comune, esperto informatico, avendo utilizzato un programma di recupero dati abbia estrapolato anche alcune loacalizzazioni riferite a precedenti indagini, essendo che tali sistemi Gps vengono di volta in volta codificati”.

I pm avevano chiesto l’applicazione di una misura cautelare per il dipendente pubblico, ma il gip ha ritenuto che allo stato gli elementi a carico dell’indagato non siano sufficienti.