Morte Lombardo, presunti responsabili e movente. Lavoro di team di esperti

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“Abbiamo individuato i possibili responsabili dell’omicidio e anche il movente, ben diverso da quello finora ipotizzato, al fine di depistare le indagini”: queste le dichiarazioni dell’avvocato Salvatore Traina, difensore della famiglia del maresciallo Antonino Lombardo, trovato morto nella sua auto il 4 marzo 1995, all’interno della caserma, sede del Comando Legione dei Carabinieri. Un pool di esperti che si occupano delle indagini difensive ha messo su un vero e proprio tavolo di lavoro, intitolato al magistrato Rocco Chinnici, per fare luce su quello che ritengono essere stato un omicidio e non un suicidio, come da tempo considerato ed archiviato, sostenendo di conoscere i motivi per i quali la presunta esecuzione nei confronti del maresciallo, sarebbe stata ordinata.

Una verità macchiata che gli stessi figli di Lombardo non hanno mai voluto accettare: questi ultimi, Fabio, Rossella e Giuseppe, avevano presentato un esposto per omicidio alla procura di Palermo e ai carabinieri di Terrasini dove il padre era stato a lungo comandante della stazione. Le maggiori incompatibilità sulle indagini svolte in questi anni riguardano, in particolare, il proiettile che ha ucciso il maresciallo e che non proveniva dalla sua arma insieme alla lettera trovata vicino al corpo, la cui calligrafia era stata accertata essere diversa. Dalle accuse lanciate dai figli di Lombardo nei confronti dell’arma dei carabinieri e della procura palermitana sulla gestione dell’indagine e sulle responsabilità della morte del padre, avevano per certi versi preso le distanze, lo scorso febbraio, l’ex avvocato della famiglia, Alessandra Maria Delrio e la criminalista Katia Sartori.

Entrambe, infatti, avevano rimesso il mandato ottenuto dai Lombardo. “Manterremo il massimo riserbo anche sulle ispezioni e sopralluoghi che si svolgeranno prossimamente – ha dichiarato il neo difensore, Traina – ci auguriamo che divengano presto note le verità sulle stragi e gli omicidi, strettamente connessi, di quel triste periodo”.