‘Nido d’Argento’ di Partinico, Gaglio lascia il carcere. Domiciliari anche per altri due

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Una decina di giorni fa vennero revocati gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo. Ora lo stesso tribunale del riesame di Palermo ha consentito a Giuseppe Gaglio di lasciare il carcere e di ritornare a casa agli arresti domiciliari.  L’uomo era finito al Pagliarelli, il mese scorso, con l’accusa di corruzione perché ritenuto a capo di un «sistema» che ruotava attorno agli appalti ottenuti, da vari enti locali della Sicilia, dalla cooperativa Nido d’argento di Partini. Gaglio, famoso anche per avere avviato il percorso di recupero della frazione di Borgo Parrini, adesso molto nota per i suoi edifici e i suoi colori che ricordano le creazioni di Gaudì, era il patron della cooperativa che otteneva incarichi in mezza Sicilia, da Marsala e fino a Gela. I giudici del Riesame hanno anche revocato i domiciliari a due impiegati della Nido d’argento, Francesco Chiavello e Giuseppe Chiaramonte, che però dovranno rispettare l’obbligo di dimora a Partinico. Gaglio, Chiavello e Chairamonte, durante l’interrogatorio di garanzia alla presenza del Gip Elisabetta Stampacchia, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. La vasta indagine anti-corruzione aveva raggiunto i comuni di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento, Palermo e Gela.  Dodici le persone per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato. Il personaggio chiave dell’inchiesta sulla presunta corruzione di dirigenti e funzionari pubblici e su alcune assunzioni su indicazione sarebbe stato proprio Giuseppe Gaglio, presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa sociale Nido d’Argento di Partinico, adesso agli arresti domiciliari dopo quelli in carcere.