“Quello che accade nei campi migranti improvvisati a Campobello di Mazara e a Castelvetrano è fuori da ogni condizione umana dignitosa e nel pieno rispetto della vita». Lo dice il senatore Davide Faraone, di Azione-Italia viva, dopo avere visitato la struttura regolare gestita dalla Croce rossa italiana e i due campi abusivi sorti su terreni privati che sono a poche centinaia di metri. «Non è questa una condizione di accoglienza – aggiunge -, non è ignorando il problema che lo risolviamo.
Il confine è stato superato ed è necessario intervenire, per ristabilire intanto il diritto a condizioni di igienico sanitarie indispensabili». Per il senatore Faraone «la forza di una comunità non è il ghetto ai confini della realtà ma una integrazione vera e graduale, senza mai umiliare la dignità umana, che è uguale per tutti». L’esponente di Italia Viva ha annunciato che nei prossimi giorni chiederà un incontro con il prefetto di Trapani. I campi abusivi di migranti, quasi tutti africani che si spostano nel belice per la raccolta delle olive, sono già stati al centro della raccolta con alcuni vasti incendi.
Il primo a Campobello di Mazara, nel settembre dello scorso anno, provocò anche la morte di un senegalese e il ferimento di altri accampati. Il bis nella notte dell’8 marzo scorso e sempre all’interno del campo spontaneo di migranti nei pressi dell’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte” tra Castelvetrano e Campobello di Mazara. Le fiamme si sprigionarono, con molta probabilità, da un braciere che alcuni migranti avevano acceso per riscaldarsi e avevano investito gli alloggi di fortuna costruiti con legno, cartone e plastica.
Per fortuna, però, i circa 100 occupanti riuscirono a mettersi tutti quanti in fuga. Questi due episodi hanno accelerato i lavori di un tavolo in Prefettura e la realizzazione del campo migranti affidato alla Croce Rossa con i moduli abitativi inviati dall’UNHCR, l’alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati. Il problema però permane e altri campi abusivi sono ancora attivi. Da qui la visita nel belicino del senatore Faraone.