Gibellina, scultura vandalizzata: Legambiente invoca intervento Regione

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“Del colore è stato gettato sull’opera in marmo, danneggiando così uno dei più importanti esempi d’arte contemporanea in Sicilia!”: a lanciare l’allarme è stato lo stesso sindaco di Gibellina Rosario Fontana. La scultura “Impronta”, realizzata nel 1980 da Turi Simeti, in un blocco di pietra bianca locale, è stata deturpata dalla mano di ignoti sabato sera. I cittadini gibellinesi sono insorti sul web manifestando tutta la loro indignazione per l’atto vandalico che ha rovinato l’opera d’arte. E non è il primo, ma solo l’ultimo di una lunga serie, come segnala Legambiente: “Purtroppo, dice Rosalia Teri, presidente del Circolo Valle del Belice – è da diversi anni che molte opere di Gibellina vengono danneggiate come ad esempio il Giardino Segreto 1 di Francesco Venezia, ricoperto puntualmente da vernici e scritte”. “Il danno all’arte contemporanea di Gibellina è un grave atto contro la cultura e l’arte in genere- si legge in una nota di Legambiente -. L’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana dovrebbe attivare specifiche normative per la tutela, la salvaguardia ed il controllo dell’arte contemporanea presente nella Valle del Belìce. Inoltre l’impegno di artisti come Burri, Simeti, Consagra, Schifano, Venezia, Purini ed altri, spesso volontario e non retribuito, rappresenta una donazione della cultura nazionale offerta per riscattare lo stato di abbandono della comunità belicina colpita dal Sisma del 1968. La Città rifondata costituisce ancora oggi un esempio di rifondazione culturale che va tutelato e valorizzato”. Il nome di Gibellina Nuova è legato indissolubilmente alla ricostruzione post-sisma. Negli anni successivi al 1968 il paese è diventato un immenso laboratorio di pianificazione e sperimentazione artistica, un vero e proprio museo en plein air, voluto dal sindaco della ricostruzione, Ludovico Corrao. A distanza di oltre un trentennio, ed in particolare nel 2012, Legambiente Sicilia nella campagna Salvalarte Belìce 2012 con il Circolo Valle del Belìce e l’associazione LapiS proposero la tutela e il restauro dell’opera di Simeti, che soffriva delle tipiche “patologie” dei monumenti in pietra esposti ai fattori ambientali. Il restauro conservativo della scultura – promosso da LapiS (Lapidei Siciliani) insieme alla Rete Museale e Naturale Belicina era iniziato circa un anno fa, ma prima ancora di concludersi i vandali hanno vanificato tutto. “Il restauro era quasi ultimato – sottolinea l’associazione LapiS – si doveva solamente completare la riconfigurazione estetica con delle stuccature realizzate dal marmista che all’epoca eseguì materialmente l’opera di Turi Simeti, ma purtroppo il perdurare delle perturbazioni metereologiche non ha consentito di procedere al completamento del restauro”.

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