Siccità, autorizzare i pozzi privati di Alcamo chiusi nel 2016. Mozione in consiglio

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Moduli mobili di dissalazione dell’acqua marina, recupero di condutture e dighe, rigenerazione di sorgenti e pozzi. Argomenti che stanno tenendo banco in questo periodo di forte siccità in Sicilia e alla luce della richiesta di calamità nazionale avanzata dalla Regione. Si parla quindi tanto di pozzi, anche di quelli privati. Ad Alcamo, dal 2016, ogni attività che prevede l’uso di acqua viene portata avanti, da parte di chi non ha sorgenti proprie, con quello ad uso potabile. Nel 2016, infatti, uno die primi atti del sindaco Surdi fu quello di non rinnovare più le autorizzazioni di attingimento da alcuni pozzi privati che poi, tramite autobotti, rifornivano la cittadinanza. Il comune di Alcamo, nel 2002, aveva ottenuto provvisoriamente dal Genio Civile l’autorizzazione ad attingere da questi pozzi acqua non potabile da utilizzare per lo spegnimento di incendi, per irrigare le coltivazioni, per pulire e lavare strade e spiazzali. La decisione del 2016 della giunta Surdi abolì tutte queste possibilità. La decisione dell’amministrazione comunale riguardò comunque un settore e alcune autorizzazioni che poi finirono al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza che raggiunse anche i vertici del Genio Civile di Trapani e alcuni funzionari del comune di Alcamo. Adesso, con la siccità incombente, questi pozzi potrebbero dare una mano d’aiuto ed evitare l’uso dell’acqua potabile, come capitato ad Alcamo negli ultimi otto anni, per tanti altri scopi. Il problema è adesso finito al centro di una mozione d’indirizzo presentata al presidente del consiglio comunale. L’atto, qualora venisse approvato in aula, intende impegnare l’amministrazione Surdi a riattivare i pozzi privati per gli usi non potabili mediante l’avvio di un urgentissimo tavolo tecnico – scrive il consigliere comunale Giuseppe Stabile – con prefettura, ASP, Genio Civile, Autorità di Bacino e ATI Idrico.