Esposto Bulgarella. Denunciati procuratori, pm, un dirigente di polizia e un giornalista

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Sono nove le persone denunciate dall’imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, in un esposto di 32 pagine inviato alle procure di Genova e di Caltanissetta. Sono soprattutto magistrati (due ex procuratori a capo di uffici della Toscana, un sostituto procuratore generale e un paio di Pm), un altissimo dirigente di polizia, un architetto ed imprenditore edile, un suo successore alla guida del Trapani Calcio ed anche un noto giornalista trapanese. I legali di Bulgarella per tutti ipotizzano vari reati: associazione per delinquere, omissione di atti d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, intralcio alla giustizia, calunnia. Andrea Bulgarella, ex presidente di società calcistiche quali Trapani e Pontedera, e noto imprenditore edile a capo dell’omonimo gruppo tra i principali in Italia nella realizzazione di strutture alberghiere di pregio e restauro di immobili vincolati dal Ministero per i beni Culturali, nel suo esposto-denuncia scrive testualmente di “un depistaggio di Stato, attuato nei miei confronti da un sodalizio criminale di uomini dello Stato, falsi pentiti mafiosi, consulenti compiacenti, giornalisti portavoce delle Procure, che trova ampio riscontro nell’infondatezza delle accuse, gravissime, inaudite, che mi sono state rivolte”. Nel 2015 l’imprenditore finì al centro di una indagine della Dda di Firenze. Nell’aprile del 2018 gli stessi magistrati chiesero e ottennero l’archiviazione. L’anno dopo anche il Tribunale di Milano dispose la definitiva archiviazione di tutte le indagini a suo carico. Inchieste che però avrebbero procurato enormi danni al gruppo in quanto i potenziali acquirenti degli immobili cominciarono a diffidare e preferirono non sottoscrivere le compravendite. Inoltre, si legge sempre nella denuncia di Andrea Bulgarella, “non è pensabile che un imprenditore di rilievo nazionale esponga dei fatti di reato, per opere pubbliche per centinaia di miliardi di lire e che questi non diano seguito a nessun tipo di accertamento, evitando quindi l’obbligatorietà dell’azione penale”. In quest’ambito l’imprenditore parla di pericolosa vicinanza di un politico e amministratore comunale ad imprese in odor di mafia e alla protezione assoluta che lo stesso avrebbe avuto da un rappresentante dei vertici della polizia trapanese dell’epoca.