Regione completa dossier sui diplomifici e li invia alle procure. Anche Trapani e Palermo

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Le aveva richieste il ministero e la Regione le ha inviate anche in Procura. Sono le e relazioni sulle scuole private sospettate di avere funzionato come ‘diplomifici’. Secondo l’assessore regionale all’istruzione, l’alcamese Mimmo Turano, sono state riscontrate anche irregolarità insanabili. Profili di illegittimità che hanno spinto il rappresentante del governo Schifani di inviare le carte in Procura. “Di mele marce ce ne sono nel mondo delle paritarie, – ha detto Turano – però ci sono anche tante altre scuole che lavorano onestamente. Da almeno un anno lavoriamo, in silenzio, per verificare le presunte irregolarità”. L’assessorato ha predisposto diversi dossier redatti da dieci ispettori ministeriali e dell’Ufficio scolastico regionale, che denunciano irregolarità in alcuni istituti ispezionati. I rapporti sono stati trasmessi a i magistrati delle procure di Trapani, Palermo e Agrigento. Le principali irregolarità riguarderebbero le modalità di svolgimento degli esami di idoneità per il salto da un anno scolastico all’altro, il recupero di più anni in uno e l’esecuzione delle prove per conseguire il diploma. Il sospetto sarebbe in pratica quello che gli esami siano stati facilitati.  Il caso dei diplomi facili è esploso dopo un rapporto dettagliato chiesto dal ministero dell’Istruzione alle tre Regioni dove il fenomeno è più evidente, la Sicilia ma anche   Campania e Lazio. Sono così arrivati gli ispettori dopo l’inchiesta giornalistica firmata da Repubblica. “È la prima volta in assoluto che si interviene con le norme sul tema dei diplomifici —ha detto il ministro Valditara —. Con le nuove norme non si potranno più fare né tre anni né quattro anni in uno, tanto meno prendere il diploma in un anno”. Il piano anti-diplomifici, inserito nel disegno di legge già approvato dal Consiglio dei ministri, prevede il recupero al massimo di due anni in uno e la presenza di un commissario esterno per l’esame di idoneità. Ad onor del vero, fin quando il DDL non diventerà legge, le altre modalità sono di fatto tollerate e gli esami di idoneità continueranno a svolgersi senza alcun membro esterno. La Sicilia è una regione a statuto speciale ma Turano ha assicurato: “È una legge nazionale — risponde il ministro — e vale per tutte le Regioni. Non ci sono cose che io faccio in maniera differente rispetto al ministro”.