Dopo 8 anni dall’arresto, Giambalvo riottiene i suoi beni. Più volte assolto

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La Corte di Appello di Palermo ha revocato nei confronti dell’ex consigliere comunale di Castelvetrano Calogero Giambalvo, detto Lillo, la misura di prevenzione personale e patrimoniale. Il tribunale di Trapani, in prima istanza nel 2022, gli aveva applicato per 4 anni l’obbligo di soggiorno a Castelvetrano e aveva posto sotto sequestro immobili e conti anche alla moglie dell’ex politico, Ninfa Vicenzini. Tra i beni sequestrati e adesso restituiti alla famiglia di Giambalvo c’è anche la casa dove la coppia abita.

L’avvocato Monica Cuneo (difensore della moglie dell’ex consigliere comunale) ha dimostrato che per l’acquisto dell’abitazione era stato contratto un mutuo. Tra i beni adesso dissequestrati c’è pure un capannone, conti correnti e polizze assicurative. Giambalvo venne arrestato nel 2014 per concorso in associazione mafiosa ma in tutti i tre gradi di giudizio è stato assolto. A difendere Giambalvo è stato sempre l’avvocato Enzo Salvo. Il 18 febbraio dello scorso anno, dopo ben sette anni di processi, la Cassazione stabilì che l’ex consigliere comunale di Castelvetrano, che aveva espiato 13 di mesi di carcere nell’ambito del processo Eden 2, non è mafioso.

La suprema corte, riprendendo le due precedenti assoluzioni di Giambalvo in primo grado e in Corte d’Appello, ha fatto proprio il principio dei precedenti giudicati che:” Nessuno dei collaboratori di giustizia o degli imputati di reato connesso, ha reso dichiarazioni in ordine alla famiglia mafiosa di Castelvetrano facendo riferimento alla figura di Calogero Giambalvo. Non è possibile desumere la compenetrazione organica dello stesso, nel tessuto organizzativo della consorteria mafiosa di Castelvetrano, né emergono specifici contributi arrecati dal soggetto alla vita del sodalizio e a vantaggio dell’associazione”. La Corte di Cassazione dichiarò quindi inammissibile il ricorso presentato dalla procura generale della corte di appello. Lillo Giambalvo era stato arrestato nel novembre del 2014 per associazione mafiosa e subì, come ha raccontato lo stesso ex politico castelvetranese,” una dura detenzione al carcere “Petrusa” di Agrigento.”