Sequestro di beni a ‘Lillo’ Giambalvo, moglie e un prestanome

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Arrestato nel novembre del 2014 per associazione mafiosa, poi assolto in primo e in secondo grado, per Calogero ‘Lillo’ Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano, è adesso arrivato  il sequestro preventivo di beni per un ammontare di un milione di euro.  I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale su proposta della Dda di Palermo, nei confronti di Giambalvo ma anche della moglie Ninfa Vincenzini e del loro prestanome Roberto Siragusa.

L’ex consigliere comunale di Castelvetrano, oltre all’imputazione per mafia nel processo “Eden II”, ha invece subito una condanna lo scorso settembre per tentata estorsione aggravata. Il nome di Giambalvo era anche emerso anche nell’indagine “Scrigno” che ha fatto luce sui legami tra politica e Cosa nostra in provincia.

Il collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, adesso deceduto, legato da rapporti di parentela con il boss Matteo Messina Denaro, aveva addirittura indicato Giambalvo come il personaggio incaricato di tenere i rapporti tra la famiglia mafiosa di Castelvetrano e quella di Castellammare del Golfo. I beni sequestrati adesso dai carabinieri sono costituiti da una azienda, un’abitazione, un capannone industriale, tre autovetture, numerosi rapporti bancari e una polizza assicurativa.

Roberto Siragusa sarebbe l’intestatario fittizio di un’azienda alla quale nel 2019 era stato affidato il servizio bar in occasione del “Torneo della Legalità”, manifestazione di calcio svoltasi al Paolo Marino di Castelvetrano ed alla quale prese anche parte la nazionale magistrati.