Cutrara, scanner mai rinvenuto e armi non compatibili con delitti. Chiesta incapacità per Buccellato

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Francesco Domingo, il presunto boss di Castellammare del Golfo, detto Tempesta e ritornato in carcere nell’ambito della vasta operazione antimafia ‘Cutrara’ , avrebbe tentato di bonificare i suoi terreni di contrada Gagliardetta, tramite scanner, per disturbare eventuali intercettazioni. Lo ha detto in aula, sentito dall’accusa, il maggiore dei carabinieri, Gennaro Cascone, attualmente in servizio a Trapani, l’ufficiale che si è occupato dell’indagini nei confronti di Domingo e di altri dal settembre del 2019 a marzo del 2020. Nella vicenda dello scanner sarebbe coinvolto il coimputato Salvatore Labita, proprietario di una ditta castellammarese di installazione di impianti elettrici. L’udienza riguarda il processo a carico di Francesco Domingo e di altri 5 imputati che hanno scelto il rito ordinario e che vennero coinvolti nell’operazione antimafia dei carabinieri del 17 giugno 2020.

Alla sbarra, assieme a Ciccio Tempesta, i fratelli Lilla e Nicoa Di Bartolo, Rosario Antonino Di Stefano, Salvatore Labita e Felice Buccellato. L’avvocato di quest’ultimo, l’alcamese Aurelio Cacciapalle, ha chiesto al collegio giudicante la pronuncia a non procedere nei confronti del suo assistito perché non sarebbe in grado di partecipare al processo. Una demenza senile già sollevata in ambito di udienza preliminare che però non portò a nulla. Adesso il legale di Buccellato ha fatto riferimento a un altro procedimento durante il quale sarebbe stata disposta una perizia psichiatrica dalla quale sarebbe emersa una severa alterazione di intendere e di volere dell’anziano castellammarese. L’infermità sarebbe inoltre progressiva e irreversibile. Il tribunale di Trapani ha acquisito la documentazione presentata dall’avvocato Aurelio Cacciapalle e l’ha sottoposta al parere del pubblico ministero, Francesca Dessì della DDA di Palermo.

Nell’ultima udienza è stato sentito anche un altro ufficiale dei carabinieri, Pasquale Alessandro del RIS di Messina, che ha effettuato gli esami balistici sui due fucili ritrovati all’interno del terreno di contrada Gagliardetta di proprietà di Francesco Domingo. Il teste, esaminato dall’avvocato alcamese Giusy Cataldo, difensore del personaggio cardine dell’operazione Cutrara, ha spiegato che dall’analisi svolta sulle armi non è emersa alcuna compatibilità, a livello nazionale, con pregressi eventi delittuosi. La prossima udienza si terrà il 23 maggio.