Cutrara. Appello per ‘Tempesta’, cambia organo collegiale. Rinvio al 9 novembre

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Cambio di giudice e slitta nuovamente il processo d’appello relativo all’operazione ‘Cutrara’ e agli imputati che hanno scelto il rito ordinario e che sono stati condannati, in primo grado a Trapani, il 14 novembre scorso. Nell’ultima udienza è stato fissato il rinvio al 9 di novembre per la riassegnazione del processo d’appello ad altro organo collegiale. Gli avvocati dei tre imputati condannati in primo grado avevano presentato documentazione per l’appello entro i termini del 27 aprile scorso. Vanno quindi al secondo grado di giudizio il 67enne castellammarese Francesco Domingo, detto ‘Tempesta’, ritenuto il boss della cittadina del Golfo e perno dell’operazione antimafia ‘Cutrara’, Antonio Rosario Di Stefano e Salvatore Labita. In primo grado Domingo era stato condannato a 24 anni di carcere che diventarono 30 in continuazione con una precedente condanna.

Tre anni vennero invece inflitti a  Di Stefano e un anno e dieci mesi a Labita. Nello stesso processo in via ordinaria furono assolti i fratelli Nicola e Lilla Di Bartolo, titolari di una casa di riposo, per i quali invece il pm Dessì aveva chiesto rispettivamente dieci e quattro anni di reclusione. A Ciccio ‘Tempesta’,  secondo gli inquirenti, si legge nella condanna: “è da ricondurre un controllo pregnante del territorio, controllo non solo sulle attività tipiche della criminalità organizzata, ma anche su espressioni della vita sociale”. Un altro ruolo attribuito a Domingo quello di essere soggetto di riferimento per i collegamenti tra Cosa nostra siciliana e la famiglia mafiosa dei Bonanno, operante negli Stati Uniti.  Rosario Di Stefano è invece accusato di avere provato a bonificare dalle micro-spie le zone frequentate da ‘Tempesta’ e Salvatore Labita, proprietario di una ditta di installazione di impianti elettrici, per avere fornito a Francesco Domingo la strumentazione necessaria a individuare le ‘cimici’ all’interno dell’abitazione di quest’ultimo. Nell’ambito dell’operazione ‘Cutrara’, messa a segno dai carabinieri il 16 giugno del 2020, venne coinvolto anche il sindaco dell’epoca, adesso consigliere comunale Nicola Rizzo. Il politico, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato però assolto con formula piena sia in primo che in secondo grado.