“Corso stretto”di Alcamo, operatori in campo per nuove attività

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Prima erano solo voci. Oggi quasi certezze. Numerosi operatori e commercianti hanno puntato la loro attenzione sul “corso stretto” dove da diversi anni è in funzione l’isola pedonale che ha provocato la desertificazione con la fuga in massa di varie attività commerciali. Fuga determinata dalla poca attenzione che continua a riservare il Comune di Alcamo verso quello che è stato il salotto della città. Altra causa della desertificazione l’avere gettato la spugna da parte di giovani intenzionati ad aprire locali per cibo di strada e altro a causa delle spese da sostenere per la locazione di immobili a pianterreno. Ora sembra che il vento sia cambiato e spira favorevole grazie ad imprenditori privati che intendono aprire attività. Soprattutto di ristorazione, nel corso stretto, che rappresenta la fase di rilancio, grazie ai privati. In altre  zone come la vicina via Mazzini i discutibili lavori di riqualificazione del centro storico, con ampliamento di marciapiedi stanno accelerando la chiusura dell’unica edicola del centro, che abbasserà la saracinesca a fine giugno. Difficoltà per le altre attività della stessa via Mazzini e per i residenti.

Ma andiamo con ordine. Se tutto procede per come è nei programmi di operatori economici l’ex negozio di abbigliamento Cataldo, in attività da  67 anni e chiuso per motivi anagrafici del titolare, è destinato ad ospitare la rivendita di tabacchi che si trova in piazza Ciullo. Prevista l’apertura di un ristorante nell’ex negozio “Daniela Fur”. Un altro nella piazzetta monsignor Francesco Ricceri, che già ha ospitato un pub e poi un ristorante. Di fronte dovrebbe aprire un lounge bar e in un locale più avanti una pizzeria. Operatori che cercano di creare attività e quindi posti di lavoro e collegato  di conseguenza il rilancio del centro storico di Alcamo. Questo passa anche dalla organizzazione di attività culturali e concerti all’aperto. In piazza Ciullo e zone adiacenti, che pullulano di locali,  continuano a spuntare come funghi rivendite automatiche di bibite e qualche nuovo pub in localini aperti per la  vendita di alcolici dei quali fanno largo uso giovanissimi. Si inizia a bere, come dai dati del Ser.D a 13 anni. Mancano totalmente i controlli da parte delle forze dell’ordine anche nella vicina  piazza della Repubblica, dove c’è assembramento di locali, per verificare se vengono rispettate le leggi sulla vendita di alcolici e sul volume della musica sparata all’esterno durante la notte a tutto volume che provoca disturbo alla quiete pubblica e  disagi agli abitanti che sono dalle istituzioni.